Giu 9, 2022 | Centro internazionale, Ecumenismo, Sociale
Si è aperto ieri, 8 giugno 2022, in Turchia il V Summit di Halki organizzato congiuntamente dal Patriarcato di Costantinopoli e dall’Istituto Universitario Sophia. Abbiamo avuto un sogno…
Sì, era il gennaio del 2019 e una delegazione dell’Istituto Universitario Sophia (IUS) rendeva visita al Patriarca Ecumenico Bartolomeo, nel Fanar, lo storico quartiere greco dell’attuale Istanbul (Turchia). In quei giorni, venivamo accolti con fine cordialità anche dal metropolita Elpidophoros di Bursa, allora abate del Monastero della Santissima Trinità sull’isola di Halki e professore della Scuola Teologica dell’Università di Salonicco (diverrà poi, nel maggio successivo, arcivescovo d’America). Respirammo una comunione profonda con lui da cui scaturì il desiderio di organizzare insieme una Summer School ad Halki con studenti e docenti cattolici e ortodossi, sul tema ecologico, così caro a entrambe le Chiese sorelle di Roma e Costantinopoli.
La pandemia è riuscita solo a ritardarlo, ma oggi quel sogno si è realizzato. È mercoledì 8 giugno 2022, sono le ore 18.30, e siamo di nuovo nella “regina delle città” – come veniva chiamata, non senza una ragione, la splendida città di Costantinopoli – e il Patriarca Bartolomeo ha rivolto ai partecipanti, studenti e docenti provenienti da tutti i continenti con esperienze interdisciplinari ed ecumeniche molto variegate, un intenso e illuminante indirizzo di saluto. A lui vicini sono in ascolto mons. Marek Solczynski, nuovo Nunzio Apostolico in Turchia, mons. Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione dell’Educazione Cattolica, lo stesso Arcivescovo Elpidophoros e Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari e Vice-Cancelliere dello IUS. “Tutto è in relazione d’amore” ha detto tra l’altro Margaret Karram, richiamando il destino di unità custodito nell’universo che l’uomo e la donna sono chiamati a favorire con azione e pensiero, oggi più che mai, audaci, profetici. Il titolo del quinto Summit di Halki organizzato congiuntamente dal Patriarcato di Costantinopoli e dallo IUS iniziato mercoledì 8 giugno lo rivela chiaramente: “Sostenere insieme il futuro del pianeta”. Non a caso sono state due le parole che il Patriarca Bartolomeo ha voluto sottolineare a partire da questo titolo: “futuro” e “insieme”. La prima richiama il forte legame intergenerazionale insito nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo; la seconda, invece, l’inderogabile approccio interdisciplinare da assumere dinnanzi alla vastità e alla complessità dei problemi ecologici. “Diventa evidente – ha detto il Patriarca – che solo una risposta cooperativa e collettiva – da parte di leader religiosi, scienziati, autorità politiche, istituzioni educative e organizzazioni finanziarie – sarà in grado di affrontare efficacemente queste questioni vitali del nostro tempo”.
Al termine del suo intervento, ha poi ripreso due concetti molto cari alla teologia e alla spiritualità ortodossa: “eucaristia” (nel senso di “rendimento di grazie” per il dono della creazione) e “ascesi” (intesa come “autocontrollo” delle passioni consumistiche). Il Patriarca ha però invitato a considerare questi concetti non semplicemente in senso liturgico o monastico, bensì come modi diversi di parlare della comunione. “Ed è qui che la visione del nostro fratello Papa Francesco – ha ammesso con commozione – coincide con la visione del mondo che abbiamo proposto e promulgato per oltre trent’anni. Entrambi siamo convinti che ciò che facciamo al nostro mondo, ‘lo facciamo al più piccolo dei nostri fratelli e sorelle’ (Mt 25,40), così come ciò che facciamo agli altri lo facciamo a Dio stesso (cf. Mt 25,45). Non è un caso che subito dopo aver pubblicato l’enciclica sull’ambiente Laudato Si’, l’enciclica successiva di Papa Francesco sia stata Fratelli Tutti”.
Sono molte, infatti, le dichiarazioni congiunte del Papa e del Patriarca – insieme all’Arcivescovo di Canterbury – sull’urgenza della sostenibilità ambientale, sull’impatto sociale e sull’importanza della cooperazione globale. È quanto scrive anche papa Francesco nella Laudato Si’: “Quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità…, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa. Tutto è connesso” (n. 117). E il Patriarca chiarisce contestualizzando: “Connessioni tra noi e l’intera creazione di Dio, tra la nostra fede e la nostra azione, tra la nostra teologia e la nostra spiritualità, tra ciò che diciamo e ciò che facciamo; tra scienza e religione, tra le nostre convinzioni e ogni disciplina; tra la nostra comunione sacramentale e la nostra coscienza sociale; tra la nostra generazione e le generazioni future, tra le nostre due chiese, ma anche con altre chiese e altre comunità di fede”. Sì, tutto è connesso da un legame che solo l’amore reciproco tra le persone riesce a rendere visibile a ogni uomo e donna di questo meraviglioso pianeta terra.
Vincenzo Di Pilato (Foto: Alfonso Zamuner)
(altro…)
Giu 7, 2022 | Ecumenismo, Nuove Generazioni
In America Latina la maggioranza della popolazione appartiene alla Chiesa cattolica romana, tuttavia, da tempo la conoscenza tra le varie chiese si fa strada. Il lavoro condiviso nel campo sociale, fa sì che i cristiani possano trovare sempre più spazi di vera unità. Uno dei momenti più forti è la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che nell’emisfero sud si celebra attorno alla festa di Pentecoste. I giovani sono sempre più protagonisti nel compiere azioni concrete.
Da sempre i giovani sono attratti da ciò che è sconosciuto, dal diverso da sé, da tutto quello che rappresenta una novità, anche in ambito religioso, sono sempre più aperti a chi non è della propria chiesa. È un’esperienza che porta avanti Ikuméni, un laboratorio per giovani cristiani dell’America Latina (o latinoamericani), appartenenti a diverse chiese e tradizioni cristiane. “Fin dal primo giorno mi sono resa conto che sarebbe stata una sfida personale per ciascuna delle persone presenti, a partire da me che quotidianamente frequento persone per lo più cattoliche, come me. In questo corso tutto era nuovo e ogni partecipante proveniva da una chiesa diversa”, dice Carolina Bojacá, una giovane colombiana dei Focolari.
I giovani cristiani di diverse tradizioni diventano compagni di strada in questo percorso di formazione, che è una vera e propria esperienza inedita nel campo ecumenico. Partendo dalla fede comune in Cristo ciascuno si prepara a mettersi al servizio, sia nel campo dello sviluppo sostenibile, della pace e dell’assistenza umanitaria. “Ad agosto del 2021 ho frequentato in forma virtuale – continua Carolina – il corso per giovani sulle buone pratiche ecumeniche e interreligiose. Già dall’inizio si è creata un’atmosfera molto bella tra tutti e sentivamo forte il desiderio di costruire relazioni e conoscerci meglio… Nell’affrontare ogni tematica ci siamo anche resi conto che, per andare avanti, molte volte abbiamo dovuto lasciar cadere quei pregiudizi o preconcetti che spesso si creano all’interno di una comunità e che non ci permettono di aprire la mente e il cuore per accogliere l’altro. Solo così è possibile scoprire la bellezza di ciò che ci unisce ma anche le differenze che ci fanno essere chi siamo come chiesa o realtà, senza che sia un impedimento lavorare insieme per un mondo più fraterno. Con il passare dei mesi ci siamo conosciuti e abbiamo avuto il nostro primo incontro faccia a faccia. È stato davvero bello vedere il nostro rapporto rafforzato, poterci abbracciare, pregare, dialogare e scoprire la diversità e la ricchezza di ciascuno, anche la mia.”. I giovani che seguono questo laboratorio si preparano al servizio comune. Come dice il documento Servire il mondo ferito del Consiglio Ecumenico delle Chiese ed il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, i cristiani devono sentire ora l’urgenza di una testimonianza comune: cristiani assieme al servizio, anche coinvolgendosi con persone di altre religioni in una solidarietà interreligiosa. Anche Carolina ed il suo gruppo si sono rimboccati le maniche: “A dicembre, con un’altra giovane del movimento dei Focolari che partecipava anche al corso, volevamo portare doni ad una comunità indigena sfollata a causa della violenza, che si trova nella periferia di Bogotá. Abbiamo proposto a tutti l’idea e c’è stata davvero una bella risposta: in molti hanno donato qualcosa e assicurato le loro preghiere dimostrando che, anche se appartenenti ad una chiesa diversa, ciò che ci motiva è quell’amore ispirato da Gesù che è il nostro modello comune. Per terminare il nostro tirocinio- continua Carolina- ognuno di noi ha dovuto raccontare delle attività svolte durante un incontro in presenza che si è svolto a Buenos Aires (Argentina). Ci siamo ritrovati con i partecipanti del corso Ikuméni, ma abbiamo avuto anche la presenza di membri di altre religioni che con gioia hanno condiviso i loro pensieri e le loro azioni concrete. Un momento speciale per poterci aprire anche al dialogo interreligioso”. Un’ esperienza totalmente nuova; una testimonianza della fraternità che si costruisce a partire dallo sforzo di ciascuno e il desiderio grande di conoscersi e fare cose grandi, tutti insieme. “Anche se il corso è finito – conclude Carolina -, è solo il primo passo per rispondere a una chiamata personale e continuare a rafforzare le nostre relazioni, poterci aiutare in queste azioni che ci fanno allargare il cuore e continuare a lavorare per rendere il mondo unito una realtà”.
Carlos Mana
(altro…)
Apr 22, 2022 | Ecumenismo
Un sepolcro vuoto, una luce che illumina il mondo e, sulla cui scia, è possibile costruire ponti di vera unità. Heike Vesper, Enno Dijkema e Mervat Kelli, focolarini di diverse Chiese cristiane, ci raccontano la Pasqua. “La Pasqua è il centro della fede cristiana, è il mistero della Salvezza. Senza la Pasqua non esiste il cristianesimo. Gesù si è incarnato per salvarci. Tutti i Cristiani credono nello stesso Gesù Cristo che è morto e risorto”. Con queste parole Mervat Kelli, focolarina ortodossa della Siria, ci mostra il terreno fecondo dove nulla finisce ma tutto ha inizio; lo spazio tangibile in cui è possibile ritrovarsi, condividere e lasciarsi avvolgere dalla luce della Risurrezione. È questo il significato ecumenico della Pasqua, l’eredità che Cristo ci lascia, “un tempo per adorarLo- dice Enno Dijkema, focolarino cattolico dell’Olanda. Gesù- continua- ci ama fino al suo abbandono al Padre, fino alla morte. Dà tutto! Posso tranquillamente affidare a Lui tutte le mie miserie, i miei limiti e i dolori di ognuno. Non c’è una misura di buio che non venga superato dalla luce del suo amore”. Per Heike Vesper, focolarina tedesca della Chiesa Luterana, nella Pasqua Gesù abbandonato “ha risanato il nostro rapporto con il Padre. Nel suo grido, nel suo ‘perché?’ – afferma- ritrovo tutti i miei ‘perché’ le mie angosce. E poi per ogni risurrezione, serve l’attesa, il tempo, lo stare di Maria sotto la croce senza saper cosa fare, il silenzio e il buio del Sabato Santo prima che giunga l’alba della domenica con il fuoco, la liturgia della luce e il rinnovamento del battesimo”. Un tempo di grande comunione anche con i fratelli che nasce proprio dal perdono, come racconta Mervat: “nella Chiesa Siro-Ortodossa alla quale appartengo, la Pasqua viene chiamata ‘la grande festa’. La preparazione comincia già dall’inizio della Quaresima con la consacrazione dell’olio della riconciliazione. Ciascun fedele, a conclusione della liturgia, intinge un pezzo di cotone nell’olio consacrato e si dirige verso gli altri per chiedere uno ad uno il loro perdono, portare il suo e ricevere a sua volta il loro. Disegnando una crocetta sulla fronte e dicendo: ‘ti perdono con tutto il cuore, che questo olio sia il segno del mio perdono. Ti chiedo di perdonarmi’”. Le varie tradizioni e le diverse forme di liturgia, rappresentano una ricchezza, e poterle vivere insieme come accade spesso nel Movimento dei Focolari, mette in luce, come dice Heike, “ la grandezza di Dio Amore. Da tempo- continua- vivo in una comunità insieme a cattolici e sono proprio queste le liturgie che cerchiamo di vivere insieme se l’orario delle celebrazioni lo permette. Così, quasi ogni anno il Venerdì Santo andiamo insieme prima nella chiesa luterana e poi nella cattolica. La stessa cosa a Pasqua”. “Per me questa è la prima Pasqua in Italia- dice Enno- ma in Olanda ho potuto festeggiare alcune volte la funzione di Venerdì Santo con il mio compagno di focolare protestante. È stato molto bello”. Anche Mervat, che secondo il calendario giuliano quest’anno si prepara a vivere la Pasqua ortodossa il 24 aprile, da alcuni anni in Italia, ha la gioia di partecipare con le focolarine a tutte le funzioni della Chiesa Cattolica sentendo questa come una meravigliosa possibilità: “ancora abbiamo date diverse, ma abbiamo la stessa fede, la stessa speranza, lo stesso Amore del Dio Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Abbiamo tutti lo stesso comandamento: amatevi a vicenda come vi ho amato. È questa la chiave che ci apre la porta verso l’unità”.
Maria Grazia Berretta
(altro…)
Mar 1, 2022 | Chiesa, Ecumenismo
Il Sinodo 2021-2023 indetto da Papa Francesco è l’occasione per rimettersi in ascolto e in dialogo con l’altro, l’opportunità di ritrovare la vera identità della Chiesa, “universale”, fin dal principio. Il percorso coinvolge tutte le diocesi del mondo, anche la Terra Santa. “Mentre ci accingiamo ad iniziare questo cammino, siamo più consapevoli che mai che noi, tutti insieme, come discepoli di Cristo in questa Terra, che è la Sua casa, siamo chiamati ad essere suoi testimoni. Ricordiamo che il suo più grande desiderio è quello che noi siamo uno (cfr. Gv 17).” È quanto si legge nella lettera del 26 gennaio 2022 inviata dagli ordinari cattolici ai capi delle Chiese cristiane in Terra Santa riguardo al Sinodo 2021-2023 indetto da Papa Francesco dal titolo “Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione”. Con il desiderio esplicito di informare e coinvolgere i fratelli delle altre comunità ecclesiali locali in merito all’articolato percorso sinodale avviato anche in Terra Santa, il patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa, che firma il testo, sottolinea l’importanza dell’ascolto reciproco per crescere insieme in questo cammino di comunione. Uno sguardo alla missionarietà di una Chiesa “universale”, in particolare quella di Gerusalemme, di cui il patriarca aveva parlato il 9 novembre 2021, durante un incontro con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità presenti in Terra Santa a seguito dell’apertura del cammino sinodale: “La nostra Chiesa, la Chiesa di Gerusalemme è nata al Cenacolo, a Pentecoste, ed è nata, già allora, come Chiesa universale e locale allo stesso tempo. (…) soprattutto in questi ultimi anni, si è arricchita di tanti carismi in più. Per questo motivo la vostra presenza qui non è soltanto un dono, un segno della Provvidenza (…), ma fa parte di un desiderio di Dio (…)”. I rappresentanti delle varie realtà presenti, hanno potuto in quella occasione ascoltarsi, dare testimonianza della propria esperienza e, con il prezioso aiuto del patriarca, capire meglio come affrontare il Sinodo a livello locale. Mons. Pizzaballa, nel rispondere a varie domande, condivide il suo pensiero sulla sinodalità che “è uno stile – dice- un modo di stare nella vita, nella Chiesa, ma anche fuori dalla Chiesa. È un atteggiamento. E l’ascolto, il dialogo sono espressione di questo (…)”. È necessario, dunque, che i vari movimenti e le varie realtà lavorino in “cross -platform”, andando al cuore dell’esperienza di “comunione” della Chiesa universale, esperienza che, più di altre sembra davvero difficile vivere in Terra Santa. “Per comunione io intendo la coscienza di appartenenza- continua- di un dono ricevuto, di una gratuità, di una vita inserita dentro l’altro (…).Tutto questo scaturisce dall’esperienza dell’incontro con Gesù. (…) dopo aver incontrato il Signore e aver fatto esperienza della salvezza tu capisci che questa esperienza diventa completa, profonda, quando viene condivisa in una comunità (…)”. Un desiderio profondo che si rinnova nelle parole di questa lettera inviata dagli ordinari cattolici ai capi delle varie Chiese cristiane in Terra Santa ed apre gli orizzonti, sottolineando anche la volontà di crescere nella fraternità e arricchirsi della saggezza altrui. La possibilità di ‘stare insieme’: questo è l’auspicio del cammino sinodale, un momento che ha il sapore di un pasto condiviso, di un dolore che si abbraccia in gruppo, di una gioia che non può aspettare di essere raccontata; è l’incedere dei discepoli di Emmaus che, benché delusi e tristi, camminano insieme e, nella comunione, si sostengono, finché il Risorto non si accosta a loro. L’occasione da non perdere, quella per riconoscerlo in mezzo a noi.
Maria Grazia Berretta
(altro…)
Gen 20, 2022 | Ecumenismo
In questi giorni nei quali nell’emisfero nord si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2022, dal Messico il racconto sull’ideazione del progetto ecumenico “Visite Virtuali alle comunità cristiane”, nato un anno fa per promuovere l’unità tra le diverse Chiese. “Il Messico è un Paese a maggioranza cattolica. Nel vivere la spiritualità dell’unità, abbiamo scoperto l’anelito per l’unità dei cristiani e da diversi anni abbiamo coltivato delle belle relazioni ecumeniche”. Sono le parole di Dolores Lonngi, moglie di Pablo, entrambi volontari nel Movimento dei Focolari che da anni seguono il dialogo ecumenico in Messico. Insieme alla loro figlia Ursula, focolarina, nel febbraio scorso, hanno dato il via al progetto “Visite virtuali alle comunità cristiane” con il fine di estendere l’ecumenismo oltre la Settimana di preghiera per l’unità e iniziare un cammino di fraternità e comunione di esperienze. Conoscere come ogni tradizione vive ed esprime la fede nella società in cui è immersa e identificare il modo di collaborare per il bene di tutta la società sono stati, fin dall’inizio, gli obiettivi di questo progetto. Ursula, come si sono svolte queste visite virtuali e da dove siete partiti? “Per portare avanti il progetto si è creata una vera Commissione Centrale formata da noi, l’Ufficiale di Ecumenismo per la Chiesa Anglicana del Messico e Presidente del Consiglio Interreligioso del Paese, il Segretario della Commissione di Dialogo ecumenico ed interreligioso della Conferenza Episcopale Messicana, una docente di “Teologia Ecumenica” all’Universitá Pontificia del Messico e una di Ecumenismo all’Universitá Anahuac della città di Querétaro, oltre che un sacerdote della Confraternita dei Missionari Ecumenici La prima visita è stata alla Chiesa anglicana per poi passare alle Chiese cattoliche orientali. Tutte ci hanno donato delle vere “perle” (la storia, i ministeri, la testimonianza di fede e di carità di giovani e adulti). Nella Chiesa anglicana erano presenti vari sacerdoti anglicani e il Vescovo anglicano emerito dell’Uruguay, Mons. Miguel Tamayo, che ha raccontato degli incontri di Vescovi di varie Chiese promossi dal Movimento dei Focolari. In ognuna delle nostre “visite virtuali” abbiamo avuto un momento di dialogo a piccoli gruppi, che ci ha dato l’occasione di conoscerci di più e di tessere rapporti di amicizia con le persone di diverse Chiese”. Pablo, quali i momenti salienti e che tipo di affluenza? “Nel programma dell’anno c’è stato un momento di preghiera in occasione della Pentecoste (periodo in cui nell’emisfero sud celebriamo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani) e altre sette Visite Virtuali a diverse Chiese, l’ultimo giovedì di ogni mese, oltre che un festival ecumenico di letture bibliche e canti all’inizio dell’Avvento. Per la diffusione dell’iniziativa sui social media e con l’intento di generare una comunità ecumenica, abbiamo aperto dei canali WhatsApp, Telegram e Facebook, che nei primi mesi del progetto hanno raggiunto più di 10.500 persone di Ecuador, Perú, Argentina, Venezuela, Colombia, Costa Rica, Honduras, USA, oltre che in diverse città del Messico. Dolores, cosa vi ha lasciato questa esperienza? “Siamo rimasti sorpresi dalla grande risposta che questa iniziativa ha avuto e siamo felici di aver contribuito nel nostro piccolo alla crescita dello spirito di unità nelle e tra le nostre Chiese. Ci accorgiamo che così possiamo realizzare quanto già il Concilio Vaticano II proponeva nel n.5 della Unitatis Redintegratio: ‘La cura di ristabilire l’unione riguarda tutta la Chiesa, sia i fedeli che i pastori, e tocca ognuno secondo le proprie possibilità, tanto nella vita cristiana di ogni giorno quanto negli studi teologici e storici. Tale cura manifesta già in qualche modo il legame fraterno che esiste fra tutti i cristiani e conduce alla piena e perfetta unità, conforme al disegno della bontà di Dio’ ”.
Maria Grazia Berretta
(altro…)
Dic 3, 2021 | Ecumenismo
Sulla via della diversità riconciliata. È questo il cuore dell’ultimo incontro degli “Amici di Insieme per l’Europa”(IpE), evento che ha avuto luogo il 6 novembre scorso a Castel Gandolfo (Roma). Riflessioni ed esperienze di vita per una comunione di percorsi che si fa ogni giorno più concreta.
La rete internazionale dei Movimenti cristiani anche in questo 2021 si è ritrovata: 16 membri del comitato d’orientamento di “Insieme per l’Europa” (Comunità Sant’Egidio, YMCA Germania, Efesia Francia, ENC Austria, Focolare, Schönstatt, Syndesmos) e oltre 150 persone collegate via web si sono incontrate il 6 novembre 2021 presso il Centro Internazionale del Movimento dei Focolari di Castel Gandolfo (Roma-Italia) per un momento di condivisione e impegno concreto. Polarizzazione, riconciliazione e diversità riconciliata le tematiche trattate. La giornata, animata da vari interventi, ha ricevuto il contributo di Gerhard Pross, YMCA (Young Men’s Christian Association) di Esslingen (Germania), attualmente moderatore di “Insieme per l’Europa”, e di Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari. Nel suo discorso, Pross, ha invitato ad essere “portatori di speranza”: “In mezzo agli sconvolgimenti e alla crisi del nostro tempo, possiamo vivere la speranza indistruttibile del Vangelo ed essere messaggeri di Dio”.
Margaret Karram, con il suo messaggio di unità al tempo della polarizzazione, ha incoraggiato tutti a diventare “apostoli del dialogo”: “Impegnarsi con altri orizzonti culturali, modi di pensare, abitudini e paradigmi da apprezzare, non disorienta, ma arricchisce”. Da sempre la mission di IpE è il libero convergere di Comunità e Movimenti cristiani di diverse Chiese capaci di creare rapporti di comunione nel rispetto delle diversità. Una risposta effettiva alla costante esigenza di una cultura della reciprocità e della fratellanza. Da tempo i Comitati nazionali, gruppi di lavoro che si sono formati spontaneamente nel corso degli anni, portano il loro contributo condividendo i loro passi. Dalla Repubblica Ceca, il racconto del viaggio che, il 9 maggio 2021, Festa d’Europa, ha condotto alcuni membri di IpE presso la Montagna Bianca, vicino Praga. A distanza di 400 anni, sul terreno che li ha visti scontrarsi durante la guerra dei Trent’anni (1618-1648), cattolici e protestanti hanno ammesso in pubblico le proprie colpe, desiderosi, nel perdono reciproco, di mettersi al servizio della società boema, oggi in gran parte non credente. In Germania il Comitato nazionale alla fine del 2020 ha proclamato un anno all’insegna dell’ incontro e dell’amicizia. Da gennaio, infatti, si è creato un “salotto virtuale” dove, una volta al mese, le varie realtà sono invitate a ritrovarsi e dove, a rotazione, viene intervistato un rappresentante di una Comunità in modo da conoscersi meglio e condividere esperienze. La Serbia ha offerto il suo contributo raccontando l’azione di un gruppo di Movimenti appartenenti a diversi Paesi impegnati nel sostegno ai rifugiati: “A Belgrado siamo spesso a contatto con varie persone nei campi profughi. Dopo aver presentato la domanda di asilo in Ungheria presso l’Ambasciata di Belgrado le attese sono generalmente lunghe e, nell’offrire loro del cibo o un alloggio, nascono bellissime amicizie che continuano anche nella preghiera comune e nelle visite reciproche”. https://www.together4europe.org/il-green-pass-invisibile/
Maria Grazia Berretta
(altro…)