Movimento dei Focolari
Sinodo: incontro dei Focolari con i padri sinodali

Sinodo: incontro dei Focolari con i padri sinodali

20141016-02L’impegno nella formazione delle giovani coppie, il sostegno alle donne con gravidanze non desiderate, la disponibilità a lasciare tutto per portare il Vangelo in terre lontane. “Vita vera” è emersa, nella sede del Pontificio Consiglio della famiglia a Roma, il 12 ottobre, all’incontro che un gruppo di padri sinodali e uditori al Sinodo hanno avuto con un gruppo di famiglie del Movimento dei Focolari. Accolti dalla presidente e dal vice presidente del Movimento, Maria Voce e Jesús Morán, hanno partecipato (tra gli altri) all’incontro il cardinale Andrew Yeom Soo-jung, arcivescovo di Seoul, e i presidenti delle Conferenze episcopali di Repubblica Ceca, Slovenia, Madagascar, Tanzania, Uruguay. “Non ci sono ricette infallibili, anzi!”, ha esordito subito Alberto Friso di Famiglie Nuove. “Quante volte noi genitori sbagliamo con i nostri figli! A volte siamo troppo permissivi, a volte possessivi, o deboli, o inflessibili quando non serve. Anche qui vale la regola del ‘ricominciare’. Essere sempre pronti a riconoscere gli sbagli e chiedere scusa. E quando è il figlio a sbagliare, non esitare a farglielo osservare, dimostrandogli però fiducia”. Spesso ferita, lacerata al suo interno da tradimenti e silenzi colpevoli, la famiglia rimane un luogo “insostituibile” dove si genera e si trasmette la vita. Chi lavora a fianco delle famiglie oggi – ha raccontato Anna Friso (Famiglie Nuove) – ha deciso di vivere in “periferia” perché “come dice Papa Francesco, il cristiano non è tale per restare nell’accampamento, ma per andare nelle periferie del mondo”. “E in periferia – ha aggiunto Friso – non puoi domandare se la gente è sposata in chiesa, se convive o è separata. Noi accogliamo tutti così come sono, li amiamo, li ascoltiamo profondamente, se possiamo cerchiamo di aiutarli in ciò di cui hanno bisogno. E al momento giusto, ma a tutti, in qualsiasi situazione si trovino, porgiamo lo stesso annuncio: Dio ti ama immensamente. Non c’è nessun uomo che è escluso dall’amore di Dio”. 20141016-03I vescovi hanno ascoltato anche la storia di Tiziana G., con alle spalle un matrimonio e 13 anni di bugie, litigi, pseudo-chiarimenti e nuove delusioni. Poi l’incontro con un vecchio compagno di scuola e l’inizio di una nuova vita familiare. “Avrei potuto andare in una chiesa dove non sono conosciuta e prendere lo stesso l’Eucaristia – ha raccontato -, ma per obbedienza non l’ho mai fatto”. Tiziana non nasconde ai vescovi il senso dell’“autoesclusione” provato, “la grande solitudine spirituale” vissuta e il “forte disagio nel vedere gli altri dirigersi verso l’altare ed io restare nel banco. Mi sentivo abbandonata, ripudiata, colpevole”. Ha poi preso la parola Paolo R., che, invece, seppur da solo, continua a vivere dentro il suo matrimonio. Un racconto sofferto il suo che parte dall’abbandono della moglie, passa per la separazione e gli avvocati, e arriva ad un “deserto interiore”. Ma lui ha deciso di “aspettare” perché – dice – “questo è il matrimonio cristiano. A scatola chiusa. Metti la tua vita nelle mani di Dio, col sacramento, attraverso la persona che sposi, di cui sei innamorato… ma poi l’amore va costruito, anche nel dolore, giorno dopo giorno”.

20141016-01

Dieudonné ed Emerthe Gatsinga di Rwanda

Presenti all’incontro anche i coniugi Dieudonné ed Emerthe Gatsinga, di Kigali in Rwanda che al Sinodo come uditori hanno raccontato la loro esperienza nella formazione delle famiglie, dei giovani sposi, dei fidanzati, principalmente nel loro Paese, ma spesso anche in Uganda, Burundi, Kenya e Congo. Lui ginecologo, lei economista così si sono presentati al Papa: “Sposandoci ci siamo promessi di non essere chiusi in noi stessi ma di donarci agli altri. Da allora sono trascorsi 26 anni. Abbiamo 8 figli di cui 4 adottati, resi orfani dal genocidio in Rwanda. Non è stato facile prendersi cura di 8 figli in un momento di forte criticità sociale ed economica per il nostro Paese e con esperienze tanto dolorose alle spalle. Ma Dio ci ha aiutati e ora sono tutti cresciuti: due di loro ci hanno già resi nonni di tre bambini”. Storie che mettono in risalto un brano di Chiara Lubich, letto durante l’incontro dal cardinale Ennio Antonelli: “Nient’altro costituisce, lega, fa essere la famiglia se non l’amore… Quando nel cuore dei componenti una famiglia questo amore è acceso, è vivo, non nascono problemi insolubili, non si ergono ostacoli insormontabili, non si piangono fallimenti irrimediabili”. Galleria di foto (Fonte: Sir – aggiornata il 28.10.2014) (altro…)

Sinodo: incontro dei Focolari con i padri sinodali

La comunicación en la pareja

familia_comunicacion_WEBContenido: Nos gusta pensar la historia de una pareja como un viaje. En un determinado momento llega al andén el tren del amor. Se parte de la mano. El deseo es llegar a destino “juntos”. Al momento de la partida, el cielo está despejado y hay sol. Con el tiempo, el escenario cambia: señales de lluvias, hielo, nieblas. Puede haber tempestades imprevistas. El sol reaparece a ratos. Después, aparecen nuevamente las nubes. A veces se tiene la impresión de que ese “sí, para siempre” ya no tiene sentido y que la única solución es bajarse del tren, quizá tomar otro con la esperanza de que el cielo se mantenga despejado. Pero uno de los límites de la condición humana es que las variaciones atmosféricas, relacionadas con los acontecimientos de la vida, nos son previsibles. Entonces, el desafío es saber si esas manos pueden seguir abrazándose para siempre. Este libro es el fruto de muchas relaciones. Mientras te dispones a leerlo, estás recorriendo el tramo de tu propio viaje. Quizás esté soleado, quizá con nieve o estés en medio de una tormenta… De todas formas, se trata de un momento único, irrepetible. También nosotros nos estamos encontrando contigo y ¿qué sucede en un encuentro? Salimos recíprocamente cambiados, ya no somos los mismos de antes. Deseamos que la lectura de estas páginas pueda abrir la puerta a un nuevo diálogo entre nosotros, contigo mismo, con la persona que está a tu lado, que pueda reflorecer la esperanza debilitada, que puedas descubrir o redescubrir la belleza y la singularidad del “viaje” que están haciendo juntos… Los autores: Rino Ventriglia es neurólogo, psicoterapeuta, analista transaccional docente y supervisor, desde siempre apasionado por el ser humano. En 2003 dio vida al Centro Logos, centro de formación que se inspira en los valores propuestos por la cultura de la unidad de Chiara Lubich y de la filosofía del okeness del Análisis Transaccional. Es director de la Escuela de Psicoterapia de la escuela analítico-transaccional psicodinámica de la ciudad de Caserta. Enseña Psicología de la Relación en la Facultad Teológica de Capua. Ha publicado numerosos artículos en revistas nacionales e internacionales de psicoterapia. Rita della Valle es ginecóloga, sexóloga, docente del Método Billings, y desde hace muchos años está comprometida en el campo social. Desde 2005 es vicepresidente del Consultorio Familiar de la Diócesis de Capua. En estos años ha conducido numerosos congresos sobre sexualidad. Su pasión: el Ideal de la unidad propuesto por Chiara Lubich. Juntos, desde hace muchos años, están comprometidos en el Movimiento Familias Nuevas de los focolares. Con algunas familias de ese movimiento siguen, en particular, a las parejas deseosas de fortalecer su relación a través de seminarios que se realizan en Loppiano (Florencia, Italia). Participan como expertos en temas de comunicación y de afectividad en congresos para novios, parejas y familias. Siguen, en su región, parejas de separados en una nueva unión. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires

Sinodo: incontro dei Focolari con i padri sinodali

«Petite flamme», il miracolo continua

20140820-02Un progetto che, nella periferia di Kinshasa – capitale della Repubblica Deocratica del Congo – vuole dare ai ragazzi un’istruzione e un’alimentazione adeguata, cure mediche e vestiario: è «Petite Flamme», piccola fiamma, che segue 1650 bambini inseriti in 9 scuole. «Sono ormai 17 anni che accompagno questo progetto – raconta Edi, co-referente del Movimento dei Focolari – che da 19 anni portiamo avanti grazie al Sostegno a Distanza con Famiglie Nuove. Oltre ai bambini ne beneficiano anche gli insegnanti e le loro famiglie, avendo trovato un lavoro pur con un salario modesto in un Paese con oltre l’80 % di disoccupazione». 20140820-03Innumerevoli gli esempi di sostegno concreto che il progetto riesce a dare. «Ad esempio – prosegue Edi – una ragazza madre in difficoltà è riuscita ad ottenere un diploma di cucito, potendo ora sfamare il bambino e sé stessa. O ancora, un ragazzo orfano sarà il primo laureato in matematica e informatica all’Università di Kinshasa». A «Petite Flamme» vengono inoltre accolti bambini non vedenti che seguono un apposito percorso formativo. Anche una volta finiti gli studi, i ragazzi non vengono lasciati senza mezzi: le ragazze che hanno conseguito il diploma di sarta, ad esempio, hanno potuto portare a casa una macchina a cucire per dare avvio alla propria attività professionale. «I bambini non vedenti, ricevono una formazione particolare per la musica – spiega Edi – e ricevono in regalo una chitarra classica. Durante la festa di saluto un ragazzo non vedente ha fatto il dono di cantare per tutti una canzone composta da loro, in cui ringraziano i genitori d’averli cresciuti nonostante tutte le difficoltà che questo comporta, in un Paese povero».

Jonathan (sinistra) insieme ad altri alunni

Jonathan (sinistra) insieme ad altri alunni

Commoventi, poi, alcune testimonianze: «A Kinshasa, città di quasi 12 milioni di abitanti, c’è un unico centro per portatori di handicap – racconta Edi -. Una delle nostre collaboratrici, recandovisi per alcune sedute di fisioterapia, ha incontrato un ragazzo in uniforme scolastica, con un forte handicap. “Chi sarà mai”, si era chiesta. “Nonostante l’handicap, si distingueva fra tutti gli ammalati, sembrava felice”. La T-shirt del Genfest di Budapest che la collaboratrice indossava ha offerto l’occasione per fare amicizia, in quanto il ragazzo conosceva il Movimento dei Focolari. E la collaboratrice commentava: «Finalmente ho conosciuto di persona Jonathan – così si chiama il giovane – che adesso va alla scuola di recupero “Petite Flamme”. Il ragazzo, tempo fa, viveva nella miseria più nera, per cui avevamo cercato un materasso perché potesse essere accolto in casa di uno zio. Il rendimento scolastico è migliorato, così come le sue condizioni fisiche, grazie alla fisioterapia. Jonathan alla fine di quest’anno scolastico ha potuto sostenere un esame che gli permette di passare alla scuola secondaria». Molto forti anche le testimonianze di alcune ragazze che frequentano la scuola: «La sofferenza mi aveva costretto a cercarmi soldi in modo disonesto – racconta una di loro -, e mi sono trovata molto presto incinta. La nascita di mia figlia Jordan ha aumentato il mio dolore, perché ora eravamo in due ad avere bisogno di aiuto. Ma un giorno il responsabile del gruppo di base della Chiesa cattolica della Marina “Baramato” mi ha introdotta a “Petite Flamme”. Mi vergognavo di vestire ancora l’uniforme della scuola, ma sono rimasta toccata dall’amore dei nostri insegnanti. Si sono fatte uno con me, nonostante il mio basso livello scolastico. Così ho fatto anch’io con la mia piccola Jordan. Ora ho un grande interesse per tutte le lezioni: vorrei continuare la mia formazione fino alla fine, e il mio sogno è diventare una brava sarta». (altro…)