Giu 27, 2013 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Il 14 e 15 giugno scorso un gruppo di 48 focolarini di 7 Chiese cristiane hanno approfondito alcuni punti importanti della spiritualità dell’unità nella sua dimensione ecumenica. In questa occasione abbiamo raccolto la storia di Hanneke, olandese, della Chiesa riformata. «Sono cresciuta in una famiglia riformata. Quando avevo 13 anni, con la morte di mia mamma, per me è cominciato un periodo difficile. Nessuno della mia famiglia andava più in chiesa, ma io sentivo di non lasciare Dio, così ho sempre cercato di avere contatti con la comunità della chiesa locale. All’età di 21 anni ho fatto la ‘professione di fede’, un momento importante nella Chiesa riformata; lì mi sono impegnata a dare tutto per costruire il regno di Dio, nella chiesa e nell’umanità. Anche quel giorno, come già da piccola, ho sentito che Dio voleva da me qualcosa di più. Nella mia ricerca ho incontrato la comunità di Taizé, dove ho visto un cristianesimo diverso da quello che avevo conosciuto prima, che si poteva vivere insieme. Poco dopo, attraverso una collega di lavoro, ho conosciuto la spiritualità dei Focolari. Non me ne ha parlato direttamente, ma ho capito dalla sua vita che aveva una dimensione spirituale molto forte. Ho cominciato a frequentare il focolare ad Amsterdam. Una volta sono capitata ad una festa di compleanno, una cosa molto semplice. Ma lì per la prima volta ho sperimentato quella presenza spirituale di Gesù, e ho compreso meglio il significato della frase “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Vedevo messo in pratica l’amore scambievole e mi sono detta: anche io voglio vivere così. All’inizio non sentivo la differenza fra me che ero riformata, e la maggioranza degli altri che erano cattolici. Solo dopo qualche anno mi sono resa conto che eravamo diversi nel modo di professare la nostra fede, e mi venivano tante domande; a volte non mi sentivo capita. La chiave per proseguire su questa strada l’ho trovata in Gesù Abbandonato: riconoscere un suo volto nella piaga della divisione tra le chiese, dei nostri pensieri diversi, mi ha aiutato ad andare avanti. Mi sono trasferita ad Eindhoven nel sud dell’Olanda, dove la maggioranza è cattolica. Ho sperimentato da una parte una grande apertura, dall’altra imparato ad esprimere le mie perplessità o difficoltà, quando vedevo qualcosa che per la sensibilità riformata non andava bene; questo serviva a costruire rapporti più veri. Anche all’interno del Movimento dei Focolari siamo in molti appartenenti alla Chiesa riformata, di diverse vocazioni. Abbiamo fatto insieme belle esperienze di conoscenza reciproca, ad esempio alcuni viaggi a Roma, ed è cresciuta la coscienza che l’ecumenismo è un cammino comune, sia per i protestanti che per i cattolici. Da alcuni anni alcuni responsabili di varie chiese e movimenti si sono chiesti come dare all’Olanda una testimonianza di unità, anziché di divisione. Si è creato così il comitato “noi scegliamo l’unità”. Da lì si è proposta una giornata di riconciliazione fra tutte le chiese, alla quale hanno partecipato 4.000 persone. Questo lavoro continua oggi nel Global Christian Forum olandese. Ciò che trovo molto importante per l’unità dei cristiani è saper ascoltare l’altro fino in fondo. Devi essere proprio vuoto di te stesso per ascoltare; a volte pensi di sapere quello che l’altro vuole dire, ma devi prima ascoltare bene. Vivere l’insegnamento di San Paolo, di entrare nella pelle dell’altro, per accelerare l’unità». (altro…)
Giu 24, 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
È partita la mostra itinerante “Chiara Lubich: protagonista di un nuovo tempo”, per commemorare la figura della fondatrice del Movimento dei Focolari, a cinque anni dalla sua scomparsa. Aeroporto, Mercato Pubblico, Consiglio Comunale, Assemblea Legislativa, associazioni di solidarietà, sono alcune delle tappe previste. Grande attesa anche nel Parco della Redenzione, nella settimana precedente alla Giornata Mondiale della Gioventù. La prima tappa ha avuto luogo dal 13 al 25 maggio nella Hall della Biblioteca Centrale della Pontificia Università Cattolica di Rio Grande del Sud. La vita e l’opera di Chiara Lubich sono state presentate attraverso sette banner che raccontano le origini del Movimento, i suoi primi passi e l’evoluzione di una vita evangelica che oggi si declina in diverse realtà sociali. Si passa dalla dimensione ecumenica del Movimento, con il profondo rapporto di amore reciproco con chiese cristiane e non cristiane, a quella con persone di convinzioni diverse. Un altro banner mostra la realtà dei giovani. Si evidenzia una nuova generazione che ha delle proposte concrete di rinnovamento della società, convinta che la fraternità universale, se vissuta e costruita giorno dopo giorno, porta alla vera realizzazione umana così freneticamente cercata dai giovani in forme diverse. La famiglia è un altro aspetto fondamentale per la trasformazione della società, per mantenere i valori più genuini che assicurano il senso della vita e dei rapporti sociali.
Nell’expo troviamo anche messo in rilievo un progetto che riguarda l’Economia di Comunione, lanciata proprio in Brasile nel 1991, in una delle visite di Chiara Lubich. La proposta: gestire aziende che siano economicamente sane e che cerchino, allo stesso tempo, di agire per combattere le disuguaglianze sociali e di favorire la formazione di una nuova mentalità imprenditoriale. Dall’economia alla politica. In questo campo il Movimento dei Focolari s’impegna a lavorare per il bene comune, avendo come base la categoria politica della fraternità. La politica, insomma, vissuta come servizio, “Amore degli amori” secondo una definizione di Chiara Lubich. Nel sociale, il progetto Associazione Famiglie solidali, che aiuta decine di bambini in un quartiere nella periferia della città. Progetti simili sono sparsi nel mondo e sono sorgente di speranza per tante famiglie che subiscono privazioni materiali e spirituali. Su un grande schermo, un video racconta la storia del Movimento. Ed ancora, ci sono spazi di condivisione di iniziative individuali e collettive che hanno alla base la regola d’oro (fare all’altro ciò che vorresti fosse fatto a te), presente in quasi tutte le religioni. La mostra continua in altri luoghi di rilevanza culturale della città di Porto Alegre, in cui poter conoscere la figura di Chiara, “protagonista di un nuovo tempo”; e le implicanze che il carisma dell’unità ha avuto e ha nei vari ambiti della chiesa e della società. (altro…)
Giu 21, 2013 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La zona del Veronese era stata flagellata dal maltempo, mettendo i corsi d’acqua a rischio di esondazione; il 17 maggio Giuseppe nella cantina della propria abitazione è stato travolto da una massa di acqua e fango fuoriuscita dal torrente Mezzane che aveva rotto gli argini poco più a nord. A fianco dei volontari della protezione civile e delle forze dell’ordine impegnati nelle ricerche, si sono avvicendati dalla primissima ora moltissimi conoscenti e membri del Movimento dei Focolari di cui Giuseppe e la moglie, Maria Grazia, da molti anni facevano parte. Questa immediata, spontanea, viva testimonianza di amore concreto, nello spalare, sgombrare, pulire è stata anche un’espressione di gratitudine verso la vita di Giuseppe, spesa nell’amore e nella donazione verso la moglie e le due figlie, verso altre famiglie, nell’ambito professionale e nella parrocchia. «La sua è stata una vita donata nell’amore. Vorremmo vivere questo momento in compagnia di Dio, Mistero di Amore trinitario. E lasciarci confortare dalla sua Parola di verità». Così mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, si è espresso nell’omelia della messa funebre per Giuseppe Maschi, il 21 maggio scorso. Quel giorno l’intero paese di Lavagno si è stretto attorno a Giuseppe ed ai suoi familiari. Mons. Zenti è rientrato appositamente da Roma dove era impegnato nei lavori della Conferenza Episcopale, ed ha presieduto la cerimonia concelebrando insieme a 14 sacerdoti, alla presenza del Prefetto di Verona Perla Stancari, il Presidente della Provincia Giovanni Miozzi, il sindaco di Lavagno Simone Albi e numerosi rappresentanti delle Forze dell’ordine. «Giuseppe era un uomo generoso, pieno d’amore – afferma mons. Zenti nell’omelia -; lo può testimoniare la sua famiglia, la parrocchia dove era collaboratore, soprattutto come catechista insieme alla moglie, e l’ambito civile. Lo potete testimoniare voi, accorsi così numerosi. Per ispirare la sua vita all’amore ha fatto parte della famiglia dei Focolari, il cui carisma è appunto l’attuazione concreta, nella ferialità, del comando del Signore: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi’». «Sono qui con voi – continua il vescovo – anch’io avvolto come voi nel silenzio cupo dell’anima, nel buio angoscioso del cuore, come quello provato da Gesù sulla croce: “Si fece buio su tutta la terra… Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Su questo silenzio facciamo risuonare e su questo buio facciamo scendere la Parola di Dio, che come lampada rischiara i passi nostri barcollanti nel groviglio di interrogativi esistenziali che ci attanagliano e mostrano l’insufficienza della ragione di fronte al mistero dell’uomo, specialmente di fronte al mistero della morte». E il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una lettera letta alla fine della cerimonia dal prefetto Stancari, manifesta «vicinanza ed affetto alla famiglia Maschi colpita negli affetti più cari da questo grave lutto. Con essa, anche a tutti i cittadini di Lavagno che hanno subito danni dall’alluvione che ha colpito il paese». Concetti ribaditi nel telegramma inviato dal presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta: «Il mio commosso e fraterno saluto e la mia vicinanza alla famiglia di Giuseppe Maschi e a tutti i cittadini di Lavagno». (altro…)
Giu 20, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sulla scia del costante invito di Papa Francesco a lasciarci stupire dall’amore sempre nuovo di Dio, trentadue vescovi amici dei Focolari provenienti da Corea, Mongolia, Filippine, Thailandia, Myanmar, India, Pakistan, Giappone, Taiwan, Sri Lanka, si sono incontrati a Seoul (Corea) dal 22 al 25 maggio per confrontarsi ed immergersi nella realtà viva della “Chiesa-comunione”. Le nazioni che compongono il continente asiatico sono diverse per lingua, etnia, religione, tradizioni, e anche le situazioni che vive la Chiesa stessa sono assai varie. I vescovi hanno colto in questa multiformità una opportunità di arricchimento reciproco: “Abbiamo dato ampio spazio alla comunione spirituale e alla conoscenza reciproca – scrivono –. Siamo così venuti a scoprire un’enorme ricchezza di vita, tradotta in tante esperienze molto concrete scaturite dal Vangelo vissuto nei diversi ambienti: seminari, parrocchie, luoghi di persone emarginate dalla loro disabilità o povertà materiale. L’amore a Gesù nel fratello è stata la molla che ci ha spinto ad avvicinare i nostri prossimi e a cercare di lenire, per quanto possibile, le loro piaghe”. Anche la Nuova Evangelizzazione è stata oggetto di riflessione: essa richiede una conversione personale ed un nuovo annuncio dell’amore di Dio alle popolazioni asiatiche attraverso il dialogo con le molteplici tradizioni religiose e l’apertura radicale verso coloro che soffrono.
La messa finale concelebrata, si è conclusa con un solenne patto di amore scambievole; e l’impegno di amare la diocesi altrui come la propria ha sancito la condivisione sperimentata. Per mantenere vivi ed accrescere i rapporti costruiti, molti dei presenti si sono ripromessi di sfruttare al meglio i mezzi più rapidi di comunicazione come skype e videoconferenze. L’arcivescovo di Bangkok Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, moderatore degli incontri dei vescovi amici dei Focolari, spiega che la condivisione delle diverse esperienze fatte nelle conquiste e nelle difficoltà della vita, ha creato rapporti fraterni di comunione profonda tra i partecipanti facendo sperimentare la presenza di Cristo Risorto tra tutti. Questa presenza ha donato nuova forza e gioia per riprendere il servizio nelle rispettive diocesi, con l’amore di pastori vicini al proprio gregge, seguendo l’esempio indicato da Papa Francesco. (altro…)
Giu 18, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Sociale
Stefano Comazzi, responsabile all’Azione per un mondo unito del settore progetti (AMU), ha visitato, insieme a CASOBU (la controparte locale di AMU), le principali località del Burundi raggiunte dai progetti che portano avanti nelle province di Ruyigi, Kayanza e Bujumbura. Ecco il suo racconto: «Nella zona rurale di Bujumbura, nel Comune di Mutimbuzi, c’è un campo per sfollati chiamato “Maramvya”, dove è in corso un nostro progetto a favore delle famiglie. Costretti per ben 2 volte a spostarsi nel giro di pochi mesi, gli sfollati hanno vissuto prima in un’area periferica di Bujumbura – un vero e proprio pantano -, poi in un terreno vicino all’aeroporto, nel Comune di Butirere. Il nuovo campo, però, è più lontano dalla città e più scomodo da raggiungere.
Da circa 4 mesi sono stati assegnati alle famiglie dei lotti di terreno sui quali potranno costruirsi le loro case. Ho potuto vedere che alcuni hanno già iniziato a tirare su qualche semplice casetta in mattoni di fango e paglia. Ma a molti mancano i mezzi necessari e c’è il rischio che la terra venga venduta per pochi soldi a speculatori interessati ad edificare immobili più grandi. Al momento della mia visita, sotto una grande tenda, era in corso una sessione di raccolta dei dati anagrafici da parte di un giovane incaricato da CASOBU, al fine di consentire la registrazione in Comune delle famiglie e dei minori, permettendo quindi l’accesso ai servizi sanitari e scolastici. Questa registrazione è piuttosto complicata perché la gente è passata sotto l’amministrazione di altri due comuni. In pratica è necessario verificare presso ciascuno di essi se non vi siano registrazioni precedenti ed eventualmente procedere alle rettifiche necessarie. Tutto questo processo avviene in modo manuale, e quindi richiede molto tempo e cura da parte degli operatori di CASOBU.
Circa la situazione dell’accesso all’acqua, vi è un solo punto di distribuzione pubblico, con una fontana che dista circa mezzo chilometro dall’insediamento, dove ho visto una piccola folla di donne e bambini. Dai loro racconti risulta che spesso le code iniziano al mattino presto, anche alle tre, e l’attesa dura molte ore. La pressione dell’acqua è infatti insufficiente, e l’attesa per riempire le taniche dura a lungo. Parlando con il sindaco abbiamo saputo che è allo studio un progetto per l’intera area nord della città, con tubature di diametro e portata adeguate ed una cisterna di raccolta dell’acqua proprio vicino al campo. Tuttavia, nell’attesa che tale progetto trovi concreta realizzazione, CASOBU valuterà eventuali soluzioni temporanee che possano in qualche modo alleviare il disagio della popolazione nel rifornirsi di acqua.» Fonte: Azione per un Mondo Unito online Scheda del progetto Come collaborare: Burundi, Campo sfollati Maramvya (altro…)
Giu 15, 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Un noto rabbino, partecipante all’incontro di dialogo ebreo-cristiano promosso dal Movimento dei Focolari (svoltosi presso il Centro Mariapoli di Castelgandolfo, Roma), ha spiegato che la storia della comprensione tra le due religioni si è sviluppata in tre livelli di azione. Il livello 0, e cioè quello nel quale persone di ambedue le religioni si presentano e si conoscono. Il livello 1 fa un passo in più: c’è rispetto e mutua comprensione. La paura che l “altro” ci interpelli ancora non esiste. Il dialogo del secondo livello, invece, propone che le persone coinvolte siano pronte a che l’altro – ebreo o cristiano – influisca realmente con le proprie convinzioni religiose e lo trasformi positivamente. Non si tratta – ovviamente – di mettere in discussione l’identità religiosa di ciascuno e meno ancora di sincretismo. La proposta consiste nell’utilizzare un linguaggio spirituale in cui tutti, in modi diversi, possano ritrovarsi. Devo dire che frequento da anni eventi interreligiosi ma mai avevo partecipato ad uno simile a questo. Poche volte si vedono insieme 4 rabbini di diverse correnti dell’ebraismo e un folto gruppo di laici esperti delle tematiche tipiche del dialogo (30 persone dell’Argentina, USA, Italia e Uruguay), che lavorano con una metodologia totalmente originale. Di solito ogni partecipante parla della sua religione, commenta i propri testi e fa riferimento ai propri autori. Questa volta i cristiani hanno commentato i testi ebraici e gli ebrei i testi cristiani. Non sono state delle riflessioni prese dal bagaglio di pensatori o teologi noti nei propri ambiti, ma sono stati piuttosto approfondimenti incentrati nell’impatto che questi documenti hanno prodotto nel lettore: un impatto spirituale, in modo particolare, di profondo contenuto. Si sono visti, sotto una lente diversa da quella abituale, i testi della spiritualità ebraica e i testi che appartengono al patrimonio spirituale lasciato da Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Uso una metafora presa dal mondo della cibernetica. È ormai noto che il web 2.0 ci aprirà, a breve, nuove forme di comunicazione attraverso la rete: il “dialogo 2.0” è anche un passo in avanti. Questo implicherà lasciare da parte le sicurezze acquisite finora per integrare gli elementi di sempre in un modo nuovo. Sarà più adatto per l’edificazione di forme più profonde di incontro interreligioso e, in definitiva, per la costruzione di una società più fraterna. L’abbiamo sperimentato durante questi giorni. Da Francisco Canzani Leggi anche: Quando il dialogo è uno stile di vita “Ho appreso da Bergoglio cosa vuol dire il momento della morte” Si fa dialogo interreligioso per “diventare persone migliori” Conoscere è amare. Il dialogo “cuore a cuore” (altro…)