Ago 24, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Ad ascoltarli sembrano dei piccoli eroi. Ma loro non si sentono tali. Semplicemente sentono che è la cosa giusta da fare. Non parliamo soltanto di imprenditori dell‘Economia di comunione (EdC) consolidati, ma anche dei 30 giovani aspiranti tali che si sono buttati anima e corpo nell’avventura di 5 giorni all’insegna della condivisione . Quando era adolescente, grazie all’EdC Xandra è riuscita a superare i momenti difficili attraversati dalla sua famiglia ed ora è lei che nel suo centro estetico dà lavoro a due ragazze, costruendo reciprocità con i clienti, fornitori e con la società che la circonda. Dalila invece aveva dovuto chiudere la sua ditta, ma poi ha saputo rialzarsi e ricominciare. E giura che, nonostante la crisi che attraversa il suo Brasile, non ne sente gli effetti. Merito del “socio nascosto” – dice –, come chiamano nell’EdC l’intervento della provvidenza di Dio.
C’è bisogno, in una scuola per imprenditori, di raccontare anche i propri fallimenti ed imparare così gli uni dagli altri, specialmente quando dall’esterno l’incomprensione dei valori EdC si fa sentire. Così gli smacchi vissuti da Germán e Matías, i loro progetti frustrati, le loro scommesse perse con collaboratori disonesti, hanno fatto parte del programma della scuola. Programma nel quale – in risposta alle domande dei giovani – c’è stata la spiegazione dell’EdC evidenziando, dal punto di vista culturale, la novità del progetto (Cecilia Blanco, filosofa e docente), il segreto su come superare le difficoltà “senza fuggirne” (Raúl Di Lascio, imprenditore edile), la proposta di come si distribuiscono gli utili e l’accortezza di non creare dipendenze nelle persone aiutate. Sapendo distinguere la sana ambizione, dalla ricerca di status o benessere.
Yamil del Messico ha raccontato come sia riuscito a coinvolgere una trentina di imprenditori, giovani come lui, a “fare sistema” e come l’università e l’azienda dove lavora, vista la serietà dei loro progetti, abbiano messo a disposizione risorse e know-how. Questa proposta di “networking attivo”, che prevede incontri quindicinali nei quali ciascuno offre la propria conoscenza fornendo così spunti interessanti per un dialogo comune, sta riscuotendo entusiasmo e successo, proprio perché crea e moltiplica sinergie di saperi commerciali e operativi. Sempre dal Messico, in video, Luis Alonso ha proposto il nuovo EoC-IIN Economy of Communion International Incubating Network.
La “gita scolastica” prevedeva la visita al quartiere San Miguel di Capiatà (opera sociale dei Focolari) e alle imprese EdC Dispensa Santa Rita e Todo Brillo, azienda leader di pulizie. Tutti i partecipanti sono stati colpiti dai bambini della “Scuola Unipar” di San Miguel, che al solo vederli irradiavano tutto l’amore appreso (e che insegnano!) con il “Dado dell’Amore”; dai giovani e adulti del loro quartiere che ora sono padroni del proprio destino grazie ad un’efficace opera di empowerment. Julio e Ninfa gestiscono invece la Dispensa Santa Rita in un quartiere popolare di Areguá. Non acquistano a minor costo gli articoli di prima necessità a Clorinda, città argentina di frontiera, evitando così il contrabbando, e invece “perdono” tempo a frazionare la merce locale in pacchetti alla portata economica dei clienti. Ciò farà dire a Matías, del Paraguay, “ho capito che la grandezza di un’azienda non sta nel fatturato, ma nei valori che si vivono al suo interno”. Come provocazione, c’è stato il tema “Ricchezze e povertà nell’Edc” del professore uruguaiano Juan José Medeiros, mentre Diana Durán, storica paraguaiana, ha offerto un originale apporto sulle analogie dell’EdC con la cultura socioeconomica degli indigeni guaranì, stirpe alla radice stessa del Paraguay. Un lungo e stimolante dialogo via skype con Luigino Bruni, Anouk Grevin e Luca Crivelli della Commissione Centrale dell’EdC, e un altro con Rebeca Gomez Tafalla e Florencia Locascio di EoC-inn, hanno completato il programma. Prossimi appuntamenti: a settembre un congresso a Salta (Argentina) e il lancio a Cuba dell’EoC-INN. Fonte: EdC online
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Ago 23, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
L’attesa è durata due anni, e il costo ha raggiunto i 409.559 €: è il nuovo reparto maternità del Centro medico «Moyi mwa Ntongo» nella capitale congolese, inaugurato proprio il giorno del 10° anniversario del Centro stesso. Il primo bambino è nato lo scorso 19 luglio! Un servizio essenziale, se si considera che – come ha affermato il direttore sanitario Arthur Ngoy – le cifre della mortalità infantile e materna in Congo sono ancora molto alte: «846 i decessi materni su ogni 100mila nati vivi» – mentre la media mondiale è di 216 – «e 104 su 1000 sono i decessi infantili», un tasso tra i più elevati al mondo. Il nuovo reparto é stato costruito grazie agli sforzi di diverse persone e agenzie legate al Movimento dei Focolari, come la Fondazione Giancarlo Pallavicini e le Signore Albina Gianotti e Vittorina Giussani, finanziatori del Centro medico sin dagli esordi, e da Amu Lussemburgo e AECOM Congo – insieme ai loro sostenitori: tante persone del Lussemburgo, compresi bambini che hanno realizzato e venduto lavoretti per guadagnare qualcosa, anche in pieno inverno. «Questo centro medico ci dà l’occasione di rispondere concretamente all’invito della Chiesa nel documento Africae Munus (n.140), che “le istituzioni sanitarie della Chiesa e tutte le persone che vi lavorano a diverso titolo si sforzino di vedere in ogni malato un membro sofferente del Corpo di Cristo», ha affermato Damien Kasereka, corresponsabile insieme ad Ghislaine Kahambu, del Movimento dei Focolari in Congo.
«È una grande soddisfazione – continua il dott. Ngoy – soprattutto per le mamme che dopo 9 mesi di consulti prenatali nel nostro centro, dovevano essere trasferite in un’altra struttura per partorire. Si sentivano abbandonate nel momento in cui avevano più bisogno di noi». «Ma anche perché possiamo rispondere alle richieste del governo congolese, di offrire cure complete, continue e di qualità. Per questo diciamo grazie a Chiara Lubich che ha dato il via a questo centro». All’inaugurazione, il 9 luglio scorso, insieme al corpo medico, ai malati, alle autorità civili e religiose, l’architetto e la sua équipe, giornalisti, era presente una piccola delegazione di Amu Lussemburgo. La messa di ringraziamento è stata celebrata dal vescovo ausiliare di Kinshasa Mons. Bodika, mentre il taglio del nastro è stato dato dal ministro della salute Vital Kabuiku, insieme al nunzio apostolico Luis Mariano Montemayor e al vescovo ausiliare. Maria Chiara De Lorenzo (altro…)
Ago 22, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Viviamo in un mondo in cui l’ansia e il terrore ci stanno distruggendo interiormente e fisicamente. Cerchiamo insieme di essere il polmone di una rinascita di buone e costruttive relazioni per il perseguimento del bene comune. Lo so che siamo una goccia in un oceano, ma pensate chimicamente che anche una goccia di colorante quando viene fatta stillare in un solvente come l’acqua, fa sì che quest’ultima tenda ad orientarsi verso la colorazione del colorante». È questa la sintesi di Manfred, uno dei giovani partecipanti alla Summer School organizzata, dal 25 al 29 luglio, da Comunione e Diritto a Chiaramonte Gulfi, in Sicilia. Cinque le nazioni rappresentate, Nigeria, Spagna, Germania, Olanda, Italia, trenta i giovani che si sono confrontati su temi scottanti: “Il diritto in Europa tra accoglienza e rifiuto: immigrazione, sicurezza, ambiente”. Le relazioni, preparate da docenti universitari e dagli stessi giovani, hanno evidenziato il profondo legame tra la mancata tutela dell’ambiente, causa a volte di “invisibili guerre”, i tanti conflitti e le conseguenti migrazioni. Apollos, rifugiato dalla Nigeria, ci ha permesso di entrare profondamente nel dramma dei migranti, far nostre le attese di giustizia e insieme cercare vie di speranza. La Cooperativa Fo.Co., che opera a Chiaramonte Gulfi e in altre città siciliane, è una di queste: l’impegno è quello di permettere ai rifugiati di ottenere un titolo di studio, un lavoro, e di aiutare l’integrazione. L’esperienza a Chiaramonte sta portando frutti di pacifica convivenza. Importante poi il dialogo con le istituzioni: siamo stati accolti nella sala consigliare del Comune di Ragusa, dal presidente del Consiglio Comunale e da alcuni assessori, con cui si è aperto un dialogo a proposito della situazione ambientale, del riciclo dei rifiuti, dell’impegno dei cittadini e delle istituzioni.
Ci ha colpito sentire Papa Francesco rivolgersi ai giovani della GMG, toccando con loro i temi che insieme abbiamo approfondito: la Nigeria in guerra, la lotta per le risorse della natura; i muri della paura, la necessità di una nuova cultura, il coraggio di costruire ponti oltre ogni diversità, di relazioni rispettose della dignità di ognuno. Anche la diversità ha costituito un’ulteriore ricchezza: non tutti i partecipanti erano infatti giuristi e questo ha permesso un dialogo aperto, molto sentito dai giovani e non esclusivamente tecnico. Un insegnante di filosofia ha così commentato: «Questa Summer School mi sembra una buona sintesi: questa capacità di coniugare l’aspetto teorico della disciplina con un costante rapporto con la quotidianità. Mi sembra molto importante questa sinergia: importante la dimensione teorica, ma occorre che poi si sposi con la vita e la quotidianità». Christian, il giovane avvocato e vice sindaco, che attraverso il suo impegno ha permesso lo svolgersi e la riuscita della Summer School, ha concluso: «È stato possibile realizzare la scuola qui grazie al lavoro ed al prezioso contributo di tanti; un cammino che deve proseguire. È stata un’esperienza che è andata oltre ogni rosea previsione e che ha lasciato il segno.“Semi” di una nuova cultura. Aver avuto l’occasione di confrontarmi con giovani giuristi è stata un’ esperienza professionalmente ed emotivamente intensa. La loro serenità, il loro senso del dovere … in un mondo che corre velocemente, ecco la vera sfida: la condivisione di sé con e per gli altri». (altro…)
Ago 20, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria, Sociale
«Da quando ho iniziato gli studi di infermieristica – racconta Veronica, italiana di Genova – avevo un sogno: mettere a servizio degli altri la mia professionalità. Nel 2013, appena laureata, sono partita per la Costa d’Avorio (Africa). All’inizio è stata dura perché non parlavo il francese. Eppure ho scoperto che i gesti concreti costruivano ponti molto più di tante parole. Con alcune ragazze abbiamo organizzato una piccola attività nella quale vendere alcuni oggetti. Dopo il lavoro ci trovavamo per costruire collane, braccialetti, raccogliere ciò che c’era di superfluo nelle rispettive case. Il ricavato è stato messo in un fondo comune da utilizzare in caso di problemi economici, o per sostenere gli studi di qualcuno… un giorno, una delle ragazze ci ha raccontato che il papà non aveva ricevuto il salario e la famiglia non aveva da mangiare. Tutte siamo stati d’accordo di destinare parte di quel fondo per aiutare quella famiglia. Ho visto il Vangelo diventare vissuto. Non è stato sempre facile: a volte mi mancava la famiglia, gli amici, le mie abitudini… ma il cielo restava sempre il mio migliore amico. Quando mi sentivo sola, o avevo un dolore che non riuscivo a superare, alzavo gli occhi e, guardandolo, mi perdevo nell’immensità del creato. Quanta armonia, quanto amore in tutto ciò che mi era attorno… e quell’Amore era anche per me!» Durante il mio soggiorno a Man ho conosciuto un bambino che aveva una malformazione cardiaca sin dalla nascita. Ogni volta che arrivava, Daniel illuminava il dispensario con uno splendido sorriso. Nonostante le cure invasive a cui doveva sottoporsi, l’amore e la gioia che sprigionava era diffusiva e coinvolgente. Nonostante gli innumerevoli sforzi, c’era bisogno di fare di più. Aveva bisogno di maggiori cure e interventi più adeguati.
Dopo un anno, la mia esperienza in Africa si conclude. Tornando a casa ero felice, ma dentro di me portavo sempre il sorriso di Daniel quando lo avevo salutato. Avvertivo che non potevo lasciarlo solo. Allora, con altre amiche ci siamo attivate per capire se c’erano possibilità di farlo operare in Italia. L’entusiasmo diventa contagioso e riusciamo a raccogliere i fondi per permettere a Daniel di venire in Italia, accompagnato dal papà, per l’operazione. Sono stati due mesi intensi, dove le nostre culture si sono arricchite e riscoperte. Attraverso gli occhi di Daniel riscoprivo il mare, la gioia di vivere l’attimo presente. Intanto, l’intervento avviene con successo. Il papà gli aveva promesso una bicicletta se fosse andato tutto bene, ma si rende conto che è un regalo troppo costoso per le sue disponibilità. L’amore della comunità non si fa attendere, e proprio la sera stessa in cui il papà mi confida questa sua difficoltà, una mia amica mi porta una busta e, incredibilmente, nella busta c’era esattamente la cifra per comprare la bicicletta tanto desiderata da Daniel! Ero partita con la convinzione che avrei potuto dare tanto… spesso si parte con l’idea di cambiare il mondo; ma mi sono resa conto che, per farlo, bisogna incominciare a cambiare sé stessi e il modo di stare con gli altri. Solo costruendo, attimo dopo attimi, ponti di fraternità si può cambiare il mondo». Il 9 luglio scorso, presso il “Villaggio del Ragazzo” (Genova), è stato consegnato a Veronica Podestà il “Premio Bontà Don Nando Negri 2016”, per il suo impegno nel sociale, in particolare verso i bambini della Costa d’Avorio. Guarda video intervista https://youtu.be/H_LOYI3e910 (altro…)
Ago 19, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Ero del tutto demotivato nella mia professione di ingegnere… Ora l’ho riscoperta in un’altra luce…”. “Sono al secondo anno di architettura. L’università la presenta in chiave molto commerciale, manca il lato umano. Questo corso ha superato le mie aspettative”. Due delle molte impressioni al termine del corso che ha riunito circa 80 giovani universitari latinoamericani, in una intensa settimana (25-30 luglio), al Centro Congressi della Mariapoli Ginetta nei pressi di San Paolo, Brasile. Questa iniziativa culturale promossa dal Centro Accademico Latinoamericano Sophia ALC del Movimento dei Focolari, ha presentato un progetto innovativo, ben espresso dal titolo: “Le basi teorico-pratiche del paradigma di fraternità: proiezioni nelle scienze sociali, politiche, economiche e culturali”.
I giovani latinoamericani sono entrati nelle piaghe che tuttora feriscono i loro popoli: la crisi economico sociale, il dramma delle popolazioni indigene e le grandi problematiche dell’Amazzonia, la disuguaglianza sociale e la violenza di cui – come ha riferito il politologo argentino Juan Esteban Belderrain – l’America Latina registra il triste primato mondiale. Nel 2012 salgono a oltre 140.000 gli omicidi, un terzo della statistica mondiale, oltre 50.000nel solo Brasile. Un fenomeno tristemente in crescita. Su questo sfondo drammatico, i giovani si sono sentiti fortemente coinvolti ad approfondire la novità culturale che si è aperta sulle proprie discipline, dal porre in atto il paradigma della fraternità che impegna pensiero e vita. Un solo esempio. Come ha spiegato il professore brasiliano Marconi Aurélio e Silva, docente di Scienze Politiche, con l’applicazione di questo paradigma, già sperimentato da 20 anni, la politica supera la dimensione conflittuale, si vedono complementari maggioranza e opposizione, nell’avversario si coglie una parte della verità, si attiva la partecipazione del cittadino.
Questo nuovo paradigma culturale, in questi giorni, è stato vissuto anche nei rapporti interpersonali, tra studenti delle varie culture latinoamericane, tra studenti e professori, in una dimensione di interdisciplinarietà e multiculturalità. Non solo. Partendo, i giovani si sono impegnati a individuare le maggiori urgenze delle loro città e, con l’accompagnamento dei professori, elaborare e porre in atto progetti a dimensione politica, economica, sociale. In conclusione il prof. Sergio Rondinara, dell’Istituto Universtiario Sophia (Italia) di cui Sophia Alc è la prima sezione extra-europea, ha espresso grande speranza nel cogliere nei giovani presenti “uno spaccato bellissimo, cristallino, dei popoli latinoamericani che fa intravedere il futuro di questo continente dalle potenzialità straordinarie”. (altro…)
Ago 18, 2016 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
“It is difficult to exaggerate the revolutionary impact of the simple affirmation that only love lasts. For if what lasts is love, then the centre of gravity shifts from the self to the other, and so movement (no longer understood in the Aristotelian sense) and relationship (relatio, no longer understood as a category, as the most insignificant accident of being) become central…Only one thing remains, participation in that movement which love itself is. This movement is the rhythm of being; it is the rhythm of that giving which gives itself.”
For the central question is, and must remain, what happens to our perception of God, humanity, society, history and the world when faith in the God of Jesus Christ, that ‘eternal dialogue of communion’, breaks in afresh? Bishop Hemmerle’s Theses for a Trinitarian Ontology provide a fresh and stimulating answer to that abiding question.
Available in October 2016
Orders and enquiries: www.newcitypress.com/