Lug 6, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Era nell’aria. Troppe volte João aveva sentito i suoi genitori litigare e il fatto che con sua madre e i suoi fratelli abbiano dovuto lasciare casa perché il padre aveva una figlia con un’altra donna, non lo ha sorpreso più di tanto. Allora aveva 16 anni, frequentava la parrocchia, aveva amici. Interiormente però si sentiva deluso e insoddisfatto, con una forte esigenza di libertà, di essere sé stesso. Un’inquietudine che lo ha portato persino ad interrompere gli studi. Per poi riprenderli anni dopo, quando cioè ha trovato la vera ragione per cui vivere.
«A vent’anni – racconta João – con il gruppo giovani della mia parrocchia partecipo ad un’attività dei Focolari. In quei giorni mi rendo conto che il Vangelo non è tanto da commentare o riflettere, quanto da mettere subito in pratica. Mi colpiscono particolarmente quei brani su come comportarci con il prossimo: il samaritano, la regola d’oro. Ero andato per pura curiosità, invece è stato l’evento che mi cambia la vita.
A Sao José do Rio Preto (Stato di Sao Paulo), la mia città, c’è tanta gente che vive per strada. Una sera, tornando a casa con la mia bicicletta, incrocio un uomo che cammina scalzo. I suoi piedi sono sporchi e feriti. A quella vista non riesco più a pedalare. «Quell’uomo è il mio prossimo, devo tornare da lui». E prima di raggiungerlo mi tolgo le scarpe per dargliele. Lui mi guarda sorpreso. Vedo che indossa la maglietta della mia squadra di calcio e per toglierlo d’imbarazzo gli dico: «Sei allora Santista? Anch’io lo sono! Come ti chiami?». Prende le scarpe e diventiamo amici.
Sono alla stazione, di ritorno da un incontro tenutosi in un’altra città. A quell’ora – le due di notte – i trasporti pubblici non funzionano, così mi incammino a piedi verso casa, attraversando il centro. Guardando in giro vedo tante persone che, approfittando della chiusura notturna dei negozi, dormono davanti alle vetrine. Non ho paura, questa è la mia città. Ad un certo punto però mi si avvicina un uomo grande e grosso che mi chiede del denaro. Devo confessare che un po’ di paura comincio ad averla. Chi mi garantisce che non sia violento? Ma penso: «Anche lui è mio fratello, questo il Vangelo insegna». Con calma gli dico che non posso dargli nulla perché neppure io ho soldi. Comincia a raccontarmi la sua storia, poi mi fa infilare i suoi auricolari. Stava ascoltando la predica di un pastore protestante. Ascolto per un po’ anche io la trasmissione, così posso dirgli che quella persona sta dicendo cose belle e che è bene ogni tanto sentire buoni messaggi. Lui mi chiede: «Chi sei?».Non sapendo cosa rispondere gli chiedo il perché della domanda. Ed egli: «Perché nessuno ci tratta bene così». La cosa va avanti per 30/40 minuti. Penso al tragitto che ancora devo fare per arrivare a casa, al fatto che all’indomani mi dovrò alzare alle 6 per andare al lavoro. Ma sento che devo restare ancora un po’ per accogliere quel fratello che ha grande bisogno di ascolto, di compagnia. Alla fine, dopo avermi chiesto l’indirizzo per venire a fare una grigliata a casa mia, ci salutiamo, con la sensazione di aver trovato un fratello. Un giorno di pioggia, tornando a casa in moto, vedo un uomo che, fradicio, tenta di rialzarsi da una pozzanghera senza riuscirci. Lo riconosco: è un nostro vicino di casa che è sempre ubriaco. Nel bar accanto ci sono diversi uomini che si limitano a guardare la scena senza fare nulla. Cercando di non arrabbiarmi, mi fermo, lascio lì la moto e lo accompagno a casa, raccontando alla moglie cosa era successo. Infine torno sui miei passi per riprendere la moto. Strada facendo, in fondo al cuore riecheggia una frase: «L’hai fatto a me». Non sono più arrabbiato. Mi basta per sentirmi felice e per non inveire contro quegli uomini che stupiti continuano a guardarmi». (altro…)
Lug 6, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Voglio essere testimone della gioia del Vangelo e portarvi la tenerezza e la carezza di Dio, nostro Padre, specialmente ai suoi figli più bisognosi, agli anziani, ai malati, ai detenuti, ai poveri, a quanti sono vittime di questa cultura dello scarto». Papa Francesco si rivolge col cuore nel video messaggio ai “cari fratelli e sorelle di Ecuador, Bolivia e Paraguay” alla vigilia del viaggio che dal 5 al 13 luglio lo porta nelle tre nazioni sudamericane, nella preghiera che «l’annuncio del Vangelo giunga alle periferie più lontane e continui a far sì che i valori del Regno di Dio siano fermento della terra anche ai nostri giorni». https://www.youtube.com/watch?v=A5QEBJ8-IJw «Già dalla preparazione abbiamo intuito che questa visita sarebbe stata una grazia provvidenziale per il popolo di Dio in questa terra», scrivono Bernadita e Fabián, responsabili del Movimento dei Focolari in Ecuador. Inés Lovato è nella commissione organizzatrice. Pensa con gratitudine al cammino intrapreso nei soli due mesi di preparazione: «è stata una nuova scoperta conoscere membri di altri Movimenti e comunità ecclesiali, una ricchezza impressionante. Tutti ci sentiamo veri fratelli». In questo periodo hanno cercato di «testimoniare questo amore come preparazione per la grazia che sicuramente riceveremo». Tanti altri sono impegnati come volontari, migliaia in tutto il Paese: «Gioia, umiltà e amore, sono le tre consegne che la Chiesa ci ha dato per il volontariato», spiega Adriana Guallasamín, giovane volontaria, coordinatrice nel settore della formazione. Una missione di «annuncio, porta a porta, a contatto con tante persone lontane dalla Chiesa, ma che piano piano hanno aderito all’invito di aiutare nella logistica». «Sono grata a Dio – conclude – per questa opportunità unica di servizio alla Chiesa». Ad attendere la fitta agenda del papa, nella prima tappa in Ecuador (http://papafranciscoenecuador.com/) ci sono le due messe oceaniche a Guayaquil e Quito, un incontro con il mondo dell’educazione, con i rappresentanti della società civile, una visita alla casa di riposo delle Suore di Madre Teresa, un incontro con sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi e con i Vescovi del Paese. Oltre al saluto al Presidente Correa e alle visite alla cattedrale di Quito e alla chiesa della Compagnia. In Bolivia (http://www.franciscoenbolivia.org/) col motto di “rinnovamento e riconciliazione” lo aspetta invece – tra gli altri appuntamenti – il 2° Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari e la visita ai detenuti del Centro di Rieducazione di Palmasola. In Paraguay (https://franciscoenparaguay.org/) la visita ad un ospedale pediatrico e alla popolazione di un barrio della capitale, Asunción. E conclude con un incontro con i giovani sul lungofiume Costanera, “messaggero di gioia e di pace”, o per dirla in guaranì, lingua ufficiale del Paraguay insieme allo spagnolo, a sottolineare la varietà e preziosità culturale: Oguerúva vy’a ha py’aguapy. (altro…)
Lug 4, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La “minga” è un’attività comunitaria che fa parte integrante della cultura andina. Consiste nel lavorare insieme, amici e vicini, per uno scopo solidale. La proposta quindi del sindaco di Quito, Mauricio Rodas, rivolta ai cittadini della capitale ecuadoriana, di fare una minga per abbellire la città in vista dell’arrivo del Santo Padre, ha incontrato un’immediata adesione. Così sabato 27 giugno, mentre gli operatori comunali pulivano il centro storico della città, dichiarata dall’Unesco già nel 1978 patrimonio culturale dell’umanità, i cittadini dipingevano le case, mettevano fiori sui balconi, abbellivano i marciapiedi. Anche questo è un modo per dire al Papa che gli ecuadoriani lo aspettano con gioia. Intanto sono migliaia, giovani e meno giovani, le persone coinvolte nell’organizzazione dei vari eventi. Scrive Catalina Hinojosa, giovane quiteña del Movimento dei Focolari: «Da quasi due mesi siamo impegnati nella commissione preapratoria. Apparteniamo a vari movimenti e a diverse parrocchie e all’inizio non era affatto facile lavorare insieme. Le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare erano quelle tipiche di tutte le persone che si trovano ad interagire: la diversità di idee, il sentire che le proprie proposte non vengono prese in considerazione, l’aspettarsi dagli altri un certo tipo di impegno, ecc. Insomma, correvamo il rischio di trasformare le nostre riunioni in quelle tipiche dei condomini. Invece siamo riusciti a far salire il termometro dell’amore, anche spinti dal desiderio che il Santo Padre trovi già qui, fra noi, quella gioia che lui si è impegnato a portarci: “Voglio essere testimone della gioia del Vangelo e portarvi la tenerezza e la carezza di Dio” ci ha detto nel suo videomessaggio. Ci ha anche chiesto di pregare per lui, cosa che facciamo sempre, all’inizio e alla fine di ogni riunione. Ora possiamo dire che abbiamo fatto l’esperienza di costruire una vera famiglia, una grande famiglia. Siamo veramente pronti a vivere e ad offrire ogni cosa l’uno per l’altro. “La speranza non delude” ha detto il Papa nel suo videomessaggio. E noi l’abbiamo sperimentato».
Lug 2, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Anche quest’anno i Ragazzi per l’Unità del Movimento dei Focolari, in tutta Italia e all’estero, danno spazio alla fantasia per appuntamenti rivolti ai loro coetanei, e vivere alcuni giorni all’insegna della Regola d’Oro: Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. Natura, azioni sociali, approfondimenti tematici e tanti giochi sono le caratteristiche comuni. Di seguito le date e i luoghi di questi appuntamenti.
- 2-5 luglio Arcinazzo (FR) – Stop’n Go
- 2-5 luglio Palermo – Tabor Beach
- 13-22 luglio Arco Iris, Lisbona – Cantiere organizzato dai Ragazzi per l’Unità della Lombardia
- 17-21 luglio Vitorchiano (VT) – Stop’n Go Lazio in Progress
- 19-24 luglio Brendola (VI) – Coloriamo la città
- 22-26 luglio Alatri (FR) – Stop’n Go
- 9-14 agosto Csobánka,Ungheria – Teens for Unity táborba! -Teens for Unity camp!
Per info sui campi contattare le regioni di riferimento su: https://www.focolare.org/focolare-worldwide/europa/italia/ www.run4unity.net https://vimeo.com/29361955
Lug 2, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
https://vimeo.com/132331626 Chi ne sperimenta gli effetti afferma che l’Economia di Comunione (EdC) sia un modo di vivere, oltre che un modo di gestire un’azienda. E forse è proprio per questo che imprese, le più varie, decidono di amministrare la propria attività in pieno spirito EdC. Complex Projekt, il cui business è la progettazione e la costruzione di strade, autostrade, ponti, è una di queste. Quando agli inizi degli anni ’90 in Brasile è nata l’EdC, l’azienda polacca era in una situazione molto difficile. L’uscita dal regime comunista generava forti dubbi e incertezze e la transizione al sistema capitalistico suscitava continue domande e sfiducia. Lo stesso concetto di proprietà creava negli imprenditori inquietudine e disagio interiore. Andrzej Miłkowski, presidente di Complex Projekt, ha trovato nell’EdC la risposta al suo bisogno di «liberarsi dalla pressione della proprietà», come lui stesso l’avvertiva. Grazie all’EdC egli ha scoperto di essere «semplicemente un amministratore» e che – sono ancora parole sue, comprensibili in tale contesto – «il proprietario della ditta era Dio». Da qui Milkowski si è reso conto che nell’impresa ciò che più conta è il capitale umano. E che una buona gestione dipende dai valori in cui si crede. Nel suo caso si trattava di quelli evangelici, messi in pratica applicando l’insegnamento di S. Giovanni Paolo II: “essere più che parlare”. Un linguaggio questo che può sembrare lontano dal mondo dell’impresa, ma che a lungo andare in Complex Project ha davvero fatto la differenza.
«Il nostro lavoro consiste nel realizzare progetti infrastrutturali complessi e ciò comporta un’elevata responsabilità – spiega Milkowski. Nella proposta EdC ho trovato la necessaria libertà interiore e la distanza da me stesso, valori questi che mi hanno portato a prendere decisioni non più solo mie, ma frutto di intese condivise. Decisioni che poi si rivelavano quelle giuste per lo sviluppo della ditta». Milkowski racconta che con i colleghi e il personale cercano di vivere sulla base del reciproco rispetto, cercando di diffondere un clima di fiducia e mettendo al primo posto le relazioni interpersonali. Sul regolamento interno infatti è ripresa la Regola d’Oro presente in quasi tutti i testi sacri delle varie religioni: ‘Tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro’, «come un’opportunità – spiega il presidente – data a ciascun dipendente per fare delle scelte in libertà». Da 2 anni Andrzej Miłkowski ha cominciato a consegnare gradualmente la gestione della ditta a suo figlio Stanisław: anche questo passaggio generazionale sta avvenendo alla luce dei valori acquisiti in questi anni. «Penso – riflette Andrzej – che ciò sia un risultato dello stile di vita lavorativo che tutti in azienda, il personale e l’amministrazione, riceviamo da Dio. Se ogni giorno facciamo un tentativo, anche piccolo, di vivere i valori evangelici praticando la preghiera e accostandoci all’Eucaristia – conclude l’imprenditore polacco – riceviamo dal Creatore un ‘di più’ di capacità anche di fronte ai problemi di progettazione, come pure nel risolvere questioni professionali e famigliari; per ascoltare e per parlare. Così costruiamo il Regno di Dio… e il resto ci sarà dato in aggiunta. Questo lo sperimentiamo ogni giorno. Infatti, nonostante la crisi, la ditta continua a svilupparsi e a crescere». (altro…)
Lug 1, 2015 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
https://vimeo.com/131228522 (altro…)