Movimento dei Focolari
Testimonianze dall’Iraq/1

Testimonianze dall’Iraq/1

20140823-02«Dopo le elezioni avvenute quest’anno – scrive R. – la situazione nel Paese è peggiorata, perché fino a pochi giorni fa non era stato formato un governo. I gruppi estremisti hanno approfittato di questa situazione e hanno cominciato ad avanzare al Nord. Tante famiglie sono scappate per rifugiarsi in posti più sicuri. Alcune famiglie del Movimento che abitano in posti più protetti le hanno accolte nelle loro case. Mentre i mass media trasmettono notizie tragiche, noi cerchiamo di testimoniare con gesti concreti l’amore e misericordia verso tutti».

«Prima del peggioramento della situazione – racconta V. – pensavo insieme ad un amico di dare coraggio e speranza agli abitanti della nostra città. Infatti tanti emigravano. Abbiamo parlato con alcune autorità cittadine per chiedere di affiggere sui muri della città delle frasi incoraggianti, cercando di evidenziare il positivo, dato che girano solo notizie negative. Un giorno abbiamo aiutato una famiglia del Movimento che si era rifugiata nella nostra città. Aveva bisogno di acqua. Uno dei nostri vicini, pur non conoscendoci molto, ci ha fornito dell’acqua destinata alla sua famiglia vedendo che ne avevano più bisogno. Altre famiglie ci hanno chiesto di trovar loro un posto dove alloggiare. Abbiamo pregato Dio che ci aiutasse. Ci è venuta in mente una casa chiusa che appartiene a dei nostri parenti emigrati all’Estero. Li abbiamo contattati. Ci hanno dato subito la loro disponibilità».

L’esperienza di V. si riferisce ai giorni in cui le persone erano incerte sul loro futuro perché a 20km i gruppi estremisti avevano cacciato via i cristiani di quella regione. Purtroppo in seguito hanno attaccato anche i piccoli villaggi, prevalentemente di cristiani, costringendoli a lasciare le loro case – durante la notte –, insieme a tutto ciò che possedevano.

«Praticamente – continua R. – tutti i giovani che conosciamo hanno dovuto lasciare tutto: le loro case, scuola, lavori… Alcuni si son rifugiati a Duhok, una città più al nord del Paese, dove sono stati accolti da una famiglia del Movimento. Si sono trovati così a vivere insieme, in una situazione simile a quella dei primi tempi del Movimento durante la Seconda Guerra Mondiale, dove nonostante l’infuriare delle bombe si continuava ad aiutare tutti. Spontaneamente, famiglie e giovani si sono ritrovati spesso per recitare il Rosario insieme. Ogni giorno se ne sono aggiunti altri e ora sono una sessantina circa di persone che si trovano quotidianamente a pregare, ogni volta in una casa diversa. Le famiglie profughe hanno trovato rifugio alcune nella chiesa, altre in una scuola, altre ancora in un edificio in costruzione. La maggioranza sono cristiane ed ultimamente sono arrivate altre famiglie yazedite. La raccolta di fondi per iniziativa dei giovani e del Movimento nel mondo ci sta dando la possibilità di  aiutarle poiché non hanno niente. A Dohok abbiamo potuto acquistare generi alimentari, materassi, lenzuola e ventilatori!».

«Insieme ad un amico – continua V. – avevano già acquistato una buona quantità di materassi, ma ancora ne mancavano parecchi e così siamo andati in un altro villaggio. Dopo aver spiegato il motivo per cui li acquistavamo, il proprietario del negozio ha voluto aderire alla nostra iniziativa e ci ha regalato tutti i materassi!  Così abbiamo potuto comperare altre generi di prima necessità» (continua)

Per chi volesse aiutare per i cristiani dell’Iraq: IBAN JO09 ARAB 1110 0000 0011 1210 9985 98 Account: 0111 210998 0 598 Swiftcode: ARABJOAX100 Causale: Aiuto cristiani in Iraq ARAB Bank – Amman branch Amman – Jordan (altro…)

Testimonianze dall’Iraq/1

Felipe, un marinaio che vive il Vangelo

20140822-01Due episodi che sottolineano l’impegno di Felipe a vivere per la fraternità, raccontati direttamente dal protagonista. «Quando ero al Collegio Navale ho dormito in una stanzone con 200 letti. Dovevamo svegliarci presto, e rimanere immobili mentre il superiore parlava. Capivo che potevo vedere e amare Gesù in molti che erano lontani dalle loro famiglie e, appena potevamo muoverci, sistemavo il mio letto e anche i letti degli altri e dicevo ‘Buongiorno!’ a tutti quelli che trovavo nel corridoio della scuola. Una sera, dando la buona notte con un grande sorriso a un amico, lui mi ha risposto: ‘Felipe tu sei felice, e si vede che è a causa di Dio! Penso che verrò a Messa con te’. Per tre anni ho cercato di salutare e amare tutti così e ho sperimentato vera la frase: dove non c’è amore, metti amore, e troverai amore. Infatti, mentre ero in difficoltà in una finale di un torneo di scherma, i miei colleghi hanno cominciato tutti ad incitarmi ripetendo: ‘Buongiorno Felipe! Buongiorno Felipe!’ E io ho vinto il torneo». Il mettere amore dove non c’è è anche il segreto che gli ha permesso di superare le inevitabili difficoltà del vivere il Vangelo: «Una sera due colleghi che a volte mi prendevamo in giro per il mio modo di vivere, sono tornati nella camerata ubriachi e mi hanno svegliato picchiandomi. La mattina dopo, mentre loro stavano ancora dormendo, alcuni amici mi hanno incitato a vendicarmi. Ma io ho pensato: farò un altro tipo di vendetta, una vendetta d’amore. Allora sono andato in cucina e ho preparato una bella colazione per loro con panini, latte, cioccolato, frutta, succo, e ho scritto anche un biglietto che diceva: Buongiorno! Quando loro si sono svegliati non capivano perchè avessi fatto questa cosa e mi hanno abbracciato chiedendomi scusa. Il giorno seguente, quando mi sono svegliato, ho trovato un pezzo di torta di fronte al mio letto, con un biglietto che diceva: Buongiorno!! Era quell’amico che mi aveva picchiato. Veramente l’amore vince tutto!». Fonte: www.loppiano.it (altro…)

Testimonianze dall’Iraq/1

Progetto «Learning fraternity»

LearningFraternity«Learning fraternity», «Imparare la fraternità»: è questo il titolo dell’articolato progetto che l’AMU-Azione per un Mondo Unito, in qualità di ente accreditato presso il ministero dell’Istruzione in Italia, porterà avanti nell’anno scolastico 2014-2015 in collaborazione con il Movimento Umanità Nuova dei Focolari. L’obiettivo della lunga serie di azioni, per dirla con l’AMU stessa, è quello di «sollecitare la presa di coscienza e la crescita di responsabilità rispetto alle sfide che investono il mondo contemporaneo e per le quali ciascuno è chiamato ad impegnarsi in maniera personale», attraverso l’educazione alla cittadinanza attiva, alla multiculturalità, alla pace, alla condivisione e solidarietà e agli stili di vita sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Potendo contare sulla solida base dei percorsi già avviati negli scorsi anni, AMU e Umanità Nuova propongono quindi attività di formazione su queste tematiche per insegnanti ed educatori – dando continuità in particolare ai corsi di formazione ed aggiornamento “Cambia…menti” -, il Campus di cittadinanza planetaria a Loppiano (a cui dedichiamo un articolo specifico), e laboratori tematici per gli studenti: percorsi di cittadinanza attiva strutturati su quattro livelli, dalla globalizzazione e fraternità, all’intercultura, all’economia e cultura del dare, all’ambiente e stili di vita responsabili. E poi una rete di progetti a livello mondiale: tra quelli avviati in Italia ricordiamo «Costruiamo insieme un mondo di fraternità e pace», attivo già da qualche anno in molte scuole della Sicilia e della Calabria, che ha come obiettivo l’educazione all’ascolto, all’incontro, al dialogo e alla convivenza tra diverse etnie e culture – come ad esempio quelle Rom, indiana e nordafricana, presenti in questi territori. WB-News-2014-07-11Perù-300x225Gemellaggi e partenariati con scuole estere, tra cui quest’anno occupa un posto particolare il progetto «Una scuola sulle Ande» (si veda articolo dedicato). Prosegue inoltre il progetto internazionale “Schoolmates” (www.school-mates.org), in collaborazione con i Ragazzi per l’Unità: una rete mondiale tra le classi per scambiarsi esperienze, condividendo culture, lingue, tradizioni e iniziative già in atto, e che permette ogni anno il sostegno di circa 600 borse di studio per studenti in Paesi in via di sviluppo e altri microprogetti di solidarietà in varie parti del mondo grazie ad iniziative di raccolta fondi realizzate dai ragazzi stessi. Gli insegnanti e le scuole che aderiscono a questi progetti possono contare su una rete ben consolidata, che si concretizza anche attraverso un’altra rete, quella internet: sul sito dell’AMU (www.amu-it.eu) è disponibile la documentazione prodotta a corsi e seminari all’area «Formazione insegnanti», ed è in via di ripresa la pubblicazione della newsletter per docenti sospesa nell’anno scolastico 2013-14. La rete AMU educatori ha inoltre dei referenti regionali, a cui insegnanti e scuole possono rivolgersi: per conoscere i loro nominativi e avere i loro contatti, basta rivolgersi all’AMU agli indirizzi indicati nel sito. (altro…)

Testimonianze dall’Iraq/1

«Petite flamme», il miracolo continua

20140820-02Un progetto che, nella periferia di Kinshasa – capitale della Repubblica Deocratica del Congo – vuole dare ai ragazzi un’istruzione e un’alimentazione adeguata, cure mediche e vestiario: è «Petite Flamme», piccola fiamma, che segue 1650 bambini inseriti in 9 scuole. «Sono ormai 17 anni che accompagno questo progetto – raconta Edi, co-referente del Movimento dei Focolari – che da 19 anni portiamo avanti grazie al Sostegno a Distanza con Famiglie Nuove. Oltre ai bambini ne beneficiano anche gli insegnanti e le loro famiglie, avendo trovato un lavoro pur con un salario modesto in un Paese con oltre l’80 % di disoccupazione». 20140820-03Innumerevoli gli esempi di sostegno concreto che il progetto riesce a dare. «Ad esempio – prosegue Edi – una ragazza madre in difficoltà è riuscita ad ottenere un diploma di cucito, potendo ora sfamare il bambino e sé stessa. O ancora, un ragazzo orfano sarà il primo laureato in matematica e informatica all’Università di Kinshasa». A «Petite Flamme» vengono inoltre accolti bambini non vedenti che seguono un apposito percorso formativo. Anche una volta finiti gli studi, i ragazzi non vengono lasciati senza mezzi: le ragazze che hanno conseguito il diploma di sarta, ad esempio, hanno potuto portare a casa una macchina a cucire per dare avvio alla propria attività professionale. «I bambini non vedenti, ricevono una formazione particolare per la musica – spiega Edi – e ricevono in regalo una chitarra classica. Durante la festa di saluto un ragazzo non vedente ha fatto il dono di cantare per tutti una canzone composta da loro, in cui ringraziano i genitori d’averli cresciuti nonostante tutte le difficoltà che questo comporta, in un Paese povero».

Jonathan (sinistra) insieme ad altri alunni

Jonathan (sinistra) insieme ad altri alunni

Commoventi, poi, alcune testimonianze: «A Kinshasa, città di quasi 12 milioni di abitanti, c’è un unico centro per portatori di handicap – racconta Edi -. Una delle nostre collaboratrici, recandovisi per alcune sedute di fisioterapia, ha incontrato un ragazzo in uniforme scolastica, con un forte handicap. “Chi sarà mai”, si era chiesta. “Nonostante l’handicap, si distingueva fra tutti gli ammalati, sembrava felice”. La T-shirt del Genfest di Budapest che la collaboratrice indossava ha offerto l’occasione per fare amicizia, in quanto il ragazzo conosceva il Movimento dei Focolari. E la collaboratrice commentava: «Finalmente ho conosciuto di persona Jonathan – così si chiama il giovane – che adesso va alla scuola di recupero “Petite Flamme”. Il ragazzo, tempo fa, viveva nella miseria più nera, per cui avevamo cercato un materasso perché potesse essere accolto in casa di uno zio. Il rendimento scolastico è migliorato, così come le sue condizioni fisiche, grazie alla fisioterapia. Jonathan alla fine di quest’anno scolastico ha potuto sostenere un esame che gli permette di passare alla scuola secondaria». Molto forti anche le testimonianze di alcune ragazze che frequentano la scuola: «La sofferenza mi aveva costretto a cercarmi soldi in modo disonesto – racconta una di loro -, e mi sono trovata molto presto incinta. La nascita di mia figlia Jordan ha aumentato il mio dolore, perché ora eravamo in due ad avere bisogno di aiuto. Ma un giorno il responsabile del gruppo di base della Chiesa cattolica della Marina “Baramato” mi ha introdotta a “Petite Flamme”. Mi vergognavo di vestire ancora l’uniforme della scuola, ma sono rimasta toccata dall’amore dei nostri insegnanti. Si sono fatte uno con me, nonostante il mio basso livello scolastico. Così ho fatto anch’io con la mia piccola Jordan. Ora ho un grande interesse per tutte le lezioni: vorrei continuare la mia formazione fino alla fine, e il mio sogno è diventare una brava sarta». (altro…)

Testimonianze dall’Iraq/1

Il Vangelo in diretta

imagesSono drogato «Un ragazzo si era avvicinato a noi: «Sono drogato, ma voglio recuperarmi. Ho bisogno che qualcuno mi aiuti a non drogarmi, voglio ricoverarmi. Non so come sono arrivato fin qui. Ero sul treno e mi sono addormentato…». Poiché nella nostra città non esistono istituti per il recupero di tossicodipendenti, lo abbiamo invitato a venire da noi. Mentre consumava la merenda offertagli, ci ha confidato che la sua dipendenza era grave, tanto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riuscire a procurarsi la droga. Grazie a Dio, un medico amico ha trovato il modo di farlo ricoverare in ospedale. Il giorno dopo siamo andati a trovarlo, portandogli dolci. Ci ha supplicato di non lasciarlo solo. Quando è uscito dall’ospedale per alcuni giorni si è fermato da noi. Nel frattempo si è aperta una possibilità di ricovero presso un centro specializzato. Lo abbiamo visto partire felice e sicuro di poter contare ancora su di noi». E.C. – Argentina Il Vangelo in diretta «Un ex carcerato desiderava incontrarmi, ma nello stesso tempo avevo da portare alcuni pacchi di viveri a diverse famiglie in difficoltà, che sapevo aver urgenza d’un sostegno. Mentre riflettevo su come fare, arriva una telefonata: «Hai bisogno di aiuto? Ho la macchina e sono disponibile a portare qualche pacco alle famiglie». A sentire come Dio è vicino e vede tutto, ascolta tutto, ho preso un colpo. È proprio vero che lui manda i suoi angeli per aiutarci a fare il bene. Così sono andato a trovare il mio amico conosciuto in carcere, mentre l’ “angelo” è andato a portare i pacchi a sette famiglie. Così funziona il Vangelo in diretta». A.D.N. – Italia Gli stagionali 20140818-b«Nel cantiere dove lavoro ci sono tanti “stagionali”. Era il giorno in cui dovevo pagare la settimana lavorativa, ma a conti fatti i soldi non erano sufficienti: così la somma disponibile era destinata agli operai fissi, mentre gli stagionali avrebbero dovuto aspettare. Uscendo, mi sono venute incontro le mogli di questi. Dopo aver spiegato la situazione, mi son sentito dire che sarebbero rimaste lì fino a quando non le avremmo pagate, perché a casa i bambini avevano fame. Rientrato in ufficio ho prelevato dalla mia busta paga una certa quantità di soldi, poi ho proposto agli operai che erano stati già pagati di offrire ognuno 10 boliviani, in modo da raccogliere i soldi che mancavano. Dopo un po’ di esitazione, hanno accettato. Solo uno non si è mosso, ma proprio quando consegnavo i soldi alle mogli, mi ha raggiunto anche lui per darmi i suoi 10 boliviani».F.M. –Bolivia Fare qualcosa di più «Con mia moglie e i nostri due figli, sentivamo forte l’esigenza di fare qualcosa per il nostro piccolo paese, schiacciato da tanti problemi: coppie smembrate, ragazze madri, immigrati, povertà e miseria morale. E così il nostro grazioso appartamentino è diventato un centro d’ascolto. In paese sono stati felici di questa iniziativa; anche i parenti e tanti altri sono stati coinvolti nel volontariato. Così sono nate tante possibilità per aiutare alcune persone in difficoltà: l’accoglienza di Sonia, una ragazza madre slava, sostenuta prima e dopo la nascita del piccolo Piero, le cene per le donne ucraine che lavorano nel territorio, una mini-scuola per genitori e la collaborazione con vari giovani per la realizzazione di alcuni progetti in Africa. È piccolo l’appartamento dove abitiamo, ma ormai ospita un piccolo seme di “mondo unito”». TP. – Italia Fonte: Il Vangelo del giorno (Supplemento al n. 11/2014 della rivista Città Nuova) (altro…)