Movimento dei Focolari
Lituania: la fiducia fa emergere il positivo

Lituania: la fiducia fa emergere il positivo

«Durante una delle nostre lunghe sere invernali, dopo un’abbondante nevicata, il cortile della scuola è completamente coperto dalla neve. Mi rendo conto che il giorno successivo non potranno entrare gli insegnanti con le loro macchine, né i funzionari che riforniscono la mensa. Telefono a varie ditte e anche a privati, ma tutti mi rispondono che verranno a spalare la neve solo dopo qualche giorno e per una somma considerevole. Dopo un ultimo tentativo, accetto l’offerta di un vicino che mette a disposizione il suo camion con rimorchio. Iniziando il lavoro, però, ci accorgiamo che sul bordo del rimorchio si accumula tanta neve che bisogna spalare a mano. A quell’ora di sera, nella scuola non c’è più nessuno per aiutarci, è rimasta solo un’anziana custode che mi fa presente che, dietro l’edificio scolastico, è radunato a fumare un gruppo di giovani considerati gli scavezzacolli della scuola, più volte segnalati a causa del numero delle assenze, furti e colluttazioni, e a rischio di espulsione. Ma quando le chiedo di andare ad invitarli ad aiutarci, lei, spaventata, si rifiuta: teme che quei delinquenti possano farle del male. Allora mi decido: vado personalmente, pur non aspettandomi il loro aiuto, ed essendo pronto io a spalare la neve dal rimorchio. I ragazzi dapprima sono confusi vedendomi, ma mi  salutano cordialmente. Dico loro che sono l’unica speranza  perché la scuola che, anche loro tanto amano, possa funzionare normalmente. Non pronunciando neanche mezza parola spalano la neve lavorando un’ora intera! Quando li ringrazio dell’aiuto rispondono che non sono, poi, così cattivi come alcuni insegnanti pensano… È stata un’ulteriore riprova che in ciascuno c’è un positivo da cogliere e che aspetta solo di trovare l’occasione giusta per manifestarsi. È iniziato un rapporto più fiducioso ed aperto». È il racconto di Paulius Martinaitis, volontario dei Focolari della Lituania; il modo con cui affronta la sua attività professionale di direttore di una scuola superiore di Vilnius. «Infatti ho capito – conclude Paulius –  che offrire ai giovani uno spazio di fiducia permette loro di uscire dalla gabbia di comportamenti trasgressivi in cui a volte si rinchiudono e dalle etichette che noi stessi diamo loro». (altro…)

Lituania: la fiducia fa emergere il positivo

Loppiano: Primo “Week-end del Dare”

“Erano i tempi di guerra e tutto crollava… solo Dio restava”, così inizia spesso il racconto della nascita del Movimento dei Focolari. Era l’anno 1943, nel furore della Seconda guerra mondiale. Di quelli anni si ricordano tanti episodi che poi sono diventati emblematici e si sono ripetuti e diffusi dappertutto dove sono presenti le comunità dei Focolari. Uno di questi episodi fu “il fagotto”. Sentiamo come lo ricorda Vittoria (Aletta) Salizzoni, una delle prime giovani che intraprese con Chiara Lubich “l’avventura dell’unità”: «Ricordo un fatto. Penso che sarà avvenuto nel 1946. “Diamo tutto il nostro superfluo di vestiti per la nostra comunità”, propose Chiara; e così cominciammo a fare quello che abbiamo chiamato “fagotto”. Eravamo povere. Immaginarsi! Nel dopoguerra non c’era più niente. Avevamo solo abiti vecchi e usati, ma tutte arrivammo con qualcosa. Ricordo un bel mucchio lì, in mezzo alla stanza della “casetta”, che poi andò distribuito». Questo fatto, che ricordava le prime comunità cristiane dove “nessuno mancava del necessario, perché quelli che possedevano (beni)… li mettevano a disposizione di tutti… e poi veniva distribuito a ciascuno secondo le sue necessità” (Atti 4,34-35), divenne una prassi nelle comunità dei Focolari sparse nel mondo. Gli abitanti della cittadella internazionale di Loppiano hanno deciso, l’8 e 9 febbraio, di lanciare un’analoga proposta ma coinvolgendo il proprio territorio, e seguendo anche le indicazioni di papa Francesco che invita appunto alla condivisione, nel suo Messaggio per la prossima Quaresima. Il papa ricorda, tra l’altro, che “occorre che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione”. L’iniziativa solidale è stata titolata “Week-end del Dare”. «Una “full immersion nella cultura del dare” – spiegano gli organizzatori – che ha promosso l’apertura di uno spazio di scambio e di richieste di oggetti in buone condizioni senza limitazioni o restrizioni di sorta; senza dimenticare la bacheca delle necessità e la “banca del tempo” da mettere a disposizione degli altri». Il salone della cittadella è stato destinato come punto di raccolta. «È arrivato proprio di tutto: dagli abiti usati di ogni taglia, per tutte le età, a libri, elettrodomestici, mobili, giocattoli, oggetti di arredamento. Sono passati più di 500 persone, con una media di 5.000 pezzi trafficati», raccontano. Durante la domenica, si sono svolti anche spazi di dialogo ed approfondimento sulle motivazioni che stanno alla base della “cultura del dare”, in contrapposizione a quella del possedere, e la sua diretta applicazione nella vita di tutti i giorni. Infine, è stata inaugurata la cosiddetta “Rete fagotto permanente”, e cioè un punto di raccolta e di ridistribuzione degli oggetti donati. Anche la Diocesi ed il Comune hanno messo a disposizione altri 3 punti in 3 diverse città del territorio, per renderlo permanente. Luoghi aperti alla solidarietà e pensati come punti di transito di beni verso chi è in necessità. (altro…)