Movimento dei Focolari
Riapertura del Centro di Spiritualità “Vinea Mea”

Riapertura del Centro di Spiritualità “Vinea Mea”

Situato nella cittadella internazionale di Loppiano (nei pressi di Firenze), il Centro di Spiritualità Vinea Mea è scuola di comunione e dialogo che, in oltre 30 anni di attività, ha formato più di 4.000 tra sacerdoti, diaconi e seminaristi cattolici e di Chiese diverse, di una sessantina di Paesi. «Vinea Mea – spiega don Imre Kiss, responsabile del Centro – offre una formazione permanente alla luce della spiritualità di comunione del Movimento dei Focolari. La scuola, della durata di un anno, prevede corsi di spiritualità, teologia, antropologia, ecclesiologia, oltre a laboratori su tematiche di attualità (giovani, famiglia, comunicazione, dialogo con culture e religioni). Attraverso la condivisione della vita in piccole comunità, punta a rispondere all’esigenza espressa da molti sacerdoti di sperimentare nel concreto una spiritualità fondata sulla comunione, per poi trasmetterla agli uomini e alle donne del nostro tempo». Il Centro opera in sinergia con simili strutture in altrettante cittadelle dei Focolari: in Polonia, Kenya, Brasile, nelle Filippine, in Argentina. Da 5 anni promuove, inoltre, corsi e workshop annuali rivolti a educatori nei seminari per sostenere e diffondere uno stile di vita sacerdotale fondato sulla comunione. Una scuola incentrata sulla formazione alla spiritualità di comunione, evidenziata dal Concilio Vaticano II, per essere “ministri capaci di riscaldare il cuore alla gente, di camminare nella notte con loro, di dialogare con le loro illusioni e delusioni, di ricomporre le loro disintegrazioni” (papa Francesco ai vescovi del Brasile, 27 luglio 2013). Una formazione unificata per sacerdoti e seminaristi che mette al centro la fraternità vissuta nella Chiesa e tra la gente. Sono queste alcune delle tematiche del convegno del 22 ottobre, col quale si inaugura il corso 2013/14 del Centro, nell’antico convento francescano del XVI sec. che lo ospita, recentemente restaurato e ristrutturato a cura del Centro Ave Arte, per meglio accogliere l’esperienza di vita comunitaria. Al Convegno interverranno, tra gli altri, Maria Voce, presidente dei Focolari, Mons. Mario Meini, vescovo di Fiesole e d. Imre Kiss, responsabile del Centro. È prevista una diretta streaming a partire dalle 16.00 alle 19.00 (ora italiana). Altri appuntamenti in agenda: Sabato 19 ore 15-19 e domenica 20 ottobre 2013 ore 10-12.30 e 15-19, porte aperte al Centro “Vinea Mea” a quanti desiderano visitarlo. Lunedì, 21 ottobre ore 21.00 Concerto per pianoforte di d. Carlo José Seno (Auditorium di Loppiano) Per maggiori informazioni: accoglienza.vineamea@gmail.com (altro…)

Riapertura del Centro di Spiritualità “Vinea Mea”

Questione eutanasia, un’esperienza dall’Australia

«Negli ultimi 25 anni ho avuto l’occasione di visitare tante persone ammalate, specialmente i malati terminali, nella mia comunità parrocchiale. E posso dire che ho vissuto tante forti esperienze stando accanto a loro. Un pomeriggio sul tardi, mi arriva un email da una ex-collega. È stato come un fulmine a ciel sereno. Diceva: «Immagino che nessuno ti abbia mai chiesto una cosa simile. Non ho il diritto di chiedertelo, ma sto interrogando la mia coscienza e ho bisogno d’aiuto per trovare la risposta. Una persona mi ha chiesto di accompagnarla in Svizzera per assisterla a morire. Come forse sai, l’eutanasia è legale in quel Paese. La sua vita è diventata insopportabile per via della malattia. Non c’è speranza per lei di tornare a vivere una vita normale. Personalmente non ho una fede religiosa, ma apprezzerei molto una risposta sincera da parte tua. Si tratta di un membro della mia famiglia». Ho letto e riletto questo messaggio 4 o 5 volte prima di incominciare a pensare alla risposta da dare. Come rispondere a questo grido d’aiuto pieno di dolore? Mi è venuto in mente il pensiero del giorno che stavo vivendo con i miei amici del Focolare: “Essere libero da tutto per essere la volontà di Dio vivente”. Ma come attuarla? Ho cercato di vivere l’attimo presente, mettendo da parte tutto il resto e cercando di prendere su di me i pesi di chi mi aveva chiesto aiuto. Ho pregato Dio chiedendo il coraggio di dire con sincerità ciò che sentivo nel mio cuore, senza paura. Le ho risposto condividendo alcune mie riflessioni, e anche le esperienze vissute negli anni assistendo i malati terminali, ciò che avevo sperimentato stando accanto a loro e le loro famiglie: sofferenze, gioie, trionfi. Ho detto che personalmente non avrei scelto la strada che il suo parente voleva intraprendere, dando le ragioni più profonde nel mio cuore. Poi le ho spiegato che esistono degli ottimi centri di cure palliative, indicando i contatti di quelli più vicini. La mia amica, sempre molto riconoscente dell’aiuto ricevuto, mi racconta che il suo parente aveva consultato i contatti che avevo fornito e aveva deciso di non andare in Svizzera, scegliendo invece l’opzione delle cure palliative. Da allora ha vissuto ancora due anni, durante i quali ha potuto ricostruire tanti rapporti nella sua famiglia». R.L. (Australia) (altro…)

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Argentina: creare cultura EdC

“Un giorno, tanti anni fa, percorrendo la strada per andare al lavoro, mi resi conto che non ero un imprenditore felice”. Con queste parole è iniziata la testimonianza di Armando Tortelli, imprenditore brasiliano, lo scorso 27 settembre nella sede dell’Ordine degli Avvocati della Città di Paraná. Si è così aperta il 32º incontro di impreditori EdC argentini, proseguito poi nel Centro Mariapoli “El Salvador”. Questo fatto raccontato da Armando costituisce un momento di svolta nella sua vita. Nonostante fosse un imprenditore di successo e avesse una bella famiglia, lui si sentiva insoddisfatto. Proprio allora, si era nel ’91, arrivò Chiara Lubich a lanciare la sfida dell’Economia di comunione, che Armando accettò con la consapevolezza che questo impegno sarebbe stato affascinante ma non semplice e avrebbe capovolto tutta la sua vita. Oggi, assieme alla moglie Roselí e ai 5 figli, gestiscono 4 aziende. Una di esse distribuisce medicinali. “Ma come si produce una nuova cultura? – si chiedeva Armando -. Con l’esempio. Come fa il Papa. Se un imprenditore vuole generare una nuova cultura deve dare esempio”. Il Sabato e la domenica hanno girato attorno al tema centrale dell’incontro: “L’economia di comunione come espressione dellacultura del dare”. La Lic. Patricia Santoianni ha esposto un interessante sviluppo antropologico sulla cultura del dare nei popoli indigeni, mettendo in rilievo che soltanto chi dona ha un nome, un volto. Solo chi dona è. E più dona, più è. Ci sono stati anche dei workshop, alcuni in gruppo e altri individuali per riflettere sui passi a seguire per vivere in profondità l’EdC. Un ricco incontro con presenza di credenti e non credenti, come Rogelio, che si è iscritto perché ha saputo dell’incontro leggendo il giornale, di giovani e adulti, di imprenditori, studenti, lavoratori e disoccupati, con ideologie politiche molto diverse. In totale 110 partecipanti venuti da tutta l’Argentina e in 13 dal Paraguay, ma tutti quanti aperti alla più grande realtà latinoamericana. “Terra, terra… cielo, cielo” si poteva leggere nell’invito a questo incontro. Amiamo Colui che è in cielo amando coloro che sono in terra. Questa è la comunione. Quindi arrivederci nel 2014 … o prima … in qualunque posto al mondo dove ci incontri la comunione! (In collaborazione con Carolina Carbonell) (altro…)