
Tommaso Sorgi ci ha lasciato

Tommaso Sorgi con Igino Giordani
Tommaso Sorgi con Igino Giordani
Antonella Lombardo
La Manifestazione si inserisce nella settimana mondo unito. Un’iniziativa per :
Il tema scelto per la settimana Mondo Unito e per Run4Unity è #ZeroHungerGeneration, per questo si percorreranno i sentieri colorati verso un mondo unito. Il 6 Maggio con “Radio Immaginaria”, fatta solo da ragazzi che trasmette via web da vari paesi europei, sarà possibile comunicare esperienze e notizie. Su www.run4unity.net e su www.unitedworldproject.org si troveranno tutte le indicazioni.
Approfondimento del tema del Dialogo in ambito pedagogici e esperienze educative diverse, giovani, laureandi, dottorandi che presenteranno i loro lavori di ricerca. Nella logica della ricerca partecipativa e del sapere esperienziale si vuole approfondire il tema del Dialogo in ambito pedagogico, quale elemento fondante l’esperienza educativa in contesti multietnici, multiculturali, interreligiosi e globalizzati. Il seminario che si terrà in collaborazione con la Scuola “Raggio di sole” (Slovenia), il Comune di Škofja Loka, Sophia, New Humanity, il Gruppo di ricerca in Antropologia e Filosofia dell’Educazione di Madrid (GIAFE) e del Gruppo Interdisciplinare e interuniversitario di Madrid (COETIC-UNED), è rivolto a educatori ed insegnanti, professori e ricercatori, laureandi e dottorandi, che desiderano riflettere sull’educazione dialogica dalla prospettiva della Cultura della comunione che ha le sue radici nel Carisma dell’unità, anche in collegamento web-ex. Scadenze: Abstract: max. 500 parole, più la bibliografia. Termine per la presentazione degli Abstract: 7 maggio 2018 Risposta del comitato scientifico: 21 maggio 2018 Estese Papers: Max 2500, più la bibliografia. Termine per la presentazione: 4 giugno 2018 Inviare i contributi in sloveno, italiano o inglese a: edu.slovenia.2018@gmail.com I contributi accettati verranno poi raccolti in una pubblicazione on line Fonte: EducazioneUnità (EDU)
Sono nato in un paesino del nord Italia, 67 anni fa. Durante l’adolescenza i miei unici interessi erano la musica e il disegno. Per i continui conflitti con i miei, ben presto abbandonai casa e scuola. Chitarra, capelli lunghi, la mia band: questo divenne il mio mondo. Con alcuni amici formammo una comune dove vivevamo, suonando e sognando insieme. Un posto di passaggio, dove circolava l’hashish. Conobbi Laura, che divenne la mia compagna, con la gioia e l’incoscienza dei vent’anni. Lei, saltuariamente, faceva uso anche di droghe pesanti. Per aiutarla a smettere feci un gesto di cui in seguito mi sarei pentito amaramente: provai anch’io. Fu l’inizio di una china che giorno dopo giorno ci condusse in un abisso senza fondo, nella prostrazione di dover reperire dosi quotidiane sempre più forti. Anni di paura, di euforia alternata a crisi d’astinenza, ricoveri in ospedale e continue ricadute. Fino al carcere. Scontata la pena, decidemmo di partire per l’India per imparare a suonare i Tabla, tipico strumento a percussione. L’India ci apparve affascinante, al punto da farci dimenticare l’Occidente e il suo materialismo, riuscendo a stare lontani da qualsiasi droga. Al rientro l’impatto fu molto duro. L’Italia in quel periodo era come paralizzata dal terrorismo di stampo politico. Disorientati, trovammo di nuovo conforto tra le braccia dell’eroina, ci aiutava a non pensare. Il vortice della tossicodipendenza ci risucchiò in un modo ancora più spietato. Seguirono anni di degrado fisico e morale. Fino a un bivio drastico: la pazzia o la morte. Tornai in India per disintossicarmi. Ma da solo, per evitare di condizionarci e di ricadere nel giro. Di nuovo in Italia, accettai, di malavoglia, di andare da uno zio in Toscana.
Fu la svolta. Da lui, stranamente, mi sentivo accettato e rispettato, come uno di casa. L’idea che animava la vita della sua famiglia era che Dio è Amore, ama tutti personalmente e senza condizioni. Questa proposta cominciò ad affascinare anche me. Il 1° maggio 1982, con i miei cugini, andammo a Loppiano per un meeting di giovani di tutto il mondo. Sempre più convinto di voler fare mia questa vita, cercavo di stare a stretto contatto con gli abitanti della cittadella, che, avevo scoperto, avevano messo a base della loro vita il Vangelo. Desideravo comunicare a Laura quanto mi era accaduto, e andai a trovarla. La sua reazione fu comprensibilmente dura, si sentiva tradita. Dopo alcuni mesi, mi scrisse una lettera. Era in carcere, voleva vedermi. Ringraziai Dio: dal fondo non si può che risalire.“Fa’ di me uno strumento per la sua redenzione!”, pregavo. Ogni settimana mi recavo da lei per un colloquio. Scontata la pena, dopo un anno e mezzo, iniziammo insieme una nuova vita, aiutati costantemente dalla nostra nuova famiglia, i Focolari. Maturammo il desiderio di sposarci in chiesa. La vita prese a scorrere serena e fiduciosa, arricchita dall’arrivo di due figlie. Laura si diplomò infermiera professionale. Ma proprio sul posto di lavoro, dopo qualche tempo, perse la testa per un collega. Chiese la separazione. Dopo aver lottato invano per evitare questa rottura, trovai un appartamento e andai a vivere da solo. Quindi i primi segnali di una malattia, sempre più grave, fino alla necessità di un trapianto. I medici dissero che mi restavano poche settimane di vita e mi ricoverarono immediatamente. Un tempo prezioso, quello trascorso in ospedale, in cui cercavo di preparare la mia anima, fissandola solo in Dio, con quotidiani atti d’amore verso gli altri ammalati, specie quelli più soli. Si trovò un fegato compatibile per tentare il trapianto. L’esito fu al di sopra delle aspettative, e dopo qualche tempo venni dimesso. Due anni fa una telefonata: Laura mi chiedeva di stare con le figlie, perché lei doveva essere ricoverata. Corsi subito. La diagnosi, senza appello, insperatamente aveva riunito la famiglia. Ci siamo perdonati a vicenda, grati di poter fare questo ultimo tratto di strada insieme. Negli ultimi istanti, mentre lentamente sussurravo al suo orecchio, più volte, “Ave Maria”, lei di tanto in tanto accompagnava la mia preghiera con un sospiro: mai prima avevamo pregato insieme. Alle ultime parole del “Salve Regina”, …mostraci, dopo questo esilio, Gesù.., Laura è volata in Cielo. (S. B. – Italia) (altro…)