Lug 10, 2017 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
«Il mio Paese, il Libano, per molti anni è stato sotto il controllo della Siria. Per questo motivo tra i due Paesi si è sviluppata una forte tensione, peggiorata dall’arrivo di un gran numero di rifugiati siriani, circa due milioni di persone su quattro milioni e mezzo di abitanti, quasi la metà della popolazione. All’inizio della guerra in Siria, alcune famiglie della comunità dei Focolari di Aleppo erano venute in Libano per allontanarsi per qualche tempo dalla guerra. In seguito, essendo peggiorata la situazione nel loro Paese, non sono più potute tornare in patria e sono state accolte in un centro del Movimento. Nel clima di ostilità generale che li circondava, aiutarli era una scelta decisamente contro corrente, che richiedeva da parte nostra lo sforzo di cancellare tutti i pregiudizi che il popolo libanese nutriva nei confronti dei siriani. Volevamo testimoniare la pace e l’amore tra noi. Abbiamo cominciato a visitarli, costruendo con loro un forte legame. Genitori, giovani e bambini, tutti ci siamo impegnati perché queste famiglie non si sentissero sole in un momento così difficile. Trascorrevamo le giornate insieme, organizzando serate, cercando di alleggerire le loro angosce, capirli e ascoltarli. Non potevamo risolvere i problemi degli Stati, ma potevamo almeno costruire delle oasi di pace intorno a noi. Non avevano nulla, erano arrivati senza poter portare con sé oggetti o vestiti. Abbiamo fatto tra noi una comunione dei beni, raccogliendo soprattutto vestiario, che abbiamo offerto con delicatezza, non era facile per loro accettare un aiuto materiale. Le loro condizioni di vita erano dure. Erano senza lavoro, in terra nemica, spesso in attesa di notizie dei loro parenti o amici. Noi giovani siamo andati insieme sulla spiaggia, per cercare di allentare l’atmosfera di tensione. Spesso. Abbiamo cominciato a frequentarci, a trascorrere insieme molto tempo, anche a leggere con loro la parola di vita, per condividere le nostre vite e le esperienze. Abbiamo cominciato a sentirci parte di un’unica famiglia. Un anno più tardi, queste famiglie hanno dovuto iniziare a cercare casa. Erano angosciate e con grosse difficoltà finanziarie. Ma abbiamo creduto insieme alla provvidenza di Dio. Cercando con loro case e lavoro, eravamo consapevoli delle difficoltà cui saremmo andati incontro. Entravamo nelle case per cercare un alloggio “per i nostri amici siriani” e ricevevamo in cambio reazioni molto dure. Ad esempio, i proprietari degli appartamenti ci proponevano degli affitti eccessivamente costosi, per non riceverli. Prima di lasciare il centro, l’ultimo giorno, un’unica famiglia non aveva ancora trovato né casa, né mobili. Una di noi ci ha ricordato che dovevamo avere fiducia nell’intervento di Dio. Con nostra grande gioia, il giorno dopo, abbiamo trovato gratuitamente una casa e un’altra persona che doveva traslocare ha regalato tutti i suoi mobili. Abbiamo anche trovato delle scuole semi gratuite per i loro figli. Con un gruppo di insegnanti abbiamo avviato una scuola di francese, che ha permesso ai bambini delle famiglie siriane di iniziare a frequentare la scuola. Ora tutte queste famiglie hanno lasciato il Libano e si sono trasferite in Canada, Belgio, Olanda. Ci hanno scritto per dire che in Libano si sono sentiti sostenuti, a casa. Una famiglia ha detto: «Senza il sostegno delle famiglie libanesi non avremmo mai potuto ricominciare tutto daccapo così facilmente». Quando sono partite, hanno lasciato quello che avevano per le famiglie che sarebbero arrivate dopo. Adesso disponiamo di tre alloggi che usiamo per aiutare le famiglie siriane e irachene di passaggio in Libano per emigrare, cercando di essere sempre disponibili ad amarli e a custodire questa relazione di pace». (altro…)
Lug 7, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Dopo una violenta guerra civile durata ben 12 anni, il Burundi è attualmente attraversato da una crisi politica che ha generato una grande frattura tra le istituzioni e i cittadini. Ci sono state numerose manifestazioni di protesta contro il governo e molti giovani sono stati arrestati. Omicidi e sequestri si susseguono, e tanti fuggono lasciando i propri villaggi o addirittura il Paese. I gen, giovani dei Focolari, si sono impegnati a “vivere per la propria gente”, riconoscendo in ogni difficoltà o persona sofferente un volto di Gesù crocifisso e abbandonato, per amarlo concretamente. «Siamo andati a soccorrere i numerosi feriti – racconta Lewis –. Durante una delle visite a un ospedale della capitale abbiamo lavato i panni dei malati e condiviso i pasti con alcuni di loro. Siamo andati a trovare i bambini di un orfanatrofio. Abbiamo giocato e condiviso il pomeriggio con loro, cercando di farli contenti. Ne abbiamo approfittato per dare anche una mano per la pulizia». I gen, tanti di loro studenti universitari, hanno organizzato una “Conferenza di pace” presso l’Università del Burundi, molto partecipata. «La sala era piena e questo ci ha confermato quanto le persone aspirino davvero alla pace. Si è esibito il nostro gruppo musicale, il “Gen Sorriso”, riscuotendo una buona accoglienza da parte dei presenti. In particolare la canzone “I Believe” (vedi il video) composta da loro, incoraggia i giovani del nostro paese ad andare controcorrente, rendendosi sensibili alla sofferenza altrui, con l’invito a fare la propria parte per cambiare il mondo. Quando abbiamo fatto le riprese di questo videoclip abbiamo dovuto sforzarci per andare oltre le situazioni avverse che ci circondavano e credere che, nonostante tutto, la pace è sempre possibile». Per rendere più visibile ed efficace il loro impegno, insieme alla comunità locale dei Focolari, i giovani hanno dato vita al progetto “TOPA” (Progetto per la pace in Burundi), che include una serie di iniziative in favore della pace e della riconciliazione: «Attraverso conferenze tematiche, programmi radio, attività di beneficenza, concorsi d’arte, di poesia e di canto e una grande festa di chiusura, iniziative sempre diffuse dai social media, cerchiamo di coinvolgere il maggior numero di persone a impegnarsi con noi per costruire la pace nel nostro Paese». https://www.youtube.com/watch?v=Q2fobgsqI7c (altro…)
Lug 6, 2017 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
https://youtu.be/zGVMkJYcm1U (altro…)
Giu 27, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
https://vimeo.com/221708579 (altro…)
Giu 17, 2017 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il mio percorso comincia l’ultimo giorno del calendario ruandese in cui si ricorda il massacro avvenuto nel 1994. So che Gesù abbandonato può dare un senso a tutte le sofferenze umane, specialmente a quelle che lasciano profonde ferite nel cuore. Avverto un forte legame tra il sacrificio di Gesù e quello sofferto dal popolo ruandese. Sotto la guida di don Telesphore, sacerdote del posto, conosco la capitale Kigali, nota per la sua pulizia. I segni dello sviluppo economico, però, si vedono soprattutto in centro città, che sembra una capitale europea. Ma non lontano dai moderni palazzi c’è la gente comune, legata all’agricoltura, e che si sposta per vendere i loro prodotti al mercato: frutta, verdure, galline … A causa della pelle chiara e alto come sono, la mia presenza non passa inosservata. Spesso scopro sguardi sorpresi, ma basta un gesto di saluto, «muraho», o un sorriso, ed il ghiaccio si rompe con un bel sorriso come risposta. Le visite alle principali città del Paese le facciamo in macchina. Ogni tanto ci fermiamo per offrire un passaggio a qualcuno. Tra le tante persone a cui diamo un passaggio, mi colpisce una giovane di circa 20 anni. Dietro il suo bel sorriso c’è una dolorosa storia. Don Telesphore mi racconta che i suoi genitori sono stati uccisi nel genocidio degli anni ’90. Lei si recava a pregare presso la loro tomba. Da bambina, assieme a suo fratellino, venivano da don Telesphore. Lì hanno trovato una famiglia che li riempie d’amore. E come loro, incontro tante situazioni simili. Il sabato l’abbiamo trascorso nel seminario teologico che accoglie seminaristi di tutto il Paese: circa 130. Nella messa, intrisa dalla cultura ruandese, rimango molto colpito dall’azione della Grazia dopo la comunione, con canti che coinvolgono tutto il corpo. È una specie di ritmo sacro, non sincronizzato tra tutti, ma incredibilmente armonico. Scuola Gen’s. In uno dei seminari facciamo una “scuola” per i seminaristi che vogliono conoscere la spiritualità dell’unità. Don Telesphore chiarisce dall’inizio che “questa scuola non si fa con i libri, ma con la vita” e che “siamo qui per costruire l’unità voluta da Gesù attraverso il nostro amore reciproco”. Durante l’incontro, infatti, l’amore evangelico si sentiva in modo molto concreto tra tutti. Dopo la partita di basket, infatti, chiedo: “Chi ha vinto?”. La risposta: “Tutti”. Dove regna l’amore la competizione diventa una buona occasione per vivere il Vangelo. Approfondiamo il punto della spiritualità dell’unità che tocca il mistero di Gesù abbandonato. Ci colpiscono la testimonianza di due sacerdoti, uno del Ruanda e l’altro del Burundi, paesi carichi di incomprensioni vicendevoli. Ma le differenze, per l’amore a Gesù nel suo abbandono, danno luogo all’unità cresciuta tra di loro. Uno dei seminaristi esprime tutti: “Quando si parla con il cuore, siamo toccati nel cuore”. Gli ultimi giorni sono dedicati all’incontro con le famiglie e i giovani, ma anche alle altre persone che condividono lo stesso ideale di fraternità. Infine, un pellegrinaggio al santuario della Madonna, non lontano dal seminario. Vogliamo ringraziarla per questo viaggio e per i numerosi doni che abbiamo ricevuto. (Armando A. – Brasile) (altro…)
Giu 13, 2017 | Cultura, Nuove Generazioni
Uma nova edição de “Aos Gen”, revista e ampliada com discursos, mensagens e artigos de Chiara Lubich aos gen, desde a fundação do Movimento Gen até 2001. Três volumes: de 1966 a 1969, de 1970 a 1974, de 1975 a 2001. “Caríssimos gen, acreditem em mim: a mais alta contestação do mundo quem faz e fará é Deus em nós, que existe, se o seguirmos no caminho do amor. De contestações Ele entende bem! Todo o Seu Evangelho é uma contestação ao mundo. E entende de lutas pacíficas e de martírios para renovar o mundo… Ajudem, pois, os seus amigos a resolverem os problemas contingentes deles e de vocês, mas, ao mesmo tempo, mantenham-se estreitamente ligados entre vocês
Naquele que venceu o mundo”. (Do Volume 1)
Vocês, gen, sabem que são chamados a levar para frente, no novo milênio, este grande Ideal, que Deus nos confiou para contribuir na realização do Seu testamento: “Que todos sejam um”.
Toda a minha esperança está depositada em vocês. Sei que almejam coisas grandes e lhes asseguro que no Ideal de vocês encontrarão a plena realização e serão felizes. É isto que lhes desejo com todo o coração. Estou sempre com vocês. (Do Volume 3)

Editora Cidade Nova
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