Apr 26, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
Solo tre giorni mancano all’apertura, il 29 aprile, della Settimana Mondo Unito 2017 con l’atteso Meeting internazionale dei Giovani per un Mondo Unito a Loppiano (Italia). Oltre 500 giovani sono ai blocchi di partenza. “United World Project” (progetto mondo unito) è lo slogan che li muove e che declinano in tutte le possibili modalità di comunicazione. Ma in che cosa consiste questo progetto di cui vogliono essere portavoce? Una rete di innumerevoli gesti, contagiosi e coraggiosi, che gettino ponti, aprano strade di dialogo e di solidarietà, indichino percorsi di fraternità. «La crisi finanziaria, economica e soprattutto culturale che attraversa tutti i Paesi – si legge nel documento programmatico “Fraternità universale: chance per il mondo” – pone interrogativi epocali. Come dare un futuro di pace, libertà, giustizia ai popoli della terra? Vogliamo ripartire dall’unità della famiglia umana, indicare l’orizzonte della fraternità universale agli uomini e ai popoli. È questo il progetto della nostra vita». La frontiera che si estende dal Golfo del Messico all’Oceano Pacifico lungo 3.169 chilometri fortemente controllati, rappresenta plasticamente i sogni spezzati di tanti immigrati in cerca di un futuro. Nelle sue vicinanze, a Mexicali (ma lo stesso succede a Calexico, sul versante degli Stati Uniti), da alcuni anni è attivo un gruppo di giovani che, nonostante il muro, a un mondo senza muri ci crede davvero. «Abbiamo cominciato a cantare in un parco della nostra città situato proprio accanto al muro di confine. Un modo per portare un po’ di sollievo a chi transita da quelle parti. Il secondo passo è stato entrare nel carcere di massima sicurezza della città dove convivono 4mila persone, per offrire musica e canzoni. Dopo aver passato molti controlli, ci è stato permesso di condividere alcune ore con 130 detenuti radunati in un salone. Durante il pranzo ci hanno raccontato che la nostra era l’unica visita che avevano ricevuto nel corso di due anni». Nel 2016 una tappa della staffetta mondiale Run4unity si è svolta proprio accanto al muro. «Abbiamo voluto depositare la nostra bandiera lungo il muro come simbolo dell’unità che ci impegniamo a costruire con quanti vivono dall’altra parte». Comunicato stampa (altro…)
Apr 22, 2017 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
https://vimeo.com/147830026 (altro…)
Apr 21, 2017 | Nuove Generazioni
Se potessimo vedere il mondo da lontano, con uno zoom potentissimo, come talvolta possono fare gli astronauti, vedremmo il nostro pianeta pacifico e addirittura privo di frontiere. A distanza ravvicinata, invece, le immagini di cui disponiamo trasmettono i dettagli di ogni possibile divisione, odio e prevaricazione. A volte, guardare la nostra storia e il nostro pianeta da troppo lontano, o da troppo vicino, rischia di falsare la realtà e depistare il giudizio. Quale sarà la giusta distanza per non perdere di vista la traiettoria verso cui muove la nostra umanità? L’economia, la sociologia, le scienze naturali, la filosofia, interrogandosi sulle trasformazioni dell’era contemporanea, convergono su alcuni principi. Come l’interdipendenza: tutto quanto accade in un luogo può avere conseguenze altrove. Ogni singolo frammento o porzione di umanità svela il suo potenziale più alto nell’appartenenza a un destino comune. Non ci si salva da soli, né si può stare bene, arroccati dentro un guscio, se tutto intorno c’è una diffusa sofferenza. «Che il mondo si convinca che è chiamato all’unità» è la sfida che Chiara Lubich ha lanciato ai Giovani per un Mondo Unito nel 1985. Da oltre vent’anni, i giovani per un mondo unito si nutrono di questa visione del bene comune e operano per dare loro attuazione. Attirati dalle infinite possibilità della fraternità, dall’unico possibile destino della storia e dell’umanità contemporanea, centinaia di giovani di diverse nazionalità stanno accorrendo a Loppiano (Italia). Le loro iniziative, a livello planetario, convergono nella Settimana Mondo Unito che, dal 1995, rappresenta una vetrina delle azioni di fraternità in atto nel mondo. Azioni che confluiscono a loro volta nell’United World Project con l’obiettivo di attirare l’attenzione della società civile e delle istituzioni internazionali verso una cultura della fraternità. (altro…)
Apr 19, 2017 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
LIVE STREAMING da Loppiano
PULSE – THE EVENT – PRIMO MAGGIO 10:00-12:30 (CET, UTC 1)
PULSE – THE MEETING, 29 Aprile 2017, rivedi lo streaming qui: prima parte – seconda parte
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Il cuore dei giovani, si sa, batte più velocemente. Pulsa a ritmo incalzante, con improvvise accelerate, segno di ottima salute. E riversa sul mondo intorno energia, vitalità, movimento. “Pulse”, il meeting internazionale (“Change your heart, Change the world”) dal 29 aprile al 30 aprile, sarà una “due giorni” a ritmo accelerato. Tenetevi forte. Potrebbe avere forti controindicazioni per chi soffre di: allergie alla contaminazione con altre culture, paura del confronto, inclinazione a risolvere tutti i conflitti con soluzioni drastiche e possibilmente violente. Ottima cura, invece, per chi, allacciate le cinture di sicurezza, desideri viaggiare a tutta velocità alla scoperta di un mondo nuovo in cui la Pace sia legge universale. Loppiano (Firenze), cittadella che, dal lontano 1973, ai primi di maggio si affolla di giovani, quest’anno offrirà a tutti i partecipanti (appartenenti a vari movimenti e gruppi, tra cui Giovani per un mondo unito, Nuovi Orizzonti, Rondine, Centro internazionale La Pira, Non Dalla Guerra, Living Peace, Istituto Universitario Sophia, Dancelab, EcoOne, Economia Disarmata, Barbiana e Sportmeet) uno spazio di incontro e riflessione per imparare, conoscersi e progettare. Tante le testimonianze dal mondo: Siria, Ecuador, Egitto, Giordania, Libano e Iraq. Sei i workshop dedicati a tematiche d’attualità: accoglienza e integrazione, impegno sociale, arte, pace, sport, comunicazione. Quattro i forum di approfondimento: pace e tradizioni religiose, economia e politica, educazione alla pace, natura. Due di questi saranno condotti dal progetto Living Peace International e dal gruppo Economia Disarmata. Il primo viene dall’esperienza di Carlos Palma: uruguaiano, nel 2011 insegnava in Egitto. Dalla sua esperienza con gli studenti, sullo sfondo di uno scenario drammatico di guerre e conflitti, nasce un progetto di educazione alla pace, diffuso in più di 100 paesi, con la partecipazione di quasi mille tra scuole, gruppi e associazioni. Ad oggi, ha coinvolto più di 200 mila bambini, adolescenti e giovani in varie parti del mondo. Il secondo, Economia Disarmata, organizza ormai da qualche anno un percorso di educazione alla pace. In questa occasione proporrà: “Obiezione alla guerra: sulle tracce di don Milani”, una visita al paese di Barbiana, vicino Firenze, guidati dalla lettura degli scritti del sacerdote italiano sulla guerra, la pace e l’obiezione di coscienza.
Insomma, un viaggio ad alta velocità per conoscere – e scegliere – cosa fare per cambiare il corso della storia, diventando un nodo di quella rete mondiale, chiamata “United World Project”, che vede impegnati dal 2012 i Giovani per un Mondo Unito, insieme ad altre associazioni e gruppi. L’idea è quella di collegare i diversi “frammenti di fraternità” e metterli in rete. Il 1° maggio a chiusura del Meeting, ancora una volta, l’atteso appuntamento di Loppiano aprirà le porte a tantissimi giovani in arrivo da oltre 40 Paesi, intenzionati a mostrare a tutti il vero “battito” dell’umanità: le infinite azioni di pace e fraternità che popolano, meno rumorose della guerra, la vita di singoli, gruppi e popoli. Idee in musica, coreografie, parole, testimonianze e spazi di dialogo su politica, economia, arte, religione, cultura, impegno sociale a favore della pace. A seguire e fino al 7 maggio aprirà i battenti la 21esima edizione della Settimana Mondo Unito, l’iniziativa che dal 1996 coinvolge grandi e piccoli in una serie di azioni in tutti i continenti, autentiche “vetrine” di fraternità. Con l’augurio che la Settimana venga un giorno riconosciuta anche dall’ONU. C’è da correre. Ma davvero. Il 7 maggio “Run4unity” chiuderà la Settimana Mondo Unito con un altro evento mondiale: una maratona a staffetta tra i diversi fusi orari unirà, idealmente, il pianeta. È ancora possibile iscriversi sul sito: run4unity Comincia un periodo di battiti accelerati del cuore. Ma di quelli salutari, che fanno bene al mondo. Per poter seguire gli eventi e interagire usa gli hashtag: #UnitedWorldWeek2017 – #4peace – #PULSE – #ChangeYourHeartChangeTheWorld – #MeetingY4UW – #PrimoMaggioLoppiano2017 – #run4unity2017.
https://youtu.be/5Bc3pj_p0FY (altro…)
Apr 13, 2017 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Chi “forma i formatori”? Chi e come, in particolare, accompagna la delicata missione di seminaristi e sacerdoti nel percorso della loro formazione pastorale? Come aiutare seminaristi, diaconi e sacerdoti ad essere “ministri capaci di riscaldare il cuore alla gente, di camminare nella notte con loro, di dialogare con le loro illusioni e delusioni, di ricomporre le loro disintegrazioni?” (Discorso del Papa ai vescovi del Brasile, 27 luglio 2013) Domande di senso per tutte le comunità cristiane che interrogarono già il Concilio Vaticano II, aprendo ed esortando alla creazione di scuole che formassero alla spiritualità di comunione. Storia. Nel 1966 nasce a Grottaferrata (Roma) la Scuola sacerdotale del Movimento dei Focolari, trasferita poi nel 1974 a Frascati, quindi stabilizzatasi nel 1984 nella cittadella internazionale di Loppiano, oggi con il nome di Centro di spiritualità Vinea Mea. L’intento è quello di offrire una formazione unificata per sacerdoti, diaconi e seminaristi che metta al centro la fraternità vissuta. Una scuola di vita per uomini chiamati da tutto il mondo ad annunciare il Vangelo, per formarsi ad una vita di comunione con i propri vescovi, con gli altri sacerdoti, con i laici delle rispettive parrocchie, con uomini e donne di ogni credo e cultura, secondo l’augurio che Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, fece nel 1966 ai partecipanti a Grottaferrata: «… Saper posporre tutto, svestirsi di ogni pretesa di potere, per assicurare la presenza di Gesù fra loro, vivendo come bambini il Regno di Dio. In questo modo [nascerà]una pastorale “nuova” e dei sacerdoti “nuovi”: sacerdoti-Cristo per l’umanità, pronti a dare la vita per tutti». In sintonia con quanto Papa Francesco più volte ha ribadito oggi ai sacerdoti: di uscire verso le “periferie esistenziali”. Dal 1966 ad oggi, sotto la guida di tanti sacerdoti a cominciare da don Silvano Cola, sono stati formati più di 4.000 sacerdoti e seminaristi tra i 20 e i 75 anni, di chiese diverse e da una sessantina di Paesi da ogni parte del globo. Un’esperienza che, per l’impegno nel vivere ogni giorno l’amore evangelico, vuole essere un’esperienza che forma “sacerdoti di comunione” al servizio degli altri.
Riaperta ad ottobre 2013 dopo quasi due anni di ristrutturazione, il Centro di Spiritualità accoglie la sfida di coniugare antico e moderno, dimensione comunitaria e tradizione secolare della chiesa, tanto nelle modalità di formazione della comunità quanto nell’architettura stessa. “Vinea Mea – spiega don Imre Kiss, attuale responsabile del Centro – offre una formazione permanente alla luce della spiritualità di comunione del Movimento dei Focolari. La scuola, della durata di un anno, prevede corsi di spiritualità, teologia, antropologia, ecclesiologia, oltre a laboratori su tematiche di attualità (giovani, famiglia, comunicazione, dialogo con culture e religioni). Attraverso la condivisione della vita in piccole comunità, punta a rispondere all’esigenza espressa da molti sacerdoti di sperimentare nel concreto una spiritualità fondata sulla comunione, per poi trasmetterla agli uomini e alle donne del nostro tempo”. Il Centro opera in sinergia con simili strutture in altrettante cittadelle del Movimento dei Focolari: in Polonia, Germania, Kenya, Brasile, Filippine, Argentina. Promuove spesso, inoltre, corsi e workshop annuali rivolti a educatori nei seminari per sostenere e diffondere uno stile di vita sacerdotale fondato sulla comunione. Lo scorso novembre 2016, il Centro Vinea Mea ha concorso ad inaugurare il Centro Evangelii Gaudium (CEG): progettata e realizzata in collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia, costituisce un proposta in risposta all’invito del Papa di dare un nuovo slancio all’opera di rinnovamento necessaria alla nuova tappa di evangelizzazione della Chiesa, chiamata ad uscire verso le periferie esistenziali del nostro tempo. Una delle prime iniziative del CEG è il corso di approfondimento sull’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, organizzato dal Centro di spiritualità Vinea Mea. Fonte: Loppiano online (altro…)
Apr 11, 2017 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il tema “Vangelo e culture” è assai complesso e delicato. Se ne parla da secoli, in ambito teologico, sociologico, pastorale, politico, educativo. Vi sono documenti, come l’Evangelii nuntiandi di Paolo VI (8 dicembre 1975) e l’Evangelii gaudium di papa Francesco (24 novembre 2013), che sono riferimenti imprescindibili. Se a questo binomio si aggiunge poi la parola “carismi”, espressione che oggi si attribuisce anche a figure e realtà non ecclesiali, allora qualsiasi ricerca di accordo diventa una sfida, specialmente se si mettono insieme esperti provenienti da culture diverse. Eppure proprio questa è stata la caratteristica del convegno-confronto “Vangelo – carismi – culture” che si è svolto il 6-7 aprile presso il Centro dei Focolari a Rocca di Papa (Roma). Nel saluto iniziale, Maria Voce ha indicato l’obiettivo di fondo: favorire «una cultura di pace, una cultura della risurrezione» che incida su scala sempre più vasta. Esperti da Asia, Africa, Americhe, Europa (presenti o in collegamento internet) si sono confrontati in tre sessioni tematiche. Carismi ed evangelizzazione della cultura. La prima sessione è partita da due domande – «Come rispondere all’urgenza che il Vangelo si faccia cultura?» (Mons. Zani) e «Come accelerare la comunione tra i carismi di fronte alle sfide del presente?» (Sr Motta) –, e da una provocazione: «Oggi tanti “carismi” nascono in ambito non religioso, mentre nella Chiesa spesso non c’è abbastanza profezia» (Bruni). Nel dialogo successivo gli esperti, presenti e in collegamento, hanno sottolineato, tra l’altro, che «ogni confronto con l’altro è incontro con una storia, familiare sociale e culturale» (Gaudiano); che «i media hanno un loro carisma per il mondo unito, se mantengono la propria autonomia» (Zanzucchi); che «l’evangelizzazione della cultura non passa per l’autorità, ma per la testimonianza» (Mons. Zani). Fino alla sollecitazione: «Ci vuole un nuovo potenziale narrativo; i giovani di oggi non capiscono più il linguaggio del ‘900» (Bruni). Dall’inculturazione all’interculturalità. La seconda sessione è iniziata con la relazione di Jesús Morán: «Le elaborazioni culturali europee non esauriscono quello che c’è da dire su Cristo. Nell’incontro con le altre culture si esprime qualcosa che non era ancora espresso». La meta, ha ricordato il filippino Andrew Recepcion, «non è un cristianesimo non occidentale, ma oltre-occidentale». Maria Magnolfi ha rilevato nel vissuto dell’Africa valori «da prendere in considerazione anche a livello accademico, per uscire da certi empasse». Soni Vargas, dalla Bolivia, ha con passione domandato di passare dal paradigma della “inculturazione”, che non esprime la “reciprocità attiva” chiesta da Chiara Lubich, a quello della “interculturalità”: «Non più “missione” ma inter-dono, in una dinamica trinitaria in cui non c’è superiorità di una cultura sull’altra». Nel dibattito, Vania Cheng, cinese, ha detto: «L’Asia chiede l’ascolto, il rispetto e il silenzio, perché la parte interiore rivela più della parola». Raphael Takougang, camerunense, ha ricordato che «nell’interculturalità il sapere non si comunica, si fa passare facendo esperienza insieme». Roberto Catalano ha sottolineato quanto Chiara avesse visto lontano quando ha invitato a «far nascere Cristo dal cuore delle culture». Ha confermato Lucas Cerviño in collegamento dal Messico: «Devo creare le condizioni perché il seme di Dio che è già dentro una cultura possa fiorire, ma senza imporre il modo». Morán ha concluso: «È giusto che non ci sia controllo o superiorità di una cultura sull’altra, ma questo non vuol dire che non ci sia un centro: Cristo è il cuore del mondo». Giovani – fede – discernimento vocazionale. La terza sessione, centrata sul tema del prossimo Sinodo dei vescovi, è stata aperta dalla relazione di Italo Fiorin: «Educare significa aiutare l’altro a trovare il senso della propria vita. Educare è l’arte di accompagnare». Sr. Jenny Favarin ha testimoniato come «la scoperta della vocazione all’amore faccia sbocciare fiori bellissimi». Maria Rosa Logozzo ha raccontato del contatto di gruppi di giovani di varie culture (credenti e non) con il focolare a Dublino: «Li attira la possibilità di fare una esperienza di Dio nella comunità». Dopo un ricco dibattito, Fiorin ha concluso sottolineando l’importanza della “pedagogia della realtà”, in particolare del service learning: «apprendere serve, servire insegna». Nel pomeriggio conclusivo è intervenuto il teologo Piero Coda sulla domanda: cosa significa che la Chiesa è nata dall’abbandono di Gesù in croce? «Una vita nell’esodo: la capacità di staccarsi dalle proprie radici per vivere l’altro. Testimoniare la follia dell’amore di Dio». Il dialogo di questi due giorni, ha infine ricordato Francisco Canzani, si trasformerà in articoli per le riviste Gen’s, Unità e Carismi, Nuova Umanità, Città Nuova, oltre ad aiutare a riflettere sull’attualità ecclesiale e culturale. Fonte: Città Nuova online (altro…)