Movimento dei Focolari

Emergenza Kerala

Una grande massa di sfollati, in attesa di riuscire a tornare nelle proprie abitazioni, ancora sommerse dalle devastanti inondazioni che si sono verificate nel Kerala, è al momento radunata in 3.800 campi di raccolta. Le operazioni di soccorso e assistenza vengono portate avanti in mezzo a grandi difficoltà, a causa dell’inaccessibilità di alcune zone. In certi casi, cibo e acqua vengono lanciati dagli elicotteri, essendo stati distrutti strade e ponti. Dalla comunità locale dei Focolari scrivono: «Siamo di ritorno da Trichy (a 300 Km circa dal Kerala), dove si è svolta la Mariapoli con le persone dei gruppi della Parola di vita, sparsi in un raggio di 120 km. In cuore, però, avevamo le persone del Kerala travolte dalle fortissime piogge. Siamo ancora nel periodo del monsone, vento caldo che provoca questi tifoni tropicali. Per quanto sappiamo le persone del Movimento stanno bene. C’era in programma un ritiro per sacerdoti a Trivandrum (nel sud del Kerala), ma l’abbiamo dovuto cancellare perché i viaggi non sono sicuri e tanti sacerdoti prenotati sono coinvolti nella tragedia. Nel fine settimana, le nostre comunità locali si sono impegnate a raccogliere generi alimentari e oggetti di prima necessità da inviare alle zone colpite. Contiamo sulle vostre preghiere». Anche Papa Francesco ha pregato per le vittime e perché “non manchi a questi fratelli la nostra solidarietà e il concreto sostegno della comunità”.


Per chi vuole collaborare, sono stati attivati i seguenti conti correnti:

Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU) Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN)
IBAN: IT58 S050 1803 2000 0001 1204 344 presso Banca Popolare Etica IBAN: IT55 K033 5901 6001 0000 0001 060 presso Banca Prossima
Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T Codice SWIFT/BIC: BCITITMX
CAUSALE : Emergenza Kerala (India)
I contributi versati sui due conti correnti con questa causale verranno gestiti congiuntamente da AMU e AFN. Per tali donazioni sono previsti benefici fiscali in molti Paesi dell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo, secondo le diverse normative locali. I contribuenti italiani potranno ottenere deduzioni e detrazioni dal reddito, secondo la normativa prevista per le Onlus, fino al 10% del reddito e con il limite di € 70.000,00 annuali, ad esclusione delle donazioni effettuate in contanti.

 


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Un popolo in fuga

Un popolo in fuga

«Secondo dati attendibili, nella sola giornata dell’11 agosto, 5.100 venezuelani hanno varcato la frontiera tra Ecuador e Perù. Un record che supera quello raggiunto nel maggio scorso, quando in un giorno c’erano stati 3.700 nuovi arrivi. Per questo motivo l’Ecuador ha dichiarato uno stato di emergenza migratoria». Roggero, nato in Venezuela da genitori italiani, conosce bene l’America Latina, dove ha vissuto quasi 40 anni ed ora nella capitale peruviana, dove vive dal 2015. Non solo Brasile, Colombia, Ecuador e Perù, ma anche Paesi più lontani come il Cile, l’Argentina e perfino l’Uruguay sono alle prese con un esodo epocale, che secondo molti osservatori rischia di provocare in quell’area una delle maggiori crisi umanitarie degli ultimi decenni. Le nuove norme di ingresso in Ecuador e Perù impongono da pochi giorni ai cittadini venezuelani di esibire un passaporto, impossibile da ottenere di questi tempi, al posto della carta d’identità. «Si tratta di una realtà difficilmente comprensibile se non si vive in prima persona. I venezuelani fuggiti in Perù potrebbero aver già raggiunto la quota di 400 mila persone. Sono fuggiti da un Paese attanagliato da una crisi gravissima, dove manca tutto, e sono qui per trovare un lavoro e mantenere il resto della famiglia rimasta in Venezuela. Ma a costo di grandi sacrifici. Sono disposti a tutto, fanno spesso la fame, trascorrono anche 3-4 ore al giorno in autobus per guadagnare pochi dollari. Molti dormono sul pavimento e soffrono il freddo perché non hanno nemmeno una coperta, o fanno la doccia con l’acqua fredda. Ma, perlomeno, sanno che chi è rimasto in Venezuela (moglie, figli, fratelli, nonni…) ha un tetto sopra la testa e può in qualche modo sopravvivere con i pochi dollari che arrivano dall’estero. Ormai, le “rimesse” che arrivano da fuori sono una voce importantissima nell’economia venezuelana». La comunità dei focolari, intanto, da vari mesi cerca di accogliere le persone che parenti o amici segnalano in arrivo o con cui per svariate circostanze è entrata in contatto. «Importante per noi – dice Silvano – è che trovino un’aria di famiglia. Se poi possiamo condividere del cibo, qualche giaccone, delle medicine, una coperta o delle indicazioni per ottenere il permesso di soggiorno temporaneo, meglio ancora. Il 12 agosto ci siamo incontrati per la terza volta nel focolare di Lima, insieme al Centro Fiore una delle nostre sedi operative. Eravamo in 23 persone, due terzi delle quali venezuelane. Prima di tutto, con chi voleva, abbiamo partecipato alla messa. Poi abbiamo offerto un pranzo, con due grandi tavolate. Prima di congedarci abbiamo visto una presentazione in video di Chiara Lubich, perché la maggioranza dei presenti non conosceva il Movimento. Un momento sempre commovente è quello dedicato alla distribuzione dei vestiti che generosamente la comunità locale raccoglie e ci fa pervenire. Abbiamo anche riso parecchio quando uno dei presenti ha visto che un altro indossava il suo giaccone, preso per sbaglio come uno degli indumenti “disponibili”. Questa inusuale contentezza celava realtà molto dure e ogni genere di storie dolorose, vissute prima, durante e dopo la fuga dal Venezuela. Parlarne e ascoltarle è diventato per loro un momento di liberazione. A qualcuno in emergenza abbiamo potuto offrire, nel frattempo, qualche giro di lavatrice. Due rockettari, amici di uno degli invitati, sono capitati lì per caso. Uscendo, colpiti dal rapporto che avevano visto tra tutti noi, ci hanno definito “persone di qualità”. Pare che questa definizione, nel mondo dei rockettari, almeno in Venezuela, sia il massimo elogio possibile. E non era ancora finita: da colui che meno te l’aspetti è giunto l’invito a fare una preghiera finale, tutti in circolo e presi per mano, davvero significativo! Quella stessa sera siamo venuti a sapere che l’ONU stima che 2,3 milioni di venezuelani siano già scappati dal loro Paese, dall’inizio della crisi. Quindi abbiamo ancora molto lavoro da fare. E per un bel po’». Chiara Favotti (altro…)