Movimento dei Focolari

Vivere la Parola e condividerne i frutti

Un contributo alla riflessione della Chiesa sulla Parola di Dio. Questo vuole essere per i curatori, il volume “Vivere. La parola che rinnova” edito da Città Nuova e pubblicato in concomitanza con lo svolgimento dell’assemblea sinodale di ottobre. Vi sono raccolte 5 conversazioni nelle quali Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari scomparsa nel marzo scorso, espone la sua esperienza personale a contatto con il Vangelo. Ma quale la specificità di questo rapporto? Gabriella Ceraso lo ha chiesto a Michel Vandeleene uno dei curatori del volume: Una delle cose che contraddistingue anche la sua esperienza, e del Movimento dei Focolari dietro di lei, è proprio la spinta ricorrente a mettere la Parola in pratica, cioè a non essere soltanto gente che la medita, che vi aderisce, ma che cerca di tradurla in vita. E da qui anche il titolo di questo libro: “Vivere”. D. – In questo modo si può arricchire la riflessione della Chiesa? Sì, nel senso, di mettere l’accento su questa dimensione, che poi è del tutto evangelica, perché Gesù stesso ammonisce di non essere soltanto ascoltatore della Parola. E’ molto importante. Nell’esperienza di Chiara, però, non c’è soltanto il metterla in pratica, c’è anche dopo il condividerne i frutti. D. – Cosa genera vivere la Parola? Intanto, la Parola è veramente guida e permette appunto di orientarsi, di sapere in fondo cos’è il giusto e per quello dà anche sicurezza. Le cose fatte vivendo il Vangelo sono cose solide. Poi una cosa splendida, nell’esperienza fatta da Chiara nella Parola, è scoprire che nelle parole di Dio se noi facciamo la nostra parte, Dio fa la sua. E allora si vedono realizzare le promesse del Vangelo, il centuplo a chi lascia tutto per seguire Gesù. Si sperimenta che la vita fa veramente un balzo di qualità, che si colora, c’è un di più. D. – Quali le parole su cui è stato incardinato lo stesso Movimento dei Focolari? Alcune parole cardine sono appunto: “Amatevi”, che è il comandamento nuovo di Gesù, fino a dare la vita l’uno per l’altro, come Gesù l’ha data a noi; e da qui l’unità: che siano uno affinché il mondo creda. Questa spiritualità che è la spiritualità di comunione, dell’unità, è nata tutta da parole evangeliche che si concatenano e che fanno vedere il Vangelo dalla prospettiva dell’unità del testamento di Gesù. D. – Nel libro si parla di nuova evangelizzazione. E’ la linea del Movimento? In che cosa consiste? Chiara Lubich parla in questo libro di nuova evangelizzazione, evidenziando quali sono i cardini della nuova evangelizzazione nel magistero di Giovanni Paolo II, che ha lanciato la nuova evangelizzazione. Si parte dalla proclamazione dell’amore di Dio, per cui non il Dio giudice o lontano, ma il Dio vicino. Oppure, questa nuova evangelizzazione ha un ardore nuovo, che parte anche dalla vita. Gesù parlava con autorità, perché “era” quello che “diceva”. Di qui anche per esempio nelle omelie, tutta l’assemblea è sempre più attenta quando un sacerdote dà anche del proprio, mostrando come il Vangelo in lui ha portato frutti. Oppure una nuova evangelizzazione non fatta solo da sacerdoti o da missionari o da persone consacrate, ma da tutto il popolo di Dio che evangelizza.

Come vivere il Vangelo in ogni momento presente?

Vivendo il momento presente, vivo tutto il Vangelo. Se la Scrittura insegna a far bene le piccole cose, questa è proprio la caratteristica di chi altro non fa, con tutto il cuore, che ciò che Dio gli chiede nel presente. Se uno vive nel presente Dio vive in lui e se Dio è in lui, in lui è la carità. Chi vive il presente è paziente, è perseverante, è mite, è povero di tutto, è puro, è misericordioso perché ha l’amore nella sua espressione più alta e genuina; ama veramente Dio con tutto il cuore, tutta l’anima, tutte le forze; è illuminato interiormente, è guidato dallo Spirito Santo e quindi non giudica, non pensa male, ama il prossimo come se stesso, ha la forza della pazzia evangelica di porgere l’altra guancia, di andare per due miglia… È nell’occasione spesso di dare a Cesare quel che è di Cesare perché in molti attimi presenti dovrà vivere pienamente la sua vita come cittadino… e così via. Chi vive il presente è nel Cristo Verità. E ciò sazia, sazia l’anima che sempre anela a possedere tutto in ogni attimo della sua vita.   (da Essere tua Parola, Città Nuova Editrice – 2008 p. 51) (altro…)

Amore e misericordia nella Bibbia e nel Corano

Amore e misericordia nella Bibbia e nel Corano

9-12 ottobre Convegno Islamo-Cristiano

servizio del Tg2

album fotografico

«Amore e misericordia nella Bibbia e nel Corano» In concomitanza con il Sinodo dei Vescovi sulla Parola, oltre 200 cristiani e musulmani da vari Paesi si incontrano per approfondire il dialogo della vita basato sull’Amore e sulla Misericordia centrali nella spiritualità dell’unità

La città luogo della fraternità SESSIONE APERTA DEL SABATO 11 OTTOBRE (ore 16-18) Iniziative e testimonianze di cristiani e musulmani insieme, a livello politico, educativo, e sociale, realizzate in varie città d’Italia, Stati Uniti, Maghreb, Libano e Macedonia

comunicato stampa n. 17.10.2008

comunicato stampa n. 210.10.2008

comunicato stampa n. 3 – 11.10.2008

Interventi Sessione aperta

Intervento Vera Araujo

Intervento Educazione Annalisa Gasparini – Croazia

Intervento Educazione Aziz Shehu – Macedonia

Intervento Dialogo Città Layachi e Inglese – Veneto

Intervento Politica Marco Fatuzzo – Sicilia

Intervento Diversi… ma uno Baztami Fazzini – Teramo

Interventi del convegno

Amore e misericordia nel Corano e nella Sunna – Imam Kamel Layachi, Comunità islamica del Veneto

Amore e misericordia nella Bibbia – Padre Fabio Ciardi

La Regola d’oro nella spiritualità dell’unità – Michele Zanzucchi

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Amore e misericordia nella Bibbia e nel Corano

Parole vive

  La Parola rende liberi. Se prima di tutti i nostri pensieri, dei nostri affetti, della nostra volontà, ci sta a cuore la Parola, tutto ciò che succede diventa secondario. Secondarie le disgrazie, secondarie le tragedie, secondarie le avventure d’amore; secondaria la salute, secondaria la malattia; secondario tutto. Ciò che vale è se in tutti questi avvenimenti abbiamo vissuto la Parola. Mentre molti sono presi dagli affanni del mondo, chi vive la Parola è tranquillo, non teme nulla. Vivendo la Parola si ottiene tutto. Ed è logico. Gesù dice: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato”. Il Vangelo garantisce la felicità. Chi vive la Parola avverte nell’animo un frutto: la comunione con Gesù. Con tanta facilità parla con Lui, lo invoca nei momenti di necessità, gode della sua presenza nel profondo dell’anima, sente insomma che è nato nel suo cuore l’alberello della vita interiore. Quando due anime potranno consumarsi in uno? Quando saranno vive: cioè quando saranno scorzate dell’umano, e mediante la Parola di vita vissuta, saranno parole vive. Due parole vive possono consumarsi in uno. Se una non è viva, l’altra non può unirsi. Chi non vive la Parola di Dio, porta ovunque un’atmosfera umana, terrena; non lievita la massa, ma la deprime fino al punto di divenire causa di qualche screzio o divisione. Lasciamoci plasmare dalle parole del Vangelo: una sola potrebbe mutare il mondo e farvi risplendere la pace e l’amore.      

Essere lo ‘specchio’ di Gesù

Le parole di Gesù! Devono essere state la sua più grande arte. Il Verbo che parla in parole umane: che contenuto, che intensità, che accento, che voce! La risentiremo in paradiso. Egli ci parlerà. La Parola di Dio non è come le altre. Essa ha il potere di operare quanto dice. Genera Gesù nella nostra anima e nelle anime altrui. La Parola deve tramutarsi in azione e guidare la vita. In questo modo essa si rivela attraente. Bastano poche lettere e poche regole grammaticali per saper leggere e scrivere, ma se quelle non si sanno si resta analfabeti per tutta la vita. Così chi non assimila ad una ad una le parole del Vangelo,  non sa scrivere Cristo con la sua vita. Bastano poche frasi per formare in noi Gesù. Noi non abbiamo altro libro all’infuori del Vangelo, non abbiamo altra scienza, altra arte. Lì è la Vita! Chi la trova, non muore. Chiara Lubich (altro…)

Vivere la Parola cambia il rapporto con Dio e con i fratelli

Ecco l’ultimo pensiero  preparato da Chiara per il Movimento, dal letto di ospedale al Gemelli, poco prima della sua “partenza” e diffuso in questi giorni: «Vorrei questa volta sottolineare il valore del rapporto, dei rapporti tra di noi. Vivendo la Parola, agli inizi, a Trento, è cambiato sia il nostro rapporto con Dio che il nostro rapporto con i fratelli. Così è nata quella che allora chiamavamo “comunità cristiana”. Non dimentichiamo queste origini. Costruiamo la nostra opera su queste fondamenta». Riportiamo qui di seguito alcune sue righe tratte dal primo commento alla Parola di Vita di oltre  oltre 50 anni fa, tuttora   di grande attualità. Ben potrebbero riferirsi al pensiero appena citato, per penetrarlo in profondità e tradurlo in vita. «Le parole del Vangelo forse sembrano semplici, ma quale mutamento richiedono! Quanto sono lontane dal nostro usuale modo di pensare e di agire! Ma coraggio! Proviamo. Una giornata così spesa vale una vita. E alla sera non riconosceremo più noi stessi. Una gioia mai provata ci inonderà. Una forza ci investirà. Dio sarà con noi, perché è con coloro che amano. Le giornate si susseguiranno piene. A volte forse rallenteremo, saremo tentati di scoraggiarci, di smettere. E vorremmo tornare alla vita di prima… Ma no! Coraggio! Dio ci dà la grazia. Ricominciamo sempre. Perseverando, vedremo lentamente cambiare il mondo attorno a noi. Capiremo che il Vangelo porta la vita più affascinante, accende la luce nel mondo, dà sapore alla nostra esistenza, ha in sé il principio della risoluzione di tutti i problemi. E non avremo pace, finché non comunicheremo la nostra straordinaria esperienza ad altri: agli amici che ci possono comprendere, ai parenti, a chiunque ci sentiamo spinti a darla. Rinascerà la speranza». (altro…)