Movimento dei Focolari

Don Foresi: gli anni di lavoro per l’incarnazione del carisma

Giu 14, 2025

Dieci anni fa, il 14 giugno 2015, moriva il teologo Don Pasquale Foresi (1929-2015), che Chiara Lubich considerò cofondatore del Movimento. Fu il primo focolarino sacerdote e il primo Copresidente dei Focolari. Da alcuni mesi è uscito il secondo volume della biografia di Foresi, scritto da Michele Zanzucchi. Ne parliamo con il prof. Marco Luppi, ricercatore in Storia Contemporanea presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Italia).

Dopo la pubblicazione della prima parte della biografia di Don Foresi dedicata al periodo iniziale della sua vita, è uscita anche la seconda parte dal titolo: “La regola e l’eccesso” (editrice Città Nuova), delle tre previste, che affronta gli anni dal 1954 al 1962. Che cosa secondo lei, nel presente volume, emerge come nota caratterizzante di questo periodo della vita di Foresi?

Una nota che caratterizza profondamente la vita e l’esperienza di Pasquale Foresi negli anni indicati, si può esprimere in questo modo: si è trattato di uno spirito libero, di una persona animata da una tensione creativa tra carisma e cultura, mossa dall’esigenza di tradurre spiritualmente e operativamente l’ispirazione di Chiara Lubich (il carisma dell’unità) e il bisogno, in certo qual modo, di conferirle spessore teologico, filosofico e istituzionale, in un contesto ecclesiale ancora largamente preconciliare. Il libro lo descrive molto bene come continuamente impegnato, accanto alla Lubich, ad “incarnare” il carisma in forme comprensibili alla Chiesa del tempo, al mondo culturale e laico in generale. In tal senso si può arrivare a definirlo, oltre che un co-fondatore, anche un interprete ecclesiale del carisma, colui che cercava di renderlo “spiegabile” nei codici della Chiesa e che ha provato ad essere il costruttore di ponti tra la dimensione mistica della Lubich e la teologia classica, rendendola accessibile a molti senza annacquarla.

Al tempo stesso Foresi era un intellettuale atipico e un pensatore originale. Pur non lasciando grandi opere sistematiche (non si era dato quello come compito specifico), esercitò un forte impatto sull’Opera di Maria (Movimento dei Focolari), proprio nel lasso di tempo descritto dal volume. Questo secondo libro documenta un’esistenza dinamica, attraversata da un senso di urgenza, come se le parole del Vangelo proprie dello sviluppo del Movimento dei Focolari dovessero essere incarnate “subito”, senza rimandi.

“Don Foresi, uno spirito libero, di una persona animata da una tensione creativa tra carisma e cultura”.

Il nostro intervistato, il prof. Marco Luppi, ricercatore in Storia Contemporanea presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Italia)

Le oltre 600 pagine del testo affrontano non solo le vicende che riguardano la vita di Foresi nel periodo preso in esame, ma tratteggiano anche la vita e la storia di Chiara Lubich e del Movimento dei Focolari di quegli anni, soffermandosi anche su racconti ed episodi ai quali Foresi non era presente, come l’autore stesso afferma. Perché secondo lei questa scelta editoriale?

Zanzucchi include eventi e vicende anche non direttamente vissuti da Foresi perché la sua figura è inscindibile dalla storia del Movimento dei Focolari. Raccontare il contesto, i protagonisti e le dinamiche collettive permette di cogliere il significato del contributo di Foresi, inserendolo nella trama viva di un’esperienza comunitaria. Come afferma chiaramente nella sua introduzione, Zanzucchi vede in Foresi non solo un protagonista, ma un co-fondatore, cioè uno degli elementi strutturali e costitutivi del Movimento dei Focolari. Di conseguenza la biografia di Foresi è inseparabile dalla biografia del Movimento. In altri termini, l’autore adotta una prospettiva che potremmo definire di “biografia immersa”: non una semplice ricostruzione individuale, ma una narrazione relazionale e contestuale, dove il senso della figura di Foresi emerge nel dialogo vivo con altri attori (Chiara Lubich, Igino Giordani, personalità di ambito ecclesiale, etc.) e con la storia collettiva del Movimento.

Il lavoro di Michele Zanzucchi è la prima biografia su Foresi. Quali sono secondo lei gli aspetti della vita di Foresi che meriterebbero ulteriori approfondimenti ed indagini storiche?

Zanzucchi ama spesso dire che egli non è uno storico puro, ma piuttosto un narratore e divulgatore attento e scrupoloso e che quindi in diversi momenti si è preso anche qualche licenza, al fine di chiarire qualche passaggio non troppo esplicito. Ma questo è certamente un lavoro molto importante ed un primo sforzo di restituirci la personalità e il vissuto di Foresi con uno sguardo completo. Si tratta di uno sguardo, e molti altri potranno esserci, attraverso quello stesso spirito critico, aperto a molteplici interpretazioni, che deve animare la ricostruzione della storia di tutto il Movimento dei Focolari e delle sue figure di riferimento. Tra i molti approfondimenti che riguardano possibili future ricerche su Foresi, ne indicherei tre. Una prima sul pensiero teologico e filosofico di Foresi. Zanzucchi evidenzia che Foresi non fu un teologo accademico, ma un “visionario culturale”, con una produzione sparsa in articoli, discorsi, appunti. Quindi si avverte la mancanza di un’esposizione organica del suo pensiero su temi-chiave come Chiesa, sacramenti, rapporto fede-ragione, etc. Inoltre, andrebbe studiata l’originalità del suo pensiero ecclesiologico, che anticipa alcune intuizioni conciliari. Una seconda ricerca potrebbe essere quella sul ruolo “politico” di Foresi e le relazioni con il mondo ecclesiastico romano. L’autore accenna ripetutamente ai legami di Foresi con la curia vaticana e con alcune personalità ecclesiastiche. Tuttavia non è ancora ben chiaro quanto peso ebbe Foresi nelle mediazioni politiche o ecclesiali del secondo dopoguerra e quindi sarebbe utile esplorarlo, specialmente nei momenti di tensione con la gerarchia. Infine un terzo, stimolante fronte potrebbe essere la stagione editoriale e il “laboratorio culturale” di Città Nuova. Zanzucchi sottolinea il ruolo di Foresi come fondatore, direttore e ispiratore della rivista “Città Nuova”. Che tipo di “cultura” cercava di proporre Foresi? Come si posizionava rispetto ad altre testate cattoliche (Civiltà Cattolica, L’Osservatore Romano, Il Regno)? Prima o poi servirà una monografia anche sull’operato di Foresi come editore e giornalista, nel contesto della stampa cattolica del Novecento.

a cura di Anna Lisa Innocenti
Foto: © Archivio CSC audiovisivi

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2 Commenti

  1. AGOSTINO RIVAROLA

    ho conosciuto e ascoltato Don Foresi negli anni 1965 – 1970 e mi è piaciuto il suo modo di presentare il Movimento dei focolari e il suo modo di farloessere fedele alla Chiesa.

    Rispondi
  2. Maria Julia Carneiro De Almeida

    grazie a Marco Lupi per le sue risposte in questa interviste.
    grazie senz’altro a Michele Z. di aver coraggio di mettersi a scrivere questa che considero una grande opera chiarificatrice su la persona di don Foresi. sono entusiasta della prima parte senz’altro lo sarò di questa.
    Grazie anche a chi ha curato l’edizione
    grazie a Città Nuova

    Rispondi

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