Movimento dei Focolari

Egitto. La solidarietà in atto tra le Chiese

Set 6, 2012

Incontro ecumenico dei Vescovi amici dei Focolari al Cairo (3-8 settembre). I calorosi rapporti con i copti ortodossi.

Cairo, 3-8 September 2012: 31st Ecumenical Meeting of BishopsDa lunedì 3 settembre, al Cairo in Egitto, è in corso l’annuale incontro dei vescovi di varie Chiese, animato dalla spiritualità di comunione del Movimento dei focolari. L’incontro, giunto quest’anno alla trentunesima edizione, ha raccolto nella megalopoli egiziana vescovi provenienti da 22 Chiese cristiane e da tutti i continenti. La scelta della sede del Cairo assume, in questo momento di trasformazione sofferta e dall’esito a volte incerto, un significato particolare. I vescovi, infatti, hanno desiderato testimoniare la loro solidarietà e vicinanza ai fratelli cristiani in tutto il Medio Oriente e particolarmente alla Chiesa copta in Egitto, dando, con la loro presenza, un segno che, di fronte alle difficoltà esterne, stringersi in una maggiore unità è una necessità inderogabile. Il programma è scandito da momenti di riflessione sul “rapporto fraterno tra diversi” richiesto dal Vangelo con l’amore del prossimo, da momenti di condivisione ecclesiale e personale e da celebrazioni liturgiche con le varie comunità cristiane. Nella giornata di giovedì hanno presenziato ai lavori Maria Voce, presidente del Movimento dei focolari, e Giancarlo Faletti, copresidente. Proprio la presidente dei Focolari ha svolto una riflessione sul tema del convegno – “Incontrare il prossimo con amore”rispondendo, poi, alle domande dei presenti. Motivante e di profondo significato ecclesiale e di comunione con la Chiesa copta ortodossa è stata la giornata di visite agli antichi monasteri nel deserto del Wadi Natrun. Qui i vescovi hanno sostato anche sulla tomba di papa Shenouda III recentemente scomparso. Ma già nella giornata iniziale del convegno il piccolo gruppo di vescovi animatori dell’iniziativa si era recato in visita al patriarcato copto ortodosso, dove aveva incontrato Anba Bakhomios, attuale amministratore della Chiesa copta, in attesa dell’elezione del successore del papa Shenouda III. L’incontro, presso la cattedrale di San Marco, era stato caloroso. Anba Bakhomios aveva, infatti, parlato dell’importanza dell’unità e della centralità della croce nella vita cristiana, particolarmente di quella della comunità copta. Sebbene spesso taciuta, infatti, la vita della comunità cristiana in Egitto è stata, lungo i secoli, oggetto di varie forme di discriminazione e persecuzione. Oggi si coglie una pressione sociale a volte sottile, ma insopportabile per le ingiustizie che porta a commettere e dalle uccisioni di cristiani in diversi casi di violenza, verificatisi in varie parti del Paese.  Cairo, 3-8 September 2012: 31st Ecumenical Meeting of BishopsI vescovi della varie Chiese avevano colto l’occasione per ringraziare la Chiesa copta ortodossa per la sua fedeltà alla tradizione che risale a Marco evangelista e per l’impegno ed il coraggio nel mantenere l’integrità della fede. Era un abbraccio fra Chiese d’Oriente e d’Occidente, nella preghiera e nell’amore: da una parte, la stima e la riconoscenza per una fede difesa nei millenni di fronte a errori dottrinali e persecuzioni e, dall’altra, la gratitudine per la preghiera, il supporto e la vicinanza nel momento della prova e della sofferenza. Con questa esperienza di comunione interecclesiale, nella giornata di martedì, i vescovi hanno visitato due monasteri a circa tre ore dal Cairo. Era come se fossero stati inviati a scoprire il patrimonio del monachesimo copto, che risale al terzo secolo, quando Antonio, Paolo e Pacomio dettero vita ad esperienze di monachesimo – eremitico i primi due e comunitario il terzo -. Esse avrebbero aperto vie nuove nella storia del cristianesimo, arricchendo la Chiesa ancora giovane con i carismi che l’avrebbero accompagnata per due millenni con ricchezze e valori spirituali incalcolabili. Proprio dallo stile di vita monastica, così tipico della chiesa copta, proveniva il papa Shenouda III, che, sebbene si sia rivelato una guida sicura per tutta la chiesa copta fra il 1971 ed il 2012 – è infatti scomparso pochi mesi fa -, non mancava di tornare settimanalmente ad Alessandria e a momenti di vita monastica. Shenouda III è stato amato dalla sua gente: si sente come se ne parla, quanto vivo sia il suo ricordo, quale la stima e l’affetto che le persone nutrono ancora per lui. L’invito a ritornare tutti alla cattedrale di San Marco è arrivato quasi inatteso, ma molto apprezzato dai vescovi delle diverse cristiane. La serata del 4 settembre è stata caratterizzata da un “calore agapico” che andava ben oltre la cena offerta per l’occasione. L’accoglienza, la ricca presentazione delle origini e dei tratti salienti del carisma monastico, proposto ai presenti da Anba Bakhomios, le parole di stima e gratitudine reciproca hanno fatto parlare i presenti di una vera novità. Anba Thomas, stretto collaboratore dell’amministratore della Chiesa, sottolineava come:«L’intera esperienza di questi giorni fra i vescovi sia stata quella di una solidarietà in atto. I cristiani di Egitto hanno sentito l’unità dei cristiani del mondo. È lo Spirito che si muove fra noi e, sta dimostrando che, se ci impegniamo ed abbiamo fiducia gli uni negli altri, l’unità fra le Chiese è davvero possibile». ÈCairo, 3-8 September 2012: 31st Ecumenical Meeting of Bishops venuta in evidenza l’esperienza dell’unità come di una realtà spirituale prima ancora che istituzionale e teologica. L’aspetto spirituale, infatti, resta quello essenziale senza il quale niente è possibile. Anba Bakhomios ha espresso parole di particolare calore nei confronti di Maria Voce: «La nostra Chiesa ha grande stima e dà grande importanza alla donna. È ad una donna, Maria Maddalena, che Gesù Risorto è apparso per la prima volta». Uscendo dal grande complesso della cattedrale di San Marco e del patriarcato copto, dopo aver sostato davanti alle reliquie del santo evangelista che Paolo VI volle restituire all’allora patriarca Kyrillios VI, non si può non pensare al proverbio arabo: «Chi beve l’acqua del Nilo, tornerà in Egitto». È quello che ha voluto esprimere Anba Bhakomios nell’accommiatarsi da Giancarlo Faletti che gli assicurava la preghiera dei Focolari per l’elezione del nuovo papa copto: «Vi inviteremo, vi inviteremo», ha risposto, confermando che il legame nato è veramente quello di fratelli e sorelle, parte dell’unica Chiesa di Cristo. di Roberto Catalano

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