Ott 29, 2016 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Per la prima volta l’appuntamento mondiale dei dirigenti dei Focolari si è svolto non in un’unica sessione, ma in tre tranche di 10 giorni ciascuna, suddividendo idealmente il pianeta in tre macroaree: Americhe e Oceania; Asia, Africa e Medio Oriente; Europa. Tre eventi svolti in continuità di date e contenuti, cui hanno partecipato, oltre ai due delegati di zona, i responsabili di alcune nazioni o territori e qualche consigliere per aspetti concreti. Una novantina di presenze in ciascuna puntata, uomini e donne in rappresentanza delle innumerevoli comunità che pullulano il pianeta portandovi lo spirito di unità. Ad accoglierli la presidente Maria Voce che sottolinea la ricchezza di questi momenti di mietitura, grati a Dio per la vita generata dal carisma di Chiara Lubich. Ed è lei ad annunciare il tema spirituale scelto per questo incontro e per l’anno che si apre: il mistero di Gesù abbandonato, chiave per realizzare l’unità. «Gesù è venuto sulla terra – ricorda la presidente – per farsi carico di tutti i dolori dell’umanità e per rassicurarci che, con Lui, è possibile passare dalla croce alla risurrezione».
Nell’intenso lavoro delle tre tornate è grande la condivisione. Inizia con le istanze di un mondo “giovane” – le Americhe e l’Oceania – fortemente teso allo sviluppo sociale e tecnologico, ma con tante esigenze anche spirituali, specie in America Latina, mentre le altre regioni necessitano di nuove strategie per una crescita anche valoriale. «Ma non si tratta – sottolinea Ray Asprer – di definirle a tavolino, ma di sviluppare la coscienza che sarà lo Spirito Santo a suggerirci il contributo che la società di oggi attende dal carisma dell’unità». «In Oceania – aggiunge Vania Cheng – dobbiamo avvicinarci di più alle popolazioni aborigene e affrontare la sfida della secolarizzazione. Ripartiamo da qui per continuare a seminare con coraggio, convinti che il Vangelo è diffusivo di per sé». «Anche se le sfide non mancano – afferma Gabriela Melo per l’America Latina – le nostre comunità vivono la comunione e la reciprocità. E questo fa crescere la fiducia che l’obiettivo di un mondo unito non è utopia».
Molto significativo anche il ritrovarsi delle tre macroregioni Africa, Asia e Medio Oriente, ciascuna investite da problemi di ogni tipo – specie in Medio Oriente – in cui si vive un dramma che appare senza soluzione. Proprio qui, nella terra dove Gesù è vissuto, emerge con forza la necessità, oltre che del sostegno alle popolazioni, di diffondere la “cultura della resurrezione”. «Riguardo all’Africa – riferisce Joseph Assouad – si è evidenziato il grande valore dell’inculturazione. Ogni popolo ha fatto un lungo cammino per scoprire la Verità e noi, andando lì, non dobbiamo credere di costruire da zero!». Mentre Roberto Catalano, parlando del continente asiatico, afferma che esso ha molto da dire al mondo sull’aspetto sociale e politico, e sottolinea l’importanza del dialogo interreligioso nelle diverse aree asiatiche anche col contributo della scuola sulle grandi religioni sorta nelle Filippine ad opera dei Focolari.
Infine l’Europa, dalla Siberia al Portogallo. Un continente da cui il mondo si aspetta unità, valori umani e spirituali, capacità di dialogo, specialmente con l’Islam, realtà di sempre maggiore rilievo nelle sue regioni. «E soprattutto – dichiara Severin Schmit – il mondo si aspetta che l’Europa trovi una degna soluzione al dramma dei profughi». Le sfide sono molte: secolarizzazione, relativismo, nuove generazioni. E richiedono proposte e risposte frutto della comunione tra tutte le componenti geografiche del continente. «Sono problematiche – afferma Margherita Karram – che hanno provocato una crescita di motivazione e una maggiore creatività, mettendo in rete tante persone che, ad esempio in Italia, si attivano per l’accoglienza». Da questi tre incontri sono emersi tanti spunti, tanti stimoli. Molte anche le risposte non ancora trovate. Ma in tutti una grande certezza: continuare ad aprirsi agli altri con fiducia, come papa Francesco suggerisce, certi che, cammin facendo, si apriranno nuove e impensate strade. Jesús Morán, copresidente dei Focolari, ne è convinto: «Alla Maddalena, Gesù dice vai e dì ai tuoi fratelli che io vi precedo in Galilea. Cos’è Galilea? Galilea è il mondo, fuori della Città Santa, fuori dalle mura di Gerusalemme, dove Gesù è morto. È il mondo. Gesù ci precede lì, ci parla lì, nel mondo». (altro…)
Apr 13, 2011 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Ti mostrerò la via della Sapienza”. E’ il motto che campeggia in vari angoli della De Paul University, università fondata alla fine del XIX secolo dalla Congregazione delle Missioni di San Vincenzo De Paoli, per assicurare un’adeguata formazione ai figli degli emigranti cattolici nella città di Chicago. Oggi, con i suoi venticinquemila studenti, è il primo istituto Universitario dell’Illinois e fra i primi dieci degli USA. Il passo, tratto dal Libro dei Proverbi, sembra assumere un significato particolare in questi giorni in cui l’università ha organizzato l’annuale settimana di riflessione World Catholicism Week dal titolo Catholic Spirituality: a global communion. Nel corso della settimana sono previsti interventi di figure di primo piano. Nella giornata inaugurale, l’11 aprile, caratterizzata da diverse tavole rotonde, alcune in contemporanea, alcuni studiosi del Movimento dei focolari sono stati invitati a presentare diversi aspetti della dimensione comunionale della spiritualità di Chiara Lubich. La prof.ssa Judith Povilus ha presentato l’esperienza interdisciplinare, interetnica ed interculturale dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Firenze). Il prof. Donald Mitchell ha proposto l’aspetto dell’ecologia coniugato al dialogo interreligioso, mentre il prof. Paul O’Hara ha affrontato l’aspetto del profilo mariano. Maria Voce ha infine parlato della Spiritualità e teologia trinitaria nella vita e nel pensiero di Chiara Lubich. In una sala stipata di personalità accademiche e di rappresentanti del mondo cattolico, la Presidente dei Focolari ha messo in evidenza quattro punti della spiritualità di comunione – Dio amore, l’amore al fratello, l’amore reciproco e Gesù abbandonato chiave per realizzare l’unità – soffermandosi, in particolare, sul mistero di Gesù Abbandonato, come segreto per guarire tutte le ferite provocate da divisioni e fratture.
Facendo riferimento all’esperienza di luce vissuta da Chiara Lubich nell’estate del 1949 e delle sue intuizioni sulla spiritualità di comunione, come riflesso della vita trinitaria, ha letto alcuni passi degli appunti della fondatrice dei Focolari, sottolineando come si trattasse di un’esperienza comunitaria. Ha concluso, sottolineando la profonda consonanza fra la spiritualità di comunione ed il pensiero espresso dalla Novo Millennio Ineunte e presentando la sfida dell’Istituto Universitario Sophia, che desidera «fornire fondamenti e prospettive di un sapere globale, di una cultura che scaturisce dal carisma dell’unità, frutto di una spiritualità comunitaria profondamente vissuta come riflesso della vita trinitaria».
A Maria Voce hanno risposto due teologi, il prof. Tom Norris, membro della Commissione Teologica Internazionale, ed il prof. David Schindler, direttore dell’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia presso la Catholic University of America. Entrambi hanno indicato, sia pure da diverse prospettive, l’attualità del pensiero trinitario di Chiara Lubich ed il coraggio della sua proposta alla Chiesa e alla riflessione teologica contemporanea. Norris ricordava, infatti, come un teologo abbia recentemente affermato che la Trinità è la grammatica di ogni teologia. Schindler ha posto l’accento sul profilo mariano della spiritualità comunitaria di Chiara e la sua capacità di rispondere in modo positivo all’Illuminismo. Impossibile al termine della serata non pensare ad un legame fra quella Via della Sapienza che la DePaul si propone di offrire ai suoi studenti ed il carisma di comunione di Chiara Lubich, dono di Dio per camminare su quella strada. Dall’inviato Roberto Catalano
[viaggio-nord-america]
(altro…)
Apr 12, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La Sinagoga Kehilath Anshe Maarav (KAM) di Chicago, costruita nel 1847, ha offerto l’ambiente ideale per l’incontro fra duecento fedeli di diverse religioni, a conclusione delle celebrazioni per il 50° dei Focolari in Nord America. Situata a Hyde Park, sulla 50th Avenue, è stata la prima sinagoga del Mid-West. La sua architettura sembra ispirata da valori di dialogo. L’avvenimento ha raccolto luterani, armeni, presbiteriani, cattolici, ma soprattutto ebrei, musulmani, indù, buddhisti, sikhs e zoroastriani. Una trentina dei presenti si sono alternati sul palco per condividere momenti di comunione spirituale, vissuti nel corso degli ultimi trent’anni nello spirito della fratellanza seminato da Chiara Lubich e dal suo incontro con rappresentanti delle diverse fedi in varie parti del mondo: momenti di profezia che negli anni si sono via via realizzati. Si sono rivissuti con commozione gli incontri fra Chiara Lubich e l’Imam W.D. Mohammed, presso la Moschea Malcolm Shabazz di Harlem nel 1997 e ad Washington D.C. nel 2000, e si è ricordato il patto di amore reciproco, stretto fra i due leaders, ed attuale ancora oggi. Ma anche la rappresentante del Movimento buddhista della Rissho Kosei kai ha ricordato l’incontro del fondatore Nikkyo Niwano con Chiara. Toccanti le testimonianza dei ‘fratelli e sorelle maggiori’: Emily Soloff, direttrice associata per le Relazioni Interreligiose dell’ American Jewish Committee, una delle presentatrici della giornata, ha confessato che momenti di dialogo con membri dei Focolari le ricordano la celebrazione dello shabatt ebraico per la solennità e lo spirito di famiglia che portano. Le ha fatto eco Sister Laila Mohammad, figlia dell’Imam W.D. Mohammad, che ha confessato come l’esperienza di incontro cristiano-musulmano a Roma abbia avuto l’intensità spirituale ed abbia portato i frutti spirituali di un pellegrinaggio alla Mecca.
Il Prof. Donald Mitchell, con l’Imam Mikal Saahir e l’Imam Kareem Irfan, ha proposto l’esperienza di dialogo vissuto fra accademici e leaders religiosi nel corso di un viaggio di studio in Asia. Fondamentali per il successo della missione momenti di condivisione nelle Filippine ed in Thailandia, dove lo spirito della fratellanza universale sperimentato nel centri dei Focolari ha dato speranza e coraggio nel dialogo come soluzione di conflitti con minoranze islamiche nel sud dei due Paesi asiatici. Non sono mancati interventi di giovani che lavorano a progetti di collaborazione sociale per aiutare persone nel bisogno. Al termine del programma, Maria Voce, presidente dei Focolari, ha salutato i presenti insieme al co-Presidente Giancarlo Faletti, rispondendo alle domande proposte da una cristiana, da un musulmano e da una ebrea. È venuto in evidenza come il dialogo in cui sono impegnati i Focolari, parta dal sogno di Chiara Lubich di contribuire all’unità della famiglia umana e come non sia mai solo una parte del Movimento a dialogare, ma tutti, insieme: giovani ed adulti, anziani e bambini. Particolarmente efficace l’intervento di Giancarlo Faletti che ha sottolineato come, da un lato, l’evento odierno sia stato come sfogliare l’album di famiglia, che ha permesso di ritornare a momenti che hanno fatto la storia comune. Dall’altro, ha incoraggiato a non cedere alla nostalgia, ma a crescere nell’amore fra tutti. Infine Maria Voce, ha proposto un’immagine efficace: «Spesso le religioni sono state come sfere che si sfioravano. Ci sono voluti alcuni che hanno avuto il coraggio di bucare queste sfere in modo che le ricchezze dell’una potessero essere condivise dall’altro. Questo il ruolo profetico di Chiara Lubich, Nikkyo Niwano, Dadaji del Movimento Swadhyay, l’imam W.D.Mohammad ed altri. Grazie a loro abbiamo potuto scoprire ricchezze che non conoscevamo. È passata la paura. Ora dobbiamo continuare su questa strada». L’invito finale è accolto con una standing ovation: «Portiamo alle nostre comunità le ricchezze che abbiamo scoperto. Voi aiutate il Focolare ed insieme aiutiamo l’umanità». Roberto Catalano [nggallery id=31]
[viaggio-nord-america]
(altro…)
Apr 10, 2011 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Quando si arriva a Chicago dalla East Coast ci si accorge subito di essere in un altro mondo. La città si stende lungo l’immenso lago Michigan per 50 chilometri, e la panoramica – anche la sera quando atterriamo all’aeroporto Midway nel centro della città – è impressionante con i grattacieli che si stagliano sullo sfondo, moderni ed illuminati. Venti superano i 200 metri d’altezza e 240 arrivano ai 100. Anche qui la popolazione è multietnica, ma diversa da New York e Washington. Colpisce, per esempio, sapere che Chicago, la terza città degli USA con quasi tre milioni di abitanti – arriva a 9 con tutti i sobborghi – è la seconda città polacca del mondo (tanti sono gli emigranti dal Paese europeo) ed ha notevoli gruppi di origine greca e italiana. Le diverse comunità per decenni e, a volte per un secolo, hanno mantenuto identità ben stagliate con quartieri tipici della loro provenienza. Negli ultimi decenni con le nuove generazioni si nota una maggiore integrazione. Alcuni quartieri hanno problemi non indifferenti di ordine pubblico. Spesso si consiglia di non attraversare una certa strada se non si vuole incappare in imprevisti spiacevoli. Ma, qui nell’Illinois e in tutto il Mid-West i valori religiosi e tradizionali sono ancora importanti e le famiglie ci tengono a trasmetterli ai figli. I Focolari sono arrivati a Chicago poco dopo l’apertura negli USA, cinquant’anni fa. Nella zona di Hyde Park fin dal 1966 c’è un Centro Mariapoli alloggiato in una grande mansion – casa in tipico stile americano del XIX secolo – che la diocesi ha messo a disposizione dei Focolari. Accanto, in una casa altrettanto bella, ha sede la comunità femminile. La zona, da due anni, è oggetto di controlli stretti e severi. In fondo alla stessa strada, infatti, abitava Obama, che la prossima settimana, ci dicono, sarà qui. Il focolare maschile a venti minuti di auto – traffico permettendo – si trova in uno dei sobborghi, Berwyn. A poca distanza si trova il River Side North, un’altra cittadina con una sua municipalità ed un suo sindaco. Qui Carol, una volontaria che ha conosciuto il Movimento ancora negli anni ’60, ha dato vita ad un’esperienza coinvolgente. Con un figlio portatore di gravi patologie, Carol, resa particolarmente sensibile alle problematiche legate alla sofferenza, si è guardata attorno ed ha costruito ponti con decine di persone che soffrivano per vari motivi nel suo vicinato. Progressivamente si è creato un vero movimento della cura reciproca, che ha scatenato una rivoluzione sociale, animata da quelli che ormai tutti chiamano l’esercito degli angeli, e sostenuta dall’amministrazione locale. Un vero modello sostenibile di cura reciproca soprattutto nell’ambito di persone vulnerabili sia a livello fisico che morale. Dall’esperienza è nata una vera arte della cura e della premura verso chi soffre. Altre amministrazioni hanno contattato quella di River Side North per una collaborazione alla soluzione di problemi che paiono insormontabili. Anche il Presidente delle Bahamas, venuto a conoscenza dell’esperienza, ha chiesto un contributo per applicare la stessa metodologia all’interno del suo Paese.
Sabato pomeriggio, proprio nella palestra all’interno della sede dell’amministrazione municipale di River Side North, i giovani dei Focolari hanno organizzato un incontro per giovani. Hanno invitato amici e non solo, usando contatti personali, internet e face book. Difficile per tutti loro prevedere quanti sarebbero arrivati. Alla fine il palazzetto era pieno, circa trecento giovani provenienti anche da altri stati vicini. Il programma era coraggioso: una presentazione della vita di Chiara Luce Badano, accompagnata da alcune esperienze dei giovani del Movimento vissute oggi, nei contesti dell’università e del lavoro. Una ragazza, ballerina, è venuta dall’Ohio per l’occasione ed ha offerto un delicatissimo pezzo di danza. Un’altra ha composto una canzone su Chiara Luce e la sua santità.
Proprio da questo ha preso spunto Maria Voce che, salita sul palco per salutare i giovani, ha sottolineato che Dio ancora oggi si rivolge a ciascuno invitando alla santità, e lo fa attraverso persone come Chiara Luce che sottolineano come ci si possa far santi con l’aiuto di altri: la famiglia e gli amici che vivono per gli stessi ideali. La presidente dei Focolari ha concluso con un appello senza mezzi termini: «Vuoi farti santo? Se vuoi perché non lo fai?». La risposta è stata un’ovazione, segno che ha colpito nel segno. Anche oggi c’è voglia di santità nel Mid-West degli USA, come in tutto il mondo.
Roberto Catalano
[nggallery id=30]
[Viaggio Stati Uniti]
(altro…)
Apr 9, 2011 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo
|
|
|
|
 |
Keynote address by Maria Voce:
“Spirituality and Trinitarian Theology in the life and thought of Chiara Lubich”
Where: DePaul University, Chicago, IL
Date: Mon Apr 11
Time: 7:00 PM – 9:00 PM CDT local time
For more information visit: www.worldcath2011.depaul.edu
|
|
Moderator: Peter Casarella, Director, Center for World Catholicism & Intercultural Theology, DePaul University |
|
Speaker: Maria Voce, President of the Focolare Movement |
|
Respondents |
|
Rev. Thomas Norris – Professor Emeritus, St Patrick’s College, Maynooth, Ireland, Member, International Theological Commission |
|
David L. Schindler – Provost/Dean and Edouard Cardinal Gagnon Professor of Fundamental Theology, Pontifical John Paul II Institute for Studies on Marriage and Family at the Catholic University of America |
|
Download the invitation DePaul – Spirituality and Trinitarian Theology (1.21 MB) |
|
|
|
|
|
|
(altro…)