Movimento dei Focolari

Chiara Lubich: 40 giorni

Set 6, 2021

Parole come perfezione e santità possono apparire mete irraggiungibili, Chiara Lubich, partendo da un’affermazione di San Bonaventura, riflette su come sia possibile incamminarci verso di esse iniziando dai più semplici gesti della quotidianità.

Parole come perfezione e santità possono apparire mete irraggiungibili, Chiara Lubich, partendo da un’affermazione di San Bonaventura, riflette su come sia possibile incamminarci verso di esse iniziando dai più semplici gesti della quotidianità. Ho trovato un pensiero sulla santità, attribuito a san Bonaventura, che molti di noi senz’altro conoscono, ma che, forse, non è vivo ancora nella nostra vita. (…) Quel pensiero ha suscitato nel mio cuore il grande desiderio di metterlo in pratica con tutti voi. Non dobbiamo, forse, farci santi insieme?  È l’affermazione di un santo, che di vie per andare a Dio se ne intende. Egli, con audacia, assicura che una persona va più avanti spiritualmente in quaranta giorni, se non si ferma nelle valli delle imperfezioni e dei peccati veniali, di chi vi sosta, in quarant’anni. Bello, no? Mi sono naturalmente chiesta: “In che consistono le imperfezioni e i peccati veniali”? Certo, si potrebbe farne un lungo elenco… Senz’altro sono l’opposto della perfezione. E in che cosa consiste la perfezione? Nel vivere la carità: “la carità che è il vincolo della perfezione”,  dice san Paolo[1]; “Siano perfetti nella carità”, così prega Gesù nell’ultima cena, come ricorda il Vangelo di Giovanni[2]. Quella carità che, se si è in più, come siamo noi, diventa reciproca: “Vi do un comandamento nuovo – dice Gesù –: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”[3]. Bisogna perciò, per non rimanere nelle valli delle imperfezioni e dei peccati veniali, vivere così e, qualora ce lo dimenticassimo o venissimo meno, ricominciare. (…) E da dove conviene cominciare? Da casa. Sì, da casa, iniziando dal mattino, perché così la giornata parte bene. Da casa, perché alle volte ci si impegna a viverlo bene con gli  altri, negli incontri, nei convegni e poi, tornati a casa, magari stanchi, perdiamo con i fratelli la pazienza, il controllo e… addio amore reciproco! (…) Ricordiamocelo. Se così faremo, fra quaranta giorni (…) avremo senz’altro progredito spiritualmente e avremo dato un notevole contributo alla nostra santità personale e a quella di popolo.

Chiara Lubich

(Chiara Lubich, Conversazioni in Collegamento telefonico, Roma 2019, p. 561-562) [1] Col 3,14 [2] Cf. Gv 17,23 [3] Gv 13,34

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