Movimento dei Focolari
Per un’alleanza fra le generazioni sul modello della Trinità

Per un’alleanza fra le generazioni sul modello della Trinità

L’intervento di Maria Voce al Congresso Internazionale di pastorale degli anziani “La Ricchezza degli anni” Riconoscere che l’altro, con la sua diversità, è un dono per me. E costruire rapporti di fraternità fondati sull’ascolto autentico, che mette da parte stereotipi e pregiudizi e si apre a percorsi nuovi. Sono questi i presupposti per coltivare il dialogo fra le generazioni e stabilire fra giovani e adulti un rapporto di amore reciproco. È questo il cuore del messaggio che Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, ha inteso offrire col suo intervento al primo Congresso internazionale di pastorale degli anziani, promosso dal 29 al 31 gennaio dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, presso l’Augustinianum di Roma (Italia). Di fronte a circa 550 esperti e operatori pastorali provenienti da 60 Paesi, Maria Voce ha proposto una riflessione sul tema del dialogo fra le generazioni. Cogliendo nell’attualità di oggi, a livello globale, “un’atmosfera di nuova intesa tra le generazioni”, Maria Voce prende ad esempio manifestazioni pacifiche che recentemente hanno visto la mobilitazione di giovani, adulti e anziani, per evidenziare che ad accomunarli è stata la volontà di incontrarsi e di creare connessioni dirette, per esprimere ciascuno il proprio pensiero e chiedere un rinnovato impegno “per il bene comune, i diritti umani, la solidarietà e la pace”. Se in questi contesti i giovani si sono fatti promotori di un messaggio di rinascita, i più maturi, trainati dal loro entusiasmo, hanno scelto di condividerne le sfide e l’impegno. Sui frutti che nascono dall’alleanza fra le generazioni, Maria Voce lascia la parola a Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari: “Fin dall’inizio – raccontava Chiara – abbiamo avvertito con i giovani un rapporto che non esiterei a definire trinitario. Constatavamo nella nostra generazione di adulti tutto il peso, il valore dell’incarnazione e della concretezza. Nella generazione dei giovani invece tutta l’idealità, l’autenticità, la forza rivoluzionaria, la certezza della vittoria. Se la prima generazione ci sembrava a mo’ del Padre, la seconda ne era la bellezza, lo splendore e quindi a mo’ del Figlio, Verbo del Padre. E tra le due un rapporto di amore reciproco, quasi una corrente di Spirito Santo che dà al mondo una grande testimonianza”. Quindi la Presidente dei Focolari traccia alcune vie da percorrere per riprodurre questa alleanza fra le generazioni. Anzitutto sottolinea la necessità di un ascolto profondo e cioè “liberare le menti e i cuori da pregiudizi e stereotipi”. Poi è necessario abbandonare la rappresentazione statica dell’altro per cui l’adulto sarebbe noioso e fermo al passato, e il giovane verrebbe sottovalutato e giudicato negativamente. Infine, è decisiva la disponibilità ad aprirsi a nuovi schemi per superare insieme le difficoltà. Maria Voce conclude riproponendo l’immagine della Chiesa tratteggiata da un giovane durante il Sinodo a loro dedicato: “La Chiesa è una canoa, in cui gli anziani aiutano a mantenere la rotta interpretando la posizione delle stelle e i giovani remano con forza immaginando ciò che li attende più in là”.

Claudia Di Lorenzi

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Emergenza Coronavirus

Il Movimento dei Focolari raccomanda di adottare in modo scrupoloso le misure di precauzione e sicurezza stabilite dalle autorità sanitarie del proprio Paese In seguito all’accertamento di casi di infezione da Coronavirus (COVID-19) anche in Italia, il Centro Internazionale del Movimento dei Focolari, avendo la propria sede in Italia ed essendo organizzatore e sede di eventi a cui partecipano persone provenienti da molti Paesi, invita la grande famiglia dei Focolari nel mondo a vivere con la necessaria attenzione e con grande senso di responsabilità questa emergenza sanitaria in vista della salute personale e del bene comune. In particolare il Movimento dei Focolari raccomanda di adottare in modo scrupoloso le misure di precauzione e sicurezza stabilite dalle autorità sanitarie del proprio Paese e seguire con attenzione le relative comunicazioni. Per quanto riguarda gli eventi organizzati al Centro Internazionale, il Centro stesso è in stretto contatto con le autorità sanitarie e civili locali per seguire gli sviluppi e adottare le misure che si renderanno necessarie. Il Centro Internazionale raccomanda di fare altrettanto riguardo ai grandi eventi in altri Paesi. Rimane comunque valido l’invito di Maria Voce (Emmaus) del 1 febbraio ad avere proprio come famiglia mondiale dei Focolari – un amore incondizionato per tutti, un amore “che non fa differenza, che non ha paura. Perché anche il fratello che ti può dare un contagio è comunque tuo fratello e te ne devi prendere cura”.   (altro…)

#EoF: Side Event, Perugia 20-22 novembre 2020

#EoF: Side Event, Perugia 20-22 novembre 2020

Con un comunicato del 1 marzo il Comitato Organizzatore di “The Economy of Francesco” ha rimandato l’evento a novembre. Il Side Event, prefissato a Perugia per fine marzo, slitterà, dal 20 al 22 novembre. Perché un evento parallelo? Quando si ha a che fare con “appuntamenti con la storia”, la missione in qualche modo va sostenuta! Dietro ai CV dei giovani che hanno risposto con entusiasmo all’invito del Papa non ci sono solo profili brillanti, ricerche e progetti innovativi, ma anche il chiaro obiettivo di ridisegnare, insieme, teoria e prassi del sistema economico, invertendo trend mondiali. E ciò rappresenta una sfida globale troppo seria ed importante per restare spettatori passivi. L’ incontro parallelo che si svolgerà a Perugia dal 20 al 22 novembre 2020, è dunque una possibilità per tutti coloro che non possono partecipare direttamente a “The Economy of Francesco” (per limiti di età e logistica) ma vogliono esser parte di questo processo innescato, seguendo e sostenendo da vicino il lavoro degli under 35 riuniti ad Assisi. Si manterrà la stessa struttura prevista per marzo, riprogrammando l’incontro, a sostegno del lavoro dei giovani, da venerdì 20 novembre a domenica 22 novembre 2020 (dalla notte del giovedì 19 al pranzo di domenica 22): sono nuovamente aperte le iscrizioni, per procedere al meglio con l’organizzazione dei lavori e proseguire nel nostro cammino con l’energia e la responsabilità riposte finora. Promosso dall’Economia di Comunione, il Side Event è uno spazio aperto a chiunque crede nella necessità di un’economia diversa: un luogo, inclusivo, portavoce di molteplici realtà. Nella consapevolezza che l’economia attuale spesso fallisce, poiché può funzionare bene per alcuni, ma non funziona affatto per (molti) altri, minacciando l’ecosistema sociale ed ambientale, si dialogherà tra giovani e senior, tra culture ed ambiti diversi, vivendo 3 dimensioni generative: sentire-ideare-agire. Alternando momenti di plenaria a sessioni parallele / di gruppo, si vuole testimoniare quanto sia importante lasciar fiorire reti, imparare dai fallimenti, convertire idee in azioni. Sotto la guida di facilitatori (in maniera simile a quanto accadrà ad Assisi) e con il contributo di alcuni importanti keynote speakers, si affronteranno i 12 macrotemi su cui lavoreranno in contemporanea i giovani nella città Francescana, ponendo il focus su alcuni concetti chiave in tensione tra loro, quali ricchezza/povertà ed altri. Come per Assisi, anche i giorni a Perugia vogliono far incontrare visioni, desideri, competenze ed impegno: personale e collettivo. Sì, perché l’economia, prima che di profitto, è fatta di vocazione e se si crede in qualcosa di alternativo, va fatta sentire la propria voce, poi messa in relazione -potenziandola- con quella di altri. Affinché essa si converta in collaborazione e crei, a sua volta, comunità. Una comunità in grado di generare impatto, avviando un processo necessario: a questo si punta con Economy of Francesco ad Assisi, è questa la causa che si sostiene a Perugia. E per raggiungere l’obiettivo, non basta far diventare di moda parole come etica e sostenibilità, ma occorre compiere un passo di discontinuità con ciò che è il pensiero dominante. Economy of Francesco lascerà il segno per la sua natura giovane, ma attorno ad essa ci sarà un’eco eterogenea che rafforza l’apertura del varco, alimentando, tutti insieme, il terreno del cambiamento.

di Francesca Giglio

fonte www.edc-online.org

_______________________________________ Scarica il volantino

Per maggiori informazioni: edcperugia2020@gmail.com

Per richieste di iscrizione: Richieste di iscrizione Side-Event EoF Perugia 2020

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Incendi in Australia: una testimonianza

Incendi in Australia: una testimonianza

Kevin e Trish Bourke vivono a Myrtleford, piccola città rurale di 3.500 abitati nello stato di Victoria. Lui è vigile del fuoco volontario. Nel loro racconto i danni provocati dai disastrosi incendi ancora in corso, ma anche tanti episodi di coraggio e solidarietà. I recenti incendi sono stati devastanti. Il nostro piccolo distretto ha perso con il fuoco oltre 102.000 ettari di parco nazionale, foreste di pini e fertili terreni agricoli, oltre a bestiame e mangimi. Ma siamo fortunati, perché abbiamo perso solo una casa e non c’è stata nessuna vittima. Gli incendi nell’intera Australia hanno colpito ogni stato e territorio. Sono iniziati ad agosto 2019 e continuano ancora adesso. L’altezza delle fiamme ha raggiunto in alcuni casi 40 metri, alimentata da venti fino a 100 chilometri all’ora. Alcuni incendi stanno minacciando una serie di aree, tra cui i confini meridionali di Canberra, la capitale. Finora sono andati a fuoco oltre 19 milioni di ettari (circa due terzi dell’area totale dell’Italia) ed hanno perso la vita 35 persone, migliaia di case e attività commerciali sono andate distrutte, centinaia di migliaia di animali domestici e selvatici sono morti. Anche in questa situazione, le persone hanno dimostrato un grandissimo desiderio di aiutare in ogni modo chi era colpito. Molti, specialmente nelle principali città, dicevano di sentirsi un po’ “impotenti” e non riuscivano a capire cosa fare a distanza, poiché la maggior parte degli incendi è nelle zone rurali. Ma anche in questi momenti le persone ci hanno aiutato in molti modi, a volte offrendoci semplicemente supporto attraverso i social media, altre volte facendo donazioni in denaro. Abbiamo visto persone che consolavano altre che, magari, avevano solo bisogno di essere ascoltate. I servizi di emergenza che arrivano nelle aree colpite, spesso dopo aver percorso migliaia di chilometri, erano per la maggior parte formate da volontari, che, per aiutarci, hanno sostenuto anche spese economiche. Alcuni vigili del fuoco hanno attraversato l’oceano, ce n’erano da Canada, Stati Uniti e Nuova Zelanda. L’esercito, la marina e l’aeronautica hanno fornito truppe e attrezzature, alcune per combattere gli incendi, altre per garantire acqua, cibo, strutture sanitarie e alloggi sia di emergenza che di migliore qualità. Le organizzazioni impegnate nei soccorsi, come la San Vincenzo de’ Paoli, la Croce Rossa, l’Esercito della Salvezza, hanno ricevuto donazioni da musicisti, attori, sportivi e comuni cittadini. Ad oggi questo fondo è di mezzo miliardo di dollari australiani. Alcuni agricoltori provenienti da aree che non sono state colpite, hanno fornito mangimi per il bestiame a chi aveva perso le proprie scorte. Un gruppo di agricoltori, ad esempio, ha guidato per oltre 3.000 chilometri per donare ad altri agricoltori 140 camion carichi di fieno, una quantità che aveva un valore superiore al milione di dollari. I vicini di casa si sono aiutati reciprocamente per controllare abitazioni e terreni. Agli anziani e alle famiglie con bambini è stato offerto un sostegno aggiuntivo per assicurarsi che fossero in grado di evacuare in caso di necessità. In alcuni casi, gli anziani hanno dovuto evacuare solo per sfuggire ai fumi pericolosi che causava loro difficoltà respiratorie e bruciori agli occhi. Ci sembra di poter dire, da tanti episodi ai quali abbiamo assistito, che le persone hanno mostrato sincera preoccupazione reciproca. Abbiamo prestato il nostro rimorchio ad un agricoltore che doveva traslocare il bestiame . Essendo poi in una zona bloccata dal traffico e nella quale, quindi, si era interrotta la raccolta di rifiuti, il nostro rimorchio è stato utilizzato anche da alcuni vicini che raccoglievano i nostri bidoni e molti di quelli del quartiere, per portarli al centro di raccolta e smistamento. Alcune famiglie hanno donato cibo e vestiti a coloro che hanno dovuto evacuare senza avere il tempo di fare le valigie; altre hanno accolto coloro che necessitavano di un riparo. Gli operatori del trasporto di cavalli hanno spostato gratuitamente gli animali che dovevano essere portati in luoghi più sicuri. Nelle città molte imprese hanno fornito alloggi di emergenza gratuiti. Un giorno, mentre stavamo lavorando allo spegnimento degli incendi, un volontario è andato a comprare cibo per il pasto di mezzogiorno di tutti. Nel negozio, una coppia in attesa di essere servita che non conoscevamo, accortasi che il cibo era destinato ai vigili del fuoco, ha pagato l’intero importo. Su richiesta di bambini, che volevano aiutare i vigili del fuoco a spegnere gli incendi, alcuni nonni hanno portato l’equivalente in denaro dei regali di Natale che i nipotini avrebbero ricevuto. Abbiamo risposto loro con bigliettini e foto per dire il nostro grazie. Questo Paese ha assistito a tante sofferenze in seguito a calamità naturali. Nella maggior parte dei casi gli incendi sono stati provocati da fulmini caduti su zone aride. Non possiamo incolpare nessuno, ma i ricordi di questo disastro rimarranno in molti di noi per tutta la vita. Si dice spesso che dal modo con il quale reagiamo a certe situazioni, si capisce chi siamo. Siamo felici di dire che qui le persone hanno reagito con amore e compassione e che anche questo sarà ricordato per sempre.

Kevin e Trish Bourke

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Una ouverture che apre al futuro

Una ouverture che apre al futuro

Il convegno internazionale dal titolo “Un Carisma a servizio della Chiesa e dell’umanità” che ha radunato, prima Trento e poi a Loppiano, 7 Cardinali e 137 Vescovi, amici del Movimento dei Focolari di 50 Paesi, ha fatto intravedere interessanti prospettive per la Chiesa. E’ stata una scena simbolica e solenne: nel santuario della Theotokós di Loppiano, cioè in una chiesa dedicata a Maria, Madre di Dio, attorniati dagli abitanti di questa cittadella del Movimento dei Focolari che rappresentavano il popolo di Dio, una grande assemblea di Cardinali e Vescovi si sono dichiarati vicendevolmente di vivere l’amore fraterno secondo il comandamento di Gesù, pronti condividere gioie e dolori gli uni degli altri, ad amare la comunità altrui come la propria, insomma ad amarsi fino a dare la vita gli uni per gli altri. Questo solenne “patto”, formulato martedì 11 febbraio, è stato il momento culmine di un convegno internazionale dal titolo “Un Carisma a servizio della Chiesa e dell’umanità” che ha radunato, prima Trento e poi a Loppiano, 7 Cardinali e 137 Vescovi, amici del Movimento dei Focolari, in rappresentanza di 50 Paesi. Mai prima la partecipazione a questo convegno annuale era stata così grande. E questo anche per il fatto che l’incontro si è svolto nell’anno del Centenario della nascita di Chiara Lubich. Il programma rispecchiava il motto scelto per il Centenario: “Celebrare per incontrare”. La prima parte del convegno, che si è svolta a Trento, città natale della fondatrice dei Focolari, è stata infatti dedicata maggiormente alla celebrazione di questo evento: la visita alla mostra “Chiara Lubich Città Mondo” alle  Gallerie di Trento; il saluto delle autorità nella sede della Provincia autonoma di Trento; la celebrazione eucaristica nel Duomo  della città e la rievocazione artistica “Dal Concilio tridentino a Chiara tridentina” tenutasi nella chiesa di Santa Maria Maggiore, che fu  sede conciliare e nella quale Chiara Lubich ricevette il battesimo. Momenti celebrativi che non erano caratterizzati dal semplice ricordo nostalgico di una figura storica, ma aprivano lo sguardo all’attualità del carisma di Chiara, come la sua dimensione mondiale, ecclesiale ed ecumenica. Un’attualità sottolineata fortemente da un lungo messaggio di Papa Francesco che si rallegrava vivamente per questo convegno esprimendo “la gratitudine a Dio per il dono del carisma dell’unità attraverso la testimonianza e l’insegnamento (…) di Chiara Lubich”. L’invito del Papa ai Vescovi a “mettersi sempre di nuovo alla scuola dello Spirito Santo” e a vivere i punti cardini della spiritualità di Chiara Lubich ha poi trovato una prima realizzazione nella seconda parte del programma svoltosi nella Cittadella Internazionale dei Focolari a Loppiano presso Firenze. Il contesto di una piccola comunità di 800 abitanti che vedono nel comandamento dell’amore reciproco di Gesù la legge della loro convivenza, ha stimolato anche i presuli a fare altrettanto. Commoventi le scene di comunione e condivisione, iniziando dalle piccole cose: un aiuto reciproco, un ascolto profondo, l’accoglienza attenta delle richieste, esigenze, idee di ciascuno. Veri “ministri” a servizio gli uni degli altri. Sullo sfondo di una profonda e ricca analisi del contesto storico nel quale è vissuta ed ha agito Chiara Lubich, presentata da Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio, si sono approfondite le dimensioni ecclesiali che scaturiscono dal carisma di Chiara: una Chiesa che si fa dialogo; la “mistica del noi” che si realizza in una Chiesa-comunione; la dimensione ecumenica; i diversi percorsi formativi che offre il Movimento dei Focolari per approfondire e diffondere queste dimensioni. Esperienze di vita di Vescovi da tutto il mondo ne hanno illustrato la possibilità di realizzazione nella vita personale dei Vescovi e nel loro servizio alla Chiesa. “Non è stata una retrospettiva” ha sottolineato un Vescovo africano a conclusione del convegno “ma un’ouverture, cioè un inizio e un’apertura al futuro”. Il “patto” che i Vescovi hanno stretto a Loppiano, in seno alla Chiesa della Madre di Dio, era stato sottoscritto, proprio nello stesso luogo, anche da Papa Francesco insieme agli abitanti della Cittadella durante la sua visita a Loppiano. Si tratta di un patto che, sottoscritto con il sostegno del Popolo di Dio che lo attua e trae continuamente forza da esso, può essere anche per i Vescovi un inizio, un punto di partenza, una ouverture che fa intravedere l’accendersi di nuove note nel cammino del dialogo, di nuove armonie sulla strada della comunione della Chiesa del futuro.

Joachim Schwind – Anna Lisa Innocenti

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Vangelo vissuto: non arrendersi

Gesù, con tutta la sua vita, ci ha insegnato la logica del servizio, la scelta dell’ultimo posto. È la posizione ottimale per trasformare l’apparente sconfitta in una vittoria non egoistica ed effimera, ma condivisa e duratura. Alcoldipendente Conoscendo la tragedia che vivevano le nostre due famiglie a causa dell’alcol, avevo fatto col mio ragazzo patti chiari. Lui mi giurò il suo impegno. Per alcuni anni le cose andarono bene. Dei sospetti però affioravano di tanto in tanto: qualche ammanco nell’economia, qualche ritardo non giustificato … Il vero dramma non fu scoprire che lui era da sempre alcoldipendente, ma che noi, moglie e figli, non eravamo stati capaci di tirarlo fuori da quel giro. Mi sentii umiliata. Quando ne parlai con il parroco, pur riconoscendo la gravità di un inganno protratto per anni, mi chiese se, per il bene dei figli, ero pronta a ricominciare. Non da sola: la comunità mi avrebbe sostenuta. Con una forza in certi momenti eroica, rimasi accanto a mio marito; lo convinsi ad accettare di disintossicarsi, lo sostenni nette crisi di astinenza. Sono passati due anni. La famiglia ha risentito fortemente di queste scosse, ma in me e nei figli è cresciuta una forza nuova. La vita di ogni giorno è diventata un dono meraviglioso. (J.K. – Romania) Rifugiati La guerra in Ruanda ci ha tolto tutto: casa e alcuni parenti. Da Kigali ci siamo trasferiti nel mio paese natale, poi siamo dovuti partire anche da lì verso un campo di rifugiati, portando con noi solo poche cose, tra cui gli indumenti per il nostro bambino che doveva nascere. Nel campo c’era una marea di gente disperata e in miseria. Dopo l’arrivo di alcune suore, mi sono offerto come volontario per aiutare nei primi soccorsi. Mi è stato affidato il servizio sociale, ma non c’erano mezzi, niente da dare ai rifugiati. In mezzo ad un gruppo di orfani c’era un bambino di sette anni, rimasto separato dalla famiglia. La madre lo ha ritrovato dopo molti giorni di marcia, ma arrivando al campo era esausta. A me rimanevano 300 franchi, circa un dollaro: una fortuna. lo ne avevo bisogno, ma lei più di me. Glieli ho dati, convinto che Dio avrebbe pensato anche ai miei; così lei ha potuto comprare cibo e una piccola capanna per ripararsi. Poco dopo ho incontrato mia sorella maggiore, che da tre giorni girava nel campo cercandoci: mi portava 1000 franchi. (C.E. – Ruanda) Cicatrici Non era semplice sapere come trattare Marta, la nostra quarta figlia, affidataci dal tribunale dei minori. In lei c’era un rifiuto totale della sofferenza in seguito a un incidente che le aveva lasciato sul corpo cicatrici che nascondeva a tutti come un marchio d’infamia. Solo con l’amore paziente, il dialogo e la collaborazione di tutti, in famiglia, lei è riuscita a superare quel trauma, scoprendo e valorizzando al tempo stesso anche i talenti che aveva. Così, a poco a poco, la ragazza difficile si è riconciliata col proprio corpo e con l’ambiente che la circondava. Con sollievo abbiamo visto maturare in lei l’amore alla vita. Man mano che questa esperienza andava avanti, era possibile comunicarle anche il valore del dolore. Un giorno, appena rincasata, Marta ci ha raccontato di una compagna che, avendo notato le sue cicatrici, aveva fatto una smorfia di disprezzo; lei però, invece di rimanerci male, aveva alzato la manica per meglio mostrare quei segni, spiegandole l’origine. Al che la compagna le aveva chiesto scusa. Da allora sono diventate amiche. (O. N. – ltalia)

a cura di Stefania Tanesini (tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VI, n.1, gennaio-febbraio 2020)

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Chiara Lubich e Roma: un legame d’amore

Chiara Lubich e Roma: un legame d’amore

Nella capitale italiana una serata dedicata alla fondatrice dei Focolari e al suo stretto rapporto con Roma della quale, venti anni fa, era divenuta cittadina onoraria. Presentato anche il volume “Conversazioni. In collegamento telefonico”. Il 22 gennaio per Roma è un giorno importante, non solo perché ricorre il compleanno di Chiara Lubich, nata nel 1920 – e della quale quest’anno si festeggia il centenario – ma anche perché il 22 gennaio del 2000, in pieno Giubileo, l’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli volle darle la cittadinanza onoraria. In quell’occasione Chiara ricordò che il nome di Roma, letto alla rovescia, suona “amor”. Da qui la sua visione di una capitale invasa dall’amore evangelico attraverso quella che fu chiamata in seguito operazione “Roma-Amor”. Da quel 22 gennaio 2000 per la comunità dei Focolari di Roma iniziò una nuova fase attraverso un maggiore impegno e testimonianza per la città. A venti anni da quell’evento, il 22 gennaio scorso, si è ricordato Chiara con una serata a lei dedicata. “Secondo me c’è un elemento dell’esperienza di Chiara da connettere con l’esperienza di San Paolo, entrambi diventati cittadini di Roma– ha detto l’ex sindaco Francesco Rutelli –. Chiara a più riprese ha citato San Paolo e questo legame fra i due ha una forza e una simbolicità straordinaria. E Chiara da quel 22 gennaio 2000 prese l’impegno di dedicarsi più e meglio per Roma, incarnando l’amore reciproco dovunque. Cosa c’è di più bello per fare nostre queste parole, oggi”. Nel corso della serata c’è stato anche un ampio approfondimento sul libro “Conversazioni. In collegamento telefonico” di Michel Vandeleene che contiene 300 pensieri spirituali di Chiara. Testi che lei comunicava, collegandosi periodicamente in conferenza telefonica, inizialmente dalla Svizzera (da cui il nome Collegamento CH), con i più importanti centri dei Focolari sparsi nei cinque continenti, occasione anche per fare partecipi tutti di eventi e notizie della vita del Movimento nel mondo. “Ci troviamo di fonte ad una sorta di diario personale e comunitario in cui l’esperienza di Chiara risulta legata alla vita dei membri del Movimento – ha affermato la professoressa Maria Intrieri, docente di storia antica dell’Università della Calabria (Italia) – Si coglie una duplice tipologia: la grande storia di Chiara e della sua Opera nella Chiesa e con la Chiesa nelle strade del mondo, ma emerge anche la microstoria, le piccole esperienze, gli incontri che lei ha al Centro Internazionale dei Focolari, i suoi viaggi, una lettera che le arriva da un bambino. Chiara lo faceva per essere sempre di più una sola famiglia”. “Ci rendiamo conto che i due termini – conversazioni e collegamento – nascondono radici profondissime: trovarsi nello stesso posto ed essere legati insieme – ha sostenuto la professoressa Cristiana Freni docente di filosofia del linguaggio università salesiana -. Questo è quello che Chiara desiderò fare nel lontano 1980: far sentire membri di una stessa famiglia e instaurare legami profondamente ontologici grazie ai Collegamenti Ch. In questo modo una massa può diventare popolo”. Michel Vandeleene ha sottolineato l’importanza del linguaggio usato nei pensieri spirituali di Chiara: “il vocabolario di una persona riflette la sua anima, e vedendo il vocabolario di Chiara si vede una persona aperta, gioiosa, evangelica tenace. Anche l’utilizzo delle parole di una persona fa capire tanto di lei. La parola dolcezza per lei rimanda all’unione con Dio o alla presenza amorosa di Dio in mezzo a noi. Compilando questo indice – ha commentato – sono rimasto colpito dalla visione di Chiara del cristianesimo: una religione positiva, affascinante che non può non avere seguito”. Infine il regista Marco Aleotti ha spiegato cos’è il Collegamento CH oggi. “Dalla morte di Chiara ci siamo chiesti: cosa succederà per il Collegamento? Ogni due mesi continuiamo a realizzarlo e chiunque può collegarsi attraverso il web. Il feedback che poi ci arriva in seguito dalla diretta – ha concluso – è la testimonianza di varie persone che continuano a fare la stessa esperienza dell’essere un’unica famiglia come nei Collegamenti con Chiara”.

Lorenzo Russo

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