Movimento dei Focolari
GEN ROSSO Music and Arts Village

GEN ROSSO Music and Arts Village

Dopo il successo raccolto nella prima edizione, il GEN ROSSO (INTERNATIONAL PERFORMING ARTS GROUP) presenta la 2° edizione del GEN ROSSO Music and Arts Village un’esperienza di approfondimento artistico e di condivisione di valori alla luce del carisma dell’unità. Il progetto intende coinvolgere giovani professionisti e studenti di discipline quali: musica, danza, canto e teatro, di età, preferibilmente, compresa tra i 18 e i 30 anni. La metodologia didattica è progettata e gestita da tutor del Gen Rosso con docenti dalla riconosciuta capacità ed esperienza artistica. Il programma prevede l’approfondimento di tematiche specifiche, lo scambio di esperienze, sessioni di dialogo e laboratori pratici che convergeranno in una performance finale. Le serate saranno arricchite da interessanti contributi artistici. La seconda edizione del Village si terrà dal 27 dicembre 2018 (con arrivo nel pomeriggio) al 5 gennaio 2019. A conclusione verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Il Gen Rosso, attraverso la segreteria del Village, è a disposizione per fornire ulteriori informazioni e tutta la documentazione necessaria all’iscrizione (a numero limitato). PROGRAMMA: Mattino : approfondimenti  di  tematiche, esperienze, scambio e dialogo. Pomeriggio: operatività immediata nelle varie arti dello spettacolo, con performance finale. Sera: interessanti proposte artistiche Dove: a Loppiano – Sede Gen Rosso – Terraio – Via Montelfi, 17 – 50063 Figline e Incisa Valdarno (Firenze) Quando: Dal 27 dicembre 2018 (pomeriggio-arrivo) al 5 gennaio 2019 (pomeriggio-partenza) Chi: giovani da 18 a 30 anni impegnati nello studio o verso la professione artistica. Quanto: € 600 + iva (grazie ad una borsa di studio che copre l’altro 40% dei costi) Portare: secondo la propria disciplina lo strumento e le scarpe e la tuta per la danza/abbigliamento adatto. Modulo per registrarsi CONTATTI Segreteria VILLAGE: +39 0558339821 (dalle ore 9,00 alle ore 13,00) Franco Gallelli: cell +39 3806592166 (h24)  email segreteria VILLAGE:  village@genrosso.com https://www.youtube.com/watch?v=G9eF6q1PYO4 (altro…)

29 anni fa cadeva il muro di Berlino

Una indimenticabile notte, quella di 29 anni fa, quando i cittadini di Berlino Est cominciarono a prendere a picconate il muro che li aveva divisi per 28 anni dal lato Ovest della città, dal 13 agosto del 1961. Il muro di Berlino era solo un tratto di una lunga linea di confine che spezzava in due parti l’intera Europa durante la guerra fredda: la zona d’influenza statunitense a ovest, quella sovietica a est. Oggi altri muri sono ancora in piedi, come quello tra Corea del Nord e Corea del Sud, e nuovi ne sono stati costruiti. Sono muri che violano i diritti fondamentali delle persone alla salute, all’istruzione, al lavoro, all’acqua, al cibo. E che a volte separano comunità e famiglie. Come quelli tra Israele e Palestina, tra Egitto ed Israele, tra Usa e Messico, tra India e Bangladesh, tra Marocco, Algeria e Mauritania. Anche in Europa nuovi muri dividono, come quelli tra Ceuta e Melilla, o tra Grecia e Turchia. Un muro d’acqua, infine, è quello del Mediterraneo, che continua ad inghiottire vittime. Il crollo inatteso del muro di Berlino, tuttavia, ha acceso 29 anni fa una speranza ancora attuale: che tutti i muri, grazie all’impegno di tanti uomini e donne di buona volontà, possano un giorno crollare. (altro…)

Vangelo vissuto: “Ecco: sto alla porta e busso”

Una comunità educativa Sono la direttrice di una scuola in un paese povero e isolato, con un’altissima percentuale di disoccupazione e diserzione scolastica. Costruendo rapporti profondi con gli allievi, le loro famiglie, i colleghi e gli operatori scolastici, ho avuto la gioia di vedere nascere una “comunità educativa” caratterizzata dalla promozione della dignità della persona e dall’apertura agli altri. Per aiutare i ragazzi a non abbandonare la scuola, oltre all’“adozione” di allievi e delle loro famiglie, abbiamo avviato un centro per la produzione artigianale. Questo progetto ha ricevuto anche un riconoscimento presidenziale. Da qualche tempo devo limitare la mia attività per una malattia, ma finché avrò vita lotterò perché l’educazione aiuti a scoprire il valore di se stessi e l’amore di Dio. (I. – Argentina) Accogliere il dolore altrui Dopo il suicidio di mio fratello, il contraccolpo in famiglia è stato grande. La vita non era più la stessa. Ho cominciato ad avere dubbi di fede. Le mie giornate diventavano sempre più vuote. Un giorno mi sono resa conto che con il mio atteggiamento non aiutavo i miei genitori. Allora ho raccolto tutte le mie forze per accogliere il loro dolore e fare in modo che sentissero meno il peso della tragedia. In questo modo, lentamente, ho sentito che le mie ferite si sanavano. È stata una conquista, che mi aiuta ora che sono diventata a mia volta mamma. (O.M. – Germania) Ho fatto spazio agli altri A 24 anni ho sposato Marcello, cui mi univa una profonda intesa e il progetto di formare una bella famiglia, in un cammino di fede. 15 anni dopo, a causa di un incidente. Marcello mi ha lasciata. Per sei anni sono rimasta chiusa nel mio “perché?”, fino a quando ho accettato l’invito ad un convegno. Sentir parlare di Dio Amore mi ha sconcertata. Poco a poco, qualcosa ha cominciato a cambiare dentro di me. Quando poi ho ascoltato che, per amore nostro, Gesù sulla croce ha sofferto la prova di sentirsi abbandonato dal Padre, anche il mio grido ha cominciato a prendere senso. La mia situazione non era cambiata, rimanevo una vedova, ma dentro di me ho ricominciato ad amare. Guardandomi attorno, ho incontrato tante persone che sperimentavano anch’esse un grande vuoto. Quanto più facevo loro spazio, tanto più Dio mi riempiva di pace. (A. – Italia) Per chi entra dopo di me Sono un’insegnante. Al termine della lezione, cerco di fare in modo che l’aula sia accogliente per chi entra dopo: lascio la cattedra in ordine, la lavagna pulita, le finestre spalancate per permettere un ricambio d’aria. Abbiamo in dotazione due cestini, uno per la carte e uno per tutto il resto. Talvolta, se li trovo in disordine, provvedo a smistare i rifiuti e a spostarli nel cestino giusto. Se per fare questo perdo alcuni minuti di pausa, che mi sarebbero utili per recuperare energie, credo però che sia un tempo “perso” bene. (A. – Svizzera) Anzitutto il colloquio Durante il periodo dell’adolescenza dei nostri figli, sono cominciate le prime incomprensioni con loro. Anche tra me e mio marito c’erano tensioni, avevamo modi diversi di affrontare le situazioni. Quando ci siamo accorti che stavamo perdendo il rapporto con i figli, in particolare con uno di loro, abbiamo capito che più di tutto valeva saper andare oltre le proprie idee, e mettersi ad amare per primi, cercando un colloquio costruttivo tra di noi e con loro. Ora sono tutti adulti, ma siamo coscienti che il nostro compito educativo non è finito, anzi. (Mariolina – Italia) (altro…)

United in His Name

United in His Name

“Where two or three are gathered in my name, there am I in the midst of them” (Mt 18:20). These words from the Gospel of Matthew, written almost two thousand years ago, have rarely been mentioned after the patristic era. In United in His Name, a spiritual-dogmatic study, Povilus explores this central element of Matthew’s gospel examining the new intuitions that have arisen from Chiara Lubich’s charism of unity. “The greatest witness to the existence of God that we can give the world,” Chiara says, “is that of living in such a way as to have his presence in our midst… It is a return to the spirit of the early Christians.” “Here is the pivotal point of the spirituality that characterizes the Focolare Movement: Jesus in our midst; the presence of God that is continuous, warm, silent, fruitful, luminous.”  Bishop Robert F. Morneau. Auxiliary Bishop of Green Bay. Chiara Lubich has been described as the most influential Christian woman alive today. A Templeton Prize winner and recipient of the UNESCO Peace Education prize, she is the founder of the worldwide Focolare Movement. She is a leading figure in world ecumenism and a source of inspiration for millions. Her collaboration on a vast array of issues has been frequently sought by popes, ecumenical leaders and politicians.   New City (UK)

Genitori no stress (dieci sfide alla tranquillità di mamme e papà)

Genitori no stress (dieci sfide alla tranquillità di mamme e papà)

Un aiuto per essere genitori oggi. Semplice e concreto. I bambini hanno il diritto di essere circondati da persone che fanno il possibile per offrire loro un’infanzia felice, ma lo stesso diritto lo hanno anche i genitori, troppo spesso messi alla prova, apparentemente al di là delle loro forze, in quella meravigliosa avventura che è avere e crescere un figlio. I genitori si trovano davanti a tante sfide che spesso li fanno sentire inadeguati, innescando un circolo vizioso di disistima tale da paralizzarne le capacità relazionali ed educative, e spesso finiscono con il mettere in crisi la coppia stessa. L’Autore, pediatra di famiglia e docente di counselling, racconta dieci storie emblematiche di queste sfide: la nascita, i primi mesi, i rapporti con le famiglie di origine, le malattie della prima infanzia, il ritorno al lavoro e l’inserimento al nido o all’asilo, il cibo, il sonno, i nuovi media, lo sport e perfino i lutti che possono colpire una famiglia. Per ognuna di queste situazioni il libro non fornisce ricette risolutive, ma chiavi di lettura che permettano di guardare a questi comuni problemi pediatrici nella loro dimensione clinica e relazionale, facendo riscoprire la naturale capacità di ascoltare il proprio cuore, una bussola che ogni genitore possiede, ma che va ritrovata. L’AUTORE Raffaele Arigliani, medico chirurgo specializzato in Pediatrica, è professore presso l’Università Politecnica delle Marche per l’insegnamento di Counsing e pres­so l’Università Federico II di Napoli di “Pediatria di relazione”. Nel 2002 ha fondato la Italian Medical Research (IMR), Istituto con cui realizza attività di ricerca e formazione su tematiche di counselling e educazionali. Per Città Nuova ha pubblicato “Genitori con la Patente” (2002). È autore di numerosi articoli divulgativi e scientifici. .  LA COLLANA: vivere bene insieme: Una collana pensata per offrire al lettore mappe efficaci e concrete per imparare a prendersi cura degli altri e di sé, pienamente integrati nel mondo in cui viviamo, nel rispetto di noi stessi, delle altre persone e dell’ambiente. Volumi agili da leggere, arricchiti con brevi esperienze di vita, bibliografie essenziali e consigli pratici per migliorare la quali­tà del nostro vivere insieme

Città Nuova Ed.

Fame e cibo in discarica

Fame e cibo in discarica

Con una delle economie in più rapida crescita, l’India è un Paese in corsa verso un miglioramento costante delle aspettative di vita, dei tassi di alfabetizzazione e delle condizioni di salute. Ma, tra gli 1.2 miliardi di abitanti del paese, le condizioni di coloro che vivono nelle regioni più povere sono ancora difficili. Malgrado il suo status di potenza economica, la malnutrizione mortale persiste. Ogni sera, in India, 200 milioni di persone cercano di addormentarsi nonostante i morsi della fame. E di fame, ogni giorno, muoiono 3.000 bambini. A Mumbai, da dove scrive Sunny, della comunità dei Focolari, arrivano ogni anno migliaia di persone malate di cancro. «Le loro famiglie, durante il trattamento, rimangano all’addiaccio, nei pressi dell’ospedale, prive di tutto». Si tratta di situazioni allarmanti di povertà, specie se confrontate con i dati relativi allo spreco crescente di generi alimentari perfettamente integri, letteralmente buttati al termine di feste nuziali, banchetti, funzioni, feste di famiglia. Il Paese è tra i maggiori produttori mondiali di beni alimentari, ma al contempo è quello in cui una buona parte di tali beni va sprecata. Tra le cause, anche le carenze nel sistema di trasporto e immagazzinaggio e nella “catena del freddo”: secondo stime 2017 del Ministero dell’Agricoltura indiano, il valore delle perdite connesse allo spreco alimentare (non solo in termini di beni agricoli e alimentari, ma anche di utilizzo di acqua ed energia) possono essere comprese tra gli 8 e i 15 miliardi di dollari all’anno. Dal 2017 la Ong RotiBank lavora per raccogliere il cibo scartato o appena preparato da aziende alimentari, come hotel o caffetterie, e convogliarlo in modo sicuro nelle baraccopoli o verso le persone che vivono in mezzo alla strada. “Roti” è un tipico pane indiano, di forma circolare, un impasto di farina integrale e acqua, cotto anche su pietra. Dopo aver ricevuto in dono un furgone, la RotiBank sta ora lavorando per aumentare il numero dei mezzi e delle persone coinvolte. Molte delle persone che raggiunge sono bambini o lavoratori che non raggiungono un salario minimo per riuscire a sopravvivere. L’iniziativa non-profit si avvale di una rete di volontari che, dopo il normale orario di lavoro, prendono parte alla raccolta e alla distribuzione del cibo avanzato. «È essenziale – si legge nella presentazione dell’iniziativa – reindirizzare il cibo in eccedenza perfettamente commestibile e destinato alla discarica verso le persone che ne hanno realmente bisogno». Spiega Sunny: «Abbiamo deciso di scendere in campo con un pomeriggio di sensibilizzazione a sostegno di questa Ong. Circa 45 persone della comunità del Focolare di Mumbai si sono messe a disposizione per servire i pasti. È stata anche un’occasione per verificare il proprio modo di fare acquisti, e per comprendere che ogni giorno potremmo mettere da parte qualcosa per consentire a queste famiglie di pranzare. Era commovente vedere quante persone erano in attesa di ricevere un po’ di cibo. Uno dei partecipanti ha detto: “Sono felice di essere venuto a fare questa esperienza. Non scorderò mai l’espressione di quelle persone in fila”». Forse dovremmo vederla tutti.   Chiara Favotti (altro…)

L’Art d’aimer en famille

L’Art d’aimer en famille

Chiara Lubich répond ici à des questions sur les aspects les plus variés de la vie du couple et de la famille. Elles ont été regroupées selon des thèmes : l’aspiration au mariage, la relation homme-femme, le mariage et Dieu, la vie de tous les jours, la dimension sociale de la famille, parents et enfants, les souffrances qui peuvent surgir. Ce sont des situations que connaissent toutes les familles. Consciente des difficultés qu’elles ont à affronter, l’auteur leur propose un moyen pour tenir bon : une forte spiritualité, une spiritualité communautaire enracinée dans l’amour. Là réside l’originalité du livre.