Set 11, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Vedi il programma completo, aggiornato al 4 settembre, dell’edizione 2018 del laboratorio multi tematico, che si svolgerà nella cittadella internazionale di Loppiano da venerdì 28 a domenica 30 settembre: Programma LoppianoLab 2018_aggiornato al 04 09. 2018 Gruppo Editoriale Città Nuova – www.cittanuova.it Polo Lionello Bonfanti – www.pololionellobonfanti.it Istituto Universitario Sophia – www.sophiauniversity.org Economia di Comunione: http://www.edc-online.org/it/ Loppiano – www.loppiano.it Movimento dei Focolari in Italia: www.focolaritalia.it
Set 11, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Set 10, 2018 | Cultura

La Chiesa è costitutivamente relazione di comunione, in cui ogni cristiano è chiamato a occupare il posto a lui riservato. Occorre, per questo, essere aperti alla chiamata di Dio, qualunque essa sia, e rispondere a Lui con responsabilità. In particolar modo, nel libro viene preso in considerazione il diaconato permanente, in quanto terzo grado dell’Ordine sacro. Uno degli obiettivi di questo studio è la comprensione e la riflessione critica sullo sviluppo e l’identità del diaconato permanente nella realtà pastorale italiana, cercando di superare un approccio ontologico e funzionale attraverso la prospettiva simbolica all’interno del discorso di un’ecclesiologia di comunione. Il diaconato permanente è infatti una risorsa per la Chiesa e non puramente un rimedio alla scarsità di vocazioni al sacerdozio ordinato; la dimensione teologico-pastorale qui evidenziata offre delle risposte alle esigenze della Chiesa di ogni tempo e in particolare a quella di oggi.
Set 10, 2018 | Centro internazionale
«Il tuo giorno, mio Dio, io verrò verso di Te … Verrò verso di Te, mio Dio, […] e con il mio sogno più folle: portarti il mondo fra le braccia» (Il Grido, Città Nuova). A 10 anni dalla morte di Chiara Lubich, siamo ancora stupiti dalla profezia sociale di questa donna straordinaria che, col suo ideale dell’ut omnes (Gv 17,21), da Trento è arrivata al mondo. Ma non si può comprendere il carattere profetico della sua persona senza considerare il contesto storico in cui è vissuta e la sua partecipazione ai destini dell’umanità: la nascita nel Trentino, allora periferia esistenziale di grande significato storico e sociale, l’esperienza della povertà, il dramma delle guerre mondiali. In mezzo alle vicende del suo tempo, si manifesta in lei un carisma particolare, quello dell’unità: «L’anima deve sopra ogni cosa puntare sempre lo sguardo nell’Unico Padre di tanti figli. Poi guardare tutte le creature come figlie dell’Unico Padre. Oltrepassare sempre col pensiero e coll’affetto del cuore ogni limite posto dalla vita umana e tendere costantemente e per abito preso alla fratellanza universale in un solo Padre: Dio». In questi appunti del 2 dicembre 1946 si possono cogliere i capisaldi della profezia sociale della Lubich: Chiara, infatti, non è stata una riformatrice sociale, come non lo è stato Gesù. Il sogno di Chiara, in effetti, punta più in alto e in profondità, al fondamento antropologico e teologico di ogni forma sociale: la fratellanza universale e l’unità come l’ha pensata l’uomo-Dio, Gesù. Per questo, potremmo dire che la prima opera sociale di Chiara è stata la stessa comunità dei Focolari, nata a Trento dopo la guerra, la quale, prendendo alla lettera le parole degli Atti degli Apostoli (At 2,42-48), viveva la comunione radicale dei beni e si prodigava ad accudire la moltitudine di poveri e sofferenti che il conflitto aveva lasciato alle spalle. Questa radice non si è mai persa, anzi è la fonte ispiratrice di tutti i progetti sociali attivati in questi anni da lei e da quelli che hanno fatto proprio l’Ideale dell’unità. In ciò si evidenzia il genio umano ed ecclesiale di Chiara. Genio umano, perché la risoluzione dei problemi sociali – sempre più gravi nonostante le apparenze e il progresso tecnologico, con la massa crescente e scandalosa di scartati e sfollati in tutti gli emisferi della terra, frutto di sistemi iniqui e di una globalizzazione al servizio delle potenze del mondo –, non dipende da strategie sociologiche o da azioni che operano sugli strati superficiali della realtà umana, ma dalle opzioni fondamentali e dai valori profondi che muovono le coscienze. Genio ecclesiale, perché la missione della Chiesa non si esaurisce nella carità e nella cura degli ultimi (comunque indispensabile), ma nell’annuncio, alla luce dell’incarnazione del Verbo, della dignità di ogni uomo in quanto figlio di Dio. Senza queste due motivazioni essenziali, antropologica ed ecclesiale, non si afferra la vera dimensione sociale del carisma di Chiara Lubich, informato da una intrinseca socialità, che si dispiega in vita, azione e studio (vedi le Scuole sociali e l’Istituto Universitario Sophia). Quale la conseguenza concreta di questa prospettiva per tutti noi? Se vogliamo, ci aspetta una storia; anche noi abbiamo davanti una storia. Chiara ci riscatta dall’anonimato per renderci protagonisti di un sogno. Tutti protagonisti, nessuno escluso. Guislain Lafont, il grande teologo domenicano, parla del “principio della piccolezza”, che riassume la filosofia pratica di papa Francesco. Si tratta della convinzione che « la salvezza viene piuttosto dal basso che dall’alto». Chiara ha saputo declinare magistralmente questo “principio della piccolezza” nell’impegno per un vero rinnovamento sociale, scatenato dal paradigma dell’unità. Questa è la sua grandezza. Fonte: Città Nuova n.6, giugno 2018 (altro…)
Set 10, 2018 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo
Le comunità ebraiche di tutto il mondo celebrano nei giorni 10 e 11 settembre, con vigilia il 9, la festività di Rosh ha-shanah, il Capodanno ebraico, dell’anno 5779. «La festa – spiega l’UCEI, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – ha un carattere e un’atmosfera assai diversi da quella normalmente vigente nel capo d’anno “civile”. Piuttosto è considerato giorno di riflessione, di introspezione, di auto esame e di rinnovamento spirituale. È il giorno in cui, secondo la tradizione, il Signore esamina tutti gli uomini e tiene conto delle azioni buone o malvagie che hanno compiuto nel corso dell’anno precedente. Nel Talmud infatti è scritto “A Rosh Ha-Shanah tutte le creature sono esaminate davanti al Signore”. Non a caso tale giorno nella tradizione ebraica è chiamato anche “Yom Ha Din”, giorno del giudizio. Il giudizio divino verrà sigillato nel giorno di Kippur, il giorno dell’espiazione. Tra queste due date corrono sette giorni che sommati ai due di Rosh Ha-Shanà e a quello di Kippur vengono detti i “dieci giorni penitenziali”. Rosh Ha-Shanah riguarda il singolo individuo, il rapporto che ha con il suo prossimo e con Dio, le sue intenzioni di miglioramento». (altro…)
Set 9, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale

Maurizio Certini, direttore del Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira.
Giovani universitari, provenienti da tutto il mondo. È particolarmente a loro che si dedica il Centro La Pira, cercando di rispondere alle nuove sfide poste dal mondo delle migrazioni. Come valorizzate il sogno che muove questi giovani a venire a studiare in Italia? Sono ragazzi e ragazze con un “potenziale umano” preziosissimo, che possono diventare “ponti” di buone relazioni culturali, economiche e politiche, tra Paesi. Accoglierli e sostenerli era il sogno del Card. Benelli, che volle istituire per loro un Centro diocesano internazionale, intitolandolo al prof. Giorgio La Pira, promotore di pace nel mondo intero e per tanti anni sindaco di Firenze, di cui si è appena concluso l’iter canonico del processo di beatificazione. Era il 1978, appena quattro mesi dopo la sua morte, quando Benelli si rivolse a Chiara Lubich per chiedere la disponibilità di alcune persone del Movimento per avviare questa esperienza. Le scrisse: «[…] Molti giovani si sono ritrovati soli, nel più impressionante disagio e amaro disorientamento. Vogliamo servirli, conoscerli, fare che si sentano accolti, porci al loro fianco, rispettandoli e aiutandoli in tutto, stabilire con loro un dialogo che coinvolga la nostra realtà di uomini. Se sono musulmani, li aiuteremo a esserlo meglio, se ebrei ad essere ebrei. Vogliamo offrire loro un servizio che tonifichi l’anima e con finezza cristiana li ponga nel rispetto della loro dignità».
Qual è la situazione quarant’anni dopo? Le condizioni di vita degli studenti universitari stranieri, meritevoli ma con pochi mezzi, sono sicuramente migliorate, grazie all’esonero dalle tasse e alla messa a disposizione di alloggi e mense. Ma il percorso formativo resta, per molti, una corsa a ostacoli: la lontananza da casa, la necessità di mantenersi da soli, la difficoltà di studiare in un contesto culturale poco noto, la burocrazia, le sirene del consumismo. Chi conosce le storie di tanti di questi ragazzi rimane colpito dal loro coraggio, dall’esempio di fortezza nelle prove e di resistenza nelle difficoltà. I problemi più seri si manifestano al secondo o al terzo anno quando, anche se volenterosi e motivati, non riescono a conseguire i crediti necessari per rimanere nelle residenze universitarie. Per loro si apre all’improvviso una voragine, e può essere l’avvio di un processo deprimente, che porta all’abbandono dello studio e all’infrangersi di un sogno. Negli anni, quanti giovani sono transitati dal Centro? Numerosissimi. Si è cercato di far fronte con entusiasmo a tanti bisogni, cercando soluzioni, dando loro speranza. Molti, delusi e scoraggiati, sono riusciti a riprendere in mano la propria vita, completando il percorso di studio. L’esperienza universitaria all’estero rappresenta una singolare occasione culturale e professionale. Ma occorre una speciale attenzione per adeguare con creatività l’impegno istituzionale e associativo, che deve essere coordinato e attento alle differenze culturali e religiose, ponendo al “centro” gli studenti, per accompagnarli integralmente nel loro cammino.
Un’associazione sostenuta prevalentemente dal volontariato può incidere sulla società e sulla politica? Giorgio La Pira fece sue le parole di un grande architetto rinascimentale, Leon Battista Alberti: «Che cos’è la città? È una grande casa per una grande famiglia». Oggi il mondo è una città globale. Con la nostra azione, guardiamo alle città del mondo attraverso gli sguardi e le storie dei numerosi “ospiti”, aprendoci alla reciprocità. In italiano, “ospite” è colui che accoglie, ma anche colui che è accolto. Al Centro cerchiamo di generare comunità, consapevoli di trovarci in un contesto sociale sempre più plurale, che necessita di persone aperte al dialogo, capaci di reciproca integrazione. Oggi il bisogno sociale di comunità è fortissimo: il mondo è di corsa, spesso alienato, crescono le sopraffazioni, le falsità, il sospetto, la paura. Il nostro piccolo “campo di gioco” si dilata ogni giorno a livello cittadino, nazionale, internazionale: siamo convinti che si vince solo se si genera comunità, volendo costituire la società come un corpo civile, ponendo al centro la persona umana con la sua dignità. Chiara Favotti (altro…)
Set 7, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«L’Antico e il Nuovo Testamento formano un solo albero. La fioritura avvenne nella pienezza dei tempi. E l’unico fiore era Maria. Il frutto che ne seguì fu Gesù. Anche l’albero dell’umanità era stato creato ad immagine di Dio. Nella pienezza dei tempi, alla fioritura, avvenne l’unità fra Cielo e terra e lo Spirito Santo sposò Maria. Abbiamo dunque un solo fiore: Maria. Ed un solo frutto: Gesù. Ma Maria, seppure una, è la sintesi della creazio¬ne intera al culmine della sua bellezza, quando si presenta come sposa al suo Creatore. […] Maria è il fiore fiorito sull’albero dell’umanità nato da Dio che creò il primo seme in Adamo. È Figlia di Dio suo Figlio. Guardando una piantina di geranio, che s’apriva in un fiore rosso, mi domandavo e le domandavo: «Perché fiorisci in rosso? Perché dal verde cambi in rosso?» Mi sembrava una cosa così strana! Oggi ho capito che tutta l’umanità fiorisce in Maria. Maria è il Fiore dell’umanità. Ella, l’Immacolata, è il Fiore della Maculata. L’umanità peccatrice è fiorita in Maria, la tutta bella! E, come il fiore rosso è grato alla piantina verde con le radici e il concime che la fece fiorire, così Maria è, perché vi fummo noi peccatori, che costringemmo Dio a pensare a Maria. Noi dobbiamo a Lei la salvezza, Ella la vita sua a noi». Chiara Lubich, Maria trasparenza di Dio, pp. 85-87 (altro…)
Set 6, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
https://vimeo.com/279279065 (altro…)
Set 5, 2018 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Mi sono ricordato della frase pronunciata da un amico: “L’idea di Dio deve crescere insieme a noi”. Era molto tempo che non cercavo più di capire qualcosa di Dio. Avevo bisogno di saperne da altri che ne sapevano più di me». Andrea, giovane universitario, tre anni fa ha lasciato il suo paese di origine, dove aveva un gruppo di riferimento in parrocchia, e si è trasferito in una grande città. Ma qui non ha trovato subito dei punti di riferimento precisi per la sua scelta di fede. Al Congresso ne ha conosciuti tanti. «Sono ancora in cammino e sto scoprendo aspetti nuovi di questa avventura, però ho delle certezze, dei punti di forza. Uno di questi è sicuramente la consapevolezza che la strada che mi si è aperta davanti è una strada comunitaria, da vivere con gli altri e per gli altri. Alle volte capita che me lo dimentichi e quindi necessito di una raddrizzata, ma dentro di me so che è così», conferma Nicholas. “Impegnati nel Noi” è stata una iniziativa svoltasi a Castel Gandolfo (31 agosto al 2 settembre), promossa dai Movimenti Diocesano e Parrocchiale, diramazioni del Movimento dei Focolari, e rivolta ai giovani impegnati nella Chiesa locale. Questi movimenti si propongono di irradiare il carisma dell’unità nelle parrocchie e nelle diocesi in cui prestano il loro servizio e di concorrere, assieme alle altre realtà ecclesiali, alla realizzazione di una “Chiesa comunione”, come auspicato nella Novo Millennio Ineunte, la Lettera apostolica indirizzata da Giovanni Paolo II ai sacerdoti e a tutti i laici, al termine del grande giubileo del Duemila. A questo scopo promuove e alimenta una unità sempre più profonda dei fedeli attorno ai parroci e ai vescovi, collaborando nelle diverse diocesi e proponendo una nuova evangelizzazione nelle parrocchie, secondo uno stile comunitario.
«Abbiamo scelto questo titolo – precisano gli organizzatori – per contribuire a realizzare quello che Papa Francesco spesso ci invita a fare: passare dall’“io” al “noi”, attraverso un discernimento comunitario che ci aiuti a crescere e a prendere delle decisioni condivise. Durante le giornate trascorse insieme i partecipanti si sono confrontati sulla propria fede, ma soprattutto sulla missione a cui si sentono chiamati, quella di portare la “buona novella” del Vangelo. L’esperienza di vita basata sulla spiritualità di Chiara Lubich ha fatto da sfondo, perché ogni carisma di Dio è per tutta la Chiesa e per l’umanità. La metodologia è stata la cultura dell’incontro: prendersi del tempo per conoscersi e per stare insieme. Per sentirsi comunità, “popolo di Dio”, in cui si può crescere, aiutati da quelli con cui si cammina insieme». L’esperienza del congresso si inserisce pienamente nel cammino verso il Sinodo dei vescovi sui giovani, che si svolgerà il prossimo mese di ottobre. «Sono risuonate in maniera molto forte le parole rivolte da Papa Francesco ai giovani italiani, radunati l’11 agosto scorso a Roma: “Non accontentatevi del passo prudente di chi si accomoda in fondo alla fila. Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare, come Gesù, il Regno di Dio, e impegnarvi per un’umanità più fraterna. Abbiamo bisogno di fraternità: rischiate, andate avanti!”». (altro…)
Set 4, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Emigranti Viviamo in un Paese restio ad accogliere gli emigranti. Un giorno in famiglia parlavamo di questo argomento e, volendo vivere la Parola di Gesù, ci siamo detti che sono emigranti anche gli emarginati. Non molto tempo dopo, abbiamo saputo di un ragazzo che veniva dal mondo della droga e non aveva nessuno che si prendesse cura di lui. Lo abbiamo accolto a casa nostra finché non si è stabilizzato, vincendo la sua dipendenza e trovando un lavoro. Anche in seguito abbiamo mantenuto i rapporti con lui. Oggi è un papà felice, con una famiglia serena. R. H. – Ungheria Il granaio Anziana e senza figli, Marie trascorreva spesso i pomeriggi da noi. Un giorno, alludendo al granaio dietro casa nostra, ci confidò che sarebbe stata felice di abitare lì. Ne abbiamo parlato con i figli e abbiamo deciso di accontentarla. Dopo aver ottenuto i necessari permessi, abbiamo trasformato il granaio in una casetta collegata alla nostra da una porta interna. Non solo per Marie, ma per tutta la nostra famiglia si è aperta una porta, una modalità nuova di capire la solitudine di molte persone. Ci sentiamo veramente arricchiti. C. J. B. – Belgio Splendente Da molti anni sono semiparalizzata a letto. Giovedì scorso sono venute a trovarmi due focolarine e per me è stata una grande gioia. In seguito, hanno comunicato ad una mia amica di avermi trovato “splendente” e questo loro commento mi ha molto sorpreso. Ho ringraziato Dio, chiedendogli di aiutarmi ad essere sempre tale. Il giorno dopo mi sono svegliata con dei forti dolori alla schiena. Era l’occasione per restare “splendente” anche nella sofferenza. La stessa cosa è successa anche qualche giorno dopo. È questo l’atteggiamento che cerco di mantenere in questo tempo, e anche se non sempre ci riesco, almeno ci provo. N. P. – Venezuela Il latte Nella difficile situazione economica che attraversava il Paese, tutto era razionato e i mercati erano vuoti. A causa di una grave decalcificazione delle ossa, Rosa aveva bisogno di bere molto latte, ma era difficile da trovare. Un giorno una vicina è andata a casa sua per chiederle un po’ di latte per il suo bambino, che da giorni non ne beveva. Rosa le ha offerto subito quello che le rimaneva, nonostante le proteste dei figli. Prima di sera, le sono arrivati otto litri di latte. Con le lacrime agli occhi, Rosa ha esclamato: “Dio non si lascia mai vincere in generosità!”. M. C. – Messico La suocera Rosita e io avevamo portato mia suocera, che vive in una casa per anziani e ha difficoltà motorie, a fare una passeggiata. Anche mia cognata era con noi. Grati a Dio per la bella giornata di sole, durante la passeggiata ci siamo fermati a fare colazione in un ristorante nella piazza di un paese vicino. Fra noi c’era armonia e gioia. Quando abbiamo chiesto il conto, ci è stato detto che era già stato pagato da un altro cliente, ammirato dalle premure verso una persona anziana. Felice, mia suocera confermava. R. – Svizzera (altro…)