Movimento dei Focolari
Cantieri dei Ragazzi per l’Unità in Italia

Cantieri dei Ragazzi per l’Unità in Italia

Testa, cuore e mani in azione: ci rimbocchiamo le maniche, usando il cervello e mettendo in moto il cuore per le più diverse attività. Sport, musica, volontariato, arte, tempo libero e tante nuove amicizie all’insegna della Regola d’Oro: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Sono i Cantieri dei Ragazzi per l’Unità che si moltiplicano ogni estate in tutta Italia. Partecipa anche tu! Vedi i luoghi e le date su Focolari Italia

Van Thuan, libre derrière les barreaux

Van Thuan, libre derrière les barreaux

15 août 1975. Un homme d’Église est emmené en prison sans jugement ni condamnation. Son avenir est promis au désespoir, l’oppression communiste semble avoir triomphé. Le captif est à l’image du peuple soumis à un brusque régime dictatorial. L’histoire bascule lorsque la réponse du prisonnier dépasse la logique humaine et provoque des réactions en chaine. La persévérance de l’évêque Van Thuan dans la bienveillance et la foi va bouleverser tout un peuple, jusqu’aux oppresseurs. L’expérience – réelle – des treize années de captivité de François-Xavier Nguyen Van Thuan se mêle à celle du Vietnam, et cet homme va être le symbole d’une résistance inouïe, maître devant tous les terrorismes. Nouvelle Cité

[:de]Jetzt leben – Vom Wert des Augenblicks. Meditationsimpulse[:]

[:de]Jetzt leben – Vom Wert des Augenblicks. Meditationsimpulse[:]

[:de]

Den gegenwärtigen Augenblick ergreifen · Anstöße zu einem bewussten Leben im gegenwärtigen Augenblick · Gedanken, die in den Tag hineinbegleiten Im Augenblick leben: Diese Lebensweisheit hat Chiara Lubich auf vielerlei Weise durchbuchstabiert, auch mit eingängigen, originellen Vergleichen und Bildern. In diesem bibliophil gestalteten Geschenkbuchband sind kurze Impulstexte zusammengestellt: eine Einladung zu einer neuen Achtsamkeit für das Hier und Heute. Um den gegenwärtigen Augenblick mit Leben zu füllen, mit Leben, das bleibt. Mit doppelseitigen Fabbildern der bekannten Künstlerin Bernadette Höcker-Ohnesorge

AUTOREN-/HERAUSGEBER-INFO Chiara Lubich (1920-2008), bekannt als eine der spirituellen Leitgestalten unserer Zeit und Gründerin der Fokolar-Bewegung, hat vielfältige Anstöße für den Prozess wachsender Einheit unter den Christen gegeben. Sie hatte zahlreiche persönliche Begegnungen mit hochrangigen Vertretern der großen Kirchen und bekam für ihr jahrzehntelanges ökumenisches und interreligiöses Engagement u. a. den Preis zum Augsburger Friedensfest, den „Templeton-Preis für den Fortschritt der Religion“ und den UNESCO-Preis für Friedenserziehung. „Chiara Lubich gehört zu den wenigen ganz großen spirituellen Stimmen unserer Zeit“ (Kardinal Karl Lehmann). Die im Verlag Neue Stadt veröffentlichten Bücher von Chiara Lubich haben eine Auflage von 500.000 Exemplaren erreicht. Ihre Werke sind weltweit in über 20 Sprachen übersetzt worden Verlag Neue Stadt[:]

Parola di vita – Luglio 2018

Nella sua seconda lettera alla comunità di Corinto, l’apostolo Paolo si confronta con alcuni che mettono in discussione la legittimità della sua attività apostolica, ma non si difende elencando i propri meriti e successi. Al contrario, mette in evidenza l’opera che Dio ha compiuto, in lui e tramite lui. Paolo accenna ad una sua esperienza mistica, di profondo rapporto con Dio (1), ma per condividere subito dopo la sua sofferenza per una “spina” che lo tormenta. Non spiega di cosa si tratti esattamente, ma si capisce che è una difficoltà grande, che potrebbe limitarlo nel suo impegno di evangelizzatore. Per questo, confida di aver chiesto a Dio di liberarlo da questo impedimento, ma la risposta che riceve da Dio stesso è sconvolgente: “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Tutti facciamo continuamente esperienza delle nostre e altrui fragilità fisiche, psicologiche e spirituali, e vediamo intorno un’umanità spesso sofferente e smarrita. Ci sentiamo deboli e incapaci di risolvere tali difficoltà, persino di affrontarle, limitandoci al massimo a non fare male a nessuno. Questa esperienza di Paolo, invece, ci apre un orizzonte nuovo: riconoscendo ed accettando la nostra debolezza, possiamo abbandonarci pienamente nelle braccia del Padre, che ci ama come siamo e vuole sostenerci nel nostro cammino. Proseguendo questa lettera, infatti afferma ancora: “È quando sono debole che sono forte” (2) . A questo proposito, Chiara Lubich ha scritto: “[…] La nostra ragione si ribella ad una simile affermazione, perché vi vede una lampante contraddizione o semplicemente un ardito paradosso. Invece essa esprime una delle più alte verità della fede cristiana. Gesù ce la spiega con la sua vita e soprattutto con la sua morte. Quando ha compiuto l’Opera che il Padre gli ha affidato? Quando ha redento l’umanità? Quando ha vinto sul peccato? Quando è morto in croce, annientato, dopo aver gridato: ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato’. Gesù è stato più forte proprio quando è stato più debole. Gesù avrebbe potuto dare origine al nuovo popolo di Dio con la sua sola predicazione o con qualche miracolo in più o qualche gesto straordinario. Invece no. No, perché la Chiesa è opera di Dio ed è nel dolore e solo nel dolore che fioriscono le opere di Dio. Dunque nella nostra debolezza, nell’esperienza della nostra fragilità si cela un’occasione unica: quella di sperimentare la forza del Cristo morto e risorto […]” (3) “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. È il paradosso del Vangelo: ai miti è promessa in eredità la terra (4) ; Maria, nel Magnificat (5) , esalta la potenza del Signore, che può esprimersi totalmente e definitivamente, nella storia personale e nella storia dell’umanità, proprio nello spazio della piccolezza e della totale fiducia nell’azione di Dio. Commentando questa esperienza di Paolo, Chiara così suggeriva ancora: “[…] la scelta che noi cristiani dobbiamo fare è assolutamente in senso contrario a quella che si fa ordinariamente. Qui si va, veramente, controcorrente. L’ideale di vita del mondo in genere consiste nel successo, nel potere, nel prestigio… Paolo al contrario ci dice che occorre gloriarsi delle debolezze […] Fidiamoci di Dio. Egli opererà sulla nostra debolezza, sul nostro nulla. E quando è Lui che agisce, possiamo star certi che compie opere che valgono, irradiano un bene durevole e vanno incontro alle vere necessità dei singoli e della collettività”.(6) Letizia Magri ________________________________________ 1 Cfr. 2 Cor 11, 1-7° 2 Cfr. 2 Cor 12, 10 3 Cfr. C. Lubich, La forza del dolore, Città Nuova, 44, [2000], 12, p.7. 4 Cfr. Mt 5,5 5 Cfr. Lc 1, 46-55 6 Cfr. C. Lubich, Dio opera sulla nostra debolezza, Città Nuova, 26, [1982], 11/12, p.59. (altro…)

Vangelo vissuto: operatori di pace

A tu per tu con Gesù Come sindaco, non c’è giorno senza che venga fermato per strada anche solo per un saluto. Perfino in chiesa, durante la messa, non riesco a trovare il modo per stare “a tu per tu” con Gesù. Una domenica sono andato a messa nella città vicina, sperando di passare inosservato. Ma ho trovato la chiesa gremita, per una liturgia lunghissima presieduta dal vescovo. Fuori dalla chiesa c’era una donna, a cui ho fatto l’elemosina. Solo pochi passi e un altro povero, con il volto sfigurato. Sono andato avanti. Poi un pensiero: “Mi cercavi? Eccomi, in quella povera donna e in quell’uomo dal volto sfigurato”. Sono tornato indietro. L’uomo era ancora lì, grato perché ero tornato a cercarlo. G. – Italia Superstizione Salgo sul taxi e noto che la macchina è piena di “ninnoli”, segno che il tassista doveva avere delle credenze superstiziose. Durante il tragitto, mi sono fatta coraggio e gli ho detto: “Io credo in Dio, la mia fiducia poggia solo in lui”. Guidando mi ascoltava in silenzio. Passa qualche tempo e di nuovo chiamo un taxi. Con grande sorpresa ritrovo lo stesso tassista nella stessa macchina. Ma con sorpresa noto che quegli oggetti erano spariti e una corona del rosario era appesa allo specchietto. N. – Svizzera In “equipe” Siamo una infermiera, un tecnico di laboratorio e un medico. Lavoriamo in reparti diversi dello stesso ospedale. Siamo convinti che il Vangelo vissuto non si limiti a trasformare l’uomo, ma possa rinnovare anche le strutture, i quartieri, gli ambienti di lavoro. Per questo quasi sempre, la mattina, prima di iniziare il lavoro, troviamo un momento per condividere fatiche e gioie. È una scoperta continua capire che possiamo trasferire nel nostro posto di lavoro questa carica di amore concreto verso tutti, vivendo quotidianamente il nostro compito professionale. E., L. e B. – Italia I soldi nel cuscino Uscendo di chiesa con mio figlio, ci ha avvicinati una donna, chiedendo l’elemosina. Ho aperto il portafoglio e le ho dato tutto quello che avevo con me: 20 euro. Mio figlio si è meravigliato, a suo dire era troppo, ma io l’ho rassicurato, dicendogli che in ogni povero c’è Gesù e mi ero sentita di dare a quella donna tutto quello che avevo con me. Arrivati a casa, mi sono messa a riordinare la stanza dove avevamo accolto una coppia venuta in città per trovare un parente malato. Mio figlio è venuto ad aiutarmi. Cambiando la federa al cuscino, sono caduti fuori 200 euro. Noi avevamo dato a quelle persone la possibilità di essere vicini a una persona che soffriva, e loro avevano voluto ricambiare così. M. G. – Italia Hockey sul ghiaccio Da patito di hockey sul ghiaccio, aspettavo con ansia, subito dopo scuola, di assistere in tv alla finale di un’importante partita. Allo squillo della campanella, sono partito a tutto gas sul mio motorino. Ma dopo qualche metro ho forato una ruota. In fretta ho cercato di rigonfiarla con la pompa. Ma dopo qualche centinaio di metri ero di nuovo a terra. Per di più si è messo a piovere. Mentre procedevo a piedi, spingendo a mano il motorino, cresceva in me l’irritazione. D’un tratto mi è balenato in mente un pensiero: Gesù ha sofferto così tanto sulla croce, e tu non sei capace di accettare questa piccola contrarietà? Questo pensiero mi ha ridato la pace. G. – Olanda (altro…)