Movimento dei Focolari
Pace: bandire dal cuore la violenza

Pace: bandire dal cuore la violenza

Attentato Istanbul«Mi sono svegliata stamattina, 1° gennaio, pronta a vivere questa giornata e questo anno che appena albeggia – scrive un’amica da Istanbul –. La prima notizia con cui mi imbatto è quella dell’attentato avvenuto alla Discoteca Reina Club durante la notte. Subito un senso di forte dolore, di sgomento. Non è possibile!!! Dopo qualche ora leggo nella parola di vita del mese: “Se davvero abbiamo sperimentato il suo amore, non possiamo non amare a nostra volta ed entrare, con coraggio, là dove c’è divisione, conflitto, odio, per portarvi concordia, pace, unità. L’amore ci permette di gettare il cuore al di là dell’ostacolo…”. È proprio fatta per me, per noi, che vogliamo continuare a credere e a vivere per la pace e la fratellanza universale. Gli auguri che ci scambiamo durante il giorno con tanti amici hanno un sapore misto di scoraggiamento e speranza. No! Non ci lasceremo sopraffare da chi ci vuol far credere che la pace è un’utopia. E da tutto il mondo tanti ci fanno sentire che non siamo soli». Ed è proprio così: non sono soli. Pur nello sgomento per il perpetrarsi di tanta ingiusta violenza, siamo infatti in tanti a scommettere e a prodigarsi ogni giorno per l’avvento della pace. Vogliamo fare nostro l’invito che Papa Francesco rivolge a tutti nel suo messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace che abbiamo appena celebrato: «Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune». (altro…)

Giornata mondiale della Pace

Giornata mondiale della Pace

papa-francesco«Il secolo scorso – scrive papa Francesco è stato devastato da due guerre mondiali micidiali, ha conosciuto la minaccia della guerra nucleare e un gran numero di altri conflitti, mentre oggi purtroppo siamo alle prese con una terribile guerra mondiale a pezzi […] che provoca enormi sofferenze di cui siamo ben consapevoli: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalità e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell’ambiente. […] Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quantità di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo. Nel peggiore dei casi, può portare alla morte, fisica e spirituale, di molti, se non addirittura di tutti. […] Essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza […] (che) non consiste nell’arrendersi al male […] ma nel rispondere al male con il bene, spezzando in tal modo la catena dell’ingiustizia. […] Quando Madre Teresa ricevette il premio Nobel per la Pace nel 1979, dichiarò chiaramente il suo messaggio di nonviolenza attiva: «Nella nostra famiglia non abbiamo bisogno di bombe e di armi, di distruggere per portare pace, ma solo di stare insieme, di amarci gli uni gli altri […] (Ella) si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini – dinanzi ai crimini! – della povertà creata da loro stessi. […] La nonviolenza praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati impressionanti. I successi ottenuti dal Mahatma Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan nella liberazione dell’India, e da Martin Luther King Jr contro la discriminazione razziale non saranno mai dimenticati. Le donne, in particolare, sono spesso leader di nonviolenza, come, ad esempio, Leymah Gbowee e migliaia di donne liberiane, che hanno organizzato incontri di preghiera e protesta nonviolenta (pray-ins) ottenendo negoziati di alto livello per la conclusione della seconda guerra civile in Liberia. […] L’impegno a favore delle vittime dell’ingiustizia e della violenza non è un patrimonio esclusivo della Chiesa Cattolica, ma è proprio di molte tradizioni religiose, per le quali […] la compassione e la nonviolenza sono essenziali e indicano la via della vita. Lo ribadisco con forza: nessuna religione è terrorista. La violenza è una profanazione del nome di Dio. Non stanchiamoci mai di ripeterlo: mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa. Solo la pace è santa, non la guerra! […] Se l’origine da cui scaturisce la violenza è il cuore degli uomini, allora è fondamentale percorrere il sentiero della nonviolenza in primo luogo all’interno della famiglia. […] La famiglia è l’indispensabile crogiolo attraverso il quale coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato, e dove gli attriti o addirittura i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene dell’altro, la misericordia e il perdono. […] Rivolgo un appello in favore del disarmo, nonché della proibizione e dell’abolizione delle armi nucleari: la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca assicurata non possono fondare questo tipo di etica. Con uguale urgenza supplico che si arrestino la violenza domestica e gli abusi su donne e bambini. […] Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune». Leggi il messaggio integrale (altro…)

Maria Regina di Pace

Maria Regina di Pace

maria loppiano[…] La storia non è fatta che di guerre e noi bambini, dai banchi della scuola, abbiamo quasi imparato che le guerre sono buone, sono sante, quasi la salvaguardia della propria patria […] Ma se noi sentiamo riecheggiare nel nostro animo gli appelli dei Papi, […] sentiamo quanto essi paventassero per l’umanità la guerra e come essi scendessero, chiamati o no, tra i governanti a cercare di placare le ire e gli interessi e ad allontanare la terribile sciagura della guerra con la quale tutto si perde mentre con la pace tutto è guadagnato. E questo perché la storia è una sequela di lotte fratricide fra popoli fratelli cui è stato dato dall’unico Padrone del mondo un pezzo di terra per coltivarla e viverci. Egli benedice la pace perché la pace ha impersonato. Noi che vediamo come il Signore si stia conquistando ad uno ad uno i cuori dei figli suoi di tutte le nazioni, di tutte le lingue, tramutandoli in figli dell’amore, della gioia, della pace, dell’arditezza, della forza, noi speriamo che il Signore abbia pietà di questo mondo diviso e sbandato, di questi popoli rinchiusi nel proprio guscio a contemplare la propria bellezza – per loro unica – limitata ed insoddisfacente, a tenersi coi denti stretti i propri tesori – anche quei beni che potrebbero servire ad altri popoli presso cui si muore di fame –, e faccia crollare le barriere e correre con flusso ininterrotto la carità tra terra e terra, torrente di beni spirituali e materiali. Speriamo che il Signore componga un ordine nuovo nel mondo, Egli, il solo capace di fare dell’umanità una famiglia e di coltivare quelle distinzioni fra i popoli, perché nello splendore di ciascuno, messo a servizio dell’altro, riluca l’unica luce di vita che abbellendo la patria terrena fa di essa un’anticamera della Patria eterna. Forse quanto si va dicendo può sembrare un sogno. Ma – a parte il fatto che, se il rapporto fra i cristiani è il mutuo amore, il rapporto fra popoli cristiani non può non essere il mutuo amore, per quella logica del Vangelo che non cambia – c’è un vincolo che già unisce i popoli fortemente e che voce di popolo, di ogni popolo, ha già proclamato, quella voce di popolo che è così spesso voce di Dio. Questo vincolo nascosto e custodito nel cuore di ogni nazione è Maria. Chi riuscirà a distogliere i brasiliani dall’idea che Maria è la Regina della loro terra? E chi potrà negare ai portoghesi che Maria è la «Nostra Signora di Fatima»? O chi non riconoscerà ai francesi la «bella piccola Signora di Lourdes»? E ai polacchi la Madonna di Czestochowa? E agl’inglesi l’essere – la loro terra – «feudo di Maria»? E chi potrà negare che Maria è la «castellana d’Italia»? […] Tutti i popoli cristiani l’hanno già proclamata Regina loro, di loro e dei loro figli. Ma una cosa manca, e questa non la può fare Maria dobbiamo aiutarla noi: manca la nostra collaborazione perché i popoli cattolici, come tanti fratelli uniti, vadano da lei a riconoscerla insieme Madre e Regina. Noi possiamo incoronarla tale se, con la nostra conversione, con le nostre preghiere, con la nostra azione, togliamo il velo che ancora copre la sua corona […] Quel pezzo di mondo che sta nelle nostre mani dobbiamo deporlo […] ai piedi della più grande Regina che Cielo e terra conoscano: Regina degli uomini, Regina dei santi, Regina degli angeli, perché quando era in terra ha saputo immolare totalmente se stessa, ancella del Signore, ed insegnare con ciò ai figli suoi la via dell’unità, dell’abbraccio universale degli uomini, affinché sia come in Cielo così in terra. Da Chiara Lubich, Scritti Spirituali/1, pp.210-213 (altro…)

Jantar de Reis Solidário

Jantar de Reis Solidário

    No Porto dia 6 de janeiro ás 20h no centro de cultura e espiritualidade cristã para universitários. Em Cascais, para ajudar as comunidades da Síria, dia 7 de janeiro. Missa ás 18h seguida do jantar ás 19h30.