Movimento dei Focolari
LA MIA PRIMA COMUNIONE

LA MIA PRIMA COMUNIONE

la mia prima comunioneIL VOLUME Con il sacramento dell’Eucarestia sperimentiamo in noi la presenza di Gesù. Per questo motivo la prima comunione è un punto di inizio e non un punto di arrivo della nostra esperienza di fede. Dietro il pane e il vino ci attende Gesù vivo, desideroso di incontrarci, amarci ed incoraggiarci nella vita di ogni giorno. La comunione intima, riflessiva e spirituale con Cristo ci guida nel mondo come “altri piccoli Gesù”. In questo modo possiamo vivere tutte le nostre esperienze in modo evangelico, testimoniando concretamente ed in prima persona l’amore di Dio per noi. L’esperienza dell’Eucarestia ci rende costruttori della famiglia cristiana che ci ha accolto il giorno del battesimo e promotori della fraternità fra tutti. Il libretto si propone di affiancare i sussidi specifici nella preparazione alla prima comunione, attraverso un dialogo tra alcune delle domande più frequenti dei bambini e le risposte offerte dalle storie tratte dal Vangelo o di “altri Gesù” che hanno saputo portare l’amore di Dio al prossimo. L’AUTORE Mario Iasevoli, laureato in psicologia dello sviluppo e dell’educazione e dottore di ricerca in Scienze Mediche, Cliniche e Sperimentali. Consulente per progetti di formazione e prevenzione nell’infanzia. Ha già collaborato con Città Nuova alla riedizione dei Quaderni Attivi di Sussidio ai primi due cicli del Catechismo Ufficiale CEI ed attualmente è membro della redazione del giornalino BIG – bambini in gamba. Da studioso del fine vita in ambito bioetico ha collaborato, inoltre, alla realizzazione di alcuni libri della collana Bordeline e autore di diverse pubblicazioni scientifiche. LA COLLANA La collana FORMAZIONE CRISTIANA E LITURGIA presenta testi di approfondimento e strumenti per la catechesi, per la preghiera e le celebrazioni liturgiche, che accompagnano il credente nella vita personale e comunitaria. DATI TECNICI f.to 21×14 pp. 32 prezzo: € 3,00

Filippine: giovani leader per la pace

Filippine: giovani leader per la pace

21050309-05«La strada per un mondo di pace è lunga. Intraprenderla richiede coraggio, senza vacillare di fronte alla sofferenza, al dolore e alla sconfitta». Così si esprime Val Fajardo, un giovane dei Focolari, al termine dei 5 giorni del “Progetto Uniti per la Pace 2015”, a metà febbraio presso la cittadella “Mariapoli Pace”, a Tagaytay City (Filippine). La conferenza, promossa da YSEALI (Young Southeast Asian Leaders Initiative) – che mira a rafforzare nei giovani lo sviluppo della leadership e le reti nel Sud-est asiatico –, con la collaborazione del Movimento dei Focolari, ha riunito 30 giovani leader da Thailandia, Filippine e Indonesia per discutere sui conflitti religiosi e culturali nella regione dell’ASEAN (Associazione delle nazioni dell’Asia sudorientale) e per condividere le migliori pratiche atte a mitigarli. I delegati erano di diversi ambiti e di varia provenienza – blogger di moda, consiglieri presidenziali, insegnanti, giornalisti, studenti, responsabili di ONG e operatori sociali – tutti impegnati a lavorare per la pace. Il gruppo ha cercato di addentrarsi nella comprensione dei conflitti per lasciarsi poi guidare dall’ottica del dialogo interreligioso e interculturale. Da qui è passato all’analisi del paradigma della fraternità, che porta all’unità e alla reciprocità ed evidenzia il potere dell’azione collettiva, che sono componenti essenziali alla costruzione della pace. 21050309-04Spinti dal disperato bisogno di pace nel mondo, i giovani delegati hanno lavorato intensamente anche su proposte di progetti per affrontare la mitigazione e la risoluzione dei conflitti, da attuare simultaneamente nei loro paesi: “Peace Attack” in Indonesia; “Youth Leaders for Peace Camp” in Thailandia; e “Peace for real” nelle Filippine. I vari workshop hanno evidenziato la forza, la creatività e l’impegno di ogni partecipante. In tutti emergeva l’esigenza di coinvolgere giovani e adulti, ciascuno come protagonista di pace. «La costruzione di un mondo unito comporta necessariamente che lasciamo i nostri accampamenti per uscire allo scoperto. Ma non siamo soli nei nostri sforzi. Ci sono altri con cui possiamo condividere questi obiettivi. È arrivato il momento di impegnarci tutti insieme». 21050309-02Nikko Yumul, dei Focolari, tra i coordinatori del programma afferma: «I giovani sono nella fase della vita in cui l’attrattiva a realizzare progetti, anche grandi, è al culmine. Così la costruzione della pace sarà in loro come una scintilla che diventa incendio. È solo questione di tempo». A conclusione è stato inaugurato un “Parco della Pace”, come simbolo del progetto 2015, e i delegati hanno piantato alberi in una scuola pubblica vicino alla Mariapoli Pace. Al centro del parco il “Dado della pace, sui lati del quale sono riportati i principi per la costruzione della pace. Presenti all’inaugurazione autorità civili locali, presidi, docenti e studenti. Al Movimento dei Focolari è stato chiesto di essere partner in questo progetto fino a settembre 2015. Si è istituito così un comitato al fine di progettare il contenuto del programma e selezionare adeguate risorse umane, nella convinzione che perseguire l’obiettivo della fraternità universale è la via per risolvere i conflitti. Fonte: New City Press Philippines (altro…)

8 marzo, giornata internazionale della donna

8 marzo, giornata internazionale della donna

MariaVoce_2014_aIn questo giorno, ciascuno non mancherà di evocare in cuor suo le innumerevoli  figure di donne che ne hanno caratterizzato il vissuto,  a partire da colei che l’ha chiamato alla vita per passare subito dopo a moglie, fidanzata, sorelle, nonne, zie, baby-sitter, maestre, suore, catechiste, compagne di scuola, professoresse, infermiere, cassiere, domestiche, ed ora anche astronaute. Oggi vogliamo celebrare la donna riflettendo insieme con alcuni pensieri di Maria Voce, presidente dei Focolari, raccolti in due interviste da lei rilasciate alla rete brasiliana TV Nazaré e alla rivista Cidade Nova, nell’aprile 2014, in occasione del suo viaggio in Brasile. «Il ruolo della donna nella Chiesa è cominciato con Maria nella prima comunità di Gerusalemme, dove aveva un ruolo del tutto particolare fra gli Apostoli. Nel ripercorrere la storia della Chiesa abbiamo poi visto una prevalenza del sesso maschile, soprattutto nei ruoli di governo, anche per l’esclusività del ministero sacerdotale agli uomini. Questo ha fatto sì che i sacerdoti si identificassero particolarmente con la gerarchia della Chiesa e che la donna rappresentasse, in certo modo, una presenza meno importante nella Chiesa. Da allora c’è stata un’evoluzione, non solamente nella Chiesa, ma nell’umanità, nella società, dove le donne pian piano hanno conquistato dei ruoli importanti. Forse in alcuni contesti e culture  le erano già riconosciuti, ma nella cultura occidentale la donna ha dovuto farsi strada da sola». «Dio  creando l’uomo a sua immagine l’ha creato uomo e donna, il che significa che non ha creato una sola creatura, unica, ma due creature diverse. Le ha create in questa diversità perché fossero complementari l’una all’altra e testimoniassero, pur nella diversità delle funzioni, nella diversità dei ruoli, la figliolanza dell’uomo da parte di Dio, quindi con la stessa dignità. Mi sembra che questo pian piano stia emergendo nella politica, nella società. Mai come in questo periodo assistiamo all’emergere di figure importanti che assumono la presidenza di Stati e di Paesi importanti. La presenza della donna nella Chiesa deve crescere soprattutto nel testimoniare il suo carisma specifico, che è quello di dimostrare che l’amore è più importante del governo; che non si può governare senza l’amore». «Una maggiore incidenza della presenza femminile potrebbe portare effetti positivi non soltanto nella Chiesa, ma anche nella società.  In un’azienda, per esempio, in uno Stato, in un governo, la presenza femminile, quando c’è, si vede, proprio perché mette a confronto e costruisce nella complementarietà fra il dono che è l’uomo e il dono che è la donna. Papa Francesco è un po’ l’esempio di chi sa apprezzare il contributo femminile. La dolcezza, la tenerezza a cui fa sempre riferimento, sono delle caratteristiche più femminili che maschili». «La capacità di sopportare, di accogliere, di donare, sono tipiche della madre, che mette al mondo un figlio e poi quando è il momento lo lascia andare. E questa capacità, sia di attaccamento che di distacco, influisce positivamente  anche nel governare. Qualcuno mi ha domandato: “Come fai a conciliare l’amore e il governo?“. Ho risposto che non si può governare senza amore. Non si può. Quando si esercita il potere senza amore, non è governo, è oppressione». (altro…)

Guerra in Siria: è ancora notizia?

Guerra in Siria: è ancora notizia?

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Intensificando la preghiera per la pace

«Non cessano, purtroppo, di giungere notizie drammatiche dalla Siria e dall’Iraq, relative a violenze, sequestri di persona e soprusi a danno di cristiani e di altri gruppi. Vogliamo assicurare a quanti sono coinvolti in queste situazioni che non li dimentichiamo, ma siamo loro vicini e preghiamo insistentemente perché al più presto si ponga fine all’intollerabile brutalità di cui sono vittime». Così l’ultimo accorato appello di Papa Francesco, nell’udienza generale di domenica 1° marzo. La moltitudine che colmava Piazza S. Pietro si è raccolta per un minuto in profonda preghiera, ricordando questi due martoriati Paesi del Medio Oriente. Dalla Siria ci scrivono: «Ormai tanti si sono arresi all’idea che la guerra sia un dato di fatto e non fanno più notizia le centinaia di persone che muoiono ogni giorno. La gente è al limite della sopportazione e l’inverno è freddo e lungo, senza gasolio né elettricità e senza acqua. I colpi di mortaio continuano a seminare morte nelle grandi città; mentre le battaglie si perpetrano nelle periferie e nei villaggi. L’economia è a terra e tante famiglie non hanno più lavoro; e le vie legali di uscita dal Paese sono quasi chiuse. Un vescovo siriano ha detto che il nostro popolo è umiliato e colpito nella sua dignità». 20150206_161931Le comunità dei Focolari in Siria, nonostante tutto il male che dilaga, continuano a credere «che un futuro migliore qui ci può essere; continuiamo a trovare forza dalla vita del Vangelo, anche con testimonianze coraggiose». Sanno di non essere da soli, ma che fanno parte di una grande famiglia nel mondo che prega per loro e opera per la pace. «Eppure la stanchezza, dopo 4 anni di guerra, e la prospettiva di un futuro oscuro per il Paese, pesano molto. E sono tanti ormai quelli che cercano di emigrare per mettere fine a questo circolo infernale». In questo contesto, il 23 febbraio scorso, sono rientrati i focolarini ad Aleppo. Scrivono: «Dopo 3 mesi di assenza, siamo tornati a comporre il nostro focolare ad Aleppo, con Sami il nostro focolarino sposato che abita sul litorale con la sua famiglia, ne fa parte e viene a stare con noi una volta al mese. stare qui è una sfida, perché siamo consapevoli che solo Gesù presente in mezzo a noi, per l’amore reciproco, è fonte di speranza e di sollievo per la comunità e per la gente che ci sta intorno». «Nel corso del nostro viaggio – concludono – ci siamo fermati una settimana a Damasco, dalle focolarine, che hanno sostenuto la comunità nella nostra assenza; e un’altra settimana nella comunità di Kfarbo al centro del Paese. C’è una grande gioia per il nostro rientro: ora la famiglia è completa! Siamo tutti molto riconoscenti per le preghiere di tanti nel mondo che ci sostengono in questa dura prova». (altro…)