Movimento dei Focolari
Serata di Sophia a LoppianoLab 2013

La radice di una nuova via

Dopo aver passato in rassegna in questi anni alcuni punti della spiritualità dell’unità (Dio Amore, la Volontà di Dio, la Parola, l’amore del prossimo) consideriamo ora il “comandamento nuovo” di Gesù: “che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato” (Gv 13,34). Nel corso degli anni, Chiara Lubich coglie sempre di più la sua importanza e la sua novità. Lo vede anche come la grande attesa del nostro tempo. Offriamo un breve saggio dell’argomento preso da un discorso tenuto il 24 ottobre 1978 e rivolto ai responsabili del Movimento dei Focolari: «Il Signore ha usato tutta una pedagogia per insegnarci ad amare il fratello, rimanendo nel mondo senza essere del mondo. Subito ci ha fatto capire che amare il fratello, senza cadere nel sentimentalismo o in altri errori, era possibile perché Lui stesso poteva amare in noi, con la carità. […] La carità è una partecipazione all’«agape» divina. […] San Giovanni, dopo aver detto che Dio ci ha amati, non conclude – come sarebbe stato più logico – che, se Dio ci ha amati, noi dobbiamo amarlo in contraccambio, ma dice: «Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1 Gv 4,11). E solo perché la carità è partecipazione all’«agape» di Dio possiamo andare oltre i limiti naturali ed amare i nemici e dare la vita per i fratelli. Per questo l’amore cristiano è proprio dell’era nuova, e il comandamento è radicalmente nuovo e introduce nella storia umana e nell’etica umana una «novità» assoluta. “Questo amore – scrive Agostino – ci rinnova, affinché siamo uomini nuovi, eredi del Testamento Nuovo, cantori del cantico nuovo” (cf. Io. Evang. tract. 65, 1; PL 34-35)». _________________________________________ Tratto da Chiara Lubich. L’amore reciproco, a cura di Florence Gillet, Editrice Città Nuova, Roma 2013, pp. 38-39 (altro…)

Serata di Sophia a LoppianoLab 2013

Emergenza profughi: costernazione e solidarietà

La strage più grande avvenuta sulle coste italiane: oltre 500 i profughi a bordo di un “barcone della morte”, di cui solo 155 tratti in salvo. Espressioni di dolore ed indignazione si alzano dal Papa e dagli esponenti delle massime istituzioni italiane.

«La strage a Lampedusa interpella il mondo e coinvolge tutti noi”, afferma Maria Voce nel suo messaggio di cordoglio. “Il sentimento espresso da papa Francesco davanti all’orrore della strage – continua la presidente –  (…) raccoglie anche il sentire profondo del Movimento dei Focolari». Una tale immane tragedia «esige una profonda presa di coscienza sulle cause profonde delle immigrazioni e sulle ingiustizie sociali, politiche ed economiche che ne stanno alla base. La politica nazionale, europea e internazionale deve assicurare a tutti gli uomini che vivono sul pianeta la possibilità di una vita sicura e dignitosa in nome della comune umanità, che oltrepassa ogni frontiera e va al di là degli stessi ordinamenti giuridici quando essi ledono i diritti fondamentali delle persone». Simili stragi, conclude «spingono ancora di più singoli e gruppi a costruire capillarmente una cultura dell’accoglienza che apra gli occhi sulle quotidiane necessità degli altri». Questo l’impegno che si assumono gli aderenti dei Focolari e in particolare quanti già lavorano nei centri di accoglienza e di assistenza in molte città del Paese, come avviene nella provincia di Trento già da alcuni anni.

Inizia con un corso di italiano la storia di Cristina, Elena e Maria Norena, volontarie del Movimento dei Focolari, che si sentono chiamate in causa in prima persona dalla crescente presenza di fratelli in difficoltà. “Siamo nel maggio 2011– racconta Elena –, gli sbarchi si erano susseguiti a ritmo incalzante, facendo approdare circa 25.000 persone provenienti dalla Libia in guerra. Nella nostra provincia di Trento sono arrivati 200 profughi, quasi tutti giovani uomini, musulmani, tra i 18 e i 30 anni” . “Ho vissuto anch’io, colombiana, la mancanza di rapporti e di vita sociale – prosegue Maria Norena –. Questi ragazzi raccontavano della loro solitudine e soffrivano perché non conoscevano l’italiano. Subito le altre persone del nostro gruppo mi hanno sostenuta ed abbiamo iniziato insieme quest’avventura”. L’esperienza si allarga a macchia d’olio ed anche le istituzioni cominciano a sentirsi coinvolte. “Ci interessava concretamente assicurare un futuro a questi giovani – afferma Cristina –, così insieme a tutti coloro che offrivano la propria disponibilità abbiamo cominciato ad intervenire sui giornali locali, soprattutto sul giornale diocesano messo a nostra disposizione per dar voce a chi non ha voce. Anche il Vescovo ha sollecitato la comunità cristiana trentina ad occuparsi di questi ragazzi, nostri fratelli”. Nel frattempo l’amministrazione provinciale decide di prolungare il progetto, garantendo a ciascun profugo due anni di assistenza e sostentamento a partire dal suo arrivo. Alla fine dei due anni, però, i giovani dovranno lasciare gli alloggi. “Con l’intento di garantire ai ragazzi una dimora stabile – ricorda Maria Norena – abbiamo coinvolto le realtà parrocchiali e le comunità locali del Movimento dei Focolari sia per la raccolta di fondi, sia soprattutto per la ricerca di lavoro e l’integrazione di questi giovani nella società”. “Attualmente abbiamo ottenuto casa per i 16 nostri amici che personalmente conosciamo – commenta Cristina –. Sperimentiamo l’aiuto della Provvidenza, che ci accompagna nelle piccole o grandi esigenze: ci sono arrivate 4 biciclette necessarie perché uno degli appartamenti è lontano dalla città e non raggiungibile con l’autobus, e anche una lavatrice che si era resa indispensabile”. Un ragazzo, ospite di uno degli alloggi gestiti dal gruppo di volontari, ci ha scritto: “Vi ringrazio per tutto quello che state facendo, per la fiducia che avete verso di me e l’onestà che credete io abbia. Vi voglio un mondo di bene”. (altro…)

Serata di Sophia a LoppianoLab 2013

Muri abbattuti, accoglienza e generosità

La Parola di Vita di ottobre ripropone il tema dell’amore al prossimo, che ha un’infinità di sfumature. Una in particolare, sembra suggerita dalle parole del testo: «Se, come dice san Paolo, l’amore vicendevole è un debito, occorrerà avere un amore che ama per primo come ha fatto Gesù con noi. Sarà, quindi, un amore che prende l’iniziativa, che non aspetta, che non rimanda». Nelle esperienze che seguono, semplici fatti di vita quotidiana, emerge la scelta di «un amore concreto, che sa capire, prevenire, che è paziente, fiducioso, perseverante, generoso». La zia “cancellata” – «Ho una zia alla quale ero molto affezionata. Durante le vacanze andavo da lei con alcune mie amiche per aiutarla nei lavori dei campi. Ero la sua nipote prediletta, ma quando mi sono sposata le cose sono cambiate: non ha mai voluto venire nella mia casa e non ha mai visto i miei figli. Mi ero così arrabbiata che per quindici anni non ho più messo piede da lei. L’avevo totalmente cancellata dalla mia vita. Ultimamente, leggendo nel Vangelo «Ama il prossimo tuo», dicevo fra me e me: mi manca una cosa grande, il perdono verso la zia. Sono tornata al villaggio e ho convinto la mamma di accompagnarmi da lei perché non ricordavo più la strada. Quando siamo arrivate, mi sentivo il figliol prodigo. Abbiamo tutte e due pianto di gioia. Lei ha accettato con gioia quello che le avevo portato. Separarci è stato difficile e mi ha salutato diverse volte. La pace è tornata tra noi e ora mi sforzo di tenere sempre acceso il fuoco dell’affetto in famiglia e attorno a me». S. P. – Africa Accoglienza – «Avevamo ricevuto una lettera del nostro figlio sposato che ci chiedeva ospitalità, senza dirci il motivo che lo spingeva a lasciare la sua famiglia e a tornare da noi. La nostra sorpresa è stata grande, ma, nonostante gli interrogativi e le preoccupazioni che ci tormentavano, abbiamo cominciato a preparare la stanza per accoglierlo il meglio possibile e lo abbiamo ricevuto con serenità, rispettando il suo dolore. Dopo un po’ di tempo lui ha iniziato ad aprirsi, comunicandoci i suoi problemi, le sue difficoltà. L’abbiamo ascoltato con il cuore aperto senza indagare né dare consigli. Circondato dall’amore e dalla fiducia, è riuscito a riflettere con tranquillità e a prendere la decisione di tornare a casa. Forse Dio si è servito di noi per aiutarlo a ricomporre la sua famiglia». N. C. L. – Perù Dopo-sci – «Una mattina bussa alla porta una giovane albanese che mi chiede dei vestiti e delle scarpe. Io preparo subito qualcosa sotto gli occhi dei bambini che mi vedono andare venire dal corridoio. Dopo mi accorgo che accanto all’uscio c’è un paio di dopo-sci cui mo figlio Gianni tiene tanto. Mi chiedo come mai sono lì: «Li regalo alla signora – dice – per i suoi bimbi, tanto ormai non nevica più». Siamo ai primi di ottobre. È proprio vero che la generosità nasce nei figli, se la vedono nei genitori». F. P.-Italia La borsa – «Immigrato in Europa, un giorno noto per strada una signora con delle borse pesanti: «Signora, ti posso aiutare?».  E lei: «No, faccio da sola». «Ma io voglio aiutarti». «Va bene, prendi questa borsa». Mi invita in casa e mi offre la cena. Attraverso questa famiglia che mi ha accolto bene ho poi trovato lavoro. Spesso quelli come me hanno dei problemi concreti: trovare lavoro, casa, mezzi di sostentamento; ma a volte c’è bisogno solo di una chiacchierata, di un numero di telefono per chiedere aiuto nei momenti difficili. La solidarietà che ho trovato nelle famiglie cristiane mi ha fatto capire che Dio è padre di tutti, ama tutti come figli». L. E.-Marocco Fonte: Il Vangelo del giorno, ottobre 2013, Città Nuova Editrice (altro…)

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Fons, pittore dell’unità

Aldo Stedile, ‘Fons’, ci ha lasciato la notte del 30 settembre, all’età di 88 anni. Insieme a Marco Tecilla e altri due giovani, aveva dato inizio a Trento – con pochissimi mezzi – al primo focolare maschile della storia. Quanti l’hanno conosciuto, lo ricordano col suo sorriso, la sua prorompente vitalità, la sua passione per l’Ideale dell’unità, il suo ottimismo. “Dall’intimo di chi che crede in me, sgorgheranno torrenti di acqua viva” (Gv 7,38): da questa frase che ha guidato la sua vita gli fu attribuito il nome ‘Fons’ [fonte in latino], con cui è conosciuto da tutti nel Movimento. Fons, secondo di una famiglia di dieci figli, è nato nella valle del Terragnolo nel Trentino il 3 luglio del 1925. Aveva un notevole talento artistico come pittore e, se non fosse scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, sarebbe andato a studiare Belle arti a Firenze. Nel 1948 conosce attraverso Valeria Ronchetti (Vale) l’esperienza del Movimento dei Focolari. Lui stesso racconta: “L’incontro con lei è stato per me una rivelazione, un vero incontro con Dio. Tutto è cambiato da quel momento. E successivamente, dopo che Vale gli ha parlato di Gesù Abbandonato: “Ora ho capito tutto, questa è la soluzione. Questo mi mancava…! Capii che sarebbero venute le difficoltà, prove, dubbi, incomprensioni, fallimenti, ma nulla più mi avrebbe fatto paura. Sentivo dentro di me una forza nuova e serena”. All’inizio degli anni ’60 fu pioniere della diffusione dei Focolari in Belgio, Svizzera, Austria e Germania, dove visse per 20 anni. Assieme a Bruna Tomasi, corresponsabile con lui del Movimento nell’Europa centrale, diedero vita alla cittadella ecumenica di Ottmaring, nei pressi di Augsburg, in Germania. Nel 1963 fu ordinato sacerdote insieme ad Antonio Petrilli. Negli anni ’80 assunse a Roma la direzione della branca dei Volontari di Dio e dall’inizio degli anni 2000 ricoperse diversi incarichi nel Consiglio generale del Movimento. Negli ultimi anni si è manifestata una malattia che lo ha man mano debilitato, «ma senza intaccare mai le corde più profonde della sua anima», scrive Maria Voce nel darne notizia ai membri del Movimento. «Quando nel febbraio del 2010, dovendo fare un test per valutare le sue capacità cognitive, il medico gli ha chiesto di scrivere di getto una frase di senso compiuto, lui ha subito scritto: amare sempre, dovunque, tutti!». Fons ci ha lasciato mentre sono presenti a Rocca di Papa gli oltre 200 partecipanti all’incontro annuale dei delegati dei Focolari delle varie regioni del mondo. Nella camera ardente allestita nella cappella del Centro Internazionale a Rocca di Papa, egli riceve quindi un commosso e grato omaggio dal mondo intero, per la sua testimonianza di gioioso e autentico seguace del carisma dell’unità. I funerali avranno luogo mercoledì, 2 ottobre 2013, alle ore 15, al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Via S. Giovanni Battista De La Salle). (altro…)

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Sudamerica: verso la “Escuela de Verano” 2014

Si è tenuto dal 9 all’11 settembre scorso l’incontro preparatorio della seconda edizione della EdeV – Escuela de Verano, per l’America Latina, promossa dall’Istituto Universitario Sophia (IUS), che si svolgerà nel gennaio 2014 con il titolo “Fondamenti epistemologici per una cultura della fraternità”. Il Seminario si è svolto a O’Higgins, presso la Mariapolis Lia, centro del Movimento dei Focolari nella provincia di Buenos Aires, dove, in una serie di lezioni e dialoghi, si è andato intessendo il contributo dei presenti, docenti universitari e giovani studiosi. Il preside di Sophia, Piero Coda, ha tracciato le linee metodologiche qualificanti l’Università che s’ispira al carisma dell’unità, chiamata anzitutto a favorire, attraverso la vita e l’episteme, quell’evento dell’incontro con Dio Trinità in Gesù, che permetta di illuminare le conseguenze culturali e sociali che traducono oggi la novità del Vangelo in una storia nuova di trasformazione. Di particolare luce e speranza per la ricerca scientifica e la formazione universitaria in America Latina – continente giovane, esuberante, capace di lotta e di rischio, anche perché segnato da forti diseguaglianze – si è rivelato l’obiettivo di enucleare la finalità di ogni attività accademica: articolare sapienza e scienza nella logica di una formazione che abiliti i giovani a intraprendere percorsi di pensiero e di pratica sociale ispirati ai principi di fraternità, reciprocità, equità e sviluppo integrale. Dopo la sessione del Seminario dedicata alla valutazione dei risultati della prima edizione della Escuela de Verano (dicembre 2012 – gennaio 2013), il gruppo di esperti ha definito i temi della seconda edizione, che vedrà la partecipazione di 80 studenti da tutta l’America Latina, 50 dei quali per la prima volta. Certi che ogni cosa nuova, anche un “nuovo pensiero”, nasce dal dono di sé, i partecipanti – provenienti da Argentina, Bolivia, Colombia, Ecuador, Messico, Paraguay, Perù, Venezuela – si sono voluti impegnare in prima persona stilando e sottoscrivendo un patto: trapiantare le proprie radici culturali nello spazio di novità e comunione dischiuso in Gesù, per alimentare con la linfa dell’amore trinitario e mettere in comunicazione l’eredità preziosa di cui ciascuno è portatore. (altro…)

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Aldo (Fons) Stedile ci ha lasciato

Aldo Stedile ci ha lasciato questa notte, all’età di 88 anni. Originario del Trentino, è stato tra i primissimi a seguire Chiara Lubich agli inizi del Movimento, costituendo con Marco Tecilla, il primo focolare maschile, nel 1949. “Dall’intimo di chi crede in me, sgorgheranno torrenti di acqua viva” (Gv. 7, 38): da questa frase evangelica che ha guidato dall’inizio la sua vita gli è stato attribuito il nome ‘Fons’ [fonte in latino], con cui è conosciuto da tutti nel Movimento. Al Centro internazionale dei Focolari è stata allestita la camera ardente. I funerali saranno celebrati mercoledì 2 ottobre alle ore 15 presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Via S. Giovanni Battista De La Salle). (altro…)