Ott 31, 2015 | Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
È nello spirito di un fecondo lavoro ecumenico che si è svolto nella cittadina tedesca di Zwochau lo scorso 12 settembre, un incontro a cui hanno partecipato circa 80 cristiani di diverse denominazioni.
Già nella sua visita a Zwochau nel 2013 la presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce, aveva espresso il desiderio di conoscere meglio Martin Lutero e i fedeli luterani; e più di recente, dallo scambio di lettere del maggio scorso tra il cardinale Marx – presidente della conferenza episcopale della chiesa cattolica in Germania – e il vescovo Bedford Strohm – responsabile del consiglio della chiesa evangelica in Germania -, era stata avanzata la proposta di portare avanti iniziative congiunte in vista dei 500 anni dalla Riforma di cui si farà memoria nel 2017. Due i filoni di riflessione pensati per la giornata. Il primo, guidato dal teologo luterano Florian Zobel, ha avuto al centro la figura di Lutero e la sua vita, evidenziandone anche diversi aspetti poco noti e concludendo con le parole di Papa Benedetto XVI, secondo cui “Per Lutero la teologia non era una questione accademica, ma la lotta interiore con se stesso. […] La domanda: Qual è la posizione di Dio nei miei confronti, come mi trovo io davanti a Dio? […] Penso che questo sia il primo appello che dovremmo sentire nell’incontro con Martin Lutero”. Il secondo, tenuto dal teologo cattolico e ricercatore su Lutero Hubertus Blaumeiser, è stato incentrato sulla spiritualità del monaco riformatore e, in particolare, sulla “teologia della croce” e il significato di “Riforma” che ne consegue: “Non solamente una trasformazione, un cambiamento o miglioramento secondo i propri piani personali – ha affermato –, ma un nuovo inizio, partendo dalle radici. Vale a dire il ritorno alla Scrittura, […] cioè al vangelo della grazia di Dio e alla nuova scelta di una vita con e per Cristo Crocifisso”. Nel pomeriggio si è poi tenuta una tavola rotonda moderata da Hermann Schweers, con il pastore luterano Axel Meissner di Schkeuditz e con il vescovo emerito Joachim Reinelt di Dresda: numerosi e sentiti sono stati gli interventi del pubblico, toccando temi quali l’importanza del lavoro ecumenico in una società non credente e il significato di Riforma oggi. La giornata si è poi conclusa con una celebrazione ecumenica.

Il Pastore Jens-Martin Kruse. Foto: Harald Krille
Anche in Italia, comunque, il cammino ecumenico non è certo fermo: papa Francesco visiterà la Chiesa di Cristo – “casa” dei luterani di Roma – il prossimo 15 novembre, accolto dal pastore Jens-Martin Kruse, che in un’intervista all’agenzia Sir ha definito il papa: “Il nostro vescovo. Non in senso giuridico ma in senso simbolico. Noi luterani di Roma abbiamo sempre avuto un rapporto molto vicino con i Papi. Anche in questo momento, molto difficile per il mondo, secondo me il Papa è il portavoce dei cristiani”. (altro…)
Mar 15, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
SOR sta per School for Oriental Religions (Scuola per le religioni orientali). «È stata una delle idee tipiche della genialità del carisma di Chiara Lubich» scrive Roberto Catalano, co-responsabile del Centro per il Dialogo Interreligioso del Movimento dei Focolari, nel suo blog. Giunta quasi al termine del suo primo viaggio in Asia nel gennaio del 1982, la fondatrice dei Focolari lanciò un’idea che pareva un sogno. Si trattava di avviare, nella cittadella delle Filippine, Tagaytay, punto di riferimento per i Focolari in Asia, corsi di formazione che permettessero ai cattolici di aprirsi, adeguatamente preparati, al dialogo con fedeli di altre religioni. Chiara Lubich arrivava dal Giappone dove aveva avuto l’occasione, su invito del rev. Nikkyo Niwano, fondatore della Rissho Kosei-kai, movimento di rinnovamento buddhista giapponese, di parlare della sua esperienza cristiana a migliaia di buddhisti. L’impatto era stato forte non solo nei buddhisti che ascoltavano una donna cattolica parlare nell’Aula Sacra di fronte alla grande statua del Buddha, ma per Chiara stessa. All’arrivo nelle Filippine, nazione cristiana dell’Asia, aveva intuito la necessità di lanciare il Movimento dei Focolari, particolarmente quello di quel continente, a dialogare con buddhisti, musulmani e indù. Ma aveva colto anche la necessità di prepararsi adeguatamente per un compito impegnativo che non doveva andare a scapito delle identità religiose di ciascuno. Dopo aver confidato il suo sogno ad alcuni dei dirigenti del Movimento, una persona aveva offerto una casa che poteva ospitare professori e piccoli corsi. È così che è nata la SOR che, nel corso di questi tre decenni, ha svolto week-end di formazione a cristiani dell’Asia su argomenti che riguardano le varie religioni. A partire dal 2009, poi, con il diffondersi di tensioni religiose e del fondamentalismo, si è pensato di affrontare temi specifici, trasversali: Dio nelle tradizioni asiatiche, il comandamento dell’amore, il ruolo delle Sacre Scritture e, quest’anno, il posto ed il significato della sofferenza.
Dal 26 febbraio al 1° marzo la Cittadella Pace (Tagaytay) ha così ospitato circa 300 persone provenienti per la maggior parte dalle Filippine, ma con delegazioni anche da Pakistan, India, Myanmar, Thailandia, Vietnam, Hong Kong, Taiwan, Indonesia, Giappone e Corea. Sono quasi tutti cattolici, ma tre buddhisti membri attivi dei Focolari hanno voluto essere presenti, provenienti da Giappone e Thailandia. L’argomento: Il senso della sofferenza nelle religioni asiatiche: induismo, buddhismo, islam e cristianesimo. L’obiettivo: mettere in evidenza il valore e il significato che le rispettive tradizioni danno al dolore in generale, quello fisico, come quello spirituale e psichico o quello provocato dai disastri naturali. I relatori erano esperti dei vari settori, presenti anche tre vescovi (Roberto Mallari, di S. José Nueva Ecija nelle Filippine, Brenan Leahy, di Limerick in Irlanda, e Felix Anthony Machado di Vasai in India) e un professore americano esperto di buddhismo (Donald Mitchell della Purdue University) collegato via skype. La scuola ha, poi, offerto l’occasione di condividere esperienze di dialogo in Paesi dove i cristiani sono una sparuta minoranza, come India, Thailandia, Giappone, Taiwan. «Sono venuti per imparare a dialogare con le altre religioni, ma quello che hanno riscoperto è stato il cristianesimo nella sua dimensione più profonda e, allo stesso tempo, aperto a tutti coloro che si incontrano a qualsiasi credo appartengano» conclude Catalano. Chiara ha capito la necessità di formare cristiani al dialogo in un continente che vive in un caleidoscopio di fedi. Un dialogo che non relativizza né appiattisce, dove ognuno deve essere se stesso ed incontrando l’altro riscoprire le sue radici. (altro…)
Gen 21, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Approfittando dell’estate nell’emisfero sud e quindi delle vacanze, una cinquantina di studenti di 10 paesi sudamericani di lingua spagnola e dal Brasile hanno frequentato il 3° ciclo conclusivo della Summer School (EdeV) dell’Isituto Universitario Sophia (IUS) organizzata in collaborazione con la Mariapoli Lia ed un pool di professori venuti da Messico, Guatemala, Panama, Colombia, Perù, Bolivia, Cile, Paraguay, Uruguay e dalla stessa Argentina. Questi ultimi al loro attivo avevano uno stimolante lavoro di approfondimento interculturale e interdisciplinare, frutto di una serie di seminari e attività culturali, che per l’area latinoamericana risultava di grande interesse. Dall’ateneo internazionale, che ha sede a Loppiano (Firenze), sono intervenuti i proff. Araceli del Pozo e Sergio Rondinara. Più della metà degli allievi aveva già partecipato alla prima e alla seconda edizione della EdeV. Il programma era incentrato su tre grandi filoni: comunicazione, pedagogia, arte. Nelle mattinate venivano illustrati i concetti centrali di ogni disciplina, mentre nei pomeriggi si svolgevano i workshop e le attività inerenti le diverse tematiche: apprendistato e servizio solidale, prosocialità, attuali forme di comunicazione, dialogo tra le culture indigene e la contemporaneità, espressività della letteratura e della musica, e così via. All’inizio della giornata, il professor Rondinara conduceva uno spazio denominato “Esercitazione per una Cultura dell’unità”, nel quale, in forma interattiva, allievi e professori riflettevano e ponevano domande su testi dei diversi autori presentati dal docente. Alcuni workshop pomeridiani erano invece condotti dagli studenti stessi, che ne avevano curato anche la preparazione.
Al termine della EdeV, molti tra i docenti condividevano l’impressione di aver percorso un vero cammino di crescita, e questo grazie al contributo degli studenti. Un giovane affermava che l’esperienza di questo corso gli aveva ‘rotto la testa’, nel senso di aver scoperto che la sua precedente visione dell’America Latina era molto riduttiva. Un altro con sorpresa scopriva di essere passato dall’esigere al comunicare. Una ragazza affermava, con commozione, che per la prima volta riusciva ad accettare e abbracciare con amore le radici indigene del suo popolo, che prima rifiutava. Un’altra ancora si sentiva ‘sopraffatta e felice’ per la sensazione di aver demolito molte cose superficiali nella sua vita. Tanti avrebbero desiderato ancor più dialogo, più opportunità per donarsi, raccontarsi e capirsi insieme. E molti, semplicemente, esprimevano l’esigenza di approfondire di più. I momenti di dialogo personale e a piccoli gruppi tra studenti, docenti e tutor, sono state occasioni privilegiate per i giovani di aprire la propria interiorità e comunicare domande, scoperte, desideri profondi, quali: perché studio? quale strada seguirò nella vita? come distinguere la verità nelle idee, nel mondo ed in me? Una Summer School che è stata una grande sfida, raccolta dai docenti con gioia ed onestà intellettuale, mettendosi loro stessi in gioco cercando di scavare dentro di sé per dare il proprio contributo e insieme camminare verso la Verità. Una tappa che – studenti e professori ne sono certi – avrà una continuità nella ricerca della cultura dell’unità, grazie anche allo specifico contributo del pensiero latinoamericano.
Nov 11, 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Spiritualità
Un evento che cade a 50 anni dalla prima udienza concessa da papa Paolo VI a Chiara Lubich (31 ottobre 1964) e all’indomani della beatificazione del pontefice. Un’occasione per illustrare, con un contributo paradigmatico, il pensiero di Paolo VI sui movimenti ecclesiali e sul loro significato in relazione alla visione di Chiesa proposta dal Concilio Vaticano II. È il concentrato delle Giornate di Studi (Castel Gandolfo, 7-8 novembre), che aperte da Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, e dal prof. don Angelo Maffeis presidente dell’Istituto Paolo VI, hanno visto succedersi gli interventi di studiosi specialisti di discipline diverse. Questo grande Papa ha avuto un ruolo importante nella storia del Movimento dei Focolari: «Gli siamo debitori per più motivi – afferma la presidente Maria Voce – prima di tutto per il suo luminoso magistero che ha segnato in modo chiaro e forte la formazione di quanti si sono avvicinati al nostro Movimento». Ma anche perché, continua, «nell’esercizio del suo ministero petrino, papa Paolo VI è stato determinante nel riconoscere, nel promuovere ed anche nell’individuare le vie giuridicamente praticabili per esprimere la fisionomia specifica di quest’Opera nuova nella Chiesa».
Le relazioni dei prof. Andrea Riccardi e Alberto Monticone hanno offerto uno sfondo storico generale sulla nascita dei movimenti ecclesiali, la loro novità nel ‘900 e sulla maturazione della visione e del ruolo del laicato. Si è passati poi ad un’indagine analitica, sulla base di documenti inediti, sulle due figure. Lucia Abignente (Centro Chiara Lubich), partendo dal primo incontro di Chiara Lubich con mons. Montini nel ’53 attraverso Giulia Folonari, passando anche per momenti delicati della storia, fino ad arrivare al ’64, sulla base di diari e di pagine inedite ha mostrato cosa fosse stata per Chiara quella prima udienza, in un periodo in cui era in pericolo proprio la laicità del nascente Movimento dei Focolari. Per i Focolari stessi, dunque, è importante rendersi conto di chi sia stato Paolo VI. Chiara Lubich parla di lui come «padre dell’Opera». Al prof. Paolo Siniscalco, è poi affidato il compito di analizzare l’importanza che per Paolo VI rivestiva il Movimento dei Focolari nel mantenere vivo lo spirito cristiano nei Paesi dell’Est, e come il pontefice abbia incoraggiato le iniziative concrete in tal senso.
Un’altra tematica di centrale importanza, il dialogo ecumenico, è stata presa in esame dalla dott.ssa Joan Back. Basti ricordare la storia che lega Paolo VI, Chiara Lubich e il Patriarca Atenagora. La giurista Adriana Cosseddu ha sottolineato la difficoltà nel venir fuori all’interno del Codice di Diritto Canonico (del 1917) di forme completamente nuove come sono le realtà dei movimenti. Sembrava che un’opera con diverse vocazioni non fosse possibile perché… nel diritto canonico non era prevista! «Il Papa ha voluto prendersi cura lui stesso, personalmente, della cosa e si è così arrivati all’approvazione», affermava Chiara in un’intervista a Città Nuova nel 1978.
Il prof. Alberto Lo Presti, direttore del Centro Igino Giordani, ha offerto una prospettiva inedita della concezione della dottrina sociale della Chiesa in Giordani – considerato cofondatore del Movimento dei Focolari – in relazione al magistero sociale di Paolo VI. Il prof. Piero Coda, rettore dell’Istituto Universitario Sophia ha coronato il tutto con una riflessione teologica che, sullo sfondo dell’Enciclica Ecclesiam Suam, programmatica del pontificato di Paolo VI e dell’esperienza mistica vissuta da Chiara negli anni ’49-’50, ha evidenziato la profonda sintonia e sinergia tra il ministero petrino di papa Montini ed il carisma dell’unità di Chiara Lubich. «È stato per me particolarmente arricchente poter vedere il Movimento dei Focolari e la sua fondatrice, attraverso gli occhi di Paolo VI – scrive Fabio Ciardi, tra i partecipanti al convegno – Questo grande, che aveva uno sguardo amplissimo sulla Chiesa e sulla società del suo tempo, ha avuto anche uno sguardo particolare su quest’opera di Dio, provando insieme gioia e dubbi, apprezzamenti e perplessità, entusiasmo e speranze… Collocandosi nella sua prospettiva si colgono aspetti nuovi di questo carisma e del suo farsi strada nella Chiesa». A conclusione dei lavori il prof. José-Román Flecha Andres, ha voluto paragonare l’esperienza mistica di Chiara a quella dei mistici spagnoli del ‘500, Teresa d’Avila in particolare, e ricordando come essi avessero intuito la necessità di far dono della vita interiore alla Chiesa intera si è così espresso: «Qui l’abbiamo visto come, grazie allo spirito di Dio, allo Spirito Santo, ciò si è realizzato nella vita di Chiara, di questo Movimento». Comunicato stampa finale Abstract delle relazioni (altro…)
Apr 11, 2014 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
”L’amore misericordioso della Santissima Trinità nella visione teologica di Padre Dumitru Stăniloae e di Chiara Lubich nel contesto del dialogo ecumenico contemporaneo”: un titolo che dice la profondità del tema affrontato per mettere a confronto la teologia di uno dei più grandi teologi ortodossi dell’ultimo secolo – così è considerato p. Dumitru Stăniloae – con il carisma di Chiara Lubich. Così il decano della Facoltà, il prof. Vasile Stanciu. Sono intervenuti teologi da tre Chiese: ortodossa, cattolica e luterana. Cinque professori ortodossi rumeni dalle Facoltà Teologiche di Cluj, Alba Iulia e Sibiu e cinque del Movimento dei Focolari dell’Università Sophia a Loppiano, dell’Università Lucian Blaga di Sibiu, dell’Istituto Orientale di Regensburg e dal Centro ”Uno” segreteria per il dialogo ecumenico dei Focolari. Il Simposio è iniziato con la preghiera e il saluto del Metropolita Andrei nella cui metropolia si è svolto l’incontro. Il vescovo ausiliare ortodosso, Vasile Somesanul, che ha partecipato in vari momenti ha detto: ”Non posso non rimanere di nuovo impressionato dal calore dell’amore col quale venite a Cluj, il calore che incontriamo ogni volta e custodiamo nel nostro essere, nella nostra vita giorno dopo giorno. …certamente ci sforziamo, di trasmettere l’amore in vita, infatti, come hanno fatto anche il padre professore Stăniloae e Chiara Lubich”. Esperienze sull’amore reciproco di ortodossi e cattolici – giovani, famiglie, sacerdoti -hanno sottolineato che la vita [della fede] è essenziale per i cristiani, la teologia intesa quindi in modo vitale e il percorso dell’ecumenismo inteso secondo il trinomio è „amore-vita-verità”. C’è il rischio, infatti, così ha sottolineato Stanciu che spesso la teologia rimanga a livello di teoria, ed è difficile metterla in pratica, bisogna vivere.

Metropolita Andrei
Per il prof. Sonea, pro-decano di Cluj – „teologare” non è un discorso astratto su Dio, ma su un Dio vivo, in Dio e su Dio. Questo modo di teologare è specifico per Chiara Lubich. Un elemento sul quale possiamo costruire un dialogo che non è alla ricerca della conversione dell’altro, ma alla scoperta dell’altro. Nello spirito dell’amore siamo in unità. È necessario dare al mondo una testimonianza comune . Come sottolineato dal prof. Stefan Tobler di Sibiu alla conclusione, che nella radicalità dell’amore e nel rigore teologico „siamo veramente insieme”. La Prof. Ruxandra di Bucarest ha testimoniato di aver conosciuto entrambi – Chiara e p. Stăniloae. ”Prima ho conosciuto Chiara ad un incontro di giovani a Roma, che mi ha ravvivato la fede in Dio e mi ha riavvicinata alla Chiesa. Poi negli anni quando ero studente ho ascoltato p. Stăniloae parlare del grande amore di Dio verso gli uomini e dell’amore dal seno della Santissima Trinità, modello dell’amore supremo, modello dell’amore nella famiglia. Per me, come ortodossa, era straordinario vedere come teologi ortodossi, cattolici, luterani e riformati hanno trovato una spiritualità comune tra il pensiero di Chiara Lubich e di Padre Dumitru Staniloae, entrambi teologi dell’amore. È stata un’esperienza meravigliosa”. Con questo incontro si è fatto un ulteriore passo avanti e si sono aperte nuove prospettive in questo cammino insieme. (altro…)