Apr 29, 2015 | Centro internazionale, Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nessuna anticipazione sull’enciclica di papa Francesco sul Creato, ma una grande attesa per il documento che sarà pubblicato a inizio giugno. “Il mondo attende di ascoltare il suo insegnamento e quanto dirà sia nell’enciclica che nel suo discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite il prossimo 25 settembre”, dichiara Jeffrey Sachs, direttore dell’agenzia ONU per lo sviluppo sostenibile (UN sustainable Development Solutions Networks), tra i promotori del summit, insieme alla Pontificia Accademia delle Scienze e a Religions for Peace, di cui Maria Voce è tra i co-presidenti. Presenti il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e della Repubblica dell’Ecuador, Rafael Vicente Correa.
Un convegno che ha chiamato a raccolta scienziati, ecologisti, premi Nobel, leader politici e religiosi, per approfondire il dibattito sui cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile, proprio in preparazione all’uscita dell’enciclica. Focus della giornata: le dimensioni morali dell’impegno per lo sviluppo sostenibile. Per questo il coinvolgimento delle comunità religiose, molto diverse tra loro, è parsa una novità di buon auspicio. Per Maria Voce, da questo summit emerge una “nuova coscienza che per ottenere qualcosa di positivo bisogna mettersi insieme, perché nessuno, da solo, ha la ricetta per uscire dalle situazioni più drammatiche. Rivela che l’umanità in sé ha la capacità di uscire dalle crisi, ma lo può fare se c’è una sinergia tra tutte le componenti. Sta venendo fuori il bisogno reciproco di ascoltarsi e di fare le cose insieme”.
E le risposte che si trovano non possono essere solo tecniche, ma devono essere fondate nella dimensione morale e orientate al ben-essere dell’umanità: così il card. Turkson, presidente del dicastero di Giustizia e Pace. Il progresso economico, scientifico, tecnologico ha introdotto stili di vita inimmaginabili per i nostri predecessori, ma ha anche “dei lati oscuri e dei costi inaccettabili”. “Mentre la società globale si definisce sui valori del consumo e sugli indicatori economici, il privilegiato di turno è intorpidito davanti al grido dei poveri”. “Sui 7 miliardi di persone, 3 vivono in condizioni di povertà, mentre un’élite consuma la grossa parte delle risorse”. E il tema finisce inevitabilmente sul cibo, al centro della Expo mondiale del 2015, ormai alle porte. Turkson denuncia con forza lo sfruttamento del lavoro, il traffico di esseri umani e le moderne forme di schiavitù. Papa Francesco deplora questa “cultura dello scarto”, ricorda il cardinale, nella “globalizzazione dell’indifferenza”. “La Chiesa non è un’esperta in scienza, in tecnologia, o in economia” – dichiara – “ma è un’esperta in umanità”. Per vincere la sfida dello sviluppo sostenibile “sono necessarie la stessa conversione, trasformazione personale e rinnovamento invocati 50 anni fa da Paolo VI e incoraggiati oggi da papa Francesco”. “Una possibilità per agire concretamente ci viene offerta da un’iniziativa che si ispira al progetto di Eco One”, spiega Maria Voce in un’intervista. “Si tratta del ‘Dado della Terra’. Nelle sei facce riporta frasi che aiutano a vivere la tutela dell’ambiente: sorridi al mondo!, scopri le bellezze! Insegna a vivere anche la sobrietà, a prendere solo quello di cui si ha bisogno, come fanno gli alberi… Un modo di rispettare quindi le generazioni future. Si tratta di gesti quotidiani, di atti concreti: non sprecare l’acqua, riciclare i rifiuti, il riuso. L’ultima faccia dice: è ora il tempo, non aspettare domani. Queste semplici iniziative possono sostenere chi vuole mettere in pratica quanto il papa intende raccogliere nella sua prossima enciclica, ma non sa come fare”. (altro…)
Apr 28, 2015 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Hanno risposto all’invito in 42 di 8 paesi diversi dell’Europa e dell’America Latina. L’appuntamento era alla cittadella Lia, nei pressi di Buenos Aires, che non solo avrebbe ospitato il seminario (9-21 marzo) finanziato dall’Unione Europea, ma che sarebbe stata essa stessa oggetto di studio per l’ideazione di un modello di gestione e sviluppo sostenibile di un luogo dell’abitare. In un’epoca in cui interrogarsi sull’ambiente e promuovere la ricerca di nuove tecnologie è quanto mai urgente – pena la sussistenza del pianeta – l’iniziativa a cui ha aderito Dialoghi in Architettura, la rete di studiosi ed esperti del settore, ispirata alla spiritualità dei Focolari, è risultata di stringente attualità. Immersi nella conoscenza del territorio e delle sue strutture, i giovani si sono dedicati dapprima allo studio di PRESET (“Participation, Resilience and Employability through Sustainability, Entrepreneurship and Training”), un progetto di studio – promosso dall’associazione Starkmacher – sulla sostenibilità delle cittadelle dei Focolari e di altre realtà partner come la Fazenda da Esperança (Brasile), la Fundación Unisol (Bolivia), Economy for tomorrow (Slovenia) e New Humanity (Ong con Status Consultivo Speciale presso il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU). Per poi lavorare specificamente ad una proposta integrale eco-sostenibile per la cittadella Lia. I giovani, in cinque laboratori tematici guidati dal valore della fraternità come stile di vita, sono giunti ad una proposta integrale eco-sostenibile (Ecocity Mariapoli) nella quale hanno coinvolto gli abitanti dell’intera cittadella. E anche i ragazzi del distretto, andando un pomeriggio da loro per raccontargliela e per parlare di ambiente.
Ecocity Mariapoli, che si dovrà attuare nel rispetto della storia della cittadella e in dialogo fattivo con i suoi abitanti, ha realizzato nei giorni di seminario un impianto biogas per una delle abitazioni della cittadella, la divulgazione di come si ottiene il compost, uno studio per l’installazione di un impianto fotovoltaico, per l’isolamento delle costruzioni ai fini del risparmio energetico e per la sostituzione delle lampade con l’illuminazione Led e altro ancora. Tutto questo camminando di pari passo con l’educazione al tema dell’ambiente. Per questo nascerà una produzione di materiale didattico per gli abitanti e visitatori della Mariapoli, da diffondere anche nelle scuole e attraverso il Web. Anche l’arte ha collaborato all’efficacia della proposta con l’ideazione di una linea di prodotti (cappelli, ecc.) decorati con motivi etnici e realizzati con materiale ecologico, e con una performance teatrale inerente al tema. Per una piacevole coincidenza in quei giorni nella cittadella c’era anche il Preside dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, prof Piero Coda: «Penso che non sia semplicemente una coincidenza – ha detto Coda –. Può essere che sia il disegno dell’amore di Dio che porta a qualcosa di nuovo, può essere che si crei fra noi una rete di comunione, di lavoro per la solidarietà, per la giustizia». Significativa la testimonianza di Francesco, di Udine: «Lavoro come architetto e sto facendo un master in ‘Edifici energia quasi zero’. Ciò che mi ha più interessato in questo workshop è il fatto di essere insieme a persone che hanno potenzialità e specializzazioni diverse. Non sono solo architetti come noi e questa penso sia la parte arricchente per tutto il gruppo: partire con delle potenzialità diverse per raggiungere un obiettivo comune che è quello della sostenibilità che per noi è una sostenibilità dal punto di vista ambientale ma anche economico e sociale». Come lui, anche Riccardo, architetto italiano, è convinto dell’importanza del lavoro insieme: «Credo fermamente che quello che posso fare io è solo una piccola parte mentre invece se siamo insieme possiamo raggiungere degli obiettivi che sono un risultato positivo per tutti, per tutta la società, per sfruttare bene le risorse anzi creando un benessere e una soddisfazione per tutti, sia per i professionisti che per la società». www.eco-navigation.eu https://www.youtube.com/watch?v=uR9LbLbBfFI (altro…)
Apr 27, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«La situazione non è affatto buona. Personalmente sono vivo, ma ora stiamo fuori della casa, sia di giorno che di notte. Molti sono morti, altri stanno morendo, e tantissimi sono feriti. Ci sono costanti scosse che creano distruzioni continue. Vi chiedo di pregare, le nostre condizioni non sono per niente buone. Siamo fuori dalle nostre case giorno e notte. Ogni volta che arriva una nuova scossa di terremoto crea tanta distruzione», scrive Yaman di Kathmandu, padre di tre figli piccoli. «Ci siamo rifugiati nella Chiesa della città insieme a tanti cristiani, sempre per paura di nuove scosse», scrive Jo. Oltre il numero di vittime che continua a salire, stime Unicef contano 940mila bambini a rischio, con bisogno urgente di assistenza sanitaria. Il Movimento dei Focolari si unisce alla preghiera per le persone colpite, per le loro famiglie, nel chiedere consolazione nell’immane tragedia, e mobilitandosi per la raccolta di aiuti. Da Mumbai, dove sono riuniti per la preparazione della Settimana Mondo Unito, i giovani dei Focolari – tra cui 2 giovani arrivati da Kathmandu – lanciano un appello ai Giovani per un Mondo Unito in tutto il mondo, per avviare subito un’azione di sostegno per le persone colpite dalla calamità: «la Settimana Mondo Unito -scrivono – può essere un’occasione immediata per esprimere concretamente il nostro sostegno». Papa Francesco, dopo aver pregato all’Angelus per le vittime del terremoto, esortando al “sostegno della solidarietà fraterna”, ha espresso in un messaggio inviato al nunzio apostolico in Nepal la propria vicinanza alla popolazione nepalese. Caritas Nepal, intanto, si è attivata per far fronte all’emergenza, ma sono necessari rinforzi. Si distribuiscono tende e cibo: il problema principale al momento è offrire un rifugio, per proteggere dal freddo e dalla pioggia.
Gli aiuti economici posso essere versati sul conto dei Giovani per un Mondo Unito: CONTO CORRENTE DELLA SEGRETERIA CENTRALE DEI GIOVANI PER UN MONDO UNITO (GMU) Causale: EMERGENZA NEPAL CONTO INTESTATO A: PIA ASSOCIAZIONE MASCHILE OPERA DI MARIA Via Frascati 306, Rocca di Papa, 00040 Roma, Italia INDIRIZZO BANCA: BANCA PROSSIMA Piazza Paolo Ferrari 10 20121 Milano Italia CODICE IBAN PER TRANSAZIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALE: IBAN IT62 W033 5901 6001 0000 0113 348 BIC BCITITMX
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Feb 4, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
https://www.youtube.com/watch?v=bMsJ52gIL_s Un’anticipazione sui temi del musical, dal sito della band internazionale. A partire dal tema difficile dell’integrazione. L’amore sa capire e sollevare I tuoi pesi soavemente Sente suo il tuo destino, Per te offre cuore e mente. (Da “L’arte universale” / Campus: The Musical ) Info prevendita www.genrosso.com www.loppiano.it (altro…)
Dic 12, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Non un semplice doposcuola, o una mera opportunità di lavoro. Udisha è molto di più, un vero e proprio punto di riferimento per i bambini, le famiglie e l’intera comunità». Lo scrive Susanna Svaluto Moreolo, giovane volontaria italiana, la prima dall’Italia a prestare servizio presso questo progetto del Movimento dei Focolari a Goregaon, uno degli slum di Mumbai, 400mila abitanti, a 40 minuti di treno dal centro città. Udisha, in urdu “Il raggio di sole che porta una nuova alba” coinvolge ogni anno oltre 100 bambini, ragazzi e giovani (dai 4 ai 22 anni) e molte madri: sono 60 quelle inserite nei progetti di microcredito. È un progetto nato sulla base della spiritualità dell’unità, secondo la convinzione di Chiara Lubich che nel Vangelo vissuto è insita la più grande forza di trasformazione sociale. Concretamente, si tratta di attività di doposcuola, counseling, terapia occupazionale per i bambini e ragazzi; si contribuisce al pagamento delle tasse scolastiche; produzione e vendita di borse per l’attività di microcredito; giornate di convivialità e incontri organizzati con i genitori, e supporto economico per le famiglie. «Ciò che più mi ha colpito – continua Susanna, studentessa – è la consapevolezza, soprattutto da parte dei ragazzi, dell’opportunità che il progetto offre loro come studenti e come persone e, conseguentemente, il loro impegno e la loro attiva partecipazione al progetto stesso. I ragazzi trovano in Udisha una vera e propria seconda casa, delle persone con cui confidarsi e sul cui aiuto sanno di poter contare. Molto importante, sotto questo punto di vista, è la presenza di un counselor che fornisce un supporto psicoeducativo ai ragazzi e ai genitori».
I volontari svolgono la loro vita quotidiana a Udisha, e l’impressione è che il progetto ricopra «un ruolo centrale per coloro che ne fanno parte. Lo si coglie da come i bambini lavorano in gruppo tra loro e da come i più grandi sono responsabili verso i più piccoli, dalle madri che vengono a Udisha almeno tre volte al giorno per accompagnare i bambini, portare loro il pranzo e riprenderli, per poi tornare nuovamente per lavorare al progetto delle borse che le coinvolge direttamente. Significativo è anche il fatto che tra le insegnanti del doposcuola ci siano anche delle ragazze che in passato sono state destinatarie del progetto e che continuano a farne parte come volontarie». Un’esperienza in cui ciascuno può mettere al servizio degli altri ciò che sa fare meglio, nel caso di Susanna ad esempio, la danza: «Ho avuto modo di insegnare danza sia ai ragazzi che alle mamme, preparando con loro un’esibizione in occasione della festa dell’indipendenza. Questo mi ha coinvolto particolarmente, perché mi ha permesso di confrontarmi con delle donne, che hanno aderito con entusiasmo all’attività, facendomi comprendere l’importanza di creare degli spazi di svago, che consentano loro di dedicarsi del tempo e di evadere un po’ dalla routine quotidiana». Un’impressione prima di lasciare il subcontinente indiano? «Credo che l’esperienza a Udisha rappresenti una bellissima opportunità perché permette di vivere appieno la realtà indiana: l’ospitalità, la dignità, il cibo, l’aspetto religioso e il rispetto reciproco per le diverse religioni e culture, i rituali, i weekend passati con una famiglia indù e in generale con le famiglie di Udisha… rispetto alle paure che avevo prima di partire tutti questi aspetti hanno fatto sì che quelle paure venissero dimenticate». (altro…)