Movimento dei Focolari
Francia, il “dado della fraternità”

Nuova Umanità su web

Dare una voce pubblica al dialogo di Nuova Umanità con i propri lettori e collaboratori; un luogo di approfondimento e di confronto aperto a cui ciascuno è invitato a partecipare costruttivamente. Questi alcuni degli obiettivi del nuovo sito del bimestrale di cultura legato al gruppo editoriale Città Nuova, da pochi giorni online con la nuova veste, e che potrete scoprire, passo passo, navigando su http://www.rivistanuovaumanita.it. All’interno del sito è infatti presente – oltre il sommario della rivista e alcuni articoli scaricabili da tutti – la pagina NU News online: un periodico gratuito di attualità, con approfondimenti legati ai numeri di Nuova Umanità. C’è lo spazio dedicato al dialogo con gli autori, l’area per i dibattiti e i contributi dei lettori e dei collaboratori, una sezione che raggruppa i servizi “speciali”, su argomenti di particolare interesse. Per tutti poi è disponibile l’archivio: sono attualmente scaricabili i numeri a partire dal 2000; progressivamente verranno inserite anche le annate precedenti. Nell’archivio si possono effettuare ricerche tematiche, per autore, materia, rubrica… 30 anni di contributi di Nuova Umanità facilmente consultabili e scaricabili. Per gli abbonati – al cartaceo o alla sola edizione online – è possibile leggere la rivista anche dal web, registrandosi con il proprio codice abbonato: solo a loro è riservata la lettura delle ultime due annate di Nuova Umanità. Per questo numero della rivista, leggi:

  • Per una nuova imprenditoria. Guida alla crescita in tempi di crisi, di Luigino Bruni
  • Il percorso ecumenico di Igino Giordani, di Tommaso Sorgi
  • Solo per ingiustizia: il processo a Giuseppe Gambale, di Domenico Ciruzzi

Buona navigazione! www.rivistanuovaumanita.it

Francia, il “dado della fraternità”

Bambini: formatori radunati a Castelgandolfo

“Amo stare fra i bambini perché sono quelli che meglio hanno interpretato il mio Ideale!”, scriveva Chiara Lubich nel 1955. Oggi i bambini che vivono l’Ideale dell’unità sono più di 16.000, in tutti i continenti. In un’epoca di emergenza educativa, sono una risposta viva alle molte domande sull’educazione che oggi gli adulti si pongono, perché, insieme ai loro assistenti, testimoniano un rapporto nuovo: l’amore reciproco, come Gesù ha detto: “Amatevi come io vi ho amato”. E questo è stato anche il titolo della scuola che ha riunito a Castelgandolfo, dal 27 dicembre al 3 gennaio, una parte degli incaricati della formazione dei Gen4, i bambini del Movimento dei focolari; 180 arrivati anche da Stati Uniti, Vietnam, Sud Africa – alcuni con più di 30 ore di viaggio – e altri collegati via internet da tutto il mondo. Bambini bombardati da messaggi spesso de-formativi, che non li rispettano per le caratteristiche della loro età: come dare loro una formazione sia umana che cristiana? Situazioni spesso difficili vissute in famiglia, che causano la perdita della fiducia nell’adulto e di conseguenza in Dio: come fare loro sperimentare l’amore di Dio? Queste sono alcune delle domande attorno alle quali si è riflettuto durante la settimana di formazione. “Il nostro metodo di trasmissione inizia da noi stessi – sintetizzano gli organizzatori –  dall’essere noi i primi a mettere in pratica il Vangelo”. Un vivace scambio di idee ed esperienze, relativi approfondimenti tematici e psicopedagogici alla luce della spiritualità collettiva, sperimentazioni, tutela dell’infanzia, lavori di gruppo e dialogo in plenaria… in un clima di grande dedizione per i bambini, hanno rilanciato la voglia di mettersi in gioco con tutte le forze. «I gen 4 vedevano i gen più grandi, ragazzi e giovani, che si mobilitavano per la loro città, il Cairoraccontano i formatori egiziani presenti all’incontroe volevano a tutti i costi fare qualcosa anche loro. “Perché non portare la pace e la gioia?”, ci siamo detti. Abbiamo comprato dei fiori da offrire ai passanti. Prima di andare per strada, i e le gen4 hanno pensato a quali frasi avrebbero detto mentre donavano i fiori: “Quando mangi una caramella, se ami l’Egitto, non buttare la carta per terra”, o frasi simili. Tanti – sia cristiani che musulmani rimenavano a bocca aperta… Uno spazzino ha detto ad una gen 4: “Un fiore per me?”. “Sì, perché ti voglio bene” e lui, commosso: “È la prima volta che qualcuno mi regala un fiore”». Dal Brasile invece, una storia toccante: Cristina, una gen4, soffre di una malattia che provoca un’insufficienza cardiaca. Dopo un attacco cardiaco molto grave, quest’estate ha rischiato la vita. I medici l’hanno sottoposta a numerosi accertamenti. Cristina è sempre molto serena, perché, dopo avere conosciuto la storia di Chiara Luce Badano, non ha paura delle visite o delle cure che deve sopportare. In uno dei momenti di colloquio con i medici, uno di loro le ha detto: “Lo sai che eri molto vicina alla porta del Paradiso?” e lei: “Sì, lo so, ma non sono entrata perché il mio zainetto non è ancora abbastanza pieno di atti d’amore”. Dopo questa risposta il medico, ha chiesto di conoscere qualcosa della sua vita. Queste, alcune delle testimonianze raccontate durante la settimana di lavoro a servizio delle nuove generazioni. Un percorso formativo complesso e delicato, portato avanti in collaborazione con le famiglie ed esperti in diversi ambiti, che ci interpella tutti. (altro…)

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Istruzione: progetti a sostegno dei giovani

Nel 2011, 250 giovani sono stati accompagnati nei loro percorsi scolastici e formativi a vari livelli, dalle scuole elementari fino ai corsi di specializzazione post-universitaria, in 14 Paesi del mondo: Bosnia, Croazia, Macedonia, Moldova, Romania, Serbia, Libano, Filippine, Brasile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù, Uruguay. Consentire ai giovani di studiare e di formarsi professionalmente è senz’altro un investimento per il futuro. Tuttavia l’esperienza di AMU ed EdC mostra che già nel presente si vive in comunione di intenti e di beni e si mettono in moto, in chi dà e in chi riceve, dinamiche di reciprocità. Scrivono ad esempio da Cebu, nelle Filippine: «Ogni sabato alcuni studenti vanno al nostro centro sociale per fare tutoraggio ad altri più piccoli: gli studenti che frequentano l’università aiutano quelli della scuola secondaria e gli studenti della secondaria aiutano quelli della scuola primaria che sono in difficoltà. Nel loro tempo libero aiutano anche nella conduzione dei vari programmi sociali del centro, pulendo i locali, dando da mangiare ai più piccoli, distribuendo materiale scolastico all’inizio dell’anno». E dal Brasile: «Ho 20 anni, 3 fratelli e il più piccolo soffre di handicap fisici. Questo ci fa essere più uniti in famiglia e ci fa crescere nell’affrontare la vita con semplicità e apertura alle necessità degli altri. All’inizio di quest’anno ho capito che potevo vivere il Vangelo con più radicalità, sia all’università che nel mio tempo libero, e che questo avrebbe fatto la differenza nella mia vita. Come mettere in pratica questa decisione? Mi è venuta l’idea di dedicarmi ad un’attività di volontariato, perché così avrei potuto anch’io partecipare alla reciprocità tipica dell’EdC, nella quale ricevo la mia borsa di studio e “in cambio” dono il mio tempo ad altre persone in necessità. Così ho cominciato a lavorare in una casa di cura per anziani con più di 50 ospiti. Realizzo con loro delle attività per migliorare la qualità della vita. Mi sono posta l’obiettivo di vederli non come “anziani” in genere, ma di conoscere ciascuno con la sua storia di vita, la sua famiglia per capire ciò che realmente desiderano». «Frequento la scuola per infermieri all’università del Parà. La professione che ho scelto è un’opportunità per mettermi a servizio degli altri. Alcune volte mi sono trovato in situazioni a rischio di contagio, ma cerco di intervenire sempre in favore di quelli che hanno bisogno. Una volta sono stato incaricato di curare una persona che aveva commesso dei reati. Per me era semplicemente una persona che aveva bisogno di cura. Questo mio atteggiamento ha richiamato l’attenzione dei miei colleghi facendoli riflettere sul comportamento che la nostra professione richiede». «Sono consapevole che l’EdC ha come obiettivo, oltre all’aiuto a persone in difficoltà, anche la “formazione di uomini e donne nuove”, così cerco di essere un segno di comunione tra i miei amici studenti facendo circolare tra noi le conoscenze e le esperienze di ciascuno. Non possiedo libri miei, e cerco di lasciare in buono stato il materiale didattico che mi è dato in uso. Ma altri non hanno la possibilità di comperare nemmeno le dispense, allora condivido con loro questo materiale. È questo che posso fare perché anche altri possano studiare. Sento che le conquiste che faccio riguardo allo studio non appartengono soltanto a me, ma a tutti coloro che collaborano al progetto». (altro…)

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Teresa di Calcutta e Chiara Lubich: a servizio della vita

Due donne al servizio della vita: condotta da questo leit motiv si è svolta, lo scorso 10 dicembre, in Campidoglio (Roma), la cerimonia di conferimento del Premio europeo per la vita “Madre Teresa di Calcutta” alla memoria di Chiara Lubich. A riceverlo, l’attuale presidente del Movimento dei focolari, dott.ssa Maria Voce, dalle mani del Card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. La motivazione del premio è stata espressa in apertura dal presidente del Movimento per la vita Carlo Casini, che ha messo in luce la “limpida e costante difesa e promozione del diritto alla vita” messa in atto da Chiara Lubich e promossa sempre nell’ampio orizzonte dell’amore ad ogni uomo. Sono stati evidenziati l’opera e il sostegno dato da Chiara al Movimento per la vita sin dal suo sorgere. Significativi gli interventi, moderati dal direttore del giornale Avvenire Marco Tarquinio, dell’ex-presidente del Consiglio Giuliano Amato, dei professori Antonio Maria Baggio e Vincenzo Buonomo e del ministro ungherese per gli Affari sociali e la famiglia Miklos Soltesz. Presenti anche i rappresentanti dei movimenti per la vita di 15 Paesi europei. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sottolineando la scelta della data del 10 dicembre per la consegna del premio, a 63 anni dalla firma della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, ha affermato che“queste due donne hanno fatto una pratica di vita profonda”; ed ha annunciato l’avvio dell’iter per la dedicazione di una strada della capitale a Chiara Lubich. Maria Voce, nel suo intervento, ha messo in rilievo come in Chiara la spinta ad adoperarsi alla tutela dei diritti dell’uomo aveva la sua sorgente nell’amore verso Dio e l’amore verso l’uomo, ogni uomo: «Tutti gli uomini sono figli di Dio e quindi fratelli fra di loro; e Chiara lavora perché nel mondo si realizzi la fratellanza universale. Lo fa per oltre 60 anni, non tanto proclamando a voce i diritti dell’uomo, quanto suscitando in più uomini e donne possibile uno stile di vita “evangelico”, che ha come necessaria conseguenza il rispetto dell’uomo e dei suoi diritti.» Il premio europeo Madre Teresa di Calcutta è stato menzionato da Papa Benedetto XVI al termine dell’Angelus di domenica 11 dicembre, con un indirizzo di saluto agli esponenti del Movimento per la vita giunti da tutta Europa per la premiazione. [nggallery id=78]