Feb 19, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Benedetto XVI ha spesso affermato con forza che una teologia che non tenga conto del pungolo continuo della ricerca filosofica e delle sollecitazioni della scienza non è autentica teologia. È su questa convinzione, che l’edizione 2013 del premio “Renata Borlone, donna in dialogo”, è stato assegnato a Loppiano all’astrofisico e cosmologo Piero Benvenuti il quale, domenica 17 febbraio nell’aula magna della cittadella, ha appassionato il pubblico presente e quello collegato via internet, illustrando la ricchezza e la necessità di tale relazione. Tanto più importante se si vuole davvero conoscere l’origine dell’universo, oggetto della tavola rotonda del mattino, dal titolo “In principio…” a cui hanno preso parte, oltre al prof. Benvenuti, docente di Astrofisica presso l’Università di Padova, il teologo Mons. Piero Coda e il filosofo Prof. Sergio Rondinara dell’Istituto Universitario Sophia. Cosa sia successo nel tempo precedente l’istante “10 alla meno 43 secondi”, la scienza non è in grado di spiegarlo né dimostrarlo, ha precisato lo scienziato. Per comprendere il “principio”, la scintilla prima che ha dato origine al Cosmo, occorre dunque avventurarsi in ambiti diversi: teologia e filosofia in primis.
La figura di Renata Borlone, titolare del premio e serva di Dio, è stata al centro della prima parte del pomeriggio. “Se la proclamazione della santità di qualcuno serve a far riconoscere il primato di Dio, perché no?” – aveva affermato nel settembre scorso, Maria Voce, presidente dei Focolari, in occasione di LoppianoLab. E chi ha conosciuto Renata personalmente, sa bene quanto queste parole la definiscano. Un percorso di santità, il suo, che è testimonianza “del rapporto, della relazione, della sinodalità, della reciprocità con chi ci sta accanto”, come affermava ancora Maria Voce. È seguita la cerimonia di premiazione del prof. Piero Benvenuti, il quale è anche Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e direttore del CISAS (Centro Interdipartimentale degli Studi e attività spaziali). A motivo di tale riconoscimento “la costante tensione al trascendente nel suo lavoro scientifico, l’opera di diffusione e divulgazione della verità scientifica quale contributo veritativo sulla persona umana e l’apporto al dialogo tra scienze della natura e teologia cristiana”. Numerosi i messaggi di congratulazioni giunti per l’occasione, fra i quali quello del Card. Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: “L’esempio di Renata Borlone – ha scritto – con la sua dedizione al servizio dei fratelli che si è intimamente intrecciata con la sua passione per la scienza, è una splendida testimonianza di un possibile percorso di crescita personale dove la fede e la scienza risultano unite e non contrapposte”. Il prof. Piero Benvenuti ha poi tenuto la lectio magistralis dal titolo: “La cosmologia è veramente necessaria?”, illustrando i fondamenti della cosmologia quale scienza “a portata d’uomo”, che risponde alla naturale aspirazione umana verso il futuro e l’universale, verso l’eschaton. E riferendosi a Renata, ha concluso: “Ora che lei vede la verità faccia a faccia, ci aiuti a proseguire nel cammino scientifico in un orizzonte che sta sempre un po’ più in là di quello che la nostra ricerca razionale ci mostra”. Al termine alcuni artisti hanno offerto un omaggio musicale, sublime espressione dell’infinita bellezza racchiusa nell’universo.
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Nov 8, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
I bambini ascoltano con occhi stupefatti le spiegazioni di Pietro, mentre vivono il loro giorno di scuola in un’aula dove non ci sono né banchi né lavagne, ma l’unica “cattedra” è la natura. Passano molte scolaresche dalla Fattoria Loppiano, dove si impara a coltivare l’amore per le piante e gli animali. Pietro Isolan è un giovane perito agrario, da 18 anni in forza alla Fattoria Loppiano: «È stata anche la crisi economica a spingerci a cercare nuove idee per dare un futuro all’azienda. Una di queste è la “fattoria didattica”, un progetto che offre ai bambini, come agli studenti di istituti tecnici e professionali, un laboratorio a cielo aperto, con uno spazio dedicato all’allevamento e all’orto aziendale. L’obiettivo è quello di far sperimentare sul campo un metodo di produzione, conoscendo la diversità delle specie animali e vegetali, offrendo la nostra esperienza che ha al suo centro il rispetto della persona e dell’ambiente». L’offerta didattica presenta diversi moduli, adattabili alle esigenze delle scuole, che prevedono anche percorsi a tappe distribuite durante l’anno. Alla base di questo nuovo sviluppo c’è un’esperienza personale che Pietro ha condiviso con gli altri colleghi dell’azienda, facendo di una possibile fragilità un punto di forza per tutti: «Dopo tanti anni di lavoro, a seguito di una crisi spirituale e personale, mi sono reso conto di avere una certa esperienza per dare un contributo all’azienda, ma di avere delle competenze non ancora del tutto sviluppate; e forse, in caso di necessità, non avrei saputo procurarmi il sostentamento per la mia famiglia».
Pietro racconta di una profonda ricerca personale che, nel rapporto con la natura, scoperta come manifestazione della creazione di Dio, ha avuto il centro fondamentale. Una ricerca spirituale che ha portato il giovane perito ad approfondire i segreti della “permacultura” (l’utilizzo sostenibile della terra) e di varie tecniche che mirano all’ottenimento delle produzioni agricole, ma anche alla conservazione dell’agro ecosistema. Un’agricoltura dunque “sostenibile”, adatta alla filosofia di produzione della Fattoria da sempre attenta a questi valori: « È nato così un orto completamente sostenibile, lavorato in modo da arricchire l’ecosistema agricolo e che è stato impiantato e curato con i bambini che sono passati in questi primi anni. Oggi vi si coltivano verdure di stagione e si allevano alcuni animali da cortile». Anche in questo ulteriore sviluppo della Fattoria Loppiano è possibile ritrovare la radice comune che ha animato ogni passo compiuto in questi anni: cercare rapporti di fraternità, rapporti genuini per le persone ma anche per l’ambiente: «Sono convinto infatti – conclude Pietro – che, come in natura tutto è collegato, anche i rapporti tra singole persone, e nei rapporti tra istituzioni, si possano creare sinergie e collegamenti che aumentano in modo esponenziale l’efficacia e la diffusione di queste buone pratiche. Alla fine mi sono ritrovato tra le mani la realizzazione di una frase che lessi qualche tempo fa e che mi colpì moltissimo… Il tuo vero lavoro è creare bellezza, la tua vera azione sociale è creare coscienza». A cura di Paolo Balduzzi (Fine V Parte… continua) (altro…)
Giu 28, 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
Rio +20, la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, tenutasi a Rio de Janeiro, Brasile, dal 13 al 22 giugno2012, ha questo nome perché cade a 20 anni di distanza dal “Vertice della Terra” di Rio de Janeiro del 1992. Da allora è stata richiesta la partecipazione di tutti i settori della società, secondo l’idea che lo sviluppo sostenibile non possa essere raggiunto dai soli governi, ma necessiti anche la presenza della società civile. A questi gruppi è chiesto di partecipare in modo attivo e di contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi della conferenza. La partecipazione del Movimento dei focolari si è svolta con la veste istituzionale dell´Ong New Humanity – che ha lo status consultivo nel Consiglio Economico e Sociale dell´ONU (ECOSOC) –, con il sostegno della casa editrice brasiliana Cidade Nova e del Movimento Umanità Nuova, con i contributi di EdC, Mppu e EcoOne. La delegazione era composta da 28 esperti nel campo dello sviluppo, dell’ecologia, della politica, dell’arte, della comunicazione, dell’economia, dello sport, provenienti da diverse regioni del Brasile, Argentina e Germania. Gli appuntamenti in cui la delegazione è scesa in campo:
- “La forza del business al servizio della società”, conferenza tenutasi il 16 giugno nel “Forum sull’imprenditorialità sociale nella New Economy”, durante un evento parallelo. Si è presentata, tra l’altro, l’Economia di Comunione con l’esperienza dell’imprenditore brasiliano Glaison José Citadin.
- Al Summit dei Popoli (evento promosso dalla società civile in parallelo alla Conferenza Rio +20), il 16 giugno, la scuola di formazione del Movimento Politico per l’Unità (Scuola Civitas), in partnership con altre organizzazioni, ha presentato il Mppu e l’Economia di Comunione.
- Una celebrazione ecumenica promossa dal Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane (Conic), per mettere in luce l’impegno delle chiese cristiane nella salvaguardia dell’ambiente.
- Al side event “The human being: the core of a sustainable city” (L’essere umano, centro di una città sostenibile), il 19 giugno, è stata ripercorsa l’esperienza di oltre 20 anni dell’ONG AVSI nel settore urbano dei paesi in via di sviluppo.
- Infine la partecipazione, dal 20 al 22 giugno, presso il Riocentro Convention Center, alla serie di discussioni e side events in cui la società civile ha affrontato questioni prioritarie nell’agenda internazionale per lo sviluppo sostenibile. Questi eventi si sono verificati in concomitanza con le sessioni plenarie e incontri ufficiali tra i capi di Stato e di governo.
Molti i temi toccati nel quadro dello sviluppo sostenibile: povertà e ambiente, ruolo delle donne, energia alternativa, strategie per combattere il processo di desertificazione, sicurezza alimentare, disoccupazione, accesso alle informazioni, collaborazione scientifica internazionale, popolazioni indigene. E varie sono le considerazioni al termine della Conferenza: perplessità sul documento finale, The Future We Want, per gli obiettivi poco chiari, ma interesse per il coinvolgimento della società civile e del settore imprenditoriale. “La questione della sostenibilità è la più grande opportunità di pensare l’umanità contemporanea nel suo insieme piuttosto che come un mondo frammentato, in conflitto costante e in concorrenza” dichiara Adriana Rocha, brasiliana, artista e pittrice, presidente dell’ONG Afago (São Paulo), membro della delegazione. E Andrés Porta, chimico argentino, professore e ricercatore all’Università de la Plata e membro di EcoOne: “Quello che a mio parere ancora manca è l’ascolto e il dialogo tra le posizioni dei paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, tra le idee ed i valori del pensiero capitalista e delle popolazioni indigene e di altre minoranze”. Proposta per migliorare: continuare a lavorare con le scuole di formazione dei giovani, come contributo per una base di dialogo anche per gli incontri internazionali su più vasta scala. (altro…)
Dic 13, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Due settimane di conferenza ONU sui cambiamenti climatici. Quale valutazione?
A Durban è stato raggiunto in extremis un compromesso modesto: la conferenza è durata un giorno più del previsto e non ha prodotto un nuovo accordo vincolante, rimandandone la stesura al 2015 e l’entrata in vigore al 2020. Questo risultato conferma la tendenza generale delle ultime negoziazioni internazionali sul clima: una situazione di stallo. Assistiamo su scala globale a una scenetta tipica di una lite fra fratelli: tutti si chiedono chi deve fare il primo passo per risolverla. Il protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra, che è stato prorogato fino al 2015, è insufficiente, sia perché si propone obiettivi limitati, sia perché Paesi molto inquinanti non vi aderiscono. Alcuni grandi inquinatori “storici” vorrebbero che a ridurre le emissioni fossero i Paesi cosiddetti emergenti. Nonostante tutto rimango ottimista: credo che l’umanità troverà una soluzione. Alcuni Paesi hanno già compreso l’importanza strategica delle fonti di energia rinnovabili. In questo contesto si inserisce positivamente l’Unione Europea, col piano “20 20 20” (entro il 2020 riduzione dei gas ad effetto serra del 20%, dei consumi energetici del 20% e del 20% del nostro fabbisogno energetico mediante l’utilizzo delle energie rinnovabili). Non c’è il rischio che queste decisioni vadano a svantaggio dei Paesi emergenti? Il rischio c’è, infatti alcuni appoggiano giustamente la riduzione delle emissioni di gas serra, ma ponendosi anche dal lato dei Paesi emergenti, dove gran parte della popolazione è ancora senza luce elettrica e acqua. Si dovrebbe sostenere lo sviluppo di energie pulite e ci si chiede: perché i Paesi ricchi non cedono i brevetti relativi? Perché esportano industrie inquinanti? Fra chi sostiene questa posizione c’è anche la Chiesa Cattolica. A Durban erano presenti negoziatori da 190 Paesi che cercano i grandi accordi tra gli Stati. E a livello micro, c’è qualcosa che possiamo fare? Sì, certo. L’impegno a livello personale, le scelte di consumo e di voto, uno stile di vita più sobrio, sono tutte azioni importanti. Inoltre EcoOne cerca di elaborare una riflessione anche sul piano di un nuovo rapporto tra persona e natura… Può spiegare meglio? Quali sono le proposte di EcoOne per uno stile di vita più sostenibile? La proposta di EcoOne trova radice nel pensiero di Chiara Lubich. Cosa ci ha insegnato Chiara? Non tanto le tecniche più moderne per risparmiare energia, ma ad avere uno sguardo verso la natura che è nuovo. Ci ha fatto cogliere la presenza di Dio sotto le cose. Ci ha fatto capire la fraternità universale, che vuol dire fraternità intragenerazionale, cioè con gli altri popoli all’interno della nostra generazione, e tra le generazioni, per rispondere alle domande “Che pianeta lasceremo ai nostri figli? Che aria respireranno?”.
In questa riflessione su un rapporto uomo-natura rinnovato, troviamo il superamento di un antropocentrismo eccessivo, quella che potremmo definire scherzando la “filosofia di Paperone”, cioè quella dell’uomo dominatore assoluto che distrugge la natura pur di far soldi, ma anche il superamento di un fisiocentrismo estremo, in cui la natura è al centro, al punto tale da considerare la persona umana come un “disturbo” del cosmo. Noi crediamo che la risposta stia piuttosto nel dono di sé. Per usare una parolona, nell’«antropocentrismo oblativo»: in una persona che vive il dono di sé con i suoi simili e con la natura, di cui si sente non il padrone ma l’amministratore e il custode, perché gli è affidata da Dio. Luca Fiorani, ricercatore all’ENEA e docente di Ecologia ed Educazione Ambientale alla LUMSA, è il coordinatore internazionale di “EcoOne”, un’iniziativa culturale promossa e sostenuta da docenti, ricercatori e professionisti che operano nel settore delle scienze ambientali, accomunati dal desiderio di arricchire la propria conoscenza scientifica con una lettura umanistica e sapienziale dei problemi ambientali. Nel 2010 ha pubblicato per Città Nuova, assieme ad Antonello Pasini, “Il pianeta che scotta, capire il dibattito sui cambiamenti climatici”. Su Città Nuova leggi anche:
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Giu 23, 2010 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Sostenibilità ambientale e questione energetica». Di questo si è parlato al convegno di EcoOne, riflessione culturale nata dal carisma del Movimento dei Focolari nel mondo dell’ecologia. L’incontro si è svolto al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo dal 14 al 16 maggio e vi hanno partecipato una cinquantina di ecologi e professionisti provenienti da Brasile, Cile, Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Austria e Italia, dando vita ad un serrato dialogo. Il tema è stato trattato da esperti nei vari ambiti legati al problema dell’energia: dall’ingegneria alla fisica, dalla politica alla sociologia. Professori universitari, manager industriali nonchè studiosi ed esperti del settore hanno parlato di energia in natura, fonti rinnovabili, energia nucleare, cambiamenti climatici, partecipazione politica e solidarietà sociale insita nella questione energetica.
Una parte del programma è stata dedicata ad esaminare – a dieci anni dal primo Convegno, organizzato da Sergio Rondinara, ora professore all’Istituto Universitario Sophia – il percorso di EcoOne e gli elementi culturali che l’hanno caratterizzato. “Se il rapporto tra persona e natura è stato nel passato armonioso”, ha detto Luca Fiorani, ricercatore dell’Enea e coordinatore di EcoOne, introducendo i lavori. “Oggi è sfociato nella crisi ambientale, che rimanda ad una crisi più profonda, antropologica ed etica. Di fronte a questa situazione, il programma di ricerca di EcoOne consiste nell’individuare un rapporto persona-natura rinnovato, che passi attraverso il recupero del significato delle relazioni che legano ciascuno di noi alla natura. Questa operazione ci coinvolge sul piano del pensiero, nella sfera religiosa e nella riscoperta delle tradizioni pre-industriali”. Facendo quindi il “punto” sul percorso intrapreso, ha continuato: “siamo stati affiancati da professionisti in campo ambientale, professori universitari e ricercatori di enti pubblici di ricerca. Questo dialogo culturale aperto e arricchente non è un elemento decorativo ma costituisce l’essenza stessa di EcoOne. Possiamo concludere che, in questi anni, si è formato nel Movimento dei Focolari un piccolo corpo di ecologi con un pensiero definito e in dialogo con professionisti del campo”. EcoOne ha quindi elaborato fino ad oggi un “pensiero ecologico” fondato su alcuni elementi chiave: la custodia per cui la persona è custode della creazione; la responsabilità e la coscienza ambientale e cioè la consapevolezza che danneggiare la natura significa minacciare la vita, stimola la coscienza morale sulla questione ambientale. La necessità di stabilire un nuovo rapporto persona-natura, superando estremismi antropocentristi o fisiocentristi. E infine il concetto di sostenibilità come nuovo paradigma di sviluppo, e cioè la consapevolezza che occorrono radicali cambiamenti strutturali e comportamentali affinché lo sviluppo possa essere sostenibile. “L’uomo non è il centro del cosmo: lo è Dio” – scriveva Chiara Lubich al convegno di EcoOne del 2005, indicando in “Dio Amore” il paradigma dell’agire ecologico dell’uomo. Parole, le sue, che rappresentano oggi una vera Magna Charta di EcoOne. “Non azzardiamoci – continuava Chiara – ad andare contro Dio! Troveremmo la Morte. Se invece il fine dell’uomo non sarà l’interesse economico, l’egoismo, ma l’amore per gli altri uomini e per la natura, con il suo contributo la Terra si trasfigurerà fino a divenire un paradiso terrestre”. (altro…)