Movimento dei Focolari
Protagonisti gli ultimi

Protagonisti gli ultimi

FernandoMuraca«Avevo solo 12 anni quando ho conosciuto Chiara Lubich. Se non fosse stato per l’amicizia con lei e per il carisma dell’unità non avrei resistito in un ambiente così fortemente competitivo e pieno di sabbie mobili. Ho un profondo senso di gratitudine per tutti quelli con cui condivido questa sfida». Fernando Muraca, dopo gli studi universitari a Roma, ha iniziato la sua attività come regista e autore di teatro. Dopo il successo ottenuto con la regia di alcune puntate in due serie televisive, l’esordio nel mondo del cinema con la C maiuscola. Tra i suoi lavori più recenti, il coraggioso “La terra dei santi”, intenso film sul ruolo delle donne di mafia calabresi, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. A una platea molto attenta Fernando racconta la sua storia: «Una sera mi arriva una mail dal mio amico Giampietro, missionario in Brasile. Tempo prima avevo girato gratuitamente un documentario per raccogliere fondi per la sua comunità, impegnata a salvare donne, uomini e bambini che vivevano sotto i ponti di San Paolo. Nella mail mi chiedeva se ero disposto a lasciare per qualche anno il mio lavoro per documentare quello che stava succedendo lì. La sua missione, ora, si occupava anche di persone cadute nella schiavitù della droga. L’approccio senza pregiudizi, basato sull’amore evangelico, aveva già salvato 10 mila persone destinate a morte certa. Un risultato che doveva essere documentato». Protagonisti gli ultimi«Nella mail – continua Fernando – Giampietro spiegava un antefatto. Un uomo molto ricco, dopo averlo fatto pedinare e aver scoperto chi era veramente, aveva deciso di offrirgli metà delle sue ricchezze. Giampietro non poteva accettare, aveva fatto voto di povertà. Ma aveva un desiderio: che io andassi in Brasile a documentare il lavoro della missione. Così quell’uomo si era offerto di pagare tutte le spese, comprese le bollette di casa durante la mia assenza». Sorride Fernando: «Sembra un film, lo so, ma è accaduto davvero». E continua: «Ne ho parlato con mia moglie e i nostri figli. Si trattava di lasciare il mio lavoro per due o tre anni, uscire dal giro, mettere a rischio la mia carriera, e mia moglie avrebbe dovuto mandare avanti la famiglia da sola durante la mia assenza. Lei rispose che era pronta a questo sacrificio, se era utile a rendere visibili le sofferenze di quelle persone. E il più grande dei figli: “Papà, non possiamo girarci dall’altra parte”. Anche i miei amici mi hanno incoraggiato ad accettare. Stava per uscire nelle sale il mio film, e io dovevo partire dopo 15 giorni. Una follia. Il lungometraggio aveva una piccola distribuzione. Senza la mia presenza a promuoverlo forse sarebbe morto e avrei bruciato la mia unica chance di carriera nel cinema. Ma la risposta di mio figlio, Non possiamo girarci dall’altra parte, fu decisiva per me». 2018-02-09-PHOTO-00000558«A San Paolo, documentare la vita di persone che vivevano sotto i ponti era all’inizio quasi impossibile. Odiavano essere fotografate, figuriamoci filmate! Per far capire che non volevo approfittare della loro immagine dovevo fare come i missionari. Ho cominciato a dormire anch’io sotto i ponti, a condividere la loro giornata, e così hanno accettato. Dopo un mese sono tornato in Italia per staccare un po’. L’impatto era stato duro. Dovevo ragionare sul materiale che stavo girando e riorganizzare un nuovo viaggio più lungo. Intanto in Italia era successo quello che tutti avevano previsto. Senza soldi per la promozione e senza la presenza del regista, il mio film stava velocemente sparendo dalle sale. 2018-02-12-PHOTO-00000066 Poi un fatto imprevisto. A Roma, all’ultimo giorno di proiezione si presenta un importante critico cinematografico. Il giorno dopo, su un quotidiano nazionale, sia nell’edizione on line che su quella cartacea, escono due recensioni molto positive. Il film inizia a essere invitato ai festival, in Italia e all’estero. Vince molti premi, alcuni prestigiosi. Da allora sono passati tre anni. Terminato il lavoro in Brasile, ho ripreso le fila della mia vita. Non ho girato altri film, ma ne ho diversi in cantiere, su argomenti che prima non avevo il coraggio di affrontare. Ho scritto due romanzi e un saggio sull’esperienza di “incarnazione” dei miei ideali nell’arte. Ho maturato anche il progetto di dedicarmi ai giovani. In questo “mestiere” c’è bisogno di conforto e incoraggiamento. E di punti di riferimento». Chiara Favotti (altro…)

Terremoto Italia: non lasciateci soli!

Terremoto Italia: non lasciateci soli!

RimPRESAIn seguito al terremoto dello scorso anno nell’Italia centrale, tanti si sono adoperati per essere vicini a quanti sono stati colpiti da questa tragedia. Una catastrofe di tale portata, infatti, mette a dura prova non solo le case, ma tutto il tessuto sociale e la capacità di resistenza personale e familiare, lasciando il segno su un’ intera generazione. Il Movimento dei Focolari si è dotato di un organismo stabile che conta sulla collaborazione di due ONLUS: AMU, AFN e di altre associazioni (AIPEC, B&F Foundation, Abbraccio Planetario, Dialoghi in Architettura e le comunità del Movimento in Italia) che, a fronte delle emergenze, offrono competenza e organizzazione per convogliare gli aiuti in azioni efficaci. «Il primo obiettivo che ci siamo dati è stato quello di attivare una modalità di raccordo e di conoscenza reciproca delle varie iniziative per aiutarci a mantenere alta l’attenzione e a non dimenticare spiega Cesare Borin, del “Coordinamento emergenze” dei Focolari . Gli aiuti economici che sono arrivati fin dall’inizio, hanno rappresentato solo uno dei tanti modi, con i quali si è concretizzata la solidarietà che ha visto coinvolte tante persone del Movimento, per essere vicini a chi ha perso tutto in questa situazione drammatica». Il progetto si compone di due azioni complementari: RimPRESA_BRImPRESA Aziende”, che consiste nel fornire materie prime, macchinari e piccole infrastrutture ad aziende e, dove possibile, rafforzare tra le aziende pratiche e processi virtuosi ispirati ai principi etici dell’economia civile, favorendo così il gemellaggio con altre imprese sul territorio nazionale. Nell’ambito di questa fase progettuale, sono state individuate e visitate 60 piccole aziende delle 4 regioni coinvolte ed attualmente si stanno ultimando le forniture di attrezzature e materiale a sostegno di 25 aziende agricole e artigianali, selezionate in base ad una valutazione concordata della protezione civile; La seconda azione del progetto: “RImPRESA GAS” promuove l’acquisto dei prodotti delle aziende colpite dal sisma attraverso la creazione di Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), favorendo di fatto la ripresa del turismo locale. Attualmente le aziende soprattutto del settore agroalimentare sono 13, circa 90 le iscrizioni totali, per un totale di 17.000 euro circa di ordinativi. La risposta alle necessità delle persone è stata tempestiva, come quelle, ad esempio, di alcune famiglie di Amatrice che avevano chiesto un container in lamiera. Così a marzo sono stati consegnati 10 container per altrettante famiglie di Amatrice e dintorni, per un costo totale di 19.000 euro. In collaborazione con la Caritas Italiana si sta inoltre organizzando, per la fine di agosto 2017, un campo estivo con base a Torrita di Amatrice. Le attività perdureranno per  i mesi di luglio ed agosto, prevedendo l’ animazione di un centro estivo per  bambini, attività ludico ricreative per ragazzi dei dintorni ed animazione nel centro anziani di Borbona. «Le persone di questi bellissimi territori conclude Borinnon ci chiedono ‘ricostruiteci la casa’, ma ci chiedono con forza ‘non lasciateci soli’! Tra le lezioni apprese potremmo aggiungere l’importanza di non marginalizzare o soffocare il contributo della società civile. Accanto all’intervento competente delle agenzie di emergenza dello Stato, abbiamo bisogno di una più vasta e programmata inclusione delle componenti sociali attive, proprio per la loro capacità di attivare la catena di fraternità. E questo, come ci fa intuire la nostra piccola esperienza, forse renderà anche più efficace il lavoro delle istituzioni e la capacità di far ripartire i processi produttivi». Contatti: emergenzaterremoto.italia@focolare.org Leggi anche: Intervista a Cesare Borin (altro…)

A un anno dal terremoto in Centro Italia

Per una settimana, dal 26 agosto al 2 settembre, nei dintorni di Amatrice e Borbona, due dei centri colpiti dal terremoto nel Centro Italia, si terranno iniziative per bambini, ragazzi e anziani curate dai giovani del Movimento dei Focolari nell’ambito di un programma promosso dalla Caritas per sostenere in maniera continuativa la comunità del posto. In arrivo circa 25 ragazzi da tutta Italia. (altro…)

Notizie dalla Colombia

Notizie dalla Colombia

20170406-03254 morti (di cui 62 minori), oltre 400 feriti e altrettanti dispersi: questo il bilancio drammatico delle forti inondazioni che nei giorni scorsi hanno causato una vera e propria catastrofe nella città di Mocoa, 500 chilometri a sud di Bogotà, nel sud della Colombia. Il presidente colombiano, Juan Manuel Santos si è recato sul luogo del disastro, ridotto a un cumulo di fango, e ha dichiarato che non si conosce ancora il numero dei dispersi. L’esercito è al lavoro senza sosta alla ricerca di superstiti e persone rimaste isolate, per far arrivare gli aiuti umanitari. È stato dichiarato lo stato di emergenza in tutta la zona colpita, anche per accelerare le operazioni di recupero delle vittime. «È difficile riuscire a descrivere non solo la gravità di quanto è successo, ma anche ciò che stanno vivendo le persone, comprese quelle delle nostre comunità sul posto», ci scrive Alejandra del focolare di Bogotà. «Sono stati distrutti 17 quartieri della città di Mocoa (36.000 abitanti). La stazione dei pullman è stata cancellata. IMG-20170404-WA0030Abbiamo cercato di riprendere i contatti con ognuno, ma la situazione è molto difficile per tutti. Nella zona, già provata dalla povertà e dalla guerriglia, ci sono molti sacerdoti del Movimento. Don Luis Fernando ha officiato uno dei funerali collettivi, don Oscar Geovanny sta ancora cercando i suoi familiari. Don Jorge ci ha mandato alcune foto dei suoi parrocchiani mentre aiutano e danno appoggio a chi ha perso tutto. Don Oscar Claros ha riferito che, dei 17 quartieri scomparsi, 5 erano parte della sua parrocchia: intere famiglie che ricevevano la Parola di vita sono scomparse. Lui personalmente sta lavorando alla distribuzione degli aiuti, dando sostegno ai suoi parrocchiani». «In tutto il Paese, le comunità dei Focolari si stanno mobilitando per una raccolta di fondi da far arrivare al più presto sul luogo del disastro, attraverso i sacerdoti del Movimento. I focolarini di Bogotà hanno attivato un canale veloce di comunicazione con le persone del posto, e cercano di sostenerli e dare loro speranza in questi momenti difficili. Questa mattina abbiamo parlato con don Oscar Claros: la situazione è ancora molto caotica, la zona senza acqua e luce, con un reale pericolo di epidemie».   (altro…)

Cile: il fuoco non ha divorato la solidarietà

Cile: il fuoco non ha divorato la solidarietà

cile2Da un mese il centro-sud del Cile è preda di immani incendi forestali che si sono portati via circa mezzo milione di ettari. Undici i morti, circa 1.100 gli sfollati. Un migliaio di case incendiate, la gran parte a Santa Olga, 500 km a sud di Santiago, un paese di 5 mila abitanti completamente distrutto. I danni sono per varie centinaia di milioni di euro. Gli ingredienti della catastrofe perfetta sono vari: un’ondata di calore con temperature storiche, il clima secco, l’intensa siccità e i venti che hanno alimentato centinaia di incendi scoppiati nella cordigliera dorsale del Cile. È la catena montuosa tra il Pacifico e le Ande, che rende impervia la geografia di questo Paese, lungo 6 mila chilometri ma largo in media appena 200-300 chilometri. Una quarantina tra aerei cisterna ed elicotteri ed oltre 4.500 brigatisti non sono stati sufficienti per controllare tanti fronti. Sono all’opera anche due giganti dell’aria attrezzati contro il fuoco: un Boeing 747 (Supertanker) capace di rovesciare circa 70.000 litri di liquido di diversa specie ed un Ilyushin-76 messo a disposizione dal Governo russo, capace di lanciare 30 tonnellate di acqua e di atterrare su piste più corte. Squadre antincendio sono state inviate dall’Argentina, Colombia, Brasile, Perù, Spagna, Portogallo, Francia e Venezuela. Fa impressione la sequenza di catastrofi naturali dal 2010 in qua, a cominciare dal terremoto di 8,8 gradi Richter seguito da uno tsunami che provocò 535 morti e miliardi di danni. Sono seguite almeno tre grandi eruzioni vulcaniche. Nel 2015 un nuovo terremoto: 8,4 gradi Richter… Nel 2014 e quest’anno gli incendi affliggono i dintorni di Valparaíso, città portuale a 115 km dalla capitale: varie le vittime, danni per 4 miliardi. Sembra incredibile, ma nel 2015 si inonda l’Atacama, il deserto più arido del mondo sito nel nord. La melma si porta via villaggi interi, strade, ponti e 28 persone. Ed ora di nuovo il fuoco attizzato dalla siccità. Ci sarà tempo per indagare sulle cause, in alcune località non si esclude il dolo. Ma ora è tempo di intervenire. Ma le fiamme non hanno divorato la solidarietà che si è messa in moto in vari modi: ovunque si raccolgono generi di prima necessità. Alcuni facoltosi si fanno carico della spesa del Supertanker. “Sono nostri fratelli, dobbiamo aiutarci”, spiega una mamma di famiglia che ha coordinato una raccolta tra vicini. A Santa Olga è rimasta in piedi solo qualche casa, ma sulle macerie fumanti appare la bandiera cilena. Un simbolo che qui non manca mai, pur in mezzo alla distruzione. Indica che si torna a costruire per cercare di strappare a questa natura un posto dove vivere, lavorare, realizzare sogni. Lo faranno tenacemente, con la pazienza secolare di chi costruisce la sua storia con lacrime e sudore avvolti da una natura che non regala niente. Alberto Barlocci   Ultime notizie dalle comunità dei Focolari nelle zone colpite dagli incendi. Scrivono Marilyn e Juan: «Sono già passati 19 giorni da quando in tutto il Cile, con collaboratori di tanti Paesi, si lotta contro gli incendi. nelle regioni del centro sud del Cile, dove ci sono tante e numerose comunità dei Focolari. Ora, dopo una lotta che sembra superare le forze umane, restano accesi oltre 80 incendi che, per il forte vento, tornano a riaccendersi nuovamente alcuni che erano già spenti. 13 Alcuni paesini, dove abitano tante famiglie del Movimento, sono stati sloggiati per evitare la perdita di vite umane. Da più notti le persone, insieme a pompieri, brigatisti, volontari, vegliano per evitare il propagarsi del fuoco. Sono innumerevoli le esperienze di solidarietà, in particolare di quelli che sono sul posto, come Manuel e Silvia, volontari del Movimento che abitano a Chiguayante, una zona completamente accerchiata dal fuoco. Sono stati costretti a sloggiare la loro casa per la gravità della situazione. Insieme ai figli e ai vicini, rischiando di persona, si sono messi a “pulire” il suolo per impedire l’arrivo del fuoco. Anche se fino adesso la situazione è sotto controllo, c’è sempre il pericolo che il vento cambi direzione. Victoria e Jorge, 3 figli, abitano a Tomè, anche zona a rischio; con gli amici dei figli ed altri giovani hanno fatto una raccolta di beni necessari per chi ha perso tutto, e li portano nei paesini più isolati dove è più difficile rivecere aiuti. Un taxi li ha accompagnati per 70 km, gratis, e così hanno potuto distribuire quanto raccolto. P. Alex, sacerdote ortodosso della Chiesa Russa, molto amico del Movimento, abita a Hualqui, un piccolo paese, e va a celebrare la S. Messa a Chiguayante, dove si trova la sua comunità. Il fuoco ha preso con forza il suo paese e le fiamme hanno bloccato la strada, per cui è tornato a piedi per riuscire ad accompagnare le persone che erano ancora terrorizzate. E ci sono tante esperienze di solidarietà anche da parte delle comunità del Movimento delle città lontane agli incendi. Si sono organizzate attraverso gruppi su whatsapp e, dopo due giorni, erano già partite le prime macchine cariche di aiuti. Costatiamo una forte capacità del popolo di reagire di fronte alle difficoltà, di resilienza, una immediata e commovente risposta. È forte vedere i volti raggianti di quanti si sono impegnati ad aiutare, e costatare che veramente “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Noi, prima di ogni azione, rinnoviamo l’unità tra di noi per portare quell’amore che tutti hanno bisogno. Ogni sera, alle ore 22, ci uniamo in preghiera per chiedere il miracolo della pioggia, e tanti si uniscono a noi».   (altro…)