Mag 4, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Quando circa 4 anni fa, a Fernando era stata diagnosticata la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), un brivido aveva attraversato tutta la mia persona – racconta Maria –. Ero sgomenta e piena di paura. Lui intuendo il mio stato d’animo, mi ha sussurrato: “Io sono pronto, vedrai che Dio ci darà la grazia per questo momento prezioso”. Mi sono sentita rinascere: anch’io voglio aderire al disegno d’amore che Dio ha preparato per noi. Così iniziamo quest’avventura. Dopo qualche tempo Fernando viene ricoverato in rianimazione per una crisi respiratoria ma, il nostro modo sereno di affrontare la malattia e l’atteggiamento d’amore che lui aveva verso medici e infermieri, ha fatto si che l’approccio rigidamente professionale divenisse familiare e amorevole. Tutta la famiglia del Movimento dei Focolari e le persone conosciute nell’arco della nostra vita ci stanno vicino. Intorno a noi si sviluppa un’autentica gara d’amore: non ho mai preso un mezzo pubblico, viene organizzato un turno per accompagnarmi in ospedale e per sbrigare le tante pratiche necessarie per attivare l’assistenza domiciliare. Tornati a casa, ho affrontato le difficoltà della vita quotidiana per assistere Fernando giorno e notte, ed ho imparato ad usare gli strumenti necessari a garantire la sua vita. La notte il mio orecchio è sempre vigile e il mio sonno spesso interrotto. Ma, se qualche volta sono un po’ tesa, lo sguardo amoroso di Fernando mi sostiene sempre. In questi quattro anni ho sperimentato continuamente che Dio è Padre e si fa presente ogni giorno nei modi più inaspettati soprattutto attraverso i fratelli: una mattina la dottoressa venuta per l’assistenza mi trova a letto perché stavo male. Allora lei, dopo aver svolto i suoi compiti, prepara il minestrone, carica la lavatrice e imbocca Fernando. Di piccoli fatti così ne accadono ogni giorno. Una domenica avevo finito la scorta dei guanti necessari per i servizi di assistenza, in quel momento arriva la vicina di casa che senza saper nulla mi porta una scatola con cento guanti. Anche le piccole pratiche di ogni giorno trovano una soluzione perché c’è chi suona il campanello e dice: “Hai delle bollette da pagare?”. Fernando non fa mai l’ammalato: con i suoi 87 anni, in lui predominano la gioia e lo slancio verso tutti. Si mantiene aggiornato, e continua a seguire in modo particolare la politica e soprattutto la scuola del Movimento politico per l’unità. Lui che è stato sindaco di Ghilarza (Oristano) per tre mandati e direttore del CED – Centro elaborazione dati della Regione Sardegna -, ha in cuore in modo particolare i giovani ai quali suggerisce di impegnarsi in politica e raccomanda: “Occorre fare la purificazione del pensiero”. Intanto la malattia si evolve e impedisce le azioni più semplici ed elementari ma lui vive questa realtà in una dimensione di cielo, cercando di fare la volontà di Dio con semplicità così come quando sta bene e la sua fede sostiene tutti noi che stiamo attorno. Se qualcuno viene a fargli visita e lo commisera, lui poi mi dice: “Loro parlano di morte, io sento la vita che trabocca!” e non esita a comunicare a credenti e non, la sua esperienza e filosofia di vita: “Mi consegno completamente a Dio come Gesù. Quando ho paura non temo, la paura distrugge la vita”». (altro…)
Apr 5, 2012 | Chiara Lubich, Spiritualità
Domanda: “Ci avviciniamo alla Pasqua. Mentre nel mondo si respira un clima di paura per l’incombere del terrorismo, dal mistero del venerdì santo e della Pasqua di resurrezione, quale risposta?” «E’ venerdì santo ogni giorno. Guardando il telegiornale, davanti al susseguirsi di uccisioni e attentati, in quelle immagini di violenza disumane, nel grido di quelle sofferenze, risuona il grido di abbandono che Gesù ha lanciato al Padre sulla croce: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?, la sua prova più alta, la tenebra più oscura. Ma è un grido che non è rimasto senza risposta. Gesù non è rimasto nel baratro di quell’infinita sofferenza, ma, con uno sforzo immane e inimmaginabile si è riabbandonato al Padre, superando quell’immenso dolore ed ha riportato così gli uomini in seno al Padre e nel reciproco abbraccio. Sappiamo quali sono le cause più profonde del terrorismo: il risentimento, l’odio compresso, la voglia di vendetta covati da popoli oppressi da tempo perché i beni non sono condivisi, i diritti non riconosciuti. Ciò che manca è la comunione, la condivisione, la solidarietà. Ma, si sa, i beni non si muovono se non si muovono i cuori. Urge, perciò, suscitare nel mondo, ovunque, spazi di fraternità, quella fraternità riconquistata sulla croce. Da quella croce Gesù ci dà l’altissima, divina, eroica lezione su che cosa sia l’Amore: un amore che non fa distinzione, ma ama tutti; non aspetta il ricambio, ma prende sempre l’iniziativa; che sa farsi uno con l’altro, sa vivere l’altro; che ha una misura senza misura: sa dare la vita. Quest’amore ha una forza divina, può scatenare la più potente rivoluzione cristiana che deve invadere non solo l’ambito spirituale, ma anche quello umano, rinnovandone ogni espressione: cultura, politica, economia, scienza, comunicazione… (…) quel comandamento che Gesù definisce nuovo e suo: “amatevi l’un l’altro come Io ho amato voi”, quando è vissuto con radicalità, genera l’unità e porta con sé una conseguenza straordinaria: Gesù stesso, il Risorto, è presente in mezzo a noi, come da lui promesso “a due o tre riuniti nel suo nome”, cioè nel suo amore, come dicono i Padri. Una pagina degli inizi del Movimento, dice la sorpresa per le prime scoperte: “L’Unità! Si sente, si vede, si gode, ma è ineffabile! Tutti godono della sua presenza, tutti soffrono della sua assenza. E’ pace, gaudio, amore, ardore, clima di eroismo, di somma generosità. E’ Gesù fra noi!” E con Lui, è Pasqua perenne.»
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Feb 13, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Mia sorella Maria Assunta, per una leucemia fulminante, non c’era più. Un senso d’impotenza mi investì. Che senso ha la vita – mi chiedevo – se la morte porta via con sé sogni, desideri, conquiste…? Tutto perse senso. Non volevo più vivere. Mi tornarono in mente gli ultimi istanti di vita di Maria Assunta. Le forze l’avevano abbandonata. Anche alzare le palpebre degli occhi era una fatica immane che poteva costarle la vita. Tuttavia, mentre la riportavano a casa, uscendo dall’ambulanza in barella, alle voci dei parenti e degli amici venuti a darle l’ultimo saluto, ebbe un sussulto. Vidi un cambiamento improvviso sul suo volto. Non solo aprì gli occhi ma alzò la testa e sorrise ad ognuno. E non smise di sorridere fin quando non salutò tutti. Solo quando sentì chiudersi le porte di casa alle sue spalle, lasciò cadere la testa sul cuscino e… subito entrò in coma.
Perché l’aveva fatto? Mentre riflettevo su quest’assurdità, mi sembrò di capirne il perché. Quell’amore che la spingeva a preoccuparsi di tutti meno che di lei, le aveva permesso, in un certo senso, di vincere la morte e i suoi occhi ne erano la testimonianza più palese: non traspariva la paura di morire ma una serenità che sembrava volesse consolare le persone vicine, quasi a dire: “State tranquilli perché io sono felice”. Come un lampo un pensiero attraversò la mia mente: “Antò quello morto sei tu, Assunta è viva!”. Allora mi dissi: “Basta perder tempo! L’unica direzione che la mia vita può prendere è l’amore”. Iniziai nelle piccole cose, ad amare le persone che mi erano accanto, con molta semplicità. Ma con il tempo questa fiammella si andava spegnendo, perché amare sempre, era molto impegnativo e non sempre c’era risposta al mio modo di fare, anzi, a volte, incontravo la derisione. In quel periodo ebbi occasione di ascoltare una videoregistrazione in cui Chiara Lubich parla del dolore di Gesù in croce, quando grida “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Mi sono sentito come liberato. Chiara in pochi minuti aveva sciolto ogni nodo. Nonostante non sapesse nulla di me, era lì a spiegarmi la vita. Mi ha fatto capire che nessun dolore doveva essere disprezzato ma bensì amato, perché contenuto nel dolore di Gesù. La parola “assurdo” poteva descrivere perfettamente il mio stato d’animo alla morte di mia sorella. È assurdo morire a 20 anni! Ma, quando ho accettato quell’assurdo, ho ritrovato il senso della mia esistenza e ho capito, come ha fatto mia sorella, che si può vincere la morte. Antonio (Teramo) (altro…)
Ago 19, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
All’interno del vasto programma culturale predisposto per questa Giornata Mondiale della Gioventù, un evento che, secondo alcuni mezzi di comunicazione, è “essenziale”: il musical “Life, love, light” sulla vita della Beata Chiara Luce Badano. 50 giovani dei Focolari si sono proposti un obiettivo molto ambizioso: offrire questo musical – che era stato presentato solo nella Sala Paolo VI in coincidenza con la beatificazione della giovane italiana – come risposta alle parole di Papa Benedetto XVI: “Vi invito a conoscerla : la sua vita è stata breve, ma il messaggio è grande… Diciannove anni pieni di vita, d’amore, di fede. I suoi ultimi due anni, pieni di dolore, ma sempre con amore e luce, una luce che irradiava attorno a lei, nata dal suo intimo: dal suo cuore pieno di Dio!” Mesi di preparazione, impegno, insieme ad una forte, profonda, esperienza di Dio… e quello che sembrava una sfida raggiungibile solo con un “miracolo” ieri sera, presso l’Auditorium “Pilar García Peña” (Madrid), era una splendida realtà. Dilettanti fino a pochi mesi fa, ieri sera sul palco sono stati dei veri professionisti. Prima dello spettacolo una gen del gruppo della coreografia si è espressa in questi termini: “Vogliamo comunicare che tutti noi possiamo fare il suo stesso cammino. Era una di noi”. L’auditorium, con una capienza di 5000 persone, era completamente pieno e molte persone hanno seguito il musical seduti sul pavimento o in piedi. “Life, love, light“ presenta, con un agile intreccio di coreografie, canzoni e testi, le tappe principali della vita di Chiara Badano: l’infanzia con i genitori, i suoi rapporti con gli amici e con la fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich, le speranze, le conquiste ed i fallimenti di questa ragazza, fino al momento cruciale della malattia. “Perché, Gesù?” Si domanda davanti a questo dolore immenso e la risposta: “Se lo vuoi Tu, lo voglio anch’io” Un momento speciale, profondo ed emotivo, la testimonianza dal vivo di Maria Teresa e Ruggero Badano, genitori di Chiara e poi Chicca Coriasco, la sua migliore amica. Inoltre, la parola è stata data anche a dei giovani presenti che hanno condiviso le loro esperienze, il loro impegno nel vivere ogni giorno il Vangelo, come Chiara Luce. Il pubblico ha avuto una forte commozione quando si sono letti dei brani di sue lettere rivolte a Chiara Lubich: “Ho scoperto che Gesù abbandonato è la chiave per l’unità con Dio, l’ho scelto come mio primo Sposo e voglio prepararmi per quando arriva. Preferirlo”. Molti hanno sottolineato la bellezza del musical, la magnifica messa in scena, il linguaggio coinvolgente, attuale e moderno. Alcuni giovani presenti che si sono dichiarati non credenti, si sono detti d’accordo con il messaggio “d’amore e di unità” che si voleva trasmettere. “Non posso correre più, e vorrei passarvi la torcia, come alle Olimpiadi … Perché abbiamo una vita sola, e vale la pena spenderla bene.” Queste sono alcune delle ultime frasi di Chiara Luce che rispecchiano quanto vissuto durante la serata di ieri sera: adesso tocca ad ognuno di noi portare questa torcia. Video Clip su YouTube [nggallery id=61] (altro…)
Ago 8, 2011 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
110 sacerdoti, provenienti da 20 Paesi africani, sono convenuti a Nairobi dal 27 luglio al 4 agosto per la “Panafrican Conference of Focolare Priests”. “Nella Chiesa Famiglia di Dio: una via per i sacerdoti oggi” il titolo dell’incontro. Con approfondimenti, workshop e plenarie si sono affrontate alcune delle sfide più scottanti per la Chiesa nel Continente. Che cosa ha accomunato questi preti, di così diversa estrazione alla cittadella dei Focolari “Piero Pasolini”, nei pressi di Nairobi in Kenya? Contribuire alla riscoperta e all’attuazione del disegno di Dio su questo continente, alla luce della proposta di vita evangelica del Movimento, presente in terra africana ormai da quasi cinquant’anni. «Auguro di cuore che la presenza via del Risorto in mezzo a loro possa essere di luce per capire come Gesù desideri il sacerdote ai giorni nostri e quale possa essere il loro servizio alla Chiesa in Africa, tanto amata da tutti noi e che tanto può dare al mondo intero», ha scritto Maria Voce, presidente del Movimento, in un messaggio per l’apertura della Conferenza. Il Convegno ha espresso al vivo le grandi potenzialità dei sacerdoti africani. Lo ha sottolineato anche l’età media dei presenti – 35 anni circa – molti dei quali già in posizioni di responsabilità.
In un’Africa definita da qualcuno degli stessi partecipanti come l’“Africa delle crisi”, la realtà della famiglia, così centrale nella cultura sociale ed ecclesiale africana, ha preso nuova luce ed intensità nell’ottica dell’amore reciproco e dell’unità evangelici. La scoperta di Gesù crocifisso e abbandonato, come chiave di riconciliazione e di pace, ha portato a non sentire utopistica la sfida ad entrare dentro le ferite e a sentirsi protagonisti di un cammino di rinnovamento e di comunione che abbia come misura l’amore senza misura del Cristo. Tutto si è svolto secondo un ritmo di ascolto e di condivisione, con meditazioni e approfondimenti, momenti di confronto e di studio a gruppi, e plenarie di comunicazione per cercare di incarnare tale visione in una proposta culturale e vitale per la Chiesa in Africa. Il tutto condito da esperienze di vita già in atto “donate – come ha scritto uno dei partecipanti – sotto forma di racconti certamente non scientifici e tuttavia in uno stile familiare non disordinato, che offriva da meditare”.
Si è rinnovata così la coscienza di essere chiamati a riscoprirsi nel fondo del cuore come uomini di Dio chiamati ad evangelizzare l’Africa con le armi dello spirito dell’amore e dell’unità. Con la capacità di andare controcorrente, come ha sottolineato, durante il suo intervento al Convegno, il Nunzio Apostolico in Kenya, Mons. Paul Alain Lebeaupin. Mentre l’Arcivescovo di Mombasa, Boniface Lele, ha invitato i partecipanti a una grande apertura e all’aiuto vicendevoli fra i sacerdoti, per essere, con la loro umanità, coerenti servitori della “Famiglia di Dio”.
Le Nazioni di provenienza andavano dall’Atlantico all’Indiano, abbracciando la parte centrale ed australe dell’Africa: Guinea-Bissau, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Sierra Leone, Togo, Benin, Nigeria, Cameroun, Repubblica Centrafricana, Gabon, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Zambia, Sudafrica, Kenya, Tanzania, Uganda, Rwanda, Burundi e Madagascar. A cura del Centro Sacerdotale dei Focolari (altro…)