4 Apr 2014 | Centro internazionale, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Ultima tappa del viaggio nel nord est del Brasile, per la presidente e il copresidente dei Focolari, prima di proseguire per Belem: è il CEU, Condominio Espiritual Uirapuru, nel cuore di Fortaleza, capitale del Cearà. Nella hall dell’hotel che sorge nel Ceu, gestito dalle Suore dorotee, ad accogliere Maria Voce e Giancarlo Faletti, ci sono Moises di Shalom, Nelson fondatore – insieme a Frei Hans – della Fazenda da Esperança, don Renato Chiera, della Casa do Menor, la superiora del convento delle Carmelitane e la priora delle Benedettine. Per citare solo alcuni dei fondatori e responsabili delle comunità che hanno costruito loro case su una vasta area che ha il nome di Fazenda Uirapuru. È il nome della proprietà donata dall’imprenditore Benedito Macedo, che sognava di contribuire alla soluzione delle piaghe sociali della regione. Noto per le sue bellezze naturali, il Cearà non è dissimile da tanti altri Stati del Brasile per il grave squilibrio sociale, che significa povertà, servizi carenti per sanità e istruzione. Fattori che favoriscono spaccio di droga, prostituzione, violenza, abbandono. Al Ceu ha sede il “Cammino” che apre prospettive di integrazione agli ex detenuti; i malati di Aids scoprono una possibilità di futuro col “Sole Nascente”; bambine e adolescenti vittime di violenza riacquistano dignità nella “casa di Santa Monica”. Giovani scoprono il fascino della contemplazione nella via aperta dal Carmelo o dal Monastero benedettino. L’elenco sarebbe lungo. “Tutti noi siamo qui in risposta ad una doppia chiamata – ci dice la superiora del Carmelo, Madre Bernadete – la chiamata del nostro carisma e ad essere una immagine viva della Chiesa dell’unità, per testimoniare la fecondità e ricchezza della comunione tra i vari carismi”.

Video di presentazione del CEU (C – CEU)
È quanto viene in luce dalle testimonianze che si susseguono nell’auditorium, gremito dagli abitanti del Ceu, presente l’arcivescovo di Fortaleza, José Antônio Aparecido Tosi Marques. Un incontro tanto atteso, contrassegnato da un dolore: due giorni prima Frei Hans, primo a dar vita a questa esperienza di comunione, e tra i primi promotori dell’invito a Maria Voce, è stato colpito da un infarto. Ha voluto ugualmente dare il suo benvenuto ai due ospiti, con un breve messaggio video. Subito dopo Moises, nel suo intervento ha definito il Ceu “frutto di un piano di Dio”, “un polmone spirituale” per la città di Fortaleza. “Qui ho visto qualcosa di grande”, ha detto commossa, Maria Voce. Anche lei, come già aveva fatto Frei Hans nel suo messaggio, ha richiamato un fatto storico che aveva dato inizio al cammino di comunione tra movimenti: il loro incontro in piazza s. Pietro a Roma, nel 1998. La presidente dei Focolari ha riconosciuto nel Ceu “un’attuazione di quell’invito all’unità lanciato da Papa Giovanni Paolo II e della promessa di impegno di Chiara Lubich“. E qui ha evidenziato un altro aspetto della novità che presenta il CEU: il fatto che tante comunità, ciascuna col proprio carisma, trovano nello spirito di unità del Movimento dei Focolari alimento per la propria comunità e desiderano attingervi anche e soprattutto per vivere il cammino non facile di comunione tra i diversi carismi. questo il motivo dell’invito. “In questa esperienza – ha aggiunto Giancarlo Faletti – c’è una forza particolare, la forza dell’unità” e ha definito l’esperienza del Ceu “un modello per la Chiesa”. L’ultima parola all’arcivescovo di Fortaleza: “Questo è un cammino di unità che Dio vuole per il bene della nostra Chiesa e della società”, ha detto. E ha invocato da Dio “tanta forza per quanto state operando”. Approfondimenti su varie tappe del viaggio su Area Riservata – Notiziario Mariapoli Website: www.focolares.org.br/sitenacional (altro…)
1 Apr 2014 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Situata in una zona dove sono evidenti i segni della povertà, pur dignitosa e in fase di sviluppo, la Cittadella ha una caratteristica a sfondo sociale che viene in rilievo soprattutto con la scuola per bambini e adolescenti e con il Polo imprenditoriale ispirato all’Economia di Comunione. Sempre più attuale si rivela la funzione delle cittadelle, bozzetti di città, sognati da Chiara Lubich sin dai primi anni Sessanta, per mostrare che un mondo migliore, un mondo unito è possibile. Tra le oltre 20 sorte nel mondo, c’è proprio la Mariapoli Santa Maria, il cui terreno Chiara aveva visto durante il suo terzo viaggio in Brasile, nel 1965. La Scuola, che porta lo stesso nome, Santa Maria, è attiva da quasi 50 anni. Ha formato ormai molte generazioni. Attualmente 10 dei suoi insegnanti e operatori sono ex-allievi. Altri hanno intrapreso le più varie professioni e raggiunto anche posizioni di responsabilità. Ma più di tutto sono restati in loro i valori trasmessi che costituiscono un progetto di vita: la cultura della condivisione, l’arte di amare, i fondamenti dell’educazione alla pace. È quanto il corpo docente presenta a Maria Voce e a Giancarlo Faletti, in visita alla Scuola dopo la festosa accoglienza dei più piccoli che si esibiscono nell’orchestra “Talenti a servizio della pace”.
La maggioranza delle famiglie degli alunni, circa 300 su 500 studenti, ha un reddito basso. Economicamente la scuola si regge sulla solidarietà nazionale e internazionale, attraverso i progetti di Azione per Famiglie Nuove e AMU. Le prime lezioni per imparare a leggere e scrivere sono state offerte agli operai che lavoravano alla costruzione della Mariapoli, poi la richiesta per i loro figli…Ora il metodo pedagogico di questa scuola si sta diffondendo anche in altre scuole della regione e in altri ambiti educativi. A pochi chilometri di distanza, su un ampio terreno, sorge il Polo Imprenditoriale Ginetta. Ad attendere Maria Voce e Giancarlo Faletti il gruppo di gestione del Polo, imprenditori, azionisti, e studiosi dell’Economia di comunione, che si sono avventurati a realizzare i vari aspetti del progetto di Economia di Comunione nel Pernambuco. Presentano successi e sconfitte. Giancarlo Faletti richiama l’ispirazione iniziale di Chiara, avvenuta proprio qui in Brasile nel 1991. Maria Voce esprime gratitudine per l’impegno assunto in spirito di gratuità. Poi la visita ai capannoni dove sorgono due imprese, la prima dedita alla fabbricazione di borse e accessori, l’altra di mobili, nate da poco con tutti i rischi per la grande concorrenza. Storie sorprendenti: la passione per questo progetto a sfondo sociale fa superare ogni difficoltà. Per l’apporto dato dalla Mariapoli e in modo speciale dalla Scuola e dal Polo, il sindaco di Igarassu, che l’aveva definita “un punto di riferimento” per la città, ha voluto recarvisi personalmente per consegnare a Maria Voce e a Giancarlo Faletti le chiavi della città. Esse vogliono essere un segno di riconoscenza da parte della cittadinanza e di un ancor più stretto legame. Leggi gli approfondimenti delle varie tappe del viaggio su Area Riservata – Notiziario Mariapoli Website: www.focolares.org.br/sitenacional (altro…)
29 Mar 2014 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“Ciò che più mi ha impressionata è stato vedere quel muro. Ma la povertà è al di là del muro, la ricchezza al di qua. Perché la ricchezza è l’amore, la capacità di donare, di condividere. Mentre al di là c’è interesse, competizione…”. Così Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari in questi giorni in Brasile, al momento di lasciare l’Isola di S.Terezinha, un quartiere di Recife, lo scorso 25 marzo. E il copresidente Giancarlo Faletti: “Oggi siamo stati a scuola, voi siete stati i nostri insegnanti. È stato un dono di Dio che ci spinge a dire: Grazie!”. Il muro a cui Maria Voce si riferisce è stato costruito alcuni anni or sono per non “turbare” con la visione della povertà del quartiere, i clienti dell’imponente shopping costruito dall’altro lato della strada. Quel muro è lì come simbolo della segregazione sociale.

Maria Voce è accolta da Johnson, uno dei rappresentanti della comunità dell’Isola di Santa Terezinha
Ma quali sono i segni della ricchezza di cui parla Maria Voce? Il nome di questo quartiere era “Isola dell’Inferno”, per il grave degrado in cui viveva la popolazione. «Il messaggio del Vangelo, vissuto da persone dei Focolari che da 50 anni hanno condiviso tutto con noi e insieme hanno cercato per noi i mezzi di sostentamento, è diventato qualcosa che ci ha liberati dentro – ha detto Johnson che ha guidato la visita al quartiere – e ci ha aperto un nuovo orizzonte, ci ha resi “soggetti” della trasformazione del nostro ambiente sociale». Nel 1968 infatti un gruppo di persone del Movimento aveva aderito all’invito dell’Arcivescovo di Recife, Dom Helder Câmara,di cercare di trasformare la realtà locale. All’Isola erano giunti così studenti e professori, avvocati e medici, operai e casalinghe che desideravano partecipare alla vita degli abitanti per trovare insieme una soluzione. Gradualmente si forma una comunità, con una profonda coscienza civile. Si costituisce l’associazione degli abitanti dell’Isola che diventano protagonisti del proprio sviluppo. Con l’apertura democratica del Paese sorgono nuovi sistemi di partecipazione per discutere col Comune l’impiego delle risorse finanziarie pubbliche. Molte le conquiste: l’elettrificazione dell’area, la pavimentazione di molte strade; la scuola e il centro sanitario, sorti in collaborazione con insegnanti, medici e infermieri del Movimento, sono assunti dal comune. Lungo sarebbe l’elenco delle conquiste. Johnson con orgoglio ripete più volte: “Abbiamo tutto ottenuto con la forza del dialogo, con la forza della comunità, senza venderci a nessun politico”. Ultima tappa della visita: il Centro per bambini e adolescenti che li accoglie nelle ore extra scolastiche, togliendoli così dalla strada, a rischio di violenza e droga. Ricevono una solida formazione umana e spirituale, con le più diverse attività musicali, sportive. Il Centro è gestito dall’AACA, associazione sostenuta dalla solidarietà di molti, prima di tutto da famiglie brasiliane dei Focolari, e di altri Paesi. Accoglie i due ospiti un canto dei più piccoli, che ben esprime le ricchezze di questo popolo: “O mio Dio, so che la vita dovrebbe essere ben migliore e lo sarà, ma questo non impedisce che ripeta: è bella, è bella, è bella!”. “In questo posto si vede come il seme del Vangelo ha prodotto molti frutti” – aveva ancora detto Maria Voce rivolgendosi agli operatori del Centro. “Partendo da qui non solo portiamo voi nel nostro cuore, ma come esempio e stimolo per tutto il Movimento nel mondo”. Leggi gli approfondimenti delle varie tappe del viaggio su Area Riservata – Notiziario Mariapoli Website: www.focolares.org.br/sitenacional (altro…)
15 Nov 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La notizia della visita di papa Francesco allo Stato italiano, il 14 novembre 2013, dove è stato accolto dal presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, ha riempito le testate dei giornali di tutto il mondo. Anche il clima dell’incontro nel palazzo del Quirinale avvenuto nella semplicità, cordiale amicizia e valori condivisi evidenziati nei loro due discorsi, è stato sottolineato in toni diversi dai Media internazionali. Da evidenziare la partecipazione della società civile. Che questa visita abbia destato l’interesse dei cittadini lo dicono le centinaia di persone che hanno salutato festanti l’ingresso nel palazzo presidenziale dell’auto papale. All’interno, ad accogliere papa Francesco c’era una delegazione del governo, esponenti del mondo imprenditoriale, accademico e alcune personalità rappresentative del mondo della solidarietà attivi in progetti verso i poveri, i sofferenti, gli ultimi.
Per il Movimento dei Focolari erano presenti Maria Voce e Giancarlo Faletti. “Tutto si è svolto in maniera ufficiale e allo stesso tempo in un’atmosfera cordiale – ha detto a caldo Maria Voce -. Mi è piaciuto particolarmente il saluto del presidente Napolitano, sia per il suo esprimere gratitudine a papa Francesco per la sua particolare capacità di arrivare al cuore degli uomini, che per la dimensione personale dei rapporti che stabilisce. Ci ha tenuto a sottolineare anche il retaggio cristiano presente nei valori che hanno formato l’Europa, così come l’ammissione della tragica situazione che vive l’Italia nell’accentuarsi di una crisi che travolge la politica. Emergeva l’attesa fiduciosa che un messaggio del Papa avrebbe aiutato a oltrepassare i particolarismi in vista del bene comune. Da ambedue i discorsi, poi, era evidente che siamo dinanzi a domande che ci interpellano insieme e per le quali anche le risposte sono comuni, seppure in ambiti differenti e con metodi diversi”. Dal canto suo il copresidente Faletti ha sottolineato l’impressione di essersi trovato dentro “una pagina di storia dell’umanità, legata certamente alla storia italiana. Era evidente, come sottolineato dalle parole e dalla testimonianza di Napolitano e di papa Francesco, che a incidere nella storia è e sarà fondamentalmente la capacità di mettersi in dialogo”.
“Guardare le singole persone, una alla volta”, ha evidenziato il Capo di Stato nel riconoscere quale “carattere distintivo” della missione pastorale di papa Francesco una “forte considerazione per la persona”, il saper “comunicare con i semplici”, il trasmettere “a ciascuno e a tutti i valori del messaggio cristiano”, “innanzitutto quello dell’amore per gli altri”, per combattere “il dilagare dell’egoismo, dell’insensibilità sociale, del più spregiudicato culto del proprio tornaconto personale”. L’augurio, in conclusione, di papa Francesco per l’Italia: che il Paese “attingendo dal suo ricco patrimonio di valori civili e spirituali”, sappia trovare “la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo, a promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona e ad offrire nel consesso internazionale il suo contributo per la pace e la giustizia”. Discorso di papa Francesco: leggi il testo integrale Discorso di Giorgio Napolitano: leggi il testo integrale (altro…)
18 Set 2013 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Dove arrivano i cerchi di un sassolino gettato nel lago? Riportiamo alcuni flash, che mettono in evidenza come l’amore vissuto porta ad un cambiamento radicale nella vita anche nei piccoli e come l’impegno ad amare tutti li sostiene nella loro crescita rimanendo, poi, come un segno distintivo. “Mi chiamo Karam e ho 12 anni. Quando ho conosciuto il Focolare avevo 5 anni e sono stato un gen 4. Tra le più belle cose che ho imparato mi viene in mente il “dado dell’amore”. Ogni giorno giocavo con il dado e cercavo di vivere la faccia che ne usciva. Tra le mie prime esperienze, mi ricordo quando un giorno a scuola, c’era un bambino che nessuno voleva bene e c’erano tre altri bambini che lo prendevano in giro, ed io ero uno di questi tre. Un giorno ho gettato il dado ed era uscita la frase: “amare il nemico”. Allora sono andato a scuola e mi sono riconciliato con quel bambino. Gli altri due che lo prendevano in giro si sono stupiti per quello che avevo fatto. Ho parlato loro del dado dell’amore e di come tante cose erano cambiate nella mia vita dopo che ho cominciato a vivere il Vangelo attraverso questo strumento. Ogni giorno allora lanciamo il dado insieme e cerchiamo di vivere la frase che esce. E insieme a noi c’era anche quel bambino che prendevamo in giro. Adesso sono un gen 3 e ancora oggi ogni giorno gioco con il dado dell’amore e questo mi aiuta tanto da ragazzo a vivere il vangelo il modo concreto negli ambienti in cui mi trovo.
Dopo una carrellata di testimonianze dai ragazzi, anche i bambini, (i gen4), hanno dato il loro contributo. Tutti loro sono venuti con le proprie famiglie per i vari incontri con la presidente ed il copresidente dei Focolari durante la loro recente visita in Giordania. “Mi chiamo Marian e insieme a Fadi mio fratello, abbiamo fatto una piccola esperienza. Ci piace tanto guardare in tv il cartone animato che si chiama “Barni”. Un giorno, mentre lo guardavamo, abbiamo visto che “Barni” doveva venire qui ad Amman per fare una serata di festa per i bambini ed eravamo entusiasti di poter partecipare a questa festa. Il biglietto però era un po’ costoso. Allora insieme alla mamma e altre due sorelline, ci siamo messi d’accordo di non andare a questa serata di festa per vedere “Barni”, e dare ai poveri gli stessi soldi che avremmo speso per i biglietti”.
Uno di loro poi prova a chiedere a Maria Voce: “Cosa possiamo fare noi gen 4 della Giordania per fermare i problemi politici del mondo e così lasciarlo più pulito e più bello?” E Maria Voce risponde: «Potete fare tantissimo, perché il mondo non è solo quello lontano, il mondo è anche quello della nostra casa, della nostra scuola, nei posti dove andiamo a giocare, nelle piazze… Allora se noi curiamo questi posti, curiamo il mondo. Se quando qualcuno viene a vedere dove noi giochiamo e trova un posto bello e armonioso, pensa: “si vede che le persone che giocano qui si vogliono bene, guarda come è bello, tutto ordinato, perché non facciamo anche noi cosi?” e così fanno anche loro, e poi altri.. altri… Voi siete come quelli che gettano un sassolino in un lago. Ci si può chiedere: “Che cos’è un sassolino? È niente”. Però, dove cade quel sassolino si forma un cerchio, poi intorno a quel cerchio, un altro più grande, poi un altro più grande, fino ad arrivare a tutto il mondo. Quindi questo è importantissimo. Se voi non cominciate, gli altri non cominciano”. (altro…)