Mag 13, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Klaus Hemmerle, già vescovo di Aquisgrana, è stato un teologo e filosofo di spicco che ha dato, con la sua particolare impronta, un importante contributo per l’approfondimento dottrinale del carisma dell’unità e per la sua diffusione tra i vescovi. La visita della presidente dei Focolari Maria Voce ad Aquisgrana l’11 maggio 2013 si è svolta quindi all’insegna dell’influsso che mons. Hemmerle ha avuto sulla teologia e sulla vita della chiesa e della società. “Chiara Lubich l’ha ispirato e si è fatta ispirare da lui”, afferma Maria Voce nel descrivere il rapporto tra il teologo e vescovo tedesco e il Movimento dei Focolari. La stessa Chiara lo ha annoverato tra i suoi cofondatori. In mattinata Maria Voce era stata invitata ad una visita privata dall’attuale vescovo di Aquisgrana, Heinrich Mussinghoff. Poi sono andati insieme nel Duomo per visitare la tomba di Hemmerle. Nel pomeriggio nell’ex domicilio di Hemmerle si è radunato un piccolo gruppo di membri del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (che riunisce le organizzazioni laicali), teologi e già suoi collaboratori. Tra questi, Matthias Sellmann, docente di teologia pastorale a Bochum, e Claudia Lücking-Michel, vicepresidente del Comitato centrale e segretaria generale dell’Opera di Cusanus, – associazione che distribuisce borse di studio per studenti meritevoli – hanno svolto due brevi temi sulla figura del vescovo Hemmerle. Nella seconda parte si sono susseguite testimonianze dei partecipanti su incontri personali con lui. “Il suo pensiero teologico e il suo influsso sul nostro lavoro nel comitato dei laici tedeschi hanno portato frutto molto al di là della sua vita terrena”, ha dichiarato Claudia Lücking-Michel che, pur avendo incontrato Hemmerle solo una volta, ha approfondito il suo pensiero e ne è stata segnata. Lo descrive come un costruttore di ponti su tanti livelli, che l’ha stimolata a riflettere sul senso della vita e della morte.
Un maestro prezioso nell’insegnare un cristianesimo convincente, è invece la definizione che dà di Hemmerle Matthias Sellmann nel suo contributo, sottolineandone il pensiero plurale. È stato, secondo lui, un pensatore di avanguardia: “Si è sempre messo nella posizione di chi impara ed era convinto che la materia teologica avesse sempre più di una fonte. Hemmerle riusciva a spiegarti la Trinità in modo tale da farti venire la voglia e il gusto di viverla!”. Un grande saggio – così lo descrive ancora Sellmann – che è riuscito a spiegare grandi teoremi in modo semplice. “Siamo grati di averlo avuto tra noi e riusciremo a decifrare la portata della sua teologia forse solo in futuro”, afferma l’attuale vescovo di Aquisgrana Heinrich Mussinghoff, e continua “Possiamo imparare da lui come pensare in modo nuovo la fede, come viverla e come raccontarla in modo nuovo”. Nello scambio tra i presenti venivano poi alla luce alcune idee interessanti su come far fruttare anche in futuro l’eredità di Klaus Hemmerle: studiare l’aspetto del linguaggio “ben comprensibile e molto originale allo stesso tempo” come suggeriva il Prof. Michael Albus, che ha fatto il suo dottorato con Hemmerle. O ancora, promuovere un premio tra scienziati che si impegnano sui grandi temi del pensiero di Hemmerle; iniziare un progetto di scambio per collaboratori e dirigenti dell’ambito ecclesiale, sono invece tra le proposte di Claudia Lücking-Michel. Nell’insieme è emersa l’importanza della figura di mons. Hemmerle per la teologia e la vita della chiesa non solo nella Germania del suo tempo, ma per le prospettive ecclesiali di oggi e del futuro. (altro…)
Mag 6, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Berlino – Tra i presenti di varie culture e religioni vi sono il Nunzio Apostolico, Mons. Jean-Claude Périsset, il vescovo ausiliare emerito di Berlino, Wolfgang Wieder, l’ambasciatrice della Repubblica Democratica del Congo, Clementina Shakembo Kamanga e Sona Eypper, presidente del Convento internazionale di Comunità Cristiane a Berlino. Con stralci di video e con alcune interviste sul palco gli organizzatori della serata danno una breve visione sull’impegno del Movimento dei Focolari sui vari fronti del dialogo: tra culture e religioni, in economia e in politica, tra le generazioni.
Nel suo intervento Maria Voce richiama alcune sfide importanti nella società attuale – in Europa e in tutto il mondo: bisogni materiali aggravati dalla crisi finanziaria, riserve di fronte alla crescente migrazione, tensioni sociali provocate dalla diversità culturali e la scarsa integrazione. «Abbiamo scoperto il dialogo come via maestra percorribile con speranza di successo per quanti vogliono contribuire a realizzare la fratellanza universale», spiega la presidente. «Il dialogo è uno stile di vita, una cultura nuova, che il Movimento può e vuole offrire agli uomini e alle donne di oggi». Se ogni persona si facesse guidare dalla coscienza di esser figlio o figlia di un unico Padre e di conseguenza fratelli tra loro, allora ci sarebbe la chance per arrivare ad un vero «dialogo tra persone, non tra ideologie o sistemi di pensiero», uno scambio cioè caratterizzato dalla misericordia, la compassione e l’amore.
Nei media Maria Voce vede degli strumenti molto adatti per questo tipo di dialogo, purché i contatti non rimangano «brevi, effimeri, privi di senso, nello spazio esclusivamente virtuale». Si tratta invece di «trasformare i contatti in relazioni, cioè costruire reti di fraternità vera».
Al discorso segue un dialogo vivace e profondo con il pubblico: come fare, quando l’altro non ha nessun interesse a creare un rapporto fraterno? È giusto giudicare le reti sociali come strumenti superficiali nei rapporti personali? Maria Voce risponde in modo molto concreto, facendo esempi dalla sua vita ed invitando i presenti a fare sempre il primo passo. «Per me – così il bilancio del suo primo approccio alla capitale tedesca – Berlino è una città che mostra le piaghe della storia. Qui però sono stati anche abbattuti dei muri. E voi Berlinesi offrite queste piaghe ed invitate altri a condividerne i frutti». «Maria Voce non si ferma alla teoria – afferma il Nunzio Périsset, che aveva ricevuto la presidente dei Focolari la mattina dello stesso giorno -. Ci invita ad abbattere dei muri, a costruire dei ponti e a fare noi il primo passo. Ciò è importante anche nel mio lavoro da diplomatico. Dio redime il mondo in noi e attraverso noi. E ciò l’ho visto e vissuto stasera». Andrea Fleming
Intervento di Maria Voce (altro…)
Apr 27, 2013 | Centro internazionale, Cultura, Spiritualità
Davide fa parte dell’Azione cattolica, ha 24 anni e afferma che quella di Sophia è una delle scelte più giuste fatte nella sua vita. Come rappresentante degli studenti, presenta i suoi colleghi: attualmente sono circa 80 fra quelli che sono iscritti ai corsi di laurea specialistica e i dottorandi. Vanessa viene dal Libano. Conosce sin da piccola il Movimento dei Focolari, ma a un certo punto la ricerca della verità, del senso della vita, di Dio stesso, diviene in lei inquietudine profonda. Fidandosi della proposta di un amico focolarino decide di venire a Sophia, come l’ultima occasione per ritrovare quel Dio di cui dubita l’esistenza. Sophia si rivela un’esperienza esigente, ma capisce che non è da sola in questa ricerca. Con lei camminano altri studenti, ma cammina da sempre un’umanità che nei filosofi di ogni tempo ha espresso le stesse sue domande, le stesse sue esigenze. Emanuele, 24 anni di Genova, laureato in filosofia e adesso al secondo anno di Sophia, sperimenta quanto l’Istituto universitario dia a chiunque, a prescindere dall’appartenenza o meno al Movimento dei Focolari, la possibilità di accedere alle fondamenta del carisma dell’unità, partendo dal cuore di quell’esperienza particolare di luce che Chiara Lubich visse nel ’49, durante la quale ebbe da Dio le intuizioni fondamentali sull’Opera che sarebbe nata negli anni. “A Sophia – afferma – succede anche che la dimensione universale del carisma di Chiara venga compresa e spiegata da chi non fa parte del Movimento e questo colpisce pure chi ne fa parte”. Lorenzo si presenta definendosi uno studente anomalo. Ha 47 anni, un lavoro stabile e ha scoperto l’esistenza di Sophia perché invitato a intervenire in un dibattito economico nel quale si parlava anche di Economia di Comunione. Per chi, come quelli della sua generazione, si è formato sui testi di Adam Smith, la proposta nuova di un’economia “civile” è una di quelle che rimette tutto in discussione. E come è stato per lui, così pensa potrebbe essere per tante “persone che hanno già studiato o hanno un lavoro”.
Lia del Paraguay frequenta il secondo anno con indirizzo politico.Rivolge una domanda alla presidente dei Focolari, vice gran cancelliere dell’Istituto universitario, sulla particolarità dell’esperienza, fatta di studio e di vita. Maria Voce spiega: “Una difficoltà può essere vista come un ostacolo o come una sfida per fare un passo più avanti. La sfida in più della convivenza vi permette di testimoniare la fraternità universale, idea fondante del Movimento e di Sophia. Come si testimonia infatti la possibilità della comprensione reciproca, il superamento di visioni diverse se non se ne fa l’esperienza concreta? Venendo qui avete aderito ad un progetto diverso che vi ha affascinato, altrimenti avreste cercato un’altra cosa. Questo progetto ha la radice in una luce straordinaria, in un “sogno” che nella realtà diventa fatica quotidiana. Voi siete stati scelti per questo e state facendo un’esperienza importante, state provando la costruzione della fraternità: la fatica non vi deve spaventare, né si può rendere più facile l’esperienza, perché si tratta di qualcosa di molto grande”. Non sfugge a nessuno l’impegno richiesto e neanche alla presidente che conclude ammettendo: “Ci vuole l’apertura a credere di essere radicati in un sogno nato in Dio, trasmesso attraverso Chiara e che richiede la serietà di chi questo sogno deve farlo diventare realtà. È un impegno grande per anime grandi”. di Aurora Nicosia Foto galleria su Flickr (altro…)
Apr 18, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
In questo primo scorcio di pontificato di papa Bergoglio si possono trovare segni forti del profilo carismatico della Chiesa. Qual è la sua impressione? «Sottolineerei prima di tutto due parole: servizio e povertà. Papa Francesco ne ha parlato, ma ne ha dato soprattutto testimonianza con gesti e fatti: povertà per dire sobrietà di vita, maggiore condivisione dei beni con i più bisognosi, maggior tutela del creato messo da Dio a disposizione dell’uomo. Particolare poi è la sua capacità di creare occasioni di dialogo e di comunione sia con il popolo che incontra nelle udienze, tra cui gli ammalati e i bambini, che con i lavoratori dello Stato della Santa Sede che invita alle sue Messe mattutine. Questi e altri gesti esprimono l’attenzione di papa Francesco a privilegiare la valenza, per così dire, orizzontale della Chiesa che è quella carismatica. Tale dimensione è unita nella sua persona a quella più propriamente istituzionale, il che offre una visione più completa della Chiesa, contenente magistero e amore, relazioni gerarchiche e rapporti all’insegna della semplicità e della “tenerezza”. Sovente si è abituati a considerare l’aspetto gerarchico della Chiesa come si trattasse di una piramide, con un esagerato verticismo. Papa Francesco invece fa emergere la realtà della Chiesa-comunione, con un centro, certo, attorno a cui convergono tutti i doni che Dio le ha concesso attraverso i carismi». Il prossimo 18 maggio, vigilia di Pentecoste, papa Francesco incontrerà i Movimenti e le associazioni laicali in piazza S. Pietro, nel quadro delle manifestazioni dell’Anno della Fede. Come vi state preparando? Cosa vi aspettate da questo appuntamento?

Maria Voce
«Più che aspettarci qualche cosa vorremmo poter offrire. Ci interessa che il Papa senta di avere davanti migliaia di persone con l’unico anelito di testimoniare la vitalità della fede, la ricchezza dei doni di Dio, la capacità di rispondere alle sfide più importanti del momento presente tramite i diversi carismi che movimenti e associazioni portano in sé. Come Movimento dei Focolari, in particolare, desidereremmo che il Papa sentisse la nostra completa disponibilità ad essere strumenti di unità fra le diverse componenti della Chiesa, cominciando tra i figli dei carismi antichi e nuovi a servizio di una Chiesa-comunione che è quella che l’umanità oggi aspetta di vedere». Fonte: Servizio Informazione Focolari (altro…)
Mar 27, 2013 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Spiritualità

© M. Cristina Criscola, ‘Amore scambievole’ – Loppiano, 1984
Carissimi, vorrei invitarvi a vivere i prossimi giorni pasquali alla luce di un pensiero di Chiara del 1981. Eccone alcuni stralci: Giovedì Santo «La nostra festa. Come oggi Gesù, tanti anni fa, ha dato ai suoi discepoli il comandamento nuovo, quel comando che è legge fondamentale e base di ogni altra norma per ciascuno di noi; come oggi Gesù ha pregato per l’unità: “che tutti siano uno”, come oggi ha istituito l’Eucarestia che lo rende presente fra noi e ha come effetto appunto la nostra unità con Lui e fra noi. E come oggi ha istituito il sacerdozio che rende possibile l’Eucarestia […]. Che sarebbe la nostra vita senza il comandamento nuovo, senza l’Eucaristia, senza l’Ideale dell’unità?». Venerdì Santo «Non c’è giorno migliore per rifare solennemente la nostra consacrazione a Lui (Gesù Abbandonato), rinnovando il nostro proposito di spendere la vita che abbiamo, amandoLo sempre, subito, con gioia». Domenica di Pasqua «Lui è risorto e Lui è la risurrezione e la vita anche per tutti noi». Come Chiara in quella occasione, anch’io vi auguro di cuore: Buona Pasqua a tutti e a ciascuno! Che sia la più bella della nostra vita. Maria Voce (Emmaus)
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