Gen 2, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Pisa è nota in tutto il mondo soprattutto per la sua Piazza dei Miracoli, “patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco, in cui campeggia la celebre Torre dalla caratteristica inclinazione. Dal 2003, nella città toscana, ogni anno, si svolge il Pisa Book Festival, salone nazionale del libro che riunisce editori, scrittori, traduttori, illustratori e artisti italiani e stranieri. Uno spazio ideale per favorire scambi di idee, proposte innovative, libri e riviste di qualità, ma anche laboratori di scrittura, seminari, reading e spettacoli. Anche quest’anno l’editrice Città Nuova, sostenuta dalla comunità del posto, è stata presente. «Per il quinto anno abbiamo partecipato al Pisabook, un’edizione davvero speciale per la varietà di interventi e le personalità coinvolte – spiegano Rita e Francesco, a nome di tutti -. Per la prima volta abbiamo avuto la possibilità di animare un laboratorio nello spazio Junior, dove abbiamo lavorato e giocato con BIG e ‘le emozioni’».
BIG, Bambini in Gamba, è una rivista mensile in lingua italiana, edita dal gruppo editoriale Città Nuova, pensata e rivolta ai più piccoli. Tra le proposte della rivista, un kit per educatori, utile per approfondire, con i bambini fino a 10 anni, le emozioni di sorpresa, paura, disgusto, rabbia, tristezza e felicità. «Durante la Fiera, siamo andati in una scuola alla periferia della città, alla quale sarebbe stato impossibile accompagnare i bambini nella sede del Pisabook. Tutti sono stati invitati a diventare protagonisti di BIG e ora le maestre si vogliono abbonare al giornale». Tra le proposte di Città Nuova al Salone, anche il racconto autobiografico di Salvatore Striano. La sua è una storia di riscatto e trasformazione, da spacciatore di droga in un quartiere periferico e malavitoso di una città del Sud Italia, ad attore e scrittore. In mezzo, dieci anni di carcere tra Madrid e Roma. Una vita “salvata” grazie ai libri e al teatro, ma soprattutto alle persone giuste incontrate nel momento giusto. Nel suo romanzo autobiografico (Giù le maschere, Città Nuova, 2017) un gruppo di adolescenti disadattati e ribelli di una casa famiglia scopre la passione per il teatro e trova sulle tavole del palcoscenico una strada di riscatto e redenzione. Una storia delicata e profonda che insegna a guardare la vita, ogni vita, soprattutto quella dei giovani e dei ragazzi più vulnerabili, con occhi di speranza. Alle tre affollate presentazioni del libro e nei momenti liberi, spiegano Rita e Francesco, «si è creato subito un feeling tra tutti: Striano si è aperto raccontandoci molti episodi della sua vita travagliata. È rimasto colpito in particolare dai giovani presenti, che ha invitato a Napoli al suo spettacolo, come suoi ospiti. Alla fine ha commentato: “Se i miei amici in carcere potessero vedere i vostri occhi, i vostri sorrisi… cambierebbero vita”». Con i numerosi ragazzi delle scuole, che si erano preparati all’incontro leggendo il libro, l’Autore di Città Nuova ha costruito un dialogo profondo «che ha annullato le distanze, facendo sentire tutti come in un salotto». Ora gli studenti sono coinvolti in un progetto scolastico con alcune iniziative dentro un carcere. «Vedere poi che alla fine tanti si sono trasferiti allo stand e non se ne andavano, ha fatto dire a Salvatore che non aveva mai fatto un’esperienza simile e che vuole scrivere ancora con Città Nuova». «Lucia Della Porta, ideatrice e direttrice del Pisabook, non finiva più di ringraziarci per aver contribuito al successo della manifestazione! Ma noi abbiamo ringraziato lei per averci dato una così grande fiducia. Nello stand sono passate tante persone, abbiamo stretto molti contatti, abbiamo cercato di offrire la nostra testimonianza. Ed anche da un punto di vista economico il successo non è mancato». Per la comunità del posto – concludono – Città Nuova è ancora di più la “nostra” editrice. (altro…)
Set 27, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La rivista in lingua inglese, fondata nel 1967 a New York come una delle 32 edizioni del Movimento dei Focolari, per festeggiare i 50 anni di attività ha organizzato, il 24 settembre, presso la Fordham University di New York, un convegno dal titolo “Costruire ponti: come possono i media facilitare il dialogo in una società polarizzata?” con il contributo di docenti e giornalisti professionisti. Living City viene letta e apprezzata non solo negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Australia, Irlanda, Malta, Nuova Zelanda e molti altri Paesi a lingua inglese. I suoi lettori sono persone di tutte le età e convinzioni religiose. Recentemente è stata insignita di 5 premi dalla Catholic Press Association del Nord America. (altro…)
Ago 18, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Chi, come me, pur volendo dare sempre il meglio di sé, si è trovato in difficoltà? Volevamo trattare bene chi avevamo intorno ma abbiamo risposto male, volevamo aiutare ma siamo stati di intralcio, volevamo dare ma è prevalso l’egoismo. È per questo che io e alcuni miei amici abbiamo pensato a una possibile soluzione. Tutto è iniziato da due di noi che avevano riscontrato delle difficoltà a dare sempre il meglio di sé, allora hanno capito che il modo migliore per applicarsi era un supporto reciproco: è più facile voler bene e rispettare gli altri sapendo che qualcuno da qualche parte sta cercando di fare lo stesso. Stava iniziando a nascere una prima forma di “patto” per cui ognuno si impegnava nella sua realtà ad essere costante nella sua sfida a dare il meglio di sé nei rapporti con gli altri. Questa promessa però non si è fermata a loro, infatti ce l’hanno raccontata poco tempo dopo e, confrontandoci, ci siamo ritrovati nei loro panni.
A quel punto abbiamo preso parte alla promessa anche noi mettendoci del nostro. Abbiamo, infatti, trovato un simbolo che ci aiutasse a ricordare il “patto” quotidianamente e che, di conseguenza, ci fosse di sostegno: un braccialetto di spago bianco. Abbiamo interiorizzato questo “patto” e lo abbiamo inserito nella nostra vita. Dato che ci è stato di grande aiuto, abbiamo deciso di diffonderlo nella nostra città raccontando l’esperienza a tutti quelli che conoscevamo. Da qui si è innescata una reazione a catena e la notizia di questo “patto” ha iniziato a diffondersi in tutta Italia. Nell’ultimo mese abbiamo ricevuto molte foto e racconti di esperienze di persone che hanno aderito; perciò adesso vogliamo invitare chiunque sia interessato ad attaccarsi al polso il braccialetto bianco e incominciare con noi questa sfida. Se volete altre informazioni oppure condividere con noi ciò che vivete, quello che di bello vi è successo a vivere così dando il meglio di voi ogni momento, scriveteci a: ilpattobraccialetto@gmail.com Le più belle testimonianze troveranno spazio anche sul nostro giornale “Teens”. Da Teens online (altro…)
Apr 11, 2017 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il tema “Vangelo e culture” è assai complesso e delicato. Se ne parla da secoli, in ambito teologico, sociologico, pastorale, politico, educativo. Vi sono documenti, come l’Evangelii nuntiandi di Paolo VI (8 dicembre 1975) e l’Evangelii gaudium di papa Francesco (24 novembre 2013), che sono riferimenti imprescindibili. Se a questo binomio si aggiunge poi la parola “carismi”, espressione che oggi si attribuisce anche a figure e realtà non ecclesiali, allora qualsiasi ricerca di accordo diventa una sfida, specialmente se si mettono insieme esperti provenienti da culture diverse. Eppure proprio questa è stata la caratteristica del convegno-confronto “Vangelo – carismi – culture” che si è svolto il 6-7 aprile presso il Centro dei Focolari a Rocca di Papa (Roma). Nel saluto iniziale, Maria Voce ha indicato l’obiettivo di fondo: favorire «una cultura di pace, una cultura della risurrezione» che incida su scala sempre più vasta. Esperti da Asia, Africa, Americhe, Europa (presenti o in collegamento internet) si sono confrontati in tre sessioni tematiche. Carismi ed evangelizzazione della cultura. La prima sessione è partita da due domande – «Come rispondere all’urgenza che il Vangelo si faccia cultura?» (Mons. Zani) e «Come accelerare la comunione tra i carismi di fronte alle sfide del presente?» (Sr Motta) –, e da una provocazione: «Oggi tanti “carismi” nascono in ambito non religioso, mentre nella Chiesa spesso non c’è abbastanza profezia» (Bruni). Nel dialogo successivo gli esperti, presenti e in collegamento, hanno sottolineato, tra l’altro, che «ogni confronto con l’altro è incontro con una storia, familiare sociale e culturale» (Gaudiano); che «i media hanno un loro carisma per il mondo unito, se mantengono la propria autonomia» (Zanzucchi); che «l’evangelizzazione della cultura non passa per l’autorità, ma per la testimonianza» (Mons. Zani). Fino alla sollecitazione: «Ci vuole un nuovo potenziale narrativo; i giovani di oggi non capiscono più il linguaggio del ‘900» (Bruni). Dall’inculturazione all’interculturalità. La seconda sessione è iniziata con la relazione di Jesús Morán: «Le elaborazioni culturali europee non esauriscono quello che c’è da dire su Cristo. Nell’incontro con le altre culture si esprime qualcosa che non era ancora espresso». La meta, ha ricordato il filippino Andrew Recepcion, «non è un cristianesimo non occidentale, ma oltre-occidentale». Maria Magnolfi ha rilevato nel vissuto dell’Africa valori «da prendere in considerazione anche a livello accademico, per uscire da certi empasse». Soni Vargas, dalla Bolivia, ha con passione domandato di passare dal paradigma della “inculturazione”, che non esprime la “reciprocità attiva” chiesta da Chiara Lubich, a quello della “interculturalità”: «Non più “missione” ma inter-dono, in una dinamica trinitaria in cui non c’è superiorità di una cultura sull’altra». Nel dibattito, Vania Cheng, cinese, ha detto: «L’Asia chiede l’ascolto, il rispetto e il silenzio, perché la parte interiore rivela più della parola». Raphael Takougang, camerunense, ha ricordato che «nell’interculturalità il sapere non si comunica, si fa passare facendo esperienza insieme». Roberto Catalano ha sottolineato quanto Chiara avesse visto lontano quando ha invitato a «far nascere Cristo dal cuore delle culture». Ha confermato Lucas Cerviño in collegamento dal Messico: «Devo creare le condizioni perché il seme di Dio che è già dentro una cultura possa fiorire, ma senza imporre il modo». Morán ha concluso: «È giusto che non ci sia controllo o superiorità di una cultura sull’altra, ma questo non vuol dire che non ci sia un centro: Cristo è il cuore del mondo». Giovani – fede – discernimento vocazionale. La terza sessione, centrata sul tema del prossimo Sinodo dei vescovi, è stata aperta dalla relazione di Italo Fiorin: «Educare significa aiutare l’altro a trovare il senso della propria vita. Educare è l’arte di accompagnare». Sr. Jenny Favarin ha testimoniato come «la scoperta della vocazione all’amore faccia sbocciare fiori bellissimi». Maria Rosa Logozzo ha raccontato del contatto di gruppi di giovani di varie culture (credenti e non) con il focolare a Dublino: «Li attira la possibilità di fare una esperienza di Dio nella comunità». Dopo un ricco dibattito, Fiorin ha concluso sottolineando l’importanza della “pedagogia della realtà”, in particolare del service learning: «apprendere serve, servire insegna». Nel pomeriggio conclusivo è intervenuto il teologo Piero Coda sulla domanda: cosa significa che la Chiesa è nata dall’abbandono di Gesù in croce? «Una vita nell’esodo: la capacità di staccarsi dalle proprie radici per vivere l’altro. Testimoniare la follia dell’amore di Dio». Il dialogo di questi due giorni, ha infine ricordato Francisco Canzani, si trasformerà in articoli per le riviste Gen’s, Unità e Carismi, Nuova Umanità, Città Nuova, oltre ad aiutare a riflettere sull’attualità ecclesiale e culturale. Fonte: Città Nuova online (altro…)
Mar 29, 2017 | Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Coraggiosi impulsi a favore dell’impegno ecumenico. Cattolici e luterani possono camminare insieme sulla strada verso una piena riconciliazione. 500 anni sono trascorsi dall’inizio del movimento riformatore di Lutero, le cui commemorazioni dureranno un anno, dal 31 ottobre scorso al 31 ottobre 2017 (data simbolica, in cui si ricorda la pubblicazione, nel 1517, delle 95 tesi di Lutero sulle indulgenze e la giustificazione, a Wittenberg) e inaugurate con l’incontro nella cattedrale luterana di Lund, in Svezia, tra il Vescovo Munib Younan, Presidente della Federazione luterana mondiale, e Papa Francesco. In quell’occasione, il Papa aveva invitato tutti i cristiani, uniti dal battesimo, ad annunciare insieme la Parola di Dio, mettendo fine alle controversie teologiche secolari che avevano separato le due Chiese, e sottolineando i doni comuni ricevuti grazie al dialogo e al reciproco ascolto. La rivista Nuova Umanità ha dedicato il numero 221 a tale evento, con un Focus dal titolo “Mezzo millennio dopo Lutero” (uscito a marzo 2016). Curato da Hubertus Blaumeiser, esso presenta i saggi di un teologo luterano Theodor Dieter, e di un teologo cattolico, Wolfgang Thönissen. L’avvenimento di Lund, di portata storica, era stato preceduto dal documento “Dal conflitto alla comunione”, pubblicato nel 2013 dalla Commissione luterana-cattolica per l’Unità che lavora a nome della Federazione luterana mondiale e del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il testo indica cinque “imperativi ecumenici” per superare definitivamente le ragioni del contrasto e vivere nella reciproca fiducia una stagione di impegno comune. Primo imperativo: cattolici e luterani, uniti fortemente dal battesimo, dovrebbero partire sempre dalla prospettiva dell’unità e non dal punto di vista della divisione, per rafforzare ciò che vi è in comune, anziché sottolineare e sperimentare le differenze. Le due Chiese, cattolica e luterana, nel corso della storia si sono definite per contrasto. Ora vi è bisogno, al contrario, dell’esperienza, dell’incoraggiamento e della critica reciproci. Ne deriva il secondo imperativo: lasciarsi continuamente trasformare dall’incontro con l’altro e dalla reciproca testimonianza di fede, attraverso il dialogo, che apre a forme e gradi differenti di comunione. Terzo: impegnarsi di nuovo a ricercare l’unità visibile, a elaborare e sviluppare insieme ciò che questo comporta come passi concreti, e a tendere costantemente verso questo obiettivo. Quarto: riscoprire congiuntamente la potenza del Vangelo di Gesù Cristo per il nostro tempo. E infine il quinto: il compito missionario dell’ecumenismo diventerà tanto più grande quanto più le nostre società diventeranno pluralistiche dal punto di vista religioso, per questo occorre rendere insieme testimonianza della misericordia di Dio nell’annuncio del Vangelo e nel servizio al mondo. Conclude il Rapporto: «Gli inizi della Riforma saranno ricordati in maniera adeguata e giusta quando luterani e cattolici ascolteranno insieme il Vangelo di Gesù Cristo e si lasceranno di nuovo chiamare a fare comunità insieme al Signore». La genesi e lo sviluppo di tale documento sono stati approfonditi nel numero 223 di Nuova Umanità, dedicato appositamente a questo decisivo passo per l’ecumenismo. Sulla scia dell’evento di Lund e come logica conseguenza della risposta “teorica” data al Consiglio ecumenico delle Chiese, a fine febbraio, nella cittadella di Ottmaring, connotata da una spiccata vocazione ecumenica, la presidente e il copresidente dei Focolari, a nome di tutto il Movimento, si sono impegnati a voler testimoniare e lavorare per la comunione tra le Chiese al di là delle divisioni. «Come movimento mondiale, cui aderiscono cristiani di molte Chiese e che perciò già vive l’esperienza di un popolo cristiano unito dall’amore reciproco […] ravvisiamo nell’incontro di Lund un vero e proprio kairos, un segno di Dio per il nostro tempo, che sprona i cristiani ad impegnarsi ancora di più affinché il testamento di Gesù, che tutti siano uno, si realizzi». (altro…)