Buon viaggio Fon Njifua Lukas, re di Fontem

Da destra: Fon Njifua Lukas (Fontem) , Chiara Lubich, Fon Njiendem Joseph (Fonjumetaw)

Fon Lukas Njifua (3° da destra) con Maria Voce e Giancarlo Faletti nel 2009

Da destra: Fon Njifua Lukas (Fontem) , Chiara Lubich, Fon Njiendem Joseph (Fonjumetaw)

Fon Lukas Njifua (3° da destra) con Maria Voce e Giancarlo Faletti nel 2009
La Mariapoli Gloria, che ora conta un centinaio di abitanti e più di 40 costruzioni, ben si armonizza con l’ambiente circostante. Nasce dalla necessità, avvertita all’inizio degli anni ‘70, di un centro per la formazione delle comunità del Movimento dei Focolari che si stavano diffondendo. La generosità di molti non solo rende possibile la sua attuazione, ma ne promuove uno sviluppo impensato. Una coppia dona un ampio terreno, alcune famiglie vengono ad abitarvi; prende forma così la cittadella. L’area fa parte di Benevides, una piccola città di poco più di 50.000 abitanti. Visibile è la povertà che genera violenza, apre le porte al traffico e consumo di droga. Le prime vittime sono gli adolescenti. Su questo sfondo, la Mariapoli si mostra oasi di umanità. Qui da più di 20 anni c’è la Scuola Fiore e un “Centro Accoglienza” per il dopo scuola. Sono 300 i bambini, che dalla prima infanzia al quinto anno di scuola elementare, trovano, insieme all’istruzione, anzitutto una famiglia, una casa che li accoglie.
Gli operatori del Centro sono tutti ex-alunni. Sono per i bambini veri modelli, perché vivono nel loro stesso ambiente e testimoniano che si può cambiare. Forti le esperienze. G. è tra i giovani al servizio dei più piccoli. Insegna informatica. Vive in uno dei quartieri più violenti, ma i suoi occhi luminosi da soli dicono che l’amore può ricostruire… anche la sua famiglia, dove i rapporti erano inesistenti. “Davanti ad ogni atteggiamento inizialmente violento di molti bambini, dobbiamo scoprire che cosa c’è dietro. Ci mettiamo in ascolto, cercando solo di far sentire loro l’amore. Poi a poco a poco il cambiamento”, racconta la direttrice della scuola, Francesca. Tanto da far dire a un padre, spacciatore di droga: “Ma che cosa c’è qui, che vedo il mio figlio cambiato?”. Un’esperienza che interessa anche la stampa. Una giornalista intervista la presidente dei Focolari, in visita in Brasile insieme al copresidente Giancarlo Faletti. E in quest’occasione Maria Voce risponde: “Ho una grande ammirazione per questo luogo, la Mariapoli Gloria. Qui si costruisce la persona, il futuro del Brasile, si offre una grande possibilità di sviluppo umano, l’esperienza di una vita solidale tra gli alunni e con i professori, le famiglie. Ho un grande desiderio di offrire il massimo appoggio”.
La Mariapoli è anche un’oasi di spiritualità che alimenta una vera comunione tra le varie comunità, antiche come il Carmelo o nuove come la “Missione Belém”, impegnata nel servizio dei più poveri, per nominarne solo alcune. Ed è sostegno anche per chi opera nella politica. Lo hanno espresso due consiglieri comunali e alcuni rappresentanti di ordini religiosi e nuove comunità, nel breve incontro con Maria Voce e Giancarlo Faletti. I due sono arrivati il 31 marzo all’aeroporto di Belém, capitale del Pará, in terra amazzonica, accolti da una grande festa, per la nuova tappa del viaggio in Brasile, nel nord. Nella prima avevano visitato il Nord Est: a Recife, nel Pernambuco, con l’inaugurazione della Cattedra Chiara Lubich, la visita all’opera sociale dell’Isola di Santa Terezinha e la permanenza alla cittadella Santa Maria; poi a Fortaleza, nel Ceará, per l’incontro con i fondatori e responsabili delle nuove comunità del CEU, “Condominio Espiritual Uirapuru”. Approfondimenti di questa tappa del viaggio su Area Riservata – Notiziario Mariapoli Website: www.focolares.org.br/sitenacional (altro…)
Sullo sfondo delle tensioni che segnano l’attualità in Egitto, si apre al Cairo la terza edizione del Living Peace Festival. Nato nel 2011 da un insegnante di inglese al El Rowad American College del Cairo come progetto di educazione alla pace, il Living Peace coinvolge oggi oltre 25.000 studenti in tutto il mondo. Domenica 6 aprile 2014 avrà luogo il terzo appuntamento mondiale.
Living Peace è caratterizzato dalla partecipazione in prima persona di studenti e docenti nella creazione di iniziative di educazione alla pace, in una rete mondiale di persone e istituzioni. L’adesione permette a ogni scuola di sviluppare progetti secondo le proprie possibilità, favorendo la creatività dei ragazzi con la consapevolezza di contribuire a una finalità comune. Questo crea una dinamica di partecipazione che entusiasma le diverse componenti della scuola, rafforzando la solidarietà tra allievi, insegnanti, direttori e genitori, con una ricaduta anche sulla società civile. Al Cairo, ad esempio, Living Peace coinvolge ragazzi e insegnati di venti scuole, musulmani e cristiani. In altri Paesi i risultati del progetto vengono presentati alle autorità civili (Uruguay, Spagna, Malta e Lussemburgo) e alla televisione (Corea e Brasile). Ma anche con azioni di strada, dove la scuola coinvolge la città in iniziative giovanili a favore della pace e della fraternità. Di particolare rilievo quelle rivolte a situazioni di crisi, come per alcune scuole del Giappone colpite dallo tsunami nel 2011 e della Siria martoriata dalla guerra. Fin dai primi passi Living Peace ha suscitato interesse da parte di istituzioni internazionali. «Siamo stati invitati al World Peace Forum 2011 a Schengen, in Lussemburgo – racconta Carlos Palma, ideatore dell’iniziativa – per raccontare dei nostri progetti. Da allora abbiamo partecipato ogni anno al Forum e siamo entrati in una rete di rapporti sia con personalità delle Nazioni Unite che dell’Unione Europea, che sostengono e incoraggiano il nostro sforzo a favore della pace». Il Movimento dei Focolari appoggia il progetto attraverso AMU e Umanità Nuova. Per seguire la diretta internet: http://live.focolare.org/ipf (6 aprile 2014, 10:30 CEST, UTC+2). (altro…)
Ultima tappa del viaggio nel nord est del Brasile, per la presidente e il copresidente dei Focolari, prima di proseguire per Belem: è il CEU, Condominio Espiritual Uirapuru, nel cuore di Fortaleza, capitale del Cearà. Nella hall dell’hotel che sorge nel Ceu, gestito dalle Suore dorotee, ad accogliere Maria Voce e Giancarlo Faletti, ci sono Moises di Shalom, Nelson fondatore – insieme a Frei Hans – della Fazenda da Esperança, don Renato Chiera, della Casa do Menor, la superiora del convento delle Carmelitane e la priora delle Benedettine. Per citare solo alcuni dei fondatori e responsabili delle comunità che hanno costruito loro case su una vasta area che ha il nome di Fazenda Uirapuru. È il nome della proprietà donata dall’imprenditore Benedito Macedo, che sognava di contribuire alla soluzione delle piaghe sociali della regione. Noto per le sue bellezze naturali, il Cearà non è dissimile da tanti altri Stati del Brasile per il grave squilibrio sociale, che significa povertà, servizi carenti per sanità e istruzione. Fattori che favoriscono spaccio di droga, prostituzione, violenza, abbandono. Al Ceu ha sede il “Cammino” che apre prospettive di integrazione agli ex detenuti; i malati di Aids scoprono una possibilità di futuro col “Sole Nascente”; bambine e adolescenti vittime di violenza riacquistano dignità nella “casa di Santa Monica”. Giovani scoprono il fascino della contemplazione nella via aperta dal Carmelo o dal Monastero benedettino. L’elenco sarebbe lungo. “Tutti noi siamo qui in risposta ad una doppia chiamata – ci dice la superiora del Carmelo, Madre Bernadete – la chiamata del nostro carisma e ad essere una immagine viva della Chiesa dell’unità, per testimoniare la fecondità e ricchezza della comunione tra i vari carismi”.
Situata in una zona dove sono evidenti i segni della povertà, pur dignitosa e in fase di sviluppo, la Cittadella ha una caratteristica a sfondo sociale che viene in rilievo soprattutto con la scuola per bambini e adolescenti e con il Polo imprenditoriale ispirato all’Economia di Comunione. Sempre più attuale si rivela la funzione delle cittadelle, bozzetti di città, sognati da Chiara Lubich sin dai primi anni Sessanta, per mostrare che un mondo migliore, un mondo unito è possibile. Tra le oltre 20 sorte nel mondo, c’è proprio la Mariapoli Santa Maria, il cui terreno Chiara aveva visto durante il suo terzo viaggio in Brasile, nel 1965. La Scuola, che porta lo stesso nome, Santa Maria, è attiva da quasi 50 anni. Ha formato ormai molte generazioni. Attualmente 10 dei suoi insegnanti e operatori sono ex-allievi. Altri hanno intrapreso le più varie professioni e raggiunto anche posizioni di responsabilità. Ma più di tutto sono restati in loro i valori trasmessi che costituiscono un progetto di vita: la cultura della condivisione, l’arte di amare, i fondamenti dell’educazione alla pace. È quanto il corpo docente presenta a Maria Voce e a Giancarlo Faletti, in visita alla Scuola dopo la festosa accoglienza dei più piccoli che si esibiscono nell’orchestra “Talenti a servizio della pace”.
La maggioranza delle famiglie degli alunni, circa 300 su 500 studenti, ha un reddito basso. Economicamente la scuola si regge sulla solidarietà nazionale e internazionale, attraverso i progetti di Azione per Famiglie Nuove e AMU. Le prime lezioni per imparare a leggere e scrivere sono state offerte agli operai che lavoravano alla costruzione della Mariapoli, poi la richiesta per i loro figli…Ora il metodo pedagogico di questa scuola si sta diffondendo anche in altre scuole della regione e in altri ambiti educativi. A pochi chilometri di distanza, su un ampio terreno, sorge il Polo Imprenditoriale Ginetta. Ad attendere Maria Voce e Giancarlo Faletti il gruppo di gestione del Polo, imprenditori, azionisti, e studiosi dell’Economia di comunione, che si sono avventurati a realizzare i vari aspetti del progetto di Economia di Comunione nel Pernambuco. Presentano successi e sconfitte. Giancarlo Faletti richiama l’ispirazione iniziale di Chiara, avvenuta proprio qui in Brasile nel 1991. Maria Voce esprime gratitudine per l’impegno assunto in spirito di gratuità. Poi la visita ai capannoni dove sorgono due imprese, la prima dedita alla fabbricazione di borse e accessori, l’altra di mobili, nate da poco con tutti i rischi per la grande concorrenza. Storie sorprendenti: la passione per questo progetto a sfondo sociale fa superare ogni difficoltà. Per l’apporto dato dalla Mariapoli e in modo speciale dalla Scuola e dal Polo, il sindaco di Igarassu, che l’aveva definita “un punto di riferimento” per la città, ha voluto recarvisi personalmente per consegnare a Maria Voce e a Giancarlo Faletti le chiavi della città. Esse vogliono essere un segno di riconoscenza da parte della cittadinanza e di un ancor più stretto legame. Leggi gli approfondimenti delle varie tappe del viaggio su Area Riservata – Notiziario Mariapoli Website: www.focolares.org.br/sitenacional (altro…)