Nov 18, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Un “laboratorio politico”, così si auto definisce il Movimento politico per l’unità che ha le sue radici nella storia e nel carisma dell’unità di Chiara Lubich. In questo momento cruciale che attraversa l’Italia, si somma alle tante voci che vogliono esprimere l’impegno ed il sostegno al nuovo governo: «Il Movimento politico per l’unità esprime vivo apprezzamento per il clima positivo, seppur di emergenza e gravità, che ha rivelato alto senso di responsabilità da parte di tutte le Istituzioni, nel quale si è giunti alla costituzione del nuovo governo. Nello spirito della ricerca del dialogo costruttivo tra tutte le forze politiche che anima la propria azione, il Mppu auspica che la nascita della nuova compagine governativa, anche grazie alla presenza al suo interno di personalità di altissimo profilo professionale, culturale ed internazionale, contribuisca ad aprire una nuova stagione che preluda ad un rinnovato e proficuo confronto/incontro tra le forze politiche, le istituzioni e le forze sociali. In questo quadro, si augura che il nuovo Governo abbia il sostegno necessario del Parlamento e delle forze politiche, per raggiungere l’obiettivo del risanamento della situazione economica e finanziaria del Paese, fornendo le risposte attese dall’Unione, ed avviare una fase di innovazione e sviluppo che possa contribuire ad accelerare il percorso verso nuove scelte di coesione europea. Auspica, altresì, che il Parlamento, in un contesto politico e sociale rasserenato e unitario, colga l’occasione anche per porre mano, con convinzione ed in modo condiviso, alle urgenti riforme istituzionali che la società reclama, a partire da quella del sistema elettorale. Nell’esprimere i migliori auguri di proficuo lavoro al presidente del Consiglio Mario Monti e al governo, il Mppu manifesta, infine, un vivo ringraziamento al Capo dello Stato Giorgio Napolitano per la conduzione rigorosa e autorevole del particolare momento di crisi e per la positiva soluzione adottata.» Per concorrere ad approfondire il dibattito in corso, il Mppu torna inoltre ad offrire il documento “Per una riflessione sulle riforme istituzionali”, redatto all’inizio di settembre. Perché, dicono, “Il nuovo governo non dovrà occuparsi solo di risanamento finanziario e di crescita economia”, ma “dovrà porre mano ad alcune riforme istituzionali urgenti, a partire dalla legge elettorale”. Leggi ancora:
Giu 15, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Vedi tutti gli interventi su video (WebTV Camera Deputati)

Maria Voce presenta la figura di Igino Giordani
Il convegno del 14 giugno è stato promosso dalla Presidenza della Camera per ricordare la figura di Igino Giordani (1884-1980). Personalità poliedrica del Novecento, deputato alla Camera del Parlamento Italiano dal 1946 al 1953, scrittore, giornalista, ecumenista e patrologo, Igino Giordani ha lasciato tracce profonde ed ha aperto prospettive profetiche a livello culturale, politico, ecclesiale, sociale. Ha presieduto i lavori il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Tra gli interventi, Alberto Lo Presti, Direttore del Centro Igino Giordani, che ha presentato la figura politica e l’azione parlamentare di Igino Giordani; parlamentari e giovani, italiani e di altri Paesi, a testimonianza dell’influsso del pensiero e dell’azione di Giordani, e Maria Voce, il cui discorso riportiamo qui integralmente.
«Ringrazio l’Onorevole Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, di darmi l’occasione di rivolgere un saluto in questo convegno su Igino Giordani, uno dei padri costituenti della Repubblica e che noi consideriamo un confondatore del Movimento dei Focolari, che oggi qui io rappresento. Rivolgo inoltre il mio personale saluto a tutti gli Onorevoli Senatori e Deputati presenti, alle autorità qui convenute, a tutti i partecipanti a questo incontro.
Era il 17 settembre del 1948 quando proprio qui, alla Camera dei Deputati, Igino Giordani ricevette Chiara Lubich, una giovane di 28 anni di Trento, accompagnata da alcuni religiosi. Per Giordani si trattò di un incontro tanto inaspettato quanto straordinario. Da quel momento egli non fu più lo stesso.
Cosa disse Chiara Lubich, quali parole usò per entrare così in profondità dentro l’anima dell’eclettico politico di allora?
Qualcosa sappiamo. Infatti, alla fine del colloquio l’On. Giordani, assai colpito da quanto ascoltato, invitò Chiara a mettere per iscritto quanto gli aveva appena detto, per pubblicarlo poi in una rivista che dirigeva. Il mese successivo uscì l’articolo, che inizia con la narrazione di come nacque l’ideale dell’unità, sotto le bombe:
“Erano i tempi di guerra. Tutto crollava di fronte a noi, giovanette, attaccate ai nostri sogni per l’avvenire: case, scuole, persone care, carriere.[…] Fu da quella devastazione completa e molteplice di tutto ciò che formava l’oggetto del nostro povero cuore, che nacque il nostro ideale. […] Noi sentivamo che un solo ideale era vero, immortale: Dio. Di fronte al crollo provocato dall’odio, vivissimo apparve alla nostra mente giovanetta colui che non muore. E lo vedemmo e lo amammo nella sua essenza: «Deus caritas est»…”
«Erano i tempi di guerra…» Igino Giordani poteva dirsi un sicuro esperto sull’argomento. La guerra l’aveva vissuta in prima persona, nelle trincee del Primo conflitto mondiale, conoscendo le atrocità dei massacri e rimanendo lui stesso gravemente ferito. Era un esperto dell’assurdità di ogni conflitto armato e si era fatto un nome nella cultura italiana come vero difensore della pace.
Ma le parole di Chiara non avevano per tema l’orrore della guerra. Chiara raccontò di come anni prima, nella sua Trento bombardata, sommersa dalle macerie, intravide un ideale inscalfibile: Dio. Egli si rivelò ai suoi occhi non come una speranza ultima, un desiderio remoto, ma come amore circolante fra tutti, fuoco che andava custodito e alimentato dall’amore reciproco, in grado di realizzare la promessa di Gesù: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 20).
Non si fa fatica a credere che l’On. Giordani rimase colpito. Ai suoi occhi si stava rivelando un Vangelo vivo. Quel Gesù che Chiara gli stava mostrando entrava nella storia degli uomini come amore, e guidava l’umanità verso la fraternità universale, verso l’unità. Nella sua autobiografia, ricordando quell’incontro, Giordani ci svela l’emozione provata:
“Quando ella ebbe finito di parlare, io ero preso in un’atmosfera incantata […]; e avrei desiderato che quella voce continuasse. Era la voce che, senza rendermene conto, avevo atteso. Essa metteva la santità a portata di tutti: toglieva via i cancelli che separano il mondo laicale dalla vita mistica. […] Avvicinava Dio: lo faceva sentire Padre, fratello, amico, presente all’umanità.”
In Chiara e nelle sue prime compagne era evidente che un ideale vasto quanto l’unità avrebbe dovuto abbracciare tutto il mondo. Ma come avrebbe potuto un gruppo di ragazze giovanissime arrivare a tutta l’umanità?
Chissà se Giordani questa domanda allora se la pose! Di sicuro oggi sappiamo dalle stesse parole di Chiara che l’incontro con Igino Giordani fu per lei l’incontro con quell’umanità. L’ideale dell’unità di Chiara Lubich e delle sue prime compagne era fatto per tutti e per tutte le realtà umane, e Giordani stava lì a testimoniarlo.
Oggi la trama di tale disegno è visibile. Il Movimento dei Focolari è presente in più di 180 paesi del mondo, e conta più di due milioni di aderenti e simpatizzanti di estrazione sociale e riferimenti culturali i più differenti.
Sono appena tornata da un viaggio in Europa orientale, dove le comunità dei focolari sono presenti fin dal 1961, quando i primi membri superarono la cortina di ferro, armati solo dell’amore scambievole e della carità verso chiunque, senza distinzioni. Il loro operare nel silenzio, fin da quegli anni, ha contribuito al superamento delle barriere ideologiche, ha sostenuto l’impegno per ricostruire quelle società oppresse, e anima oggi numerosi progetti rivolti al bene comune.
Lo scorso maggio in Brasile si è tenuta l’Assemblea mondiale dell’Economia di Comunione, a 20 anni dall’intuizione profetica che Chiara ebbe, quando arrivando a San Paolo nel 1991 e sorvolando la città, vide i grattacieli e la “corona di spine” delle favelas che la circondavano e sentì la spinta a fare qualcosa per cambiare il sistema di sviluppo, per cercare una via nuova che non fosse né il capitalismo né il comunismo. Oggi l’Economia di Comunione coinvolge oltre 800 aziende che liberamente mettono in comune gli utili per promuovere i poveri e formare imprenditori ed economisti ad una nuova prassi economica ed è riconosciuta e studiata come una vera dottrina economica.
Le molteplici iniziative che vedono oggi impegnato il Movimento dei Focolari in tutti gli angoli del mondo e in tutti i campi dell’attività umana erano in un certo senso profeticamente presenti in quell’originario momento in cui Chiara Lubich e Igino Giordani si incontrarono qui a Montecitorio.
Fin da allora il Movimento si mise subito anche al servizio della politica. Attrasse in quegli anni tanti deputati e senatori – alcuni dei quali sono stati menzionati dal precedente audiovideo – e le scelte compiute, come abbiamo potuto sentire, furono coraggiose.
Oggi questa è la proposta del Movimento Politico per l’Unità, voluto e fondato da Chiara Lubich nel 1996, insieme ad alcuni parlamentari e politici ai diversi livelli istituzionali, che vede il coinvolgimento – in Corea come in Argentina e in altre nazioni – di amministratori locali, funzionari, studiosi di politica, e tanti giovani impegnati nelle scuole di partecipazione. Esso è animato da un amore politico che guida scelte, comportamenti, leggi, azioni diplomatiche, facendo intravedere una nuova modalità di lavoro delle assemblee amministrative, legislative fino agli organismi internazionali.
È ispirato dal principio di fraternità, principio cardine del pensiero politico moderno. Come è noto, esso è stato alla base dei progetti politici più importanti della storia moderna e contemporanea: da ideale guida della Rivoluzione francese (pensiamo al trittico liberté égalité fraternité) alla fondazione del socialismo utopico, dal marxismo al nazionalismo patriottico. È stato però interpretato in modo non inclusivo, ma esclusivo, cioè considerando la fraternità come un rapporto di valore che riguardava qualcuno (una classe sociale, un ceto economico, un popolo), in antagonismo con qualcun altro.
Si tratta dunque di un principio politico ancora poco esplorato nella sua dimensione universale, e questo intende fare il Movimento Politico per l’Unità: declinare il principio della fraternità universale perché la politica ritrovi in esso una nuova fondazione che la renda all’altezza dei tempi, capace di assolvere il suo ruolo di costruttrice di pace, giustizia, libertà, per l’intera comunità umana. La fraternità, inoltre, illumina il fine ultimo della politica, che è una pace compiuta fino all’unità dell’intera famiglia umana: unità nelle più piccole comunità politiche come nell’intero consesso internazionale. Così, il principio di fraternità ha trovato una misura nell’«amare la patria altrui come la propria», espressione coniata da Chiara Lubich e che fin dai primi tempi costituisce un paradigma di universalità. Essa è capace di esprimere la vocazione della politica come amore rivolto indistintamente verso tutti, perché ogni persona e ogni realtà sociale è “candidata all’unità” con l’altra ed ogni popolo è chiamato a concorrere ad un mondo più unito.
E nel richiamare oggi, in questa prestigiosa sede del Parlamento italiano queste che sono alcune linee del Movimento politico per l’unità, avvertiamo ancora la grande attualità di un altro invito rivolto da Chiara proprio ai parlamentari italiani nel dicembre del 2000 a San Macuto. Un invito, un paradosso plausibile, a stringere tra tutte le parti – al di là di ogni differenza – un patto di fraternità per l’Italia, perché il bene del Paese ha bisogno dell’opera di tutti.
«La fraternità offre possibilità sorprendenti – disse ancora Chiara ai parlamentari – consente, ad esempio, di comprendere e far proprio anche il punto di vista dell’altro, così che nessun interesse, nessuna esigenza rimangano estranei; […] consente di tenere insieme e valorizzare esperienze umane che rischiano, altrimenti, di svilupparsi in conflitti insanabili come le ferite ancora aperte della questione meridionale e le nuove legittime esigenze del Nord; […] consente inoltre di immettere nuovi principi nel lavoro politico quotidiano, in modo che non si governi mai contro qualcuno o essendo l’espressione solo di una parte del Paese».
A questo e a molte altre sfide ancora, in campo politico e della società intera, condusse quell’incontro tra Chiara Lubich e Igino Giordani, un deputato che da Montecitorio seppe raccogliere quell’invito a dilatare l’anima e l’azione per costruire l’unità in tutto il mondo.
A rafforzare la comune tensione a lavorare oggi per l’unità del nostro Paese e oltre, ci auguriamo, desideriamo, che ci spinga l’incontro odierno. Grazie».
Maria Voce
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Mar 29, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Un nutrito gruppo di giovani che si ritrova un sabato mattina per discutere di politica. Può apparire inusuale, ma è accaduto sabato 12 marzo, a Manaus, la laboriosa capitale dello Stato dell’Amazonas, sul Rio delle Amazzoni, una delle città più importanti del nord del Brasile. Terra ricca di bellezze naturali e di folklore, è il punto di partenza per scoprire il favoloso mondo amazzonico brasiliano. Sono le 9 del mattino e il Fórum Hehoch Reis ospita la lezione inaugurale del secondo ciclo della Escola Civita, un originale percorso formativo biennale, promosso dal Movimento politico per l’unità in Brasile e rivolto a giovani fra i 19 e i 29 anni per l’acquisizione di una cittadinanza responsabile ed un approccio consapevole alla vita pubblica. Gli studenti partecipanti non fanno riferimento ad un credo religioso specifico né ad alcun partito politico. Attese esigenti le loro: per una studentessa, Itagiçara Jacauna, “questo spazio formativo offre l’opportunità per conoscere meglio la politica locale”, e per un altro studente, Vitor Kaleb, “vorrei capire quale sarà la proposta politica per le nuove generazioni e spero fortemente in un grande mutamento degli attuali scenari”.
Dieci professori di aree specifiche, quattro tutors e oltre 20 studenti: questa la consistenza della nuova comunità di apprendimento che ha preso l’avvio a Manaus. Fra i docenti, anche alcuni politici, come il deputato statale José Ricardo e l’ambasciatrice Socorro Guedes. All’evento erano presenti, accanto al presidente nazionale del Mppu del Brasile, Sergio Previdi, il vescovo mons. Mario, il vice rettore dell’Università Federale dell’Amazzonia, Hedinaldo Lima, politici, professionisti, ed anche gli ex alunni del precedente ciclo della Escola Civita (avviato nel 2007, e che aveva visto la partecipazione di 25 studenti). La Escola Civita di Manaus è una delle 11 presenti in 10 Stati del Brasile, che contano in tutto più di 100 partecipanti. Il programma include moduli formativi, progetti di azione locale e seminari, nei quali vengono approfonditi temi inerenti la realtà socio-politica brasiliana e geo-politica latino-americana. Il corso si terrà con frequenza settimanale presso l’Università Federale dell’Amazzonia in Adrianópolis. Presenti in vari paesi del mondo (Argentina, Corea, Italia), queste scuole del Mppu, rispettose del contesto socio-politico-culturale in cui sono inserite, mirano ad un obiettivo comune: approfondire e praticare una politica intesa come servizio all’unità della famiglia umana. (altro…)
Nov 24, 2010 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
I fatti sono noti. La Corea del nord ha cannoneggiato inspiegabilmente nei giorni scorsi l’isola di Yeonpyeong, vicino alla frontiera marittima con la Corea del sud, provocando 4 morti fra militari e civili, e Seoul ha risposto a sua volta sparando colpi di artiglieria verso il nord. “La vita, nelle strade, sembra scorrere normalmente ma in realtà il Paese è allertato” – scrive Marco Fatuzzo, presidente del Mppu, che proprio in questi giorni di tensione si trova in Corea del Sud per una serie di incontri ed eventi pubblici. I dipendenti statali sono precettati nei loro uffici, i partiti politici hanno convocato in modo permanente i loro “comitati di sicurezza”, e si è svolta una seduta straordinaria del Parlamento, nel corso della quale è stato emanato un documento di forte condanna dell’atto di aggressione subìto.
Fino all’ultimo si pensava di essere costretti ad annullare gli eventi pubblici programmati a Seoul dal Mppu coreano. Ma la situazione si è evoluta positivamente e tutto si è potuto svolgere regolarmente. Si è iniziato il 24 novembre, con il Centro nazionale Mppu, di cui fanno parte anche alcuni parlamentari, 3 dei quali presenti. “È stato un evento importante – racconta Fatuzzo – durato circa tre ore e con un dialogo partecipato ed intenso. Come si può intuire dai fatti recenti il discorso era incentrato sulla fiducia.” È possibile vivere concretamente la fraternità fra Sud e Nord Corea? Come declinare la fraternità nelle categorie del dialogo, della riconciliazione, del perdono, del superamento dei conflitti storici e attuali? In tutti la fiducia che questa sia l’unica strada percorribile, speranza sorretta dalla consapevolezza che tutto il Mppu nel mondo sta vivendo al loro fianco questi momenti di dolorosa sospensione. C’è stato pure un momento di festa per l’ammissione di un nuovo giovane membro nel Centro del Mppu: Emilia Heo che ha studiato relazioni internazionali a Ginevra ed attualmente lavora in Giappone.
Il 25 novembre è stata poi la volta di altri due incontri nella sede del Parlamento coreano. Il primo, con il Political Forum for Unity, un gruppo di ricerca parlamentare, costituito da circa 30 deputati sia della maggioranza che dell’opposizione, e di diversi orientamenti religiosi e culturali – cristiani di varie denominazioni, buddisti, won-buddisti, confuciani, taoisti – o senza alcun riferimento religioso. E, a seguire, un seminario pubblico su “La politica che piace al popolo”, presenti 150 persone, fra le quali una ventina di deputati dei tre principali partiti: Il Grande Partito Nazionale,al governo, il Partito Democratico Unito e il Partito Progressista della Libertà, all’opposizione. Significativa anche una nutrita presenza di giovani e una folta rappresentanza dei media. Sia le due relazioni introduttive che la tavola rotonda, sostenuta da 3 deputati, due docenti universitari e da una giovane studentessa, come pure il successivo dibattito, hanno mostrato una visione della politica capace di aprire i cuori alla speranza, pur nell’attuale contesto di sospensione e di crisi. Prevista per il sabato 27 la cerimonia conclusiva del primo corso della Scuola di formazione politica alla quale hanno partecipato 26 giovani. L’evento si svolgerà sempre in una sala del Parlamento, con la lezione di chiusura e la consegna degli attestati. (altro…)