Movimento dei Focolari
Vescovo Krause (1940-2024): “Fratello, che bello che ci incontriamo”

Vescovo Krause (1940-2024): “Fratello, che bello che ci incontriamo”

Durante un incontro di vescovi di varie Chiese, amici del Movimento dei Focolari, vicino a Stoccolma (Svezia), nel novembre 2018, il vescovo Krause è stato intervistato dalla giornalista irlandese Susan Gately, che gli ha chiesto cosa fosse esattamente l’“ecumenismo” secondo lui.  Pubblichiamo – all’indomani della celebrazione, nell’emisfero nord, della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani – uno stralcio della riposta del vescovo Krause che aiuta a tratteggiare la sua figura, la sua apertura e la sua passione per il cammino ecumenico.

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Come trovare la speranza in un mondo che soffre?

Come trovare la speranza in un mondo che soffre?

Il 24 gennaio 1944 Chiara Lubich scoprì quello che diventerà un punto chiave della spiritualità dell’unità: Gesù che sperimenta l’abbandono del Padre sulla croce, espressione massima di dolore, espressione massima di amore.  

 E proprio Gesù Abbandonato è stato al centro di un momento artistico durante il Genfest 2024, appuntamento internazionale dei giovani dei Focolari. Ne proponiamo alcuni stralci. 

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Incendi in California: la comunità dei Focolari fra la sofferenza e la devastazione

Incendi in California: la comunità dei Focolari fra la sofferenza e la devastazione

Hanno fatto il giro del mondo per diversi giorni le drammatiche immagini degli incendi che hanno devastato un’immensa area, distruggendo qualsiasi cosa, dagli animali alla vegetazione. Migliaia di edifici sono ormai in cenere e al momento 25 persone sono morte. Moltissime famiglie hanno perso tutto e ci sono ancora 26 dispersi. È straziante vedere ancora oggi queste immagini di sofferenza. E l’emergenza ancora non è finita. Abbiamo contattato la comunità dei Focolari in zona per sapere come stanno vivendo questa situazione.

“Gli incendi in diverse parti del nostro territorio ci danno grande trepidazione giacché non si riesce ad estinguere completamente i punti di fuoco per il forte vento – scrive Carlos Santos, in focolare a Los Angeles -. La previsione è che dureranno ancora per diversi giorni. Tanti sono stati sfollati e tanti hanno perso tutto. Ma vediamo anche una grandissima risposta da molte persone hanno portato cibo, vestiti, soldi e altre donazioni per chi è stato colpito dagli incendi. La risposta di carità è stata così grande che attraverso la Tv si è chiesto di non donare più in alcuni territori perché non c’era più posto per quanto arrivato. Già, la Provvidenza è arrivata in abbondanza e in sovrappiù.

Il fuoco non ha raggiunto le case di nessuna persona della comunità locale dei Focolari. Ma alcuni hanno dovuto spostarsi, perché abitavano in aree dove c’era il rischio di incendi.

Il focolare femminile – continua ancora Carlos – ha accolto una famiglia per tre giorni, finché le autorità hanno detto che era sicuro ritornare nella loro casa. Anche il nostro focolare maschile si è messo a disposizione per accogliere persone in caso abbiano bisogno. Questo ha dato più tranquillità alla comunità perché diverse aree della contea di Los Angeles potrebbero avere mandati di evacuazione in caso in cui il vento cambi direzione e sposti il fuoco lì. Alcuni focolarini e focolarine attraverso il proprio lavoro hanno toccato con mano la sofferenza di tante persone e famiglie che hanno perso tutto. Vogliamo accompagnare queste persone, dare conforto ed aiutarle nel trovare una soluzione stabile” conclude Carlos ringraziando per i tanti messaggi di vicinanza e le preghiere per questa grande sofferenza.

A questo link del sito di Focolare Media, l’organo di comunicazione dei Focolari in Nord America, potete leggere l’articolo sul “miracolo del tabernacolo” alla chiesa Corpus Christi nella comunità di Pacific Palisades in California.

Lorenzo Russo

Foto: © RS Fotos Públicas

Perù: Prendersi cura dei più soli

Perù: Prendersi cura dei più soli

“Partiamo dagli ultimi, da coloro che vengono scartati e abbandonati dalla società”. Nasce così il Centro anziani Hogar “Chiara Lubich” nell’amazzonia peruviana. Un luogo nel quale, grazie alla generosità di una famiglia insieme alla comunità dei Focolari, si accolgono anziani abbandonati, che hanno bisogno di aiuto, di essere curati, di un pasto caldo o semplicemente del calore di una famiglia.

Credere?

Credere?

Nel dialogo fra persone di diverse culture e orientamenti religiosi, un tema ricorrente è quello della domanda: “si può sempre sperare? E in che cosa?”.
Una domanda che risuona in modo più intenso nei momenti di difficoltà e di fronte alle sconfitte o alle sofferenze più lancinanti, ma anche di fronte alle delusioni di un’ideale o di un insieme di valori che ci avevano affascinato.
È proprio in questi momenti di dubbio che siamo spinti a riconsiderare le nostre
convinzioni, i valori e le credenze in cui abbiamo riposto la nostra speranza. E con essi trovare la forza di affrontarli e far emergere la grandezza dell’essere umano, capace di cadere e rialzarsi, di vivere la debolezza in modo consapevole, senza inutili aspettative miracolistiche.
Credere è molto più che sperare una soluzione ai nostri problemi, è piuttosto un impulso che permette di continuare a camminare. La vita, proprio in quei momenti, può misteriosamente diventare dono autentico.
Credere in un impegno che dà senso alla vita non è come accettare un contratto che si firma una volta e poi non si guarda più, ma è un fatto che trasforma e permea ogni scelta quotidiana.
Un piccolo aiuto a vivere in questo modo è quello di non pensare alle situazioni estreme, che non possono che farci paura e bloccarci, ma di affrontare le piccole difficoltà di ogni giorno, condividendole con i nostri amici. In questo modo, se non ci perdiamo d’animo, scopriremo che ogni giorno può offrirci una nuova opportunità per credere e per dare speranza a chi ci sta vicino. È la forza dell’amicizia che cerca il bene dell’altro.
Quando tutto va bene, è più facile sentirsi forti e coraggiosi. Ma è quando viviamo
l’esperienza delle vulnerabilità che possiamo costruire qualcosa che non passa e che resterà anche dopo di noi. È la convinzione che si acquisisce quando si è condivisa la vita con qualcuno che ha creduto al di là di tutto, che ha lottato e sofferto e che è diventato vicino a tutti con il suo amore.
Queste persone, dopo aver concluso la loro vita su questa terra, lasciano una tale impronta e la loro memoria è così viva che -misteriosamente- ci fa dire, anche al di là del nostro riferimento religioso o non religioso: “io credo, ci credo. Continuiamo insieme!”.

Foto ©Sasin Tipchai – Pixabay

L’IDEA DEL MESE è attualmente prodotta dal “Centro del Dialogo con persone di convinzioni non religiose” del Movimento dei Focolari. Si tratta di un’iniziativa nata nel 2014 in Uruguay per condividere con gli amici non credenti i valori della Parola di Vita, cioè la frase della Scrittura che i membri del Movimento si impegnano a mettere in atto nella vita quotidiana. Attualmente L’IDEA DEL MESE viene tradotta in 12 lingue e distribuita in più di 25 paesi, con adattamenti del testo alle diverse sensibilità culturali. dialogue4unity.focolare.org