Movimento dei Focolari
Foresi: “Maria di Nazareth”

Foresi: “Maria di Nazareth”

Bella Accoglienza, Ave Cerquetti

Ave Cerquetti, ‘Bella Accoglienza’ – Roma, 1961

«Maria è la creatura che è stata fatta capace di generare nella carne il Verbo, la seconda Persona della Trinità. Dobbiamo intendere questa prerogativa di Maria in tutta la sua straordinaria densità, che la rende unica fra tutte le creature. Maria, essendo Madre di Gesù, è Madre dell’unica Persona umano-divina del Verbo, cui ella dona la natura umana, che in Lui si unisce in una unione profondissima e perfetta – “senza divisione” e “senza confusione”, afferma il Concilio di Calcedonia (cf:DS 302) – con quella divina. «Maria è quindi, in senso vero e proprio, Genitrice di Dio (cf. DS 251-252). Tanto Dio ha potuto realizzare in lei, per il suo libero consenso al piano divino preparato da tutta l’eternità: “Avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Al tempo stesso, Maria, perché pensata da Dio come colei che riassume in sé la creazione intera, ha aperto alla creazione stessa la possibilità di generare Dio. È così che con lei e in lei la libertà dell’uomo raggiunge la sua verità e la sua pienezza. Dunque, da Maria, la Donna, è nato Gesù, l’Uomo-Dio. A partire da qui, occorre reinterpretare trinitariamente il dato biblico concernente il rapporto ontologico uomo-donna, in cui si radica la vera, profonda uguaglianza e distinzione dei due». Da: Pasquale Foresi, Luce che si incarna, Città Nuova 2014, pp. 178-179 (altro…)

Pasquale Foresi: una scelta da rinnovare sempre

Pasquale Foresi: una scelta da rinnovare sempre

Chiaretto2

Pasquale Foresi (5 luglio 1929 – 14 giugno 2015)

«Per quelli che si sono già donati a Dio con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze e anche al di sopra delle proprie forze, ad un certo momento Dio richiede un’altra scelta di Lui. La prima volta abbiamo capito che Dio andava amato al di sopra di tutto. Ma se si potesse sezionare questa nostra scelta, troveremmo che in realtà contiene un 30% di amore di Dio, un 30% di nausea verso la mediocrità e vacuità in cui vivevamo, un 15% di gioia ed entusiasmo per il fatto di donarci ad una causa così bella e santa, per qualcuno magari un 10% di rimorso dei peccati commessi in passato… (…) Infatti è praticamente impossibile che la prima volta che abbiamo seriamente scelto Dio, ci sia stato un amore per lui totale e pieno. Dal momento però che la perfezione è solo nella carità, tutti quei motivi secondari che all’inizio ci hanno aiutato perché venivano avvolti dalla nostra buona volontà e dal nostro slancio di amare Dio, pian piano riemergono e ci disturbano. È logico che vengano a galla, perché c’erano già prima, come zizzania che è cresciuta insieme con il buon grano, come dice il Vangelo di Matteo. Si tratta di piccoli attaccamenti, di difetti, di atteggiamenti che non sono proprio santità autentica, per cui non costruiscono Regno di Dio ma disturbano noi e gli altri. Magari non sono nemmeno dei peccati veniali, ma non sono neanche puro amore. Che cosa dobbiamo fare a questo punto? Una nuova scelta di Dio. Volere, cioè, che il motivo di tutta la nostra vita sia solamente l’amore di Dio, l’amore puro, e nessunissima altra cosa. (…) È  un salto qualitativo che si deve fare: scelgo di amare Dio per Dio, non per ciò che provo, non per i frutti che ciò produce; ma di amarlo per se stesso, per rispondere col mio amore personale all’Amore personale che Lui ha per me. Devo trovare in questa unione con Dio il motivo del mio esistere, del mio vivere quotidiano. Quando si arriva a questo rapporto con Dio, si diventa persone libere, non condizionate. Qualunque cosa succeda, qualunque calunnia, difficoltà, preoccupazione, motivo di amarezza, niente altera la pace, perché si vive innestati in Dio. E si trova in Dio quella unità, quella gioia, quella serenità, che solo l’amore di Dio può dare. (…) Una cosa certa è che la scelta di Dio è sempre da rinnovare. Magari saremo chiamati ad una terza scelta e poi ad altre ancora, perché la vita in Dio è sempre nuova, inesauribile e piena di sorprese». Pasquale Foresi Fonte: Pasquale Foresi, Colloqui, Città Nuova Editrice, 2009 (altro…)

È lo Spirito Santo che crea l’unità

È lo Spirito Santo che crea l’unità

S-Pietro

Centro Ave Loppiano: Copyright Marika Tassi, ‘La chiesa’ – Roma 1962

«Gesù, nell’ultima cena, pronunziò il suo meraviglioso testamento dicendo: “Che tutti siano una cosa sola”. Unità sicuramente nella verità, unità nell’amore; ma che cosa intendeva esattamente Gesù quando disse quelle parole? Adesso per noi è più chiaro dopo un’esperienza di venti secoli della Chiesa. (…) L’aspetto di vedere la rivelazione cristiana e la fede cristiana soprattutto e quasi esclusivamente come verità è andato un po’ in crisi proprio perché le persone che ascoltano questa verità non l’accettano più come una volta. (…) Allora cosa ci vuole? Ci vuole la carità. La carità si può intendere: carità fattiva, operosa, pratica, quella che si rifà un po’ all’ortoprassi, alla teologia della liberazione, alla riforma sociale o alla pratica delle opere di misericordia; però vediamo che neanche con questa si crea l’unità, molte volte si crea la divisione. C’è anche, invece, la carità intesa come realtà spirituale delle anime di buona volontà che, sotto l’ispirazione della grazia di Dio, si amano e si uniscono. (…) Però, anche la carità stessa, in sé, come realtà umana diventata divina per opera della grazia di Dio, non credo che sia sufficiente per creare l’unità. Quello che crea l’unità è lo Spirito Santo! Quello che dà vita alla mente, riprendendo tutto il patrimonio della Chiesa cattolica, riprendendo al cuore tutto il patrimonio della Chiesa ortodossa, e alla carità vissuta, è lo Spirito Santo che rinnova la faccia della terra. È lo Spirito Santo che fa l’unità della Chiesa. E noi vediamo che deve essere lo Spirito Santo, anche adesso, a rinnovare la Chiesa, lo vediamo concretamente attraverso il carisma che è stato mandato sul nostro Movimento – come su altri Movimenti altri carismi – che rinnova la Chiesa. Che cos’è un carisma? Il carisma è l’azione dello Spirito Santo ricevuto da una o più persone. Noi non abbiamo il carisma degli apostoli, abbiamo il carisma di portare l’unità, ma questo carisma vale tanto in quanto è lo Spirito Santo stesso che crea l’unità». (1980) Da:  Pasquale ForesiLuce che si incarna – Città Nuova 2014 – pag. 211-12-13 (altro…)