Movimento dei Focolari
Aspettando Natale

Aspettando Natale

20151129-01«Spesso noi siamo portati, dal linguaggio che usiamo, a farci un’idea non esatta di quello che si compì a Nazareth, nel momento in cui l’angelo comunicò alla Vergine santa che il Verbo si faceva carne. Si è portati, con una mentalità antropomorfica, a considerare Iddio lontano, in alto, nei cieli, che manda suo Figlio in un luogo sperduto per farsi uomo. Non è così. Dio è dappertutto, è in cielo, in terra e in ogni luogo. Dio era perciò nella stanzetta della Vergine a Nazareth quando le apparve l’angelo. Era però infinitamente distante dalle creature per l’abisso del peccato e per la loro naturale piccolezza. Dio, nell’istante in cui la vergine pronunciò il suo fiat, nel seno purissimo di lei sposò la natura umana, sposò la creatura, operando un avvicinamento inimmaginabile fra la divinità e l’universo. Da allora egli è in mezzo a noi. Quella distanza infinita che la nostra immaginazione ha espresso quasi ponendo Iddio lontano da noi, sopra i cieli, è annullata: egli è in terra, egli è nostro concittadino». Pasquale Foresi, Teologia della socialità, Città Nuova 1963,  pag. 66 (altro…)

Eucaristia e modernità

Eucaristia e modernità

citta«Il mondo moderno, con il suo laicismo, ha voluto allontanarsi da Dio perché […] non gli è stato detto abbastanza che lui era Dio, che era stato divinizzato, che non era solo un dipendente da un essere estraneo e lontano: era in maniera misteriosa un altro piccolo Dio, perché partecipava della natura divina attraverso la vita di Gesù, in modo particolare attraverso l’Eucaristia. Quando ripenso a certe pagine di Marx, nelle quali egli nega il valore della religione proprio perché aliena l’uomo, perché lo rende estraneo a se stesso, proprio perché lo fa dipendere da qualche cosa che è al di fuori di sé: io penso che se avesse saputo che l’uomo trova la sua divinizzazione e quindi la sua autonomia, intesa in senso trinitario, quelle cose non le avrebbe mai pensate. […] Lo stesso si può dire anche di Hegel, dal quale Marx è stato generato; lo stesso si può dire di tutti gli immanentisti, tutti quelli che hanno negato Dio per mettere in luce l’uomo, fino a Sartre, fino a Camus, fino agli ultimi. È Sartre che dice: «Non può esistere Dio perché, allora, non esisterei io», proprio perché mi schiaccerebbe. E questo non è possibile proprio perché quel Dio, che si è fatto uomo, ti ha fatto Dio, ti ha fatto partecipe della natura divina. […] Tutti i giorni constatiamo come non esiste più problema dell’umanità che si possa risolvere singolarmente, né come gruppi particolari, né come gruppi nazionali. I problemi si devono risolvere ormai collegialmente, dando vita all’unità che Gesù ha portato. E noi sappiamo che raramente si può creare questa unità se non c’è una vita spirituale. Insomma, non è che si crea una comunità di corpi, si crea una comunione di persone, e queste persone, se non sono nutrite da qualche cosa che le amalgami, non lo faranno mai. Questo qualcosa può, in un senso lontano, essere la scienza, può essere la ricerca posta in atto dall’uomo. Ma ciò che per eccellenza crea l’unità è l’Uomo per eccellenza, cioè Gesù, è Lui che ci rende uomini e ci rende comunità. […] L’Eucaristia da una parte è un grandissimo mistero, dall’altra è un convito, cioè è un centro di fraternità umana naturale. […] L’Eucaristia è l’anima, deve diventare l’anima di questa socialità». Tratto da: Luce che si incarna, commento ai 12 punti della spiritualità, Pasquale Foresi, Città Nuova 2014, pp. 107-109 (altro…)