11 Set 2013 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
Numerosi gli incontri di Maria Voce e Giancarlo Faletti ad Amman in queste due settimane, dal 28 agosto al 10 settembre: l’incontro con le comunità del Movimento dei Focolari dei vari paesi del Medio Oriente, con personalità delle varie chiese cristiane, un incontro interreligioso musulmano-cristiano, l’udienza da Re Abdullah II, il quale ha dichiarato “amica della Giordania” la presidente dei Focolari. Infine, e a conclusione del viaggio, una serata in famiglia con giordani e iracheni. È un momento intenso di condivisione fra i membri dei Focolari di Amman e la nutrita delegazione arrivata per l’occasione dall’Iraq. L’intera serata è stata arricchita da interventi spontanei che rivelano una vita profonda, spesso conquistata a causa delle molte sofferenze, soprattutto in Iraq. Padre Eimad, iracheno di Bassora, racconta che, nonostante l’esigua presenza cristiana in un ambiente musulmano, è stato possibile costruire rapporti di amicizia con leader della comunità islamica. Un rapporto che si fonda sul rispetto e l’apprezzamento reciproco.
Proprio al gruppo proveniente dall’Iraq, Maria Voce rivolge parole di affetto e ringraziamento: “Incontrarvi per primi all’aeroporto è stata per me una grande gioia. Vorrei ringraziarvi, sapendo quanto avete vissuto, per la guerra e anche la decisione difficile che avete dovuto prendere: andare altrove o restare nel vostro Paese. Vorrei ringraziarvi per la vostra scelta e per quanto avete fatto per sostenere la Chiesa ed i cristiani”. Omar, musulmano, sottolinea l’importanza prioritaria del rapporto con Dio. Se si desidera dialogare è necessario farlo su una base solida e, quindi, afferma: “Dobbiamo cominciare da noi stessi. Da quando ho conosciuto il Focolare ho cominciato a pregare di più e meglio. Questo mi ha aiutato ad andare avanti nel rapporto con tutti.” Nel corso della serata particolarmente toccante è la testimonianza di Mons. Salomone Warduni, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad: “È una grande gioia essere qui con voi. Abbiamo visto come è cresciuto ed è oggi il Movimento in Giordania ed in Iraq. Senza di esso non avrei potuto fare quello che ho fatto nel seminario e come vescovo”. Il racconto dell’incontro con il Re, la Principessa Alia e il Principe El Hassan bin Talal, riempie tutti di grande gioia ed orgoglio.
Maria Voce, ricordando il sogno che Chiara Lubich aveva definito ‘folle’, quello di portare a Dio il mondo fra le sue braccia”, conclude: “Allora portare a Dio l’Iraq e la Giordania. Qui è nato l’uomo, sono nate le civiltà, potremmo dire che qui è nata l’umanità ed il sogno di Chiara ha le dimensioni del mondo e dell’umanità. E quello che voi riuscirete a fare attraverso il vostro amore reciproco avrà conseguenze sull’umanità. Vicino ad Amman c’è il Monte Nebo, da dove Mosè ha visto la Terra Promessa, Gerusalemme. Siamo qui per costruirla insieme questa Gerusalemme!”. “Questi giorni sono stati così belli che vi auguro di custodire questa vita, ma guardando fuori. Finché ci sarà qualcuno che non conosce l’amore di Dio, non possiamo dormire sonni tranquilli. Abbiamo ricevuto, diamo”. Così Giancarlo Faletti sintetizza il suo augurio per il futuro del Movimento dei Focolari in Giordania. Dall’inviato Roberto Catalano (altro…)
9 Set 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Sono le voci di testimoni quelle che Roberto Catalano, nostro inviato ad Amman, ha raccolto tra i tanti siriani presenti nella capitale giordana per un incontro con Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. Come sono percepiti e vissuti dai cristiani siriani gli avvenimenti tragici che stanno dilaniando il Paese, ha senso parlare di dialogo fra le religioni in questo contesto? «In Siria il dialogo c’è sempre stato, a livello ufficiale, promosso dal muftì, da altre personalità musulmane e dalle Chiese, che sono sempre state rispettate nel loro lavoro. In questo senso nulla è cambiato. La Siria in questi tre anni ha pagato però anche il prezzo dell’integralismo che si è manifestato con l’uccisione di esponenti dell’Islam sunnita moderato. Si tratta di persone di grande valore, come il chekr El Boudi, presidente del Consiglio internazionale dei professori di legge islamica. Amiche quarantenni mi hanno raccontato che fin dalla loro infanzia ascoltavano molto volentieri le sue prediche del venerdì, perché intrise di sentimenti e idee di amore, compassione, rispetto reciproco. Tutto questo è durato fino al momento della sua barbara uccisione avvenuta a Damasco alcuni mesi fa». E i cristiani? «A livello di popolo, con l’inizio delle violenze, è cominciata a serpeggiare tra i cristiani la paura, frutto, da una parte, di quella che potremmo chiamare la “memoria storica” di questa componente religiosa del Paese (per esempio la guerra libanese). Dall’altra, non dobbiamo dimenticare l’ingresso nelle varie città siriane di gruppi armati terroristici dichiaratamente ostili ai cristiani, che possono essere uccisi solo perché portano questo nome. Non che prima tutto fosse roseo, ma certo è che, seppur le leve del potere erano in mano ai musulmani (alaouti o sunniti), i cristiani erano rispettati e potevano accedere anche a posti di qualche responsabilità nell’amministrazione pubblica e nel mondo accademico. In ogni caso, sebbene quello che avviene in Siria non sia un attacco diretto ai cristiani, di fatto li pone di fronte al dramma dell’emigrazione, come unica via per sfuggire alle violenze e per assicurare un futuro ai propri figli. Il dialogo interreligioso non è solo questione siriana».
Come si vive la quotidianità sotto attentati e bombe? «Ad Aleppo i prezzi sono aumentati ancora. Nella parte sotto il controllo dell’esercito siriano il pane è introvabile perché le strade di accesso ai silos di farina sono sotto controllo dei ribelli. La strada che collega Aleppo-Homs-Damasco è pericolosissima. Soprattutto nel primo tratto si rischia realmente la vita. Ma viaggiare in tutto il Paese, a parte sulla costa, è diventato un terno al lotto. Percorsi che prima richiedevano tre ore ora ne necessitano anche 36. Dieci giorni fa terroristi di Jabat el Nouszra sono scesi dal Krak des Chevaliers verso la zona cristiana di Wadi Nazara, hanno eliminato i soldati in due posti di blocco, sono entrati nel primo villaggio cristiano dove si svolgeva una festa e hanno falciato i passanti, soprattutto giovani, che si trovavano nella strada principale. I morti sono stati almeno 18. Poi si sono ritirati. Questo ha gettato nel terrore le famiglie, molte delle quali già sfollate da altri posti della Siria». Esiste a qualche livello la speranza di una soluzione pacifica o politica al conflitto? «Non mi sembra che in queste settimane ci siano stati segnali positivi. Al contrario i combattimenti si sono intensificati in varie parti del Paese e, di conseguenza, la paura dei civili è cresciuta. L’impressione che ho avuto a Damasco la settimana scorsa è di sentire riecheggiare le parole di Isaia (53:7 ): “Era come agnello condotto al macello”. Mai come in quel momento ho capito la realtà dell’Agnello innocente che non può far nulla di fronte alla morte incombente e ingiusta. È questa la realtà della gente soprattutto dopo la minaccia dell’attacco da parte degli Usa: sgomento e desolazione. Ci si guardava negli occhi increduli come a dire: “Attaccheranno davvero?”. I mortai e i razzi dalla periferia sulla città erano molto più numerosi e l’attacco dell’esercito altrettanto pesante». Fonte: Città Nuova online (altro…)
4 Set 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La notizia, quasi inattesa, che confermava l’udienza, era giunta nel tardo pomeriggio di ieri e aveva riempito di soddisfazione i membri dei Focolari in partenza per i loro paesi al termine dei vari eventi a cui avevano partecipato nei giorni scorsi. Ecco le prime impressioni a caldo di Maria Voce, colte al termine dell’incontro. Maria Voce, un primissimo commento a caldo… «Sua Maestà ci ha accolto con grande calore, dicendosi onorato di questa visita, ed ha desiderato sapere come era andato il nostro lavoro qui in Giordania. Ho, quindi, ringraziato per l’accoglienza che il Paese ci ha riservato, sottolineando che il motivo della mia visita era proprio quello di portarGli il ringraziamento mio e di tutti i membri del Movimento. Ho, poi, avuto modo di informarlo che eravamo di vari Paesi, cristiani e musulmani, tutti legati da questo spirito di fratellanza universale. Mi è sembrato importante mettere in evidenza anche che una serie di incontri di questo tipo hanno potuto svolgersi proprio in Giordania grazie allo spirito di apertura e tolleranza che caratterizzano il Paese». Quale è stata la reazione di re Abdullah II? «Mi ha chiesto ‘E noi cosa possiamo fare per continuare questo lavoro?’. Ha espresso la sua preoccupazione per la situazione nella regione, per le grandi sfide e non ha nascosto la sua preoccupazione per le comunità cristiane. Soprattutto, però, mi ha detto che dobbiamo affrontare insieme questa crisi e queste incertezze».
Ci sono stati accenni alla sua recente visita a Papa Francesco? «Ho comunicato al re la nostra gioia nel vedere le sue foto con il papa sui giornali e vari organi di stampa. E lui subito ha sottolineato che si è trattato di una delle visite più belle che ha fatto in questi anni. E riferendosi al papa mi ha detto: ‘Abbiamo sentito di essere fratelli’». E alla conclusione della visita? «Da parte mia l’ho ringraziato perché il fatto stesso di avermi ricevuta ha dato visibilità a questa nostra presenza qui. Da parte sua, mi ha detto che in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo possiamo rivolgerci a lui. ‘Chiedete qualsiasi cosa e siamo a vostra disposizione. Sono vostro fratello e mi metto a vostra disposizione’». Dall’inviato Roberto Catalano Fonte: Città Nuova online (altro…)
27 Ago 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Nella cittadella argentina dei Focolari, dal 18 al 19 agosto, 70 ebrei e cristiani hanno vissuto due intense giornate di studio e di dialogo, in occasione della XVII Giornata della Pace. Il tema di quest’anno: “L’amore al prossimo nella tradizione ebrea e nella tradizione cristiana”. Hanno aperto i lavori le testimonianze presentate da 6 ebrei e 3 cristiani, i quali erano stati ad un incontro interreligioso organizzato dai Focolari a Castelgandolfo (Roma), nel maggio scorso. Le loro esperienze hanno evidenziato gli importanti passi in avanti nella reciproca comprensione.
Qual è il segreto del successo e della continuità di queste Giornate della Pace? A dire dagli stessi partecipanti: “lo spazio di scambio sincero che si crea, dove regnano l’affetto ed il reciproco rispetto, dove si è certi della fiducia, dell’ascolto e dell’accoglienza degli altri”. I momenti salienti sono stati tanti. Primo tra tutti il ricordare l’incontro avuto con Papa Francesco che ha suscitato grande emozione. Lidia Erbetta, focolarina teologa, e la rabbina Silvina Chemen della comunità Bet El, hanno proposto, poi, lo studio del testo tratto dal capitolo 4 del Libro della Genesi. Si tratta del noto racconto di Caino e Abele, e della fatidica domanda: “Dov’è tuo fratello?”. Erbetta e Chemen hanno proposto una dinamica di gruppo sullo stile della “hevruta”, cioè lo studio fra uguali, secondo la tradizione della scuola talmudica per l’analisi dei testi biblici. Una hevruta che – questa volta – non si è svolta fra due, bensì fra sei membri: uno studio di gruppo e di comunione, con una riflessione finale molto interessante degli espositori.
Lo schema si è ripetuto il giorno seguente: questa volta con Francesco Canzani, dei Focolari, ed il rabbino Ernesto Yattah, sul testo del vangelo di Marco 12, 28-33; il brano evangelico dove Gesù ricorda che ciò che più conta è amare Dio ed il prossimo. La Giornata si è conclusa con la benedizione attorno all’olivo, tratto da Nazareth 15 anni fa da un amico ebreo, Ignazio Salzberg. Quest’albero è diventato un simbolo del dialogo ebreo-cristiano nell’ambito della cittadella Mariapoli Lia. Anche quest’anno, a detta di molti, si è creato quell’entusiasmo, frutto di un dialogo rispettoso, che porta come conseguenza il proposito di riviverlo nel contesto sociale dove ciascuno opera quotidianamente. (altro…)
26 Ago 2013 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Al limite orientale del Mediterraneo, punto di incontro di Asia, Europa ed Africa, il Medio Oriente è stato la culla di grandi civiltà e delle 3 religioni monoteiste. Per millenni i popoli di queste terre hanno esercitato un influsso notevolissimo sull’Asia minore e sull’Europa mediterranea. Egiziani, Assiri, Babilonesi, Ittiti, Fenici, Persiani, Greci, Arabi, Turchi hanno lasciato un’impronta incancellabile con la loro cultura, la loro arte, le loro religioni. È in quest’area che sono nate le tre fedi monoteiste: L’ebraismo, il cristianesimo, l’Islam; ed è qui che sorge la città Santa (delle 3 religioni), Gerusalemme. Giordania, 27 novembre 1999. Una data che resterà per tutti gli appartenenti ai Focolari di queste terre un giorno impossibile da dimenticare. La fondatrice Chiara Lubich, in visita in Medio Oriente, incontrò ad Amman un migliaio circa di membri del Movimento. Provenivano da più di 20 paesi (del Medio Oriente e anche oltre), alcuni con più di venti ore di pullman, altri in auto e in aereo, superando ostacoli inimmaginabili. Un migliaio di persone in rappresentanza di circa 25.000 aderenti del Movimento presenti in quelle terre. In quell’occasione, davanti a questa folla in festa, Chiara disse: “È meraviglioso stare con voi. Siamo tanti popoli ma un sol popolo qui in questa sala”.
E due giorni dopo, il 29 novembre, durante la VII Assemblea della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace (WCRP), riunita sempre ad Amman, nel suo intervento la fondatrice dei Focolari presentò “l’arte di amare” (con le sue caratteristiche di amare tutti senza distinzioni, prendendo l’iniziativa, entrando nella “pelle dell’altro”, sapendo che ogni donna e ogni uomo è fatto a immagine di Dio), come una via efficace per costruire la pace fra le persone e fra i popoli. Giordania, 28 agosto 2013. L’attuale presidente dei Focolari, Maria Voce, insieme al copresidente Giancarlo Faletti, sono attesi sempre ad Amman dalla comunità dei Focolari in Giordania. Un viaggio che si protrarrà fino al 7 settembre e che, se pur preparato da tempo, oggi riveste un carattere importante e delicato a causa degli ultimi dolorosi eventi che hanno investito la regione, l’Egitto in particolare. Sempre all’Assemblea della WCRP del ‘99, Chiara Lubich affermò: “Siamo qui perché siamo convinti che, nonostante tutto, la pace sia possibile, anzi sia il solo cammino praticabile per un futuro degno dei più alti valori umani”. Forse possono essere, queste parole, la miglior chiave di lettura della prossima visita della presidente dei Focolari in Giordania. (altro…)