19 Mag 2014 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Finalmente riusciamo a farci vivi, prima di tutto per ringraziare tutti per le preghiere che ci sostengono in questo momento critico del nostro Paese». Comincia così la lettera di Friederike e George, della comunità dei Focolari in Nigeria, arrivata a pochi giorni dal precipitare degli eventi nel loro Paese. «Le due bombe esplose ad Abuja – in un posto molto popolato dal quale anche tanti di noi devono passare ogni giorno – e il rapimento delle studentesse a Borno, hanno portato una nuova onda di dolore e di disperazione nel popolo nigeriano. Le reazioni della popolazione sono varie: paura, rassegnazione, rabbia, vendetta…». Ma la loro testimonianza parla di pace: «Soffriamo con le famiglie delle tante vittime. Cerchiamo di radicarci bene nella vita del momento presente, coscienti che nella fraternità universale sta la via per la Pace». «È stata una ‘coincidenza provvidenziale’ che, in mezzo alla confusione, stesse per cominciare la Settimana Mondo Unito (1-11 maggio)». In questo periodo, annualmente, i Giovani per un Mondo Unito escono allo scoperto con attività pubbliche e visibili per sensibilizzare il maggior numero di persone al tema della pace, della solidarietà. Quest’anno è stato presentato l’Atlante mondiale della Fraternità.
E in Nigeria? «Con i giovani – continuano Friederike e George – insieme ai membri del Movimento dei Focolari sul posto, avevamo programmato varie attività sia ad Onitsha che ad Abuja e Jos. Ma, all’indomani dello scoppio della seconda bomba, ci siamo trovati con la comunità di Abuja e ci siamo chiesti se andare avanti ancora con la preparazione della Settimana Mondo Unito. All’unanimità abbiamo pensato che, ora più che mai, bisognava continuare a vivere per la pace e a dare speranza!» Così, il 4 maggio, al Millenium Park di Abuja, in 80 persone, musulmani e cristiani insieme, si è vissuta una giornata incentrata su “Accoglienza e fraternità”. Uno stop alle ore 12 per il Time Out: un momento di preghiera per la pace. Ad Onitsha, nella stessa settimana, i giovani hanno svolto una giornata di lavoro in un orfanotrofio, un’altra giornata al mercato con pulizia dell’ambiente e un breve programma per convocare tutti alla giornata conclusiva. «Con i membri dei Focolari – scrivono ancora – ci impegniamo con nuova fede nella preghiera del Time Out per la pace; ci siamo organizzati per inviare a tutte le nostre conoscenze, alle ore 11,55, un promemoria via SMS. Ancora, ogni settimana inviamo via SMS a migliaia di persone (prendendo numeri di telefono di vari regioni del Paese), una frase che invita a vivere per la pace. Un modo per dare un contributo alla maturazione dell’opinione pubblica verso una cultura del rispetto dell’altro». (altro…)
16 Mag 2014 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria

© Foto: AFP
«Per la nostra piccola comunità variegata – ci scrivono – , composta di cristiani di varie Chiese e di musulmani, è il momento della preghiera, della solidarietà, della condivisione della sofferenza di questi fratelli e sorelle. E di affidare a Dio, ancora una volta, con fede, il futuro di questo nostro Paese. Anche Papa Francesco ha pregato “per la miniera in Turchia, e per quanti vi si trovano intrappolati nelle gallerie” e ne è stata data comunicazione nel Paese, con sentita riconoscenza». Sono 282 le vittime finora ufficialmente accertate, ma il numero potrebbe ancora salire (e forse è molto più alto). Il sovrapporsi di due turni di lavoratori proprio nell’ora di avvicendamento ha purtroppo raddoppiato il numero degli uomini rimasti nelle profondità della miniera di carbone di Soma, a 120 km da Smirne, in cui è avvenuta l’esplosione di due giorni fa. Almeno un’ottantina i feriti, quando ancora diverse decine di lavoratori mancano all’appello. Il governo ha decretato tre giorni di lutto nazionale per quella che è la peggiore tragedia industriale avvenuta in Turchia. Colpiscono profondamente le immagini che provengono dal luogo del disastro, in particolare la dignità di questa gente, abituata a un lavoro durissimo dei suoi uomini e ragazzi, anche giovanissimi. Un minatore, appena uscito dal tunnel viene aiutato a salire sulla lettiga dell’ambulanza: “Devo togliermi gli stivali?”, chiede, nel timore di sporcare il lenzuolo bianco. Il Paese è in protesta: troppo frequenti questi disastri sul lavoro, e anche stavolta i dati, i contorni e le implicazioni di quanto è avvenuto sembrano essere piuttosto confusi, mentre il governo riesce male a dar l’immagine di una reale preoccupazione e vicinanza al popolo. Il numero delle morti bianche in Turchia ha un triste primato: secondo i sindacati 5000 sono state le vittime sul lavoro nel 2013, il 19% dei quali all’interno delle miniere. La Turchia è il primo paese europeo per incidenti sul lavoro e il terzo a livello mondiale. Il disastro poi sopraggiunge in un momento estremamente delicato della vita sociale e politica in Turchia, dopo che le ultime elezioni amministrative hanno visto di nuovo in testa il partito di Erdogan e ci si prepara alle presidenziali del prossimo agosto. La tensione dai tempi di piazza Taksim dello scorso giugno è latente e così esplode di nuovo la protesta. I sindacati hanno indetto un giorno di sciopero generale, cosa rara in questo Paese, dove la difesa dei diritti dei lavoratori ha molta strada da fare. «Il vescovo della Chiesa latina cattolica di Istanbul – concludono –, ha espresso con un messaggio alle autorità la partecipazione al dolore della Nazione e la vicinanza alle famiglie delle vittime». Fonte: Movimento dei Focolari (altro…)
15 Mag 2014 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Sudest europeo, un mosaico di popoli. In Serbia, Paese a maggioranza ortodossa, sussistono villaggi cattolici soprattutto vicino alla frontiera con l’Ungheria, dove convivono serbi e popoli di origine magiara, ma anche minoranze come zigani e ruteni.
Don Nagy Jozsef ha conosciuto la spiritualità dell’unità nel 1978. Quando gli sono state affidate le parrocchie di Szenta e Gornji Breg (al confine con l’Ungheria) ha iniziato il suo ministero cercando di vivere il Vangelo e aiutando altri a viverlo.
La sua testimonianza: «Dopo il crollo del comunismo e durante le guerre nei Balcani, crescendo la disoccupazione e la crisi economica, tutte le fabbriche hanno chiuso. La gente si è trovata sempre di più in condizioni di povertà. Un gran numero di bambini sveniva a scuola, conseguenza della sottonutrizione: non mangiavano da 2-3 giorni! All’inizio gli insegnanti portavano qualcosa da casa, ma poichè neanche loro avevano da mangiare, il comune si è rivolto a me. Così si è sviluppata la Caritas. Dapprima un pasto caldo per 50 bambini, che presto sono diventati il doppio. Poi, si sono aggiunti anche degli adulti.
Da 20 anni funziona così una cucina popolare che offre un pasto caldo da lunedì a venerdì, a 520 persone. Li portiamo in tre scuole per bambini bisognosi, nel soggiorno diurno degli anziani e a chi è solo e ammalato. Questa cucina si sostiene unicamente con la “provvidenza”: Dio interviene attraverso la generosità di tanti. Le difficoltà non mancano. Varie volte siamo stati sul punto di doverla chiudere, ma il volto di Gesù abbandonato che grida in queste persone, ci dà sempre nuovo coraggio di continuare, credendo nell’Amore di Dio.
Le persone coinvolte in questa esperienza evangelica crescono sempre di più. Si comunicano le esperienze, condividono gioie e difficoltà. Racconta Varga Jozsef, diacono permanente, sposato, quattro figli: «Il nostro gruppo – costatiamo – copre tante attività in entrambe le parrocchie, portandovi lo spirito di unità. Questo si sperimenta soprattutto quando si riescono a prendere decisioni unanimi. Qualcuno di noi è nel consiglio pastorale, catechista o nell’ufficio parrocchiale. Altri si occupano della chiesa, del cimitero, di opere di carità. Uno fa l’autista, un altro il fornitore responsabile della mensa popolare. Altri ancora aiutano nella distribuzione dei pasti».
Eva è infermiera, responsabile dell’assistenza domiciliare a circa 100 persone anziane e ammalate: «Cerco di organizzare il lavoro – racconta – mantenendo vivo il rapporto sia con i colleghi che con gli ammalati e mi è di grande aiuto la Parola di vita. Le persone da visitare sono molte e il tempo è sempre poco. Spesso sono tentata di sbrigarmi velocemente. Ma scopro che per queste persone è importante essere ascoltate, consolate. La consapevolezza che dietro di me c’è la nostra comunità mi sostiene e mi dà coraggio». Conclude don Nagy: «Queste esperienze ci fanno sperimentare la forza che possiede la comunità parrocchiale in quanto continuamente tendiamo a rinnovarci e a rinnovarla vivendo l’amore scambievole. Costatiamo che quando Gesù è presente, è Lui che emana la Sua Luce nelle nostre periferie». (altro…)
14 Mag 2014 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Nella cittadella Arco Iris, in apertura della Settimana Mondo Unito, i ragazzi e le ragazze, provenienti da tutto il Portogallo, sono stati accolti dalla banda del paese e da una ventina di gruppi che hanno animato il pomeriggio con svariate attività: dallo judo, alla musica – con tanto di canzoni composte appositamente per l’occasione -, alla danza, senza tralasciare una nota di internazionalità con i suonatori di gamelao – tipico strumento indonesiano – e 90 ballerini da Capo Verde. Oltre ai media – hanno dato copertura all’evento due canali televisivi, radio e giornali – sono state coinvolte le autorità civili. Erano presenti il presidente e il vicepresidente della regione, il sindaco della città, mentre numerosi sacerdoti hanno accompagnato i giovani delle loro parrocchie. Tra questi il responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Lisbona.
Non sono stati però solo i Focolari a dare il loro contributo: oltre 20 tra gruppi e associazioni hanno messo il loro tassello all’Expo della fraternità: una piccola mostra «dal vivo» dell’ United World Project in cui i partecipanti erano chiamati a condividere le loro esperienze sul tema. Un parlamentare, un musicista, un attore, uno scienziato e un sindaco hanno messo a disposizione le proprie competenze. Cinque i capitoli del programma della giornata attraverso i quali, tra testimonianze, musica e coreografie, è stato esplorato il tema della fraternità: «Cos’è?», «Perché?», «Come?», «Sempre?» e «In rete», presentando come questa nuova cultura si estenda a tutti i settori, dall’arte all’economia. Particolarmente significativa è stata infatti l’intervista all’economista Luigino Bruni. I workshop che sono seguiti hanno invitato i giovani ad impegnarsi in maniera più attiva nella società per costruire un mondo solidale, come testimoniano le impressioni lasciate da alcuni di loro: «Cambiare il mondo dipende da noi: è la certezza più forte che mi porto via. Grazie che ci avete dato la vostra esperienza, perché se abbiamo la chiave per affrontare le difficoltà allora è davvero possibile il Mondo Unito». «Questo incontro è stata la mia prima esperienza con i Giovani per un Mondo Unito. Sono affascinata da questo spirito di condivisione, di aiuto reciproco, di amore vero che ho avuto la possibilità di conoscere e di vivere. Mi porto via una vita nuova!». «In un tempo segnato dall’individualismo e dal disinteresse, è bello vedere che ci sono tante persone che lottano per un mondo migliore e non si fermano anche davanti alle avversità. Oggi ho capito che la fraternità è davvero alla portata di ciascuno, si attua nel quotidiano. Dipende anche da me “prendere il mondo” e cercare di cambiarlo».
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9 Mag 2014 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Costruisce ponti in Europa con passi di riconciliazione, intessendo amicizie oltre le frontiere. Ne è nata una corrente di speranza ispirata al Vangelo….”: questa la motivazione del Premio Europeo di St.Ulrich, ricevuto dal Comitato d’Orientamento di Insieme per l’Europa il 3 maggio a Dillingen, storica città della Baviera (Germania). Insieme per l’Europa riunisce 300 Movimenti e comunità cristiane e si impegna per la riconciliazione e l’amicizia fra i popoli europei. Vi partecipano cristiani cattolici, evangelici-luterani, evangelici-riformati, ortodossi, anglicani e cristiani appartenenti alle chiese libere. I premiati e i rappresentanti di 50 Movimenti e Comunità sono accolti dalle autorità civili e religiose: il sindaco Kunz, il vescovo cattolico Zsarda di Augusta e il vescovo regionale evangelico Grabow, oltre a personalità dell’economia e della cultura della regione. La laudatio è tenuta dal brasiliano card. João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per la vita consacrata, venuto da Roma: «Vedo con gratitudine la testimonianza ecumenica del cammino di Insieme per l’Europa. In esso si aprono luoghi sempre nuovi nei quali è possibile incontrarsi fraternamente, generando l’amore reciproco tra le Chiese e aprendo così nuovi approcci a ciò che ancora ci divide».

Card. Joao Braz de Aviz e Landrat Leo Schrell
La fondazione europea St.Ulrich nasce nella città di Dillingen (Baviera occidentale) nel 1993 in occasione dei 1000 anni dalla canonizzazione del vescovo Ulrico. Il suo fine è la promozione dell’unità d’Europa nella tradizione occidentale. Il presidente del consiglio di amministrazione, il vescovo di Augsburg, mons. Konrad Zdarsa, ha presieduto la cerimonia religiosa insieme al collega evangelico-luterano, vescovo Michael Grabow. Personalità già insignite del premio sono l’ex cancelliere della repubblica federale tedesca, Helmut Kohl, l’ex presidente della repubblica tedesca Roman Herzog, l’ex presidente polacco e premio Nobel per la pace, Lech Walesa, l’ex arcivescovo di Praga cardinale Miroslav Vlk, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Il presidente della Fondazione St. Ulrich, Landrat Leo Schrell: «La varietà impressionante dei movimenti coinvolti rende evidente che l’intuizione di Insieme per l’Europa è sostenuta da persone di varie Chiese e di varia provenienza, che hanno un unico scopo: contribuire all’unità europea”. Secondo Schrell questo cammino «è capace di indicare una strada verso il futuro». Con la somma della donazione (10.000 €) sono programmati aiuti a giovani dei Paesi dell’Est Europeo, affinché possano partecipare alle iniziative di Insieme per l’Europa, in particolare al prossimo congresso 2016. Gerhard Proß (dell’YMCA di Esslingen), come rappresentante del comitato d’orientamento di “Insieme per l’Europa” ha ringraziato per l’onorificenza. Il premio è considerato un incoraggiamento a continuare il lavoro: contribuire alla scoperta della ricchezza della molteplicità europea, in questo momento storico in cui si assiste al risorgere di nazionalismi: “Il futuro dell’Europa è nell’Insieme”. (altro…)