Nov 27, 2012 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nadia e Kadija sono di due città del Nord Italia. I loro volti rivelano tradizioni etniche, religiose e culturali diverse. Italiana di nascita e tradizione cristiana la prima, musulmana tunisina la seconda. La loro esperienza di integrazione è nata sui banchi di scuola e ha portato a risultati insperati. Fra questi, la tesi di laurea di Nadia in Scienze politiche, sulle donne musulmane, con un approfondimento sulla questione del velo. La loro è solo una delle esperienze raccontate il 25 novembre a Brescia, dove si sono dati appuntamento circa 1300 cristiani e musulmani per una giornata dal titolo “Percorsi comuni per la famiglia”, promossa insieme da Movimento dei Focolari e da varie associazioni e comunità islamiche.
Si è trattato di uno sviluppo dell’esperienza vissuta nella cittadella di Loppiano nell’ottobre 2010, quando 600 fra musulmani e cristiani di varie parti d’Italia, si erano incontrati per un momento di riflessione su percorsi comuni di persone di fede e tradizioni diverse. Il “laboratorio Brescia 2012” dice che il cammino verso la fratellanza universale tra persone di diverse religioni, a cui Chiara Lubich spronava decine di anni fa, ha fatto un balzo in avanti. Emerge, infatti, come siano ormai molte le esperienze che favoriscono l’integrazione, e che stanno formando generazioni al dialogo. Nel corso di una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato due imam, Kamel Layachi di Treviso e Youssef Sbai di Massa, si sono toccati i problemi quotidiani che le famiglie di entrambe le estrazioni devono affrontare. Maria Voce, in Francia per le Settimane Sociali, si fa presente con un messaggio in cui assicura la sua preghiera “a Dio Onnipotente e Misericordioso” affinché benedica “questi ‘percorsi comuni’ perché mettano in luce il contributo considerevole che le comunità di credenti … possono dare al tessuto sociale lì dove si trovano”. “Sono come germogli nuovi – continua – che fanno sbocciare il senso di famiglia, creando convivenze armoniose tra i cittadini, nel pieno rispetto dei diritti e dei doveri, al di là delle differenze di cultura e di religione”.
Si è trattato di un evento realizzato con momenti di meditazione sul valore della famiglia nella tradizione islamica ed in quella cristiana, con esperienze vissute sul territorio e nel quotidiano, con momenti artistici. Fra questi particolarmente toccante quello condotto da Harif Abdelghani, marocchino, che con un canto popolare ha coinvolto tutti i presenti. E poi la festa animata in sala dai 130 bambini e ragazzi con danze e canzoni preparate al mattino; e ancora l’intensità e l’affluenza ai momenti di preghiera collettivi, distinti per cristiani e musulmani. Ci si è confrontati su alcuni aspetti del problema delle migrazioni, tenendo conto sia di chi deve affrontare i traumi di viaggi, l’incognita di trovare una casa, un permesso di soggiorno, un lavoro, di dover imparare una lingua diversa, e che spesso ha provato la discriminazione, la paura, il dubbio, il sospetto; sia di chi vede arrivare accanto alla porta di casa volti nuovi e nuovi modi di parlare, vestire, mangiare, comportarsi, e deve affrontare la novità culturale. Problemi affrontati “a partire da Dio”: è la sua presenza nella vita delle persone e delle famiglie che può davvero cambiare le cose. Dai rapporti interpersonali all’interno del gruppo famigliare a quelli con il mondo esterno, i vicini, colleghi di lavoro e compagni di studio. Soprattutto, la presenza di Dio può portare a scelte importanti comuni: “Partiamo da qui – afferma l’imam Layachi in conclusione – con la promessa che cristiani e musulmani facciamo insieme davanti a Dio: essere servitori del bene comune nei nostri quartieri, nelle nostre città, nel nostro Paese”. Fonti: Città Nuova online Servizio Informazioni Focolari Italia (altro…)
Ott 28, 2012 | Dialogo Interreligioso, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Durante la visita alle famiglie di Loppiano
Il Rev. Saito dell’Associazione buddista Rissho Kosei-Kai insieme alla moglie Hiroyò e alla Sig.ra Erikò sono stati quest’anno in Italia per un viaggio ricco di appuntamenti ed incontri, iniziato al centro Famiglie Nuove del Movimento dei Focolari. L’impegno della Rissho Kosei-Kai nel campo della famiglia si muove in particolare sintonia con le finalità di Famiglie Nuove, con cui collaborano da diversi anni: “Io appartengo alla Rissho Kosei-kai. Tra gli insegnamenti cui essa si ispira ce n’è uno che dice così: noi membri vogliamo impegnarci per costruire la pace nel mondo, nello Stato, nella società, nella famiglia. Mi ricordo che anche Chiara Lubich ha detto che dalla famiglia comincia la società, per cui è importante praticare l’amore, viverlo innanzitutto nella famiglia che è la realtà più vicina a noi; poi nella società che è fatta di tante famiglie, poi nello Stato, poi nel mondo. In quest’ordine possiamo costruire la pace. Possiamo dire che la famiglia è sostanzialmente un apporto d’amore al mondo“.
Un appuntamento particolarmente importante in questo viaggio è stata l’udienza con Papa Benedetto XVI; il Rev. Saito così ricorda quel momento: “In Giappone sono successi grandi disastri, come lo tzunami dello scorso marzo, per questo tante persone sono morte, tanti hanno perso la famiglia, la casa e il lavoro. Il Papa ha fatto un appello chiedendo di pregare per il Giappone e credo che ciò abbia mosso profondamente il cuore di tante persone nel mondo. Ho potuto dirgli che i giapponesi non dimenticheranno mai le sue parole e gli ho espresso la mia personale, profonda gratitudine. Benedetto XVI ha sorriso e mi ha stretto la mano con tanta gentilezza. Questo mi ha fatto comprendere quanto amore vive nel suo cuore“. 
Ad Assisi
Importante per il Rev. Saito è stata anche la visita ad Assisi: “Le parole di Dio – Buddha diventano reali perché ci sono state persone che le hanno messe in pratica. Così è per le parole di Gesù. ‘Amatevi l’un l’altro come ho amato voi’, ‘Qualunque cosa avete fatto al più piccolo l’avete fatta a me’. Queste parole di Gesù sono diventate per noi concreti insegnamenti da vivere proprio perché c’è stata la testimonianza di san Francesco“. La conoscenza personale e la grande stima che il rev. Saito ha per Chiara Lubich lo ha portato infine a recarsi personalmente a visitare la sua casa: “Quando siamo entrati nella stanza dove aveva vissuto gli ultimi momenti della vita, davanti al suo letto, la focolarina che ci faceva da guida ci ha detto che nell’ultimo periodo Chiara aveva voluto rileggere tutti i Vangeli per verificare se aveva cercato di mettere in pratica tutte le parole di Gesù. Avuta questa conferma, Chiara è partita per il cielo. Io vorrei vivere la fede come l’ha vissuta Chiara, seguendone l’esempio“. (altro…)
Set 11, 2012 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
“Se ciascuno di noi s’impegnasse a comunicare almeno a cinque giovani quanto abbiamo vissuto in questi giorni qui a Budapest, allora forse potremmo davvero cambiare il mondo”. Lo ha detto con coraggio e con determinazione un giovane musulmano palestinese di Gerusalemme, che ha concluso: “Non dimenticate di pregare per la situazione in Palestina”. Gli ha fatto eco un algerino, anche lui musulmano: “Se è stato possibile vivere in questi giorni con giovani di etnie, culture, lingue e religioni diverse allora lo può essere anche negli ambienti da dove veniamo”. Sono alcune delle voci a caldo, a conclusione dell’ultima mattinata del Genfest dedicata al mondo del dialogo interreligioso. Tra i protagonisti dell’evento Genfest svoltosi allo SportArena, vi sono stati infatti giovani musulmani, buddisti ed indù che si sono impegnati, in prima persona, nello svolgimento della manifestazione. La domenica mattina, mentre i giovani cattolici partecipavano alla S.Messa cattolica in piazza Santo Stefano, i più di duecento giovani di varie Chiese hanno avuto modo di pregare nelle celebrazioni liturgiche secondo la propria appartenenza ecclesiale: Ortodossi – di 8 Patriarcati e Chiese – Copti-ortodossi, Anglicani, Metodisti, Battisti, Pentecostali. La Santa Cena che Luterani e Riformati hanno desiderato celebrare insieme era presieduta dal Segretario Generale del Sinodo della Chiesa riformata ungherese, pastore Zoltan Tarr. Per i fedeli di altre religioni si è offerto un programma alternativo che permettesse loro d’incontrarsi per scambiarsi esperienze di vita vissuta e di impegno nel dialogo.
Un incontro interreligioso che ha preso il cuore e la mente di tutti i presenti. Un momento speciale che ha rafforzato i ponti tra le diversità di religione e di cultura. Era moderato da un musulmano algerino, da un buddista giapponese e da una giordana cristiana. La sala ha offerto un vero caleidoscopio: i partecipanti, provenivano da USA, Uruguay, Giappone, Thailandia, India, Algeria, Libano, Israele e Territori palestinesi, Macedonia, Bosnia, Bulgaria, Francia, Italia e altri Paesi ancora. Fra loro ebrei, musulmani, buddisti mahayana e theravada, indù, una giainista, e rappresentanti della Tenri-kyo, una delle religioni nate nel Giappone del XIX secolo. Presenti anche alcuni giovani cattolici hanno voluto condividere questo momento con i loro amici. Il lavoro per i diritti umani di organizzazioni giovanili ebraiche nel laico Uruguay, l’impegno di giovani musulmani algerini e macedoni nel vivere la fratellanza nel quotidiano sui posti di lavoro e nelle università; azioni sociali con le organizzazioni gandhiane nel sud India: i rappresentanti delle diverse tradizioni religiose si raccontano quanto già fanno per costruire la pace e la fratellanza universale. Ci sono i giovani della Tenri-kyo, che spiegano come cercano di portare la gioia nel mondo; i Buddisti della Myochikai, con una proposta per l’educazione etica dei ragazzi attraverso una rete interreligiosa; e quelli della Rissho Kosei-kai, con le loro attività per la pace, fra cui la campagna “dona un pasto”.
Quasi due ore concluse con un minuto di profondo silenzio in cui ciascuno ha pregato in fondo al cuore con le parole e la sensibilità della sua fede per la pace nel mondo e l’impegno alla fratellanza, per essere davvero costruttore di ponti. Uscendo, due giovani ebrei dell’Uruguay hanno commentato: “Un’esperienza incredibile! Dobbiamo lavorare insieme per portare questo spirito dove ci troviamo”. Due giovani indù: “Non ci sono parole per dire cosa abbiamo vissuto in questi giorni”. Una buddista giapponese: “Ho trovato la forza di affrontare le situazioni difficili con amore” e grida insieme agli altri: “Let’s bridge!”
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Mag 30, 2012 | Dialogo Interreligioso, Spiritualità
Buddhisti di diverse tradizioni e cristiani animati dalla spiritualità di comunione si stanno incontrando da lunedì presso il Centro Mariapoli di Castelgandolfo. Il convegno (28-31 maggio), organizzato dal Movimento dei focolari in collaborazione con diverse organizzazioni buddhiste della Thailandia e del Giappone, propone una riflessione sulle rispettive Scritture e in particolare sui criteri e le modalità dell’interpretazione dei testi, con un accento particolare sulla messa in pratica nella vita quotidiana. Il simposio, il quinto in ordine di tempo dopo quelli che si sono tenuti nel 2004 e nel 2008 a Castelgandolfo e nel 2006 e 2010 rispettivamente a Osaka in Giappone e a Chiang Mai in Thailandia, raccoglie partecipanti provenienti da Thailandia, Sri Lanka, Giappone, Corea, Taiwan, Inghilterra, Usa, Svizzera, Austria e Italia. La varietà non sta solo nella provenienza geografica, ma anche in quella delle varie appartenenze. Fra i buddhisti, infatti, sono presenti monaci e laici della tradizione Theravada e di quella Mahayana, e fra i cristiani ci sono rappresentanti della Comunione anglicana e delle Chiese riformate. Nel corso degli anni, fra i partecipanti a questi convegni è venuta maturando una profonda fiducia reciproca, che permette ora di affrontare l’argomento delle Scritture con apertura e senza fraintendimenti. Si tratta di un esame che non vuole limitarsi al semplice confronto fra studiosi, sebbene gli interventi avranno un indubbio valore accademico. Il titolo stesso, infatti, indica che l’approfondimento dei testi è finalizzato alla loro messa in pratica per contribuire alla pace e all’armonia universale. Il convegno di Castelgandolfo vede anche la presenza di S.E. il card. Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, e della presidente del Movimento dei focolari, Maria Voce. di Roberto Catalano Fonte: Città Nuova online (altro…)
Mag 10, 2012 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Serenella Silvi accanto a Chiara Lubich all’uscita della moschea il 18 maggio 1997
«Un momento luminoso nel rapporto tra cristiani e musulmani». Così titola un giornale newyorkese nel dare la notizia di quanto avverrà proprio a New York il prossimo 20 maggio, nella Moschea di Malcolm Shabazz, con l’evento “Our Journey Towards the Excellence of the Human Family”. È il ricordo di quel patto senza precedenti stretto tra due leader: l’Imam W.D. Mohammed, e Chiara Lubich, di lavorare insieme per la realizzazione della fraternità nella famiglia umana. Approfondiamo quanto è successo allora, nel racconto di Serenella Silvi, testimone diretta di quegli eventi. Quel giorno ad Harlem, accanto a Chiara. «18 maggio 1997. Il ricordo di quel giorno rimarrà per sempre nella mia anima. Ero accanto a Chiara quando insieme abbiamo varcato la soglia della Moschea Malcolm Shabazz, entrambe col capo coperto dallo chador. La folla era tanta. Chiara si era preparata con grande impegno. Sentiva che stavamo per vivere un momento molto importante. Entrando l’atmosfera aveva qualcosa d’incredibile, poi durante il suo discorso era come se stesse parlando ad un gruppo di persone che conosceva da anni. Finito il programma, stavamo uscendo insieme, quando improvvisamente mi ha preso sotto braccio. “Vieni”, ha detto, “ho bisogno che tu traduca per me”. L’ho seguita nell’ufficio dell’Imam Izak-El M. Pasha, dove era appena entrato anche l’Imam W.D. Mohammed. “Imam Mohammed”, ha detto Chiara, “facciamo un patto, nel nome dell’unico Dio, di lavorare assiduamente per la pace e l’unità”. La risposta dell’Imam Mohammed è stata immediata. “Questo patto è suggellato per sempre”, ha detto. “Dio mi sia testimone che tu sei mia sorella. Io sono tuo amico e ti aiuterò sempre”. È stato un momento molto forte. Erano due grandi leaders che stavano rispondendo ad una chiamata di Dio, quella di dar vita ad un mondo di pace e di amore, e avevano compreso che, lavorando insieme, avrebbero contribuito a farlo diventare realtà. L’Imam Mohammed e Chiara Lubich provenivano da due culture e da due religioni molto diverse tra loro. Erano a conoscenza l’uno dell’altra, ma quel giorno si incontravano per la prima volta di persona. Nell’invitare Chiara, l’Imam aveva compiuto un grande atto di fiducia, sicuro che lei sarebbe stata in grado di aiutare la sua gente.
Lasciando la stanza, ho tentato di accompagnare Chiara al piccolo ascensore che poteva portarci all’uscita dal terzo piano della moschea dove ci trovavamo. Ma Chiara ha rifiutato. “Lasciami camminare tra queste persone”, ha detto. Già amava i sostenitori dell’Imam W.D. Alcuni di noi, con lei in macchina, commentavano quell’evento quando, d’un tratto, Chiara ha chiesto carta e penna. Voleva scrivere al Movimento dei Focolari nel mondo, che quel giorno era successo qualcosa di importante. Stava cercando le parole adatte, quando le vennero in mente alcune espressioni dei Gen 3, i giovani del Movimento, usate per descrivere il loro recente congresso: “È stato super… è stato mega!”. Imam Pasha aveva preparato l’ambiente con tanta cura e, in seguito, ha continuato a mantenere viva nella sua comunità la realtà vissuta. Da quel giorno in poi, ogni volta che visitavo la Moschea, avevo l’impressione che chiunque incontrassi per la strada sapesse di Chiara, cosa era successo e ci riconoscesse come suoi seguaci. Ci chiedevano sempre come stava, cosa stava facendo, dove viaggiava. Un momento di Dio! Anzi, un grande momento di Dio! Non capita tutti i giorni, e sento che dobbiamo far di tutto perché continui attraverso la nostra vita, per portare avanti i frutti di unità che questo incontro ha generato». Di Serenella Silvi Già editore della rivista americana Living City, Serenella Silvi nel 1997 era co-responsabile del Movimento dei Focolari della regione della Costa Orientale degli Stati Uniti . (altro…)