5 Mag 2014 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il Movimento dei Focolari esprime la propria sentita vicinanza all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini per la dipartita di P. Casimiro Bonetti. La Provvidenza di Dio ha voluto legare la sua persona agli albori del Movimento dei Focolari. Fu lui, infatti, che il 7 dicembre 1943, accolse la consacrazione a Dio di Chiara Lubich. Fu lui che in diverse circostanze si rivelò strumento di Dio.Si pensi alla risposta data a Chiara, avendone colto la generosità: “Si ricordi signorina: Dio la ama immensamente!”. O al pensiero da lui espresso il 24 gennaio 1944 a proposito del momento più doloroso della passione di Gesù, che a suo parere era da individuare quando Egli gridò: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46). Tali affermazioni, di cui egli stesso si è poi stupito riconoscendole frutto dell’agire dello Spirito Santo, hanno avuto nell’anima di Chiara Lubich una risonanza particolare. Grazie al carisma da Dio a lei donato, esse, insieme ad altre intuizioni da lei avute, sono divenute nel tempo fondamenti della spiritualità dell’unità che anima la vita del Movimento dei Focolari. Conservando vivo il ricordo di P. Casimiro Bonetti, insieme a quanti in diverse maniere fanno parte del Movimento dei Focolari, assicuro la comune preghiera per lui con gratitudine e riconoscenza. Maria Voce Presidente del Movimento dei Focolari (altro…)
5 Mag 2014 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dal 23 al 26 aprile, nella cittadella di Loppiano, un centinaio di giovani consacrate e consacrati, provenienti da 36 nazioni e appartenenti a 56 famiglie religiose, si sono ritrovati attorno al motto: Sì! Scegliamo il Vangelo! Un meeting preparato con entusiasmo da tempo, in vista dell’anno 2015 dedicato alla vita consacrata, ma anche quale tappa di un cammino che, al di là della diversità dei carismi, è condiviso da quanti hanno messo la loro vita alla sequela del Vangelo. Prima giornata: dedicata ad un approfondimento teologico (curato da p. Alessandro Clemenzia, docente di teologia Trinitaria), con momenti di confronto, dialogo, condivisone delle proprie esperienze di vita e incontro con gli abitanti di Loppiano. Visita alla cittadella, Messa nel Santuario, cena nelle comunità-focolari e nelle famiglie. Quattro le sfide affrontate nei workshop del secondo giorno: rapporto tra Vangelo, studio e vita; Vangelo e spirito di povertà; rapporti comunitari; Chiesa povera per i poveri. Visita all’Istituto Universitario Sophia e serata di festa con i giovani della cittadella.
L’ultimo giorno: dialogo a tutto campo con il Card. Braz de Avis, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. “Don João”, come ama farsi chiamare, ha espresso la sua gioia per la presenza numerosa di giovani. “Questa spiritualità di comunione” – ha sottolineato -, “deve entrare in tutti i carismi, essere l’anima di tutti i carismi” e occorre farlo “come esperienza vissuta”. E ha aggiunto: “Dalla gioia vostra e dalla luce che trovate, sentiamo che sta avvenendo” ed è importante ricordare che “un carisma è per la Chiesa, non per un gruppo. Abbiamo bisogno di seguire Gesù insieme…L’altro per me non è solo la mia grande penitenza ma è l’opportunità di sperimentare Dio: posso amare solo se sono vicino a qualcuno…”. E davanti alle difficoltà che questo cammino incontra, occorre – ha aggiunto -, scoprire e capire “il grido di Gesù sulla croce”, perché senza la misura del dare la vita che Gesù ci ha mostrato, “non arriveremo ad amarci”. Incoraggiati dallo stile familiare e diretto del cardinale, è seguito un dialogo partecipato e aperto che ha toccato le tante sfide che le comunità religiose si trovano oggi ad affrontare: “Come continuare l’esperienza sperimentata qui nelle nostre comunità? Come essere veramente liberi pur dentro una struttura e con i voti? Come non vivere da persone ‘ingessate’? Come crescere nello spirito di unità? Come guardare ai dolori delle nostre congregazioni e della Chiesa?, alcune delle domande dei giovani. Dirette anche le risposte Card. Braz de Avis: “Tornando in comunità, non parlare ma amare”; per essere liberi “tornare in Galilea – come dice papa Francesco -, dove Dio ci ha guardati negli occhi la prima volta” e coltivare una “libertà che parte dall’interno… tornando allo stile del Vangelo”. E ancora: “Dove c’è attaccamento al denaro, al potere… non c’è più Chiesa; dobbiamo entrare, come ci invita il Papa, nelle piaghe della Chiesa e dell’umanità… guardare al passato con gratitudine, al futuro con speranza e vivere il presente con passione…”.
Dopo aver aperto il cuore sul suo rapporto fraterno con papa Francesco, ha annunciato i vari appuntamenti per il 2015 e, in particolare, il Convegno mondiale per le/i giovani consacrati dal 23 al 26 settembre 2015, affermando che: “Il Papa vi ama e la nostra Congregazione è la vostra casa”. Più di due ore di immersione nella vita di una Chiesa che si interroga senza sconti sulla propria realtà e sulle sfide della quotidianità, una Chiesa che ha in papa Francesco un motore di un profondo e radicale rinnovamento che diventa stimolo e interpella ciascuno in prima persona, ogni comunità, famiglia, cellula sociale. Conclusione a festa insieme agli abitanti della cittadella raccolti nella celebrazione della S. Messa nel Santuario “Theotokos”, presente anche il Vescovo della Diocesi, mons. Mario Meini. (altro…)
29 Set 2013 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
http://vimeo.com/75647683 «Dopo gli studi di stilista, ho lavorato per vari anni nel settore dell’abbigliamento. La Provvidenza ha poi voluto che lavorassi in un’organizzazione umanitaria con una religiosa del Movimento dei Focolari. Insieme abbiamo portato avanti dei progetti di insegnamento di cucito, ricamo e come stilista per le donne sfollate, aiutandole così a trovare un lavoro per sostenere le loro famiglie. Nel settembre 2012 si sono iscritte al corso 45 donne appartenenti a tutte le diverse confessioni presenti nel Paese (sunnite, sciite, cristiane, alaouite, druse) e di vari orientamenti politici. Una cosa sola le accomunava: erano sfollate e avevano perso tutto. Le tensioni tra loro erano molto forti ed evidenti, rifiutavano persino di trovarsi nello stesso posto. Un giorno nella Parola di Vita ho trovato la risposta, che è risultata come un monito: se volevo fare la volontà di Dio “che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi” e ci ama senza far differenze, anche la mia carità non doveva fare differenze. La mia priorità era di trattare ognuna come una persona degna di rispetto; abbiamo visto che pian piano le donne hanno cominciato a salutarsi, a parlare l’una con l’altra, ad avere un certo contatto. Col passare delle settimane, queste donne hanno cominciato ad accettare le loro differenze e a sconfiggere le diversità che invece fuori, nel Paese, si accentuavano. Condividevano preoccupazioni e dolori ed è nato tra loro un rapporto di vero amore. Il giorno della festa di Ramadan, con mia sorpresa, le ragazze cristiane hanno preparato una piccola festa a sorpresa per le musulmane. Le musulmane hanno fatto lo stesso per Natale. Quando è stato lanciato il time-out per la pace in Siria, ho pensato di proporre questo momento di silenzio e di preghiera a tutte. Sono stata molto sorpresa il giorno seguente sentendo che i loro cellulari suonavano a mezzogiorno per ricordare proprio il time-out! Nel giugno 2013, nel giorno della consegna dei diplomi, alla presenza di membri dell’Associazione internazionale e dei rappresentanti della Mezzaluna Rossa, è stato chiesto loro quali fossero stati i momenti più difficili durante l’anno. Una, a nome di tutto il gruppo, ha risposto che era quello il giorno più difficile, perché era l’ultimo giorno nel Centro. “L’unico posto – diceva – dove riusciamo a respirare e che ci ha sempre aiutato ad andare avanti, mettendo la pace nelle nostre famiglie e nei nostri cuori”. (altro…)
28 Ago 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
“L’incontro con altri carismi è qualche cosa che mi affascina, e realizzarlo nei luoghi dove Chiara Luce Badano ha vissuto con radicalità il Vangelo, gli ha dato una sfumatura di novità e giovinezza”. Così scrive Alessandro, giovane religioso degli Oblati di Maria Immacolata, uno dei 22 giovani, che si sono dati appuntamento a Sassello, paese natale della giovane beata, dal 19 al 23 agosto. Il meeting “Di Luce in Luce – Chiara Luce per i giovani consacrati” è stato uno spazio per giovani religiosi e religiose di diversi carismi; un laboratorio in cui i partecipanti hanno scoperto ciò che li accomuna e si sono interrogati sulla loro vocazione, di volto giovane, della vita consacrata. Presenti da 7 congregazioni: Frati Minori, Oblati di Maria Immacolata, Suore Francescane dei Poveri, Missionarie di Santa Paola Frassinetti, Fratelli e Sorelle Francescane Missionarie, Piccoli Fratelli di Gesù Risorto di Nuovi Orizzonti e i Missionari della Gioia. “È stata un’esperienza forte – scrive Fra Andrea –; ci siamo lasciati ‘travolgere dallo Spirito’ che ci spingeva a far comunione tra i nostri carismi per far risplendere di nuova bellezza il volto giovane della Chiesa”. “Una splendida occasione di scambio, come giovane consacrata vicina alla spiritualità dei Focolari – commenta Suor Cinzia, delle Francescane dei Poveri –. Una ricchissima esperienza di comunione e un’ottima formazione, un’occasione per riflettere sulla santità del quotidiano cui tutti siamo chiamati. Ho veramente sperimentato che se tra diversi carismi si vive in relazione di amore e conoscenza reciproci, ci si avvicina a Dio”. L’incontro si è strutturato sulle tre parole che hanno costituito lo slogan della beatificazione di Chiara Luce: life, love, light.
Nella giornata Life, P. Theo Jansen, ha illustrato come la vita di Cristo, che anima la Chiesa, sia fiorita nei vari carismi e come li spinga ora alla comunione e all’amore reciproco. Nei laboratori ci si è interrogati su come i carismi rispondano alla missione di Gesù: «Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv. 10,10). Di fronte al disagio giovanile e alla crisi economica, due esperienze illuminanti: Matteo Zini (Nuovi Orizzonti), ha mostrato come il carisma della gioia, come vita in pienezza, porti la risurrezione negli inferi della strada (droga, alcool, prostituzione, delinquenza…); e Livio Bertola, imprenditore di EdC, come la vita del Vangelo rinnovi anche il mondo dell’economia. Alla sera, sfogo ai talenti: un simpaticissimo talent show, fatto di giochi, canzoni e cabaret. Nella giornata Love, Fra Andrea Patanè, ha parlato della scoperta dell’amore e delle sue implicazioni, così come intuito e vissuto da Chiara Lubich e dalle sue compagne; P. Jacopo Papi, ha cercato di attualizzare l’esperienza di Chiara Luce nella vita di giovani consacrati; e P. Donato Cauzzo, segretario del Prefetto della Congregazione dei Religiosi, ha evidenziato la forza dello Spirito che spinge i carismi alla comunione per far risplendere ancora di più il volto di Cristo.
Nella giornata Light, la testimonianza di Silvia, che ha vissuto l’esperienza gen con Chiaretta; di Lorenza, del gruppo delle famiglie nuove; e di Giuliano, barista, grande suo amico. Un momento forte: la visita a Sassello guidati da Simona, compagna di scuola di Chiara, e l’intenso momento di preghiera davanti alla tomba della giovane beata. Fra Andrea, dei Fratelli Francescani Missionari, riassume gli intensi 5 giorni vissuti insieme: “Un momento di Cielo, al di là di ogni aspettativa. Come ci hanno trasformati il Signore e Chiara Luce in questi giorni! E come era viva la comunione fra noi, pur nella diversità delle nostre chiamate!”. Sono partiti con questo desiderio di comunione, per portare a tanti la “fiaccola” che Chiara Luce ha voluto passare ai giovani. Prossimo appuntamento: Loppiano 2014. (altro…)
2 Lug 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Fin da piccolo – racconta frate Tarcisio Centis – ho potuto attingere dalla mia famiglia i valori cristiani nella specifica angolatura francescana. Proprio per questo, quando ho sentito la chiamata alla vita religiosa tra i francescani, ho risposto con entusiasmo. Il noviziato e gli studi teologici fatti ad Assisi — alle radici della vita di san Francesco—, mi hanno arricchito di una ulteriore luce e consapevolezza riguardo ai capisaldi della vita cristiana incarnati da Francesco. Durante gli studi teologici mi sono sentito attirato ad approfondire, in particolare, l’aspetto liturgico come valore fondante la vita cristiana: l’Eucarestia. La celebrazione eucaristica era veramente per me culmine e fonte di vita. Il contatto con la spiritualità di Chiara [Lubich] – prosegue – ha rafforzato in me la dimensione contemplativa, indicandomi nuove possibilità di vivere l’unione con Dio. Inoltre mi ha fatto riscoprire il valore del fratello come un “dono” (proprio come dice Francesco) visto sia nella sua individualità, che nella sua globalità e unità. E questo mi ha aiutato a sentirmi più Chiesa, nella fraternità conventuale e per l’aspetto missionario.
Dopo 12 anni di servizio nella missione in Indonesia, sono rientrato con l’esigenza di riposare e di ricaricarmi spiritualmente. Ho trascorso un periodo presso la Claritas di Loppiano — centro di spiritualità in cui religiosi provenienti da diverse congregazioni sperimentano l’unità nella diversità dei carismi — e ricordo che una sera a cena si è accesa una discussione molto forte con un altro missionario proprio sul valore della liturgia. Sono uscito dalla sala da pranzo col cuore agitato, e non riuscivo a tranquillizzarmi: sentivo quel fratello sempre più lontano. Poi è incominciato ad affiorare in me: “Come puoi dire di amare Dio che non vedi, se non ami il prossimo che vedi?”. Allora il fratello viene prima della liturgia? Sì, prima il fratello! Prima di andare a letto, l’ho cercato, sono riuscito a chiedergli scusa, ed ho ritrovato la pace; il nostro rapporto si è rafforzato. Ho capito, in quella circostanza, che la “liturgia del fratello” deve precedere la liturgia Eucaristica». Nel giugno 2012 fr. Tarcisio rientra per la seconda volta dall’Indonesia, dopo solo tre anni, a causa delle precarie condizioni di salute. Nuovamente soggiorna presso la Claritas. «Nel clima della cittadella – confida – pian piano riprendevo le forze fisiche ed anche quelle spirituali. Nonostante il clima sereno che respiravo, mi ritrovavo spesso a pensare alle difficoltà vissute in Indonesia con alcuni confratelli». «Il Padre Provinciale mi aveva detto di perdonare, ed io pensavo di averlo fatto, ma la radice di quella sofferenza era rimasta, e riaffiorava con qualche pensiero negativo… A volte ho sentito forte la tentazione di fuggire, per il contrasto che provavo tra l’ambiente in cui vivevo e questi sentimenti. Ho cominciato (…) a sforzarmi di amare Gesù in ogni fratello, fino a sentire una particolare unione con Dio. Giorno dopo giorno si sono sciolti dentro di me il rancore e la rabbia. È subentrata non solo una pace nuova, ma un rapporto con Dio più vero e più profondo, pieno di gioia». Adesso, pensando a quei fratelli, fr. Tarcisio non solo sente di aver perdonato, ma anche riconoscenza per essere stato “costretto” a percorrere la via proposta da Chiara che è la stessa proposta dal Concilio Vaticano II: il fratello via aperta ad ogni uomo. Fonte: Unità e Carismi, 1-2/2013. (altro…)