Movimento dei Focolari
Spiritualità dell’unità: la volontà di Dio

Spiritualità dell’unità: la volontà di Dio

Quale doveva essere l’atteggiamento da avere per dimostrare a Dio che era proprio Lui il centro di ogni loro interesse? Chiara Lubich e le sue prime compagne si domandavano in effetti come mettere in pratica il loro nuovo ideale di vita, Dio Amore. Apparve ben presto quasi ovvio: dovevano a loro volta amare Dio. Non avrebbero avuto alcun senso le loro vite se non fossero state ‘una piccola fiamma di questo infinito braciere: amore che risponde all’Amore’. E parve loro un grande e sublime dono quello di avere la possibilità di amare Dio, al punto che ripetevano spesso: «Non è tanto che si debba dire: “Dobbiamo amare Dio”, ma: “Oh! PoterTi amare, Signore! PoterTi amare con questo piccolo cuore”». Si ricordarono allora che nel Vangelo una frase non lasciava e non lascia scampo a chi voglia condurre una coerente vita cristiana: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli» (Mt 7,21). Fare la volontà di Dio, dunque, era la grande possibilità che tutte loro avevano di amare Dio. E così Dio e la sua volontà coincidevano. Scriverà Chiara: «Dio era come il sole. E a ciascuno di noi arrivava di esso un raggio: la divina volontà su di me, sulla mia compagna, sull’altra. Unico il sole, vari i raggi, anche se sempre “raggi di sole”. Unico Dio, unica volontà, varia per ciascuno, anche se sempre volontà di Dio. Bisognava camminare nel proprio raggio senza scostarsene mai. E camminarvi nel tempo che ci era dato. Non era il caso di divagare sul passato o fantasticare sul futuro. Occorreva abbandonare il passato alla misericordia di Dio, giacché non era più in nostro possesso; e il futuro sarebbe stato vissuto con pienezza allorché divenuto presente.

Chiara Lubich (al centro) a Tonadico con le sue prime compagnie

Solo il presente era in mano nostra. In quello, affinché Dio regnasse nella nostra vita, avremmo dovuto concentrare mente, cuore, forze, nell’adempimento della sua volontà. Come un viaggiatore in treno non pensa di passeggiare per la vettura, onde arrivare prima alla meta, ma, seduto, si lascia portare, così l’anima nostra, per arrivare a Dio, avrebbe dovuto compiere la sua volontà, con interezza, nel momento presente, perché il tempo cammina da sé. E non sarebbe stato estremamente difficile capire ciò che Dio avrebbe voluto da noi. Egli manifestava i suoi voleri attraverso i superiori, la Sacra Scrittura, i doveri del proprio stato, le circostanze, le ispirazioni… Minuto per minuto illuminate e aiutate dalla grazia attuale, avremmo costruito l’edificio della nostra santità; o meglio, facendo la volontà di un Altro – di Dio stesso – egli avrebbe edificato sé in noi. Dunque fare la volontà di Dio non significa solo “rassegnazione”, come spesso s’intende, ma la più grande avventura divina che possa toccare a una persona: quella di seguire non la propria meschina volontà, non i propri limitati progetti, bensì Dio, e realizzare il disegno che egli ha per ogni suo figlio; disegno divino, impensabile, ricchissimo. E il far la volontà di Dio è stata per noi la scoperta d’una via di santità fatta per tutti. La volontà di Dio, infatti, giacché la può vivere ognuno, in qualsiasi luogo, situazione o vocazione si trovi, può essere la carta d’accesso delle folle alla santità. Fare la volontà di Dio per amarLo è divenuto il secondo cardine della nostra spiritualità dell’unità». Nell’anno che si sta concludendo, proprio la volontà di Dio è stata al centro dell’attenzione di tutto il Movimento dei focolari che ha cercato di approfondirla in tutti i suoi aspetti, ma soprattutto di tradurla in vita. (altro…)

Spiritualità dell’unità: la volontà di Dio

Centinaia di “Gen4” in viaggio per il Brasile

«Dal 17 agosto al 5 settembre in Brasile si poteva notare un avvenimento straordinario: 470 Gen4 (bambini dai 5 ai 9 anni) e accompagnatori da più di 50 città del Brasile si sono messi in viaggio, a volte superando distanze anche di 2000 chilometri. Obiettivo: i loro Congressi Gen4, a Recife dal 19 al 21 agosto, nella Mariapoli Ginetta vicino São Paolo dal 26 al 28 agosto, e nei dintorni di Brasilia dal 2 al 4 settembre. Con fantasia e impegno i Gen4 si sono preparati con numerosi atti d’amore e raccogliendo i soldi per il loro viaggio: chi aveva venduto i propri giocattoli, organizzato un mercato di burattini, messo in piedi una piccola ‘azienda’, producendo e vendendo il pane ad amici e vicini di casa, o con  i risparmi e vari aiuti provenienti dai parenti o dalla comunità locale. Sono stati accolti da ambienti decorati da mille colori, da bellissimi fondali, danze eclown. La partenza è stata celebrata come uno slancio nella più grande avventura che esiste: scoprire la volontà di Dio! Ma come arrivarci? Iniziando della creazione abbiamo conosciuto Dio che si è manifestato lungo la storia sempre pieno d’amore e misericordia e anche noi facciamo parte di questa storia. Poi, attraverso il Suo dono più grande, Gesù, abbiamo conosciuto tanti episodi che ci mostrano come egli ha fatto la volontà di suo Padre. Questo ci ha fatto scoprire come lo possiamo imitare in ogni istante della nostra vita. Certo, per poter conoscere la volontà di Dio nell’attimo presente occorre aprire il proprio cuore e “fare pure un momento di silenzio per sentire la voce giusta”, così costatava un Gen4. Maria Voce aveva inviato un messaggio che è stato messo subito in pratica: dire sempre “sì” a Dio e portare la fiamma dell’amore di Gesù in tutto il mondo. Un grande parco giochi, attività varie, la cura delle stanze e della mensa, le esperienze di Chiara Lubich sulla vita del Vangelo messe in scena, davano la possibilità di diventare costruttori del congresso. Anche durante la S. Messa – momento dell’incontro con Gesù – i bambini vivevano da protagonisti con canti, scenette, e portando all’offertorio i loro atti d’amore. Ma ora lasciamo parlare i Gen4 che con le loro avventure hanno travolto tutti, piccoli e grandi».


Da Recife:

  • Gesù, io ti amo fino alla morte. Puoi sempre contare su di me e vorrei essere sempre fedele a te. Prometto di non tradirti mai, come ha fatto Giuda. Sono eternamente grato, perché hai dato la vita per tutti noi. Gabrie
  • Mi è piaciuto quando si è parlato della Parola di Dio, e così posso ricordarmi di aiutare di più la mia mamma, perché dentro il mio cuore vive l’uomo nuovo. Pedro
  • Gesù é il tesoro della mia vita, è il vero uomo della terra e di tutti noi. Abraão

Da Sao Paolo:

  • Ho aiutato il mio amico Rafael a portare la sua valigia fino alla stanza, perché lui è molto piccolo e non riesce a portarla. Dopo ho giocato con lui. Eduardo
  • Vorrei che tutta la mia famiglia fosse qui per vedere questo grande momento della mia vita. Matheus
  • Ho venduto 50 pacchi di biscotti per aiutare nelle spese dei gen 4 della mia città. Pedro

Da Brasilia:

  • Caro Gesù, non ti dimenticherò mai. Spargerò la gioia per il mondo e avrò tanta amicizia con i miei compagni. André
  • Ho lasciato ad un amico il mio posto sull´altalena. Ho diviso la merenda con un amico. Condivido le mie cose con gli altri e ho prestato i miei giochi … Ti voglio molto bene Gesù. Paulo
  • Signore, ti chiedo un po’ di soldi per poterli dare ai poveri. Carlos
  • Io so che alle volte non sono quel bambino che aiuta tutti, ma cerco di fare del mio meglio. Spero che tu mi capisca, il tuo caro gen4 André».

(Matthias Bolkart – Centro Gen4) [nggallery id=69] (altro…)

Spiritualità dell’unità: la volontà di Dio

Tra banchi di scuola e gare sportive: una bugia non detta

  «Eravamo più o meno a metà dello scorso anno scolastico, nel pieno delle attività extra-curriculari che la scuola organizza di pomeriggio, ma, per me che pratico l’atletica, anche nel pieno della preparazione per una stagione di gare che stava per cominciare. Da tempo la professoressa di italiano aveva organizzato un incontro con l’autrice di un libro che avevamo letto. A pochi giorni dall’appuntamento il mio allenatore mi propose delle gare da tenersi proprio nello stesso giorno dell’incontro letterario. Cominciò il dilemma tra le due scelte, tra cosa preferivo fare e cosa era giusto fare. Ho cercato di porre la mia attenzione, oltre che sulle mie sensazioni anche su di loro, di basare il mio comportamento sulle conseguenze che avrebbe avuto su queste due persone. Poiché nell’incontro con l’autrice non ero coinvolta attivamente in nessun ruolo oltre a quello di uditrice, decisi di andare alle gare. Fu, però, nel comunicare alla professoressa la mia futura assenza che la mia scelta di “cercare di amare” si sarebbe ripresentata più fortemente. Temevo, infatti, che potesse dispiacersi poiché teneva molto all’appuntamento, quindi, anche su suggerimento di alcune amiche, mi si presentò la proposta di inventare una scusa, una visita medica o un qualunque altro malore, per congedarmi dall’evento evitando rischi. Ma, forse grazie al modo in cui avevo impostato la vicenda sin dall’inizio, oltre a sentire chiaramente che quella scelta sarebbe stata sbagliata, ritrovai il coraggio per affrontare questa, seppur piccola, sfida. Con grande sorpresa mia e dell’intera classe, la professoressa non ebbe alcuna reazione negativa, anzi, mi raccontò del suo passato sportivo incoraggiandomi per la competizione. Le gare che seguirono furono le più belle che abbia mai fatto, per la gioia sperimentata e perché quella vicenda mi ha dimostrato quanto è importante che ogni piccola scelta sia nell’amore, scelta che Dio raccoglie e moltiplica nella felicità che ci dona. Una piccola attenzione a rispettare il prossimo e una piccola bugia non detta per far trionfare la sincerità, la lealtà – e di seguito anche la libertà –   mi fecero sentire, in quel giorno, una vera gen3!» Chi sono i gen3 per Elena? «Ragazzi che cercano di vivere il Vangelo e portare l’unità con le loro azioni. La vita gen3 è vita quotidiana, normale, ma di una quotidianità che fissa ogni attimo nell’eternità, di una normalità in cui ogni gesto è reso eccezionale perché rivolto a Dio e teso alla conquista del Paradiso». (altro…)

Spiritualità dell’unità: la volontà di Dio

Vescovi amici dei Focolari in Kenya, Madagascar, Camerun

“Riscoprire i disegni di Dio oggi” è stato il tema conduttore dei tre convegni internazionali dei Vescovi amici del Movimento dei focolari nel mese di maggio e giugno. Comune l’argomento centrale, il desiderio di vivere la comunione fraterna fra Vescovi, l’approfondimento della spiritualità e della vita di comunione; diverse le caratteristiche in ogni Paese e le sfumature che ogni appuntamento ha evidenziato. A Nairobi, nella cittadella di testimonianza dei Focolari in Kenya, chiamata anche “Mariapoli Piero”, dal 23 al 27 maggio, si sono riuniti sedici Vescovi cattolici, provenienti dal Sud Africa, Angola, Tanzania, Uganda, Burundi e Kenya. Vari sono stati i momenti di scambio di esperienze, da quelle personali a quelle pastorali, con uno sguardo ad alcune sfide che il continente africano sta affrontando. Per un approfondimento sul convegno keniota leggi Nairobi: convegno di vescovi amici dei Focolari. A Moramanga, Madagascar, (dal 31 maggio al 3 giugno), l’appuntamento con nove Vescovi venuti da ogni parte dell’Isola, la quarta più grande isola del mondo. Tra loro Mons. Antonio Scopelliti, arrivato come giovane missionario e da molti anni Vescovo di Ambatondrazaka e promotore della comunione fra Vescovi, con preti e laici, ma anche vari Vescovi originari del Madagascar, come Mons. Michel Malo (Arcivescovo di Antsiranana) e il Nunzio Apostolico Mons. Eugene Martin Nugent. Ultimo appuntamento in Camerun: cominciato a Bamenda il 7 giugno e conclusosi l’11 giugno, nella cittadella di Fontem. Ad accogliere i Vescovi c’erano il prefetto e due “Chiefs” della tribù dei Bangwa, che hanno espresso la loro gioia di ricevere questi visitatori illustri su una terra che testimonia la “nuova evangelizzazione”, avviata per l’esperienza di unità tra i loro popoli e i Focolari. Con la visita all’ospedale, al collegio e alla falegnameria i vescovi hanno potuto rendersi conto della vita evangelica di ogni giorno, apprezzando soprattutto “l’amore con cui si portano avanti tutte le attività”. Vivo tra loro il ricordo di Mons. Paul Verdzekov, deceduto lo scorso anno, che nella sua vita diede una forte testimonianza, con radici nella spiritualità focolarina. “E’ stato un padre per tutti noi” commentava Mons. Ntep, vescovo di Edéa (Cameroun). Nella cattedrale, dopo aver visitato la sua tomba, hanno celebrato la santa Messa con la partecipazione di tanti cristiani per i quali la sua memoria è sempre presente. I Vescovi hanno approfittato di questi giorni per approfondire argomenti di grande interesse per loro: gli effetti, in Africa, dell’Economia di Comunione; la formazione dei formatori; l’Esortazione Apostolica Verbum Domini. Importante anche il tema dell’Inculturazione. A riguardo, Mons. Ntalou, vescovo di Garoua (Cameroun) ha detto: “Così come ci vuole lo sforzo di conoscere i ‘semi del Verbo’ nelle nostre culture, altrettanto ci vuole l’impegno di conoscere la luce del Vangelo, perché é in Gesù e in Lui solo che troviamo la pienezza della salvezza”. Nel saluto finale Mons. Bushu, vescovo di Buéa (Cameroun) sembrava esprimere il pensiero di tutti: “Ringrazio Dio per questa settimana, per aver vissuto alla Sua presenza…”. “La santità é un dono, non un’attività” – ha concluso il Card. Vlk, sottolineando come tutto è un dono di Dio: “La nostra identità é vivere in armonia col dono ricevuto”. In tutti e tre i Convegni momento culmine è stato il “Patto d’amore reciproco”, concluso tra i Vescovi presenti durante la concelebrazione eucaristica. (altro…)

Spiritualità dell’unità: la volontà di Dio

Nairobi: convegno di vescovi amici dei Focolari

“Un’occasione per vivere la fraternità tra noi Vescovi, per approfondire rapporti di vera amicizia: questo lo scopo del convegno”. Così nell’introduzione Mons. Boniface Lele, Arcivescovo di Mombasa, Kenya. A fargli eco è il Cardinale Emmanuel Wamala, Arcivescovo emerito di Kampala, Uganda: “Per riscoprire il nostro compito a servizio della società, cerchiamo di capire insieme il disegno di Dio su di noi. In questi giorni possiamo constatare quanto Lui ci chiami proprio all’unità, che è il carisma di Chiara Lubich”. Dal loro arrivo alla cittadella Piero, i Vescovi si sono proposti di vivere “l’arte di amare”, di amarsi reciprocamente da poter meritare la presenza del Risorto. “Sarà Lui che ci illuminerà, che ci porterà i doni dello Spirito”, ha detto il Cardinale Miloslav Vlk, promotore del convegno. Uno stile di vita questo, vissuto da più di 1000 Vescovi in tutto il mondo che si ispirano alla  “spiritualità di comunione”. Infatti Mons. Salutaris Libena, vescovo ausiliare di Dar es Salaam, Tanzania, afferma subito: “Sono venuto per imparare a servire, ad amare concretamente. È uno stile di vita che riempie il cuore, che dà gioia soprannaturale”. E Mons. Salesius Mugambi, vescovo di Meru, Kenya: “In un’atmosfera serena e gioiosa abbiamo riflettuto, approfondito la spiritualità. Abbiamo ascoltato aggiornamenti, condiviso gioie e dolori, ma anche vissuto momenti di distensione”. Un punto di vista condiviso da Mons. Damiao Franklin Arcivescovo di Luanda, Angola: “Sono stati giorni vissuti nella sincerità con Dio e con i fratelli”. Vari sono stati i momenti di scambio di esperienze, da quelle personali a quelle pastorali, con uno sguardo anche ad alcune sfide che il continente africano deve affrontare: i conflitti e le violenze che purtroppo persistono, la povertà, la piaga della corruzione; tutte sfide nelle quali anche i membri del Movimento sono immersi, e alle quali cercano di rispondere vivendo la spiritualità di comunione, che li porta ad essere operatori di pace e unità nei posti in cui si trovano. A conferma di questo, il sudafricano Mons. Patrick Mvemve, vescovo di Klerksdorp, racconta del suo primo contatto con i Focolari ancora nel periodo dell’apartheid, come giovane prete: “Avendo incontrato due sacerdoti che vivevano veramente il vangelo a fatti, senza fare tanti discorsi, mi sono incuriosito, così un giorno mi parlarono di Gesù crocifisso e abbandonato. In quel momento sono ‘guarito’ dai miei pregiudizi e sono diventato apostolo dell’unità”. Un altro argomento affrontato: “l’emergenza educativa”. L’esperienza di formazione dei sacerdoti nella prospettiva della ‘spiritualità di comunione’ è stata apprezzata dai vescovi come “uno dei contributi validi per la Chiesa oggi”, come ha affermato Mons. Virgilio Pante, vescovo di Maralal, Kenya. A conclusione di questo Convegno, i Vescovi hanno voluto formulare un “patto” di amore scambievole, dichiarandosi di voler continuare a prendersi cura gli uni degli altri una volta tornati nelle loro diocesi. Mons. Sithembele Sipuka, vescovo di Umtata, Sud Africa, riassume l’esperienza fatta: “Parto entusiasta con un programma per la vita. Prego lo Spirito Santo di guidarmi per metterlo in pratica nella realtà concreta di tutti i giorni”. In varie aree geografiche del mondo, hanno luogo incontri di Vescovi amici del Movimento dei Focolari che si ispirano alla “spiritualità di comunione” proposta da Giovanni Paolo II e praticata nell’esperienza continua del Movimento. A seguito del convengo in Kenya, si svolgeranno simili eventi in Madagascar e in Camerun, come pure nelle Filippine, in Medio Oriente, in Europa. [nggallery id=49] (altro…)