Mag 21, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«È stato bello poter dare a papa Francesco la certezza che c’è forza vitale nella chiesa, anche oggi nonostante tante difficoltà», afferma Maria Voce, che ai microfoni di Radio Vaticana spiega quali conferme e quali novità ha tratto da questo incontro speciale. «Confermati sicuramente nell’impegno a vivere il nostro carisma, perché si sentiva forte quanto la comunione è la nota essenziale della chiesa oggi, e quindi il nostro carisma di comunione mi sembra che ci veniva messo in rilievo come una necessità di servizio alla chiesa. Questo era anche confermato nel vedere con che festa ci ritrovavamo, ci domandavamo l’uno dell’altro, ci assicuravamo le preghiere…». «Rinnovati forse nel coraggio di affrontare il mondo, perché sicuramente ogni movimento ha questa spinta interiore che papa Francesco sta sottolineando forte, di andare verso gli altri, di mettersi a disposizione della Chiesa, di servire gli ultimi. Sentirselo dire con tale forza dal papa, era come darci il coraggio di dire: siamo piccoli, siamo deboli, però nonostante tutto Gesù ci guida, Gesù è con noi, il papa ci manda, possiamo andare…». Guardando avanti questo cammino che aspetta i diversi carismi e movimenti, il Papa ha messo in guardia sia dal particolarismo sia dall’omologazione, e ha consegnato tre parole: armonia, novità, missione. Cosa significa per lei in concreto? «A me ha fatto una grande impressione la parola “novità”, perché saremmo tutti tentati di appoggiarci a delle sicurezze per il cammino già fatto, per l’esperienza accumulata, e invece il Papa ci ha sfidati ad accogliere le sorprese dello Spirito, ad ascoltare bene quello che Egli ci chiede e a seguirlo per le vie del mondo». Fonte: Radio Vaticana – Radio Giornale del 21.05.2013, edizione delle 19.30 http://media.vaticanradiowebcast.org/mp3_od/rg_italiano_4_1.mp3 (audio) (altro…)
Mag 8, 2013 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità

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Aprile 2013. Uno dei tanti incontri che da oltre 20 anni in tutto il mondo creano occasioni di dialogo nel Movimento tra amici di convinzioni diverse. Un’apertura tanto più necessaria oggi in un mondo dove certe antiche distinzioni fra atei, credenti, agnostici e quant’altro appaiono sempre meno adeguate a catalogare gli esseri umani. Tanto più che nei paesi dove il senso religioso è più sviluppato, l’ateismo assume spesso i connotati di un semplice anticlericalismo. Chiara Lubich è stata tra le prime ad intuire l’importanza del dialogo tra cristiani e persone di convinzioni non religiose con una delicatezza ed una fraternità d’approccio decisamente innovativa. È stata proprio lei a ribadirlo ad un gruppo radunato Loppiano nel maggio del ’95: «Noi abbiamo una vocazione universale. Perciò il nostro motto è “Che tutti siano uno”. Ora, nei tutti ci siete dentro anche voi. Noi non possiamo fare a meno di voi, perché ci siete nei “tutti». Da allora le occasioni di incontro e di scambio si sono moltiplicate. Dialoghi a 360 gradi, costruiti abbattendo stereotipi e pregiudizi epocali. «L’anima umana è qualcosa di meraviglioso, e questo fa parte del mio materialismo – spiega Peter Fleissner, austriaco -. Perché mi impegno col Movimento dei Focolari? Perché abbiamo un’eredità comune: il mondo». Mentre il neozelandese James Hall-Kenney, afferma che «nel Movimento dei Focolari le persone comunicano dall’amore, dal cuore, anche se ci possono essere differenze di terminologia». Luan Omari, viene dall’Albania, e propone una traccia di valori comuni: «Credo nei valori che predica Gesù Cristo, pur non credendo che Gesù sia figlio di Dio, per esempio. Ma abbraccio i suoi valori, sono solidale con questi valori. È questo il terreno comune che ci unisce».
Claudio Vanni è responsabile delle relazioni esterne presso la Unicoop di Firenze; parla dell’individualismo come una delle caratteristiche che accompagnano il consumismo: «L’individualismo, se si afferma come cultura e come concetto, è l’opposto del dialogo, e quindi ognuno guarda i propri interessi non guarda agli interessi degli altri e senza dialogo non c’è bene comune, non c’è crescita sociale e ci sono conflitti». E dall’Argentina, Ruben Durante, parla di ascolto: «Se io rimango con tutta la mia idea dentro di me non ho la capacità di ascolto che tu hai bisogno per dirmi e donarmi la tua idea e la tua esperienza umana». Si tratta, dunque, di un dialogo in continuo divenire cercando di definire sempre meglio i rapporti e le prospettive tra un “noi” e un “voi”che tuttavia sottintende l’appartenenza ad un unico corpo. Maria Voce, presente allo scorso convegno, alla domanda su cosa aspettarsi dagli amici di convinzioni non religiose, risponde: «Mi aspetto che portino all’estremo, fuori del Movimento, gli ideali che animano il Movimento». «E cosa possono aspettarsi i nostri amici dal Movimento? Penso che possono aspettarsi quello che ognuno di noi vuole: che cioè si sentano accolti». A cura di Franz Coriasco (altro…)
Mag 6, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Berlino – Tra i presenti di varie culture e religioni vi sono il Nunzio Apostolico, Mons. Jean-Claude Périsset, il vescovo ausiliare emerito di Berlino, Wolfgang Wieder, l’ambasciatrice della Repubblica Democratica del Congo, Clementina Shakembo Kamanga e Sona Eypper, presidente del Convento internazionale di Comunità Cristiane a Berlino. Con stralci di video e con alcune interviste sul palco gli organizzatori della serata danno una breve visione sull’impegno del Movimento dei Focolari sui vari fronti del dialogo: tra culture e religioni, in economia e in politica, tra le generazioni.
Nel suo intervento Maria Voce richiama alcune sfide importanti nella società attuale – in Europa e in tutto il mondo: bisogni materiali aggravati dalla crisi finanziaria, riserve di fronte alla crescente migrazione, tensioni sociali provocate dalla diversità culturali e la scarsa integrazione. «Abbiamo scoperto il dialogo come via maestra percorribile con speranza di successo per quanti vogliono contribuire a realizzare la fratellanza universale», spiega la presidente. «Il dialogo è uno stile di vita, una cultura nuova, che il Movimento può e vuole offrire agli uomini e alle donne di oggi». Se ogni persona si facesse guidare dalla coscienza di esser figlio o figlia di un unico Padre e di conseguenza fratelli tra loro, allora ci sarebbe la chance per arrivare ad un vero «dialogo tra persone, non tra ideologie o sistemi di pensiero», uno scambio cioè caratterizzato dalla misericordia, la compassione e l’amore.
Nei media Maria Voce vede degli strumenti molto adatti per questo tipo di dialogo, purché i contatti non rimangano «brevi, effimeri, privi di senso, nello spazio esclusivamente virtuale». Si tratta invece di «trasformare i contatti in relazioni, cioè costruire reti di fraternità vera».
Al discorso segue un dialogo vivace e profondo con il pubblico: come fare, quando l’altro non ha nessun interesse a creare un rapporto fraterno? È giusto giudicare le reti sociali come strumenti superficiali nei rapporti personali? Maria Voce risponde in modo molto concreto, facendo esempi dalla sua vita ed invitando i presenti a fare sempre il primo passo. «Per me – così il bilancio del suo primo approccio alla capitale tedesca – Berlino è una città che mostra le piaghe della storia. Qui però sono stati anche abbattuti dei muri. E voi Berlinesi offrite queste piaghe ed invitate altri a condividerne i frutti». «Maria Voce non si ferma alla teoria – afferma il Nunzio Périsset, che aveva ricevuto la presidente dei Focolari la mattina dello stesso giorno -. Ci invita ad abbattere dei muri, a costruire dei ponti e a fare noi il primo passo. Ciò è importante anche nel mio lavoro da diplomatico. Dio redime il mondo in noi e attraverso noi. E ciò l’ho visto e vissuto stasera». Andrea Fleming
Intervento di Maria Voce (altro…)
Apr 30, 2013 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’amicizia e la collaborazione che lega il Consiglio Ecumenico delle Chiese con il Movimento dei Focolari affonda le sue radici alla fine degli anni ’60 ed ha scritto una nuova pagina lo scorso 25 aprile in Svizzera; nella sede ginevrina dell’organizzazione ecumenica si è infatti tenuta una conferenza con successiva tavola rotonda dal titolo “Pace e giustizia: frutti di unità”. Il Rev. Dr Olav Fykse Tveit segretario generale del CEC, suo malgrado, non ha potuto essere presente, per un viaggio importante in Egitto. C’era il vice segretario generale, M. Georges Lemopoulos ad accogliere calorosamente gli invitati, e a sottolineare l’importanza di questo avvenimento nel quadro della preparazione dell’Assemblea generale del CEC, che si terrà dal 30 ottobre al 8 novembre 2013 a Busan, nella Corea del Sud, col tema “Dio della vita, guidaci verso la giustizia e la pace”.
È seguita la lettura di un messaggio di Maria Voce, attuale presidente del Movimento dei Focolari: “Nutro un grande apprezzamento per l’appassionato impegno di tanti – anche oggi qui presenti – a favore della piena e visibile comunione della Chiesa di Cristo, per far sì che la cristianità con voce unanime dia quel suo indispensabile contributo di vita e di pensiero alla costruzione di un mondo più giusto e in pace. Dà gioia saper uniti con noi in questo sforzo per la fratellanza universale, così importante per l’umanità di oggi, valenti persone appartenenti ad altre fedi o organismi a scopo umanitario. È proprio l’amore fraterno che trasforma il nostro operare insieme in rapporti di reciprocità”.
Michel Vandeleene, dottore in teologia spirituale ha poi illustrato agli oltre 180 partecipanti, per lo più rappresentanti delle chiese locali, membri di organizzazioni internazionali e collaboratori di organizzazioni ecumeniche, lo sviluppo e la specificità del carisma di Chiara Lubich, sottolineando la sua “passione per la pace, la giustizia e l’unità” ‑ passione che per lei avrebbe avuto una sola radice: Gesù Abbandonato, che è sempre stato la fonte del dialogare di Chiara con persone di tutti gli orizzonti e che le ha valso il premio Unesco per l’educazione alla pace, e nel 1998 quello del Consiglio d’Europa per i diritti dell’uomo. Nel corso della tavola rotonda che ne è seguita, diversi relatori hanno evocato l’ispirazione che traggono dal carisma dell’Unità nel loro impegno per la pace e la politica. Il reverendo Martin Robra, partendo dalla sua esperienza al CEC ha insistito sul significato vitale di “Gesù abbandonato”, come “cuore” della spiritualità dell’unità, perché cuore dell’Umanità, capace di suscitare nuova vita, speranza e solidarietà nelle persone e nei gruppi anche in mezzo alle tragedie in molte parti del mondo, come in Siria attualmente. Ada Marra, Consigliere Nazionale del Parlamento svizzero da parte sua ha testimoniato il suo impegno a stabilire relazioni interpersonali indipendentemente dalle divergenze politiche. Maria Francisca Ize-Charrin, ex-direttrice al Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, ha voluto cogliere il collegamento tra lo stile di vita proposto da Chiara ‑ l’unità ‑ e le due preoccupazioni principali delle Nazioni Unite: l’universale riconoscimento dei diritti umani e la tutela di ogni persona. Il prof. Ioan Sauca, direttore dell’Istituto Ecumenico di Bossey, ha aggiunto che “l’amicizia con Chiara Lubich ha dato frutti significativi; fra l’altro, ha disposto l’Istituto a diversi mutamenti, tra cui una maggiore unità tra i suoi membri, la collaborazione con insegnanti di altre religioni e l’apertura a studenti di nuovi movimenti religiosi. Un ospite ha dichiarato di essere stato toccato dalla riunione e ha sottolineato come l’attuazione del carisma di Chiara “deve iniziare con le relazioni interpersonali per indurre poi ad un profondo cambiamento della società che porterà allo sviluppo e alla pace”. (altro…)
Apr 27, 2013 | Centro internazionale, Cultura, Spiritualità
Davide fa parte dell’Azione cattolica, ha 24 anni e afferma che quella di Sophia è una delle scelte più giuste fatte nella sua vita. Come rappresentante degli studenti, presenta i suoi colleghi: attualmente sono circa 80 fra quelli che sono iscritti ai corsi di laurea specialistica e i dottorandi. Vanessa viene dal Libano. Conosce sin da piccola il Movimento dei Focolari, ma a un certo punto la ricerca della verità, del senso della vita, di Dio stesso, diviene in lei inquietudine profonda. Fidandosi della proposta di un amico focolarino decide di venire a Sophia, come l’ultima occasione per ritrovare quel Dio di cui dubita l’esistenza. Sophia si rivela un’esperienza esigente, ma capisce che non è da sola in questa ricerca. Con lei camminano altri studenti, ma cammina da sempre un’umanità che nei filosofi di ogni tempo ha espresso le stesse sue domande, le stesse sue esigenze. Emanuele, 24 anni di Genova, laureato in filosofia e adesso al secondo anno di Sophia, sperimenta quanto l’Istituto universitario dia a chiunque, a prescindere dall’appartenenza o meno al Movimento dei Focolari, la possibilità di accedere alle fondamenta del carisma dell’unità, partendo dal cuore di quell’esperienza particolare di luce che Chiara Lubich visse nel ’49, durante la quale ebbe da Dio le intuizioni fondamentali sull’Opera che sarebbe nata negli anni. “A Sophia – afferma – succede anche che la dimensione universale del carisma di Chiara venga compresa e spiegata da chi non fa parte del Movimento e questo colpisce pure chi ne fa parte”. Lorenzo si presenta definendosi uno studente anomalo. Ha 47 anni, un lavoro stabile e ha scoperto l’esistenza di Sophia perché invitato a intervenire in un dibattito economico nel quale si parlava anche di Economia di Comunione. Per chi, come quelli della sua generazione, si è formato sui testi di Adam Smith, la proposta nuova di un’economia “civile” è una di quelle che rimette tutto in discussione. E come è stato per lui, così pensa potrebbe essere per tante “persone che hanno già studiato o hanno un lavoro”.
Lia del Paraguay frequenta il secondo anno con indirizzo politico.Rivolge una domanda alla presidente dei Focolari, vice gran cancelliere dell’Istituto universitario, sulla particolarità dell’esperienza, fatta di studio e di vita. Maria Voce spiega: “Una difficoltà può essere vista come un ostacolo o come una sfida per fare un passo più avanti. La sfida in più della convivenza vi permette di testimoniare la fraternità universale, idea fondante del Movimento e di Sophia. Come si testimonia infatti la possibilità della comprensione reciproca, il superamento di visioni diverse se non se ne fa l’esperienza concreta? Venendo qui avete aderito ad un progetto diverso che vi ha affascinato, altrimenti avreste cercato un’altra cosa. Questo progetto ha la radice in una luce straordinaria, in un “sogno” che nella realtà diventa fatica quotidiana. Voi siete stati scelti per questo e state facendo un’esperienza importante, state provando la costruzione della fraternità: la fatica non vi deve spaventare, né si può rendere più facile l’esperienza, perché si tratta di qualcosa di molto grande”. Non sfugge a nessuno l’impegno richiesto e neanche alla presidente che conclude ammettendo: “Ci vuole l’apertura a credere di essere radicati in un sogno nato in Dio, trasmesso attraverso Chiara e che richiede la serietà di chi questo sogno deve farlo diventare realtà. È un impegno grande per anime grandi”. di Aurora Nicosia Foto galleria su Flickr (altro…)
Apr 18, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
In questo primo scorcio di pontificato di papa Bergoglio si possono trovare segni forti del profilo carismatico della Chiesa. Qual è la sua impressione? «Sottolineerei prima di tutto due parole: servizio e povertà. Papa Francesco ne ha parlato, ma ne ha dato soprattutto testimonianza con gesti e fatti: povertà per dire sobrietà di vita, maggiore condivisione dei beni con i più bisognosi, maggior tutela del creato messo da Dio a disposizione dell’uomo. Particolare poi è la sua capacità di creare occasioni di dialogo e di comunione sia con il popolo che incontra nelle udienze, tra cui gli ammalati e i bambini, che con i lavoratori dello Stato della Santa Sede che invita alle sue Messe mattutine. Questi e altri gesti esprimono l’attenzione di papa Francesco a privilegiare la valenza, per così dire, orizzontale della Chiesa che è quella carismatica. Tale dimensione è unita nella sua persona a quella più propriamente istituzionale, il che offre una visione più completa della Chiesa, contenente magistero e amore, relazioni gerarchiche e rapporti all’insegna della semplicità e della “tenerezza”. Sovente si è abituati a considerare l’aspetto gerarchico della Chiesa come si trattasse di una piramide, con un esagerato verticismo. Papa Francesco invece fa emergere la realtà della Chiesa-comunione, con un centro, certo, attorno a cui convergono tutti i doni che Dio le ha concesso attraverso i carismi». Il prossimo 18 maggio, vigilia di Pentecoste, papa Francesco incontrerà i Movimenti e le associazioni laicali in piazza S. Pietro, nel quadro delle manifestazioni dell’Anno della Fede. Come vi state preparando? Cosa vi aspettate da questo appuntamento?

Maria Voce
«Più che aspettarci qualche cosa vorremmo poter offrire. Ci interessa che il Papa senta di avere davanti migliaia di persone con l’unico anelito di testimoniare la vitalità della fede, la ricchezza dei doni di Dio, la capacità di rispondere alle sfide più importanti del momento presente tramite i diversi carismi che movimenti e associazioni portano in sé. Come Movimento dei Focolari, in particolare, desidereremmo che il Papa sentisse la nostra completa disponibilità ad essere strumenti di unità fra le diverse componenti della Chiesa, cominciando tra i figli dei carismi antichi e nuovi a servizio di una Chiesa-comunione che è quella che l’umanità oggi aspetta di vedere». Fonte: Servizio Informazione Focolari (altro…)