Mar 16, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
In questi giorni è in corso una petizione on line per sottoscrivere un appello a favore della riforma della legge elettorale. Già in alcune città italiane è stato sottoposto all’attenzione dei cittadini un documento a firma del Movimento Umanità Nuova e del Movimento Politico per l’unità dei Focolari, elaborato con l’apporto di molte persone di diverse culture politiche. Il 22 marzo a Palazzo Montecitorio, insieme ai deputati e senatori di schieramenti diversi, si terrà un’iniziativa sulla riforma elettorale dal titolo “Ri-costruire la rappresentanza… per ri-costruire la politica”, durante il quale verrà rilanciato il tema delle riforma e in particolare quella della riforma elettorale, che sia veramente rappresentativa della volontà popolare. L’iniziativa verrà trasmessa in diretta anche sulla webtv della Camera (www.camera.it), a partire dalle 14.30. Per informazioni: tel. 06/945407210 – fax 06/9412080 – info@mppu.org.
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Mar 8, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Margarita Ramirez de Moreno è una volontaria del Movimento dei focolari, artigiana e imprenditrice, la prima diplomata uscita dalla scuola Aurora di Santa Maria di Catamarca, in Argentina. Questa scuola, dopo 35 anni di attività, è stata riconosciuta e finanziata dal Governo argentino per il grande contributo educativo che offre nello studio e nel recupero delle tecniche e dei simboli della cultura “quechua”.

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«Sono nata a Santa Maria, in una regione ai piedi delle Ande, ricca di cultura aborigena ma molto povera. Sono una discendente degli aborigeni “calchaquies”, sposata e madre di 7 figli. Per 12 anni mi sono formata alla Scuola Aurora. Lì, oltre a leggere, a scrivere e alla tessitura, ho imparato a vivere la spiritualità dell’unità.
Nel 2003, di fronte alla disoccupazione dilagante, ho avviato una filanda per rifornire il laboratorio di tessitura della scuola. Non è stato facile convincere le donne della mia terra, da sempre discriminate, a riprendere il lavoro di filatura, dato che per arrivare alla filanda occorreva attraversare fiumi e fare ogni giorno molti chilometri.
Non avevamo mezzi. A poco a poco ognuna ha messo a disposizione ciò che aveva: un fuso, dei chili di lana o la propria abilità in questa arte tradizionale. Rimaneva il problema dei costosi macchinari. Un giorno sono costretta a chiedere un passaggio e confido al conducente la mia preoccupazione. Egli mi dice che lui sapeva fare macchine per filare. “Ce le puoi fare?” gli domando. E lui: “Sì, mi pagherai quando potrai”. Non mancano altri ostacoli: perdiamo il locale in cui lavoriamo e la più esperta si licenzia. “Con tutto quel che ci succede non sarà che ci dobbiamo arrendere?” si domanda una ragazza, che esprime il dubbio di noi tutte. Durante il trasloco troviamo un’ immagine della Madonna. Mi sembra molto significativo e propongo alle altre di fare un patto: lavorare ogni giorno nell’amore le une verso le altre. Poco dopo riceviamo una donazione con la quale possiamo acquistare un immobile e delle attrezzature.
Così è nato l’atelier “ TINKU KAMAYU” che significa “ Riunite per lavorare”. All’inizio eravamo 8 e oggi , dopo due anni, l’organico dell’azienda è salito a 18 artigiane con una produzione crescente.
Oggi sento di essere parte di un grande progetto che mi coinvolge con tante altre persone calchaquies. Abbiamo ritrovato la nostra identità e, con quella, la speranza, la crescita culturale, la possibilità di lavoro per noi e per altri, e tutta la ricchezza delle origini del nostro popolo. Ora ci sentiamo persone utili non più umiliate, ma valorizzate e capaci di esprimere il proprio pensiero». Testimonianza raccontata al Volontarifest, Budapest 2006 (altro…)
Mar 7, 2012 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo
«Sono arrivata in una scuola alberghiera come supplente ad anno iniziato catapultata in interminabili consigli di classe, senza avere alcun elemento che potesse aiutarmi a distinguere nomi, volti e situazioni. Mi si presentava un quadro poco incoraggiante, con la difficoltà espressa dai colleghi di motivare e “scolarizzare” gli allievi, soprattutto delle prime classi. Ed io avevo sei classi di prima! Dovevo dimenticare l’esperienza ricca e coinvolgente fatta l’anno precedente con i ragazzi del liceo e cambiare atteggiamento e metodo. E così è iniziata un’avventura entusiasmante che mi ha costretta a mettermi subito in gioco.
Sono una religiosa. Questo suscita nei miei alunni, oltre allo stupore, una miriade di domande. Non mi fermo di fronte alle provocazioni, alle battute. Mi ritrovo così a condividere qualcosa della mia vita, della mia vocazione, del motivo che mi spinge ad insegnare. È il primo passo per entrare in relazione, per iniziare un cammino. Pian piano si gioca sempre più a carte scoperte ed io incalzo i ragazzi con le domande. Non parto da ragioni filosofiche, ma dalla realtà quotidiana che invoca una risposta alla domanda di senso. Perché devo alzarmi al mattino, perché devo studiare, vivere il reale, amare, soffrire…
Abbiamo coscienza di cosa stiamo vivendo? Questa domanda cade sui ragazzi come un fulmine e suscita una smorfia tra il sorriso e il dolore. Aperta una breccia sulla loro apatia, insisto: il valore della persona, la responsabilità dell’io, la ricerca di Dio nell’uomo e nella storia. Qualcuno è sorpreso perché la classe ascolta e ironizza sul fatto che “Qualcuno s’è messo a pensare!”. Con una collega, tuttavia, nasce una stima reciproca e si cerca un percorso comune a partire dalle rispettive discipline. Ci si trova così a scegliere brani di letteratura o di poesia che parlano del desiderio di una felicità vera…
E i ragazzi rispondono, si sentono presi sul serio, diventando loro stessi i primi attori della lezione. Per spiegare il senso religioso, propongo brani musicali che esprimano l’atteggiamento dell’uomo rispetto alla domanda di senso. Seguendo i testi, i ragazzi s’imbattono con la “la risposta sospesa” di Bob Dylan, con lo “scetticismo” espresso da Guccini, con la “domanda e la ricerca” di Bono degli U2 e chiedo loro: “Voi dove vi ritrovate?”. Uno alza la mano: “Scrivo poesie, volete sentirne una?”. Un compagno gli fa da sottofondo e lui comincia mediante lo stile rap a raccontare l’esperienza dolorosa della morte di un amico di scuola. È un grido: qual è la risposta umana al dolore, al limite, alla morte? Ricordando Giovanni Paolo II, propongo la riflessione durante il giubileo degli artisti. Egli rispondendo proprio a Bob Dylan aveva detto che la risposta non soffia nel vento. Uno ha detto di essere la risposta: Gesù Cristo. E da qui ho iniziato il percorso cristologico.
Faccio continuamente l’esperienza che non è vero che i giovani siano indifferenti alla bellezza, alla verità. Molti vivono sulla loro pelle situazioni difficili, e forse proprio per questo sono più sensibili alla ricerca del vero, del giusto, del bene, ad uno sguardo d’amore per il loro destino. Questo l’ho imparato dalle persone che mi hanno testimoniato la passione educativa, tra le quali il mio Fondatore, Nicola Barrè: che si educa nella misura in cui ci si lascia educare dall’altro. Ma sento che occorre conservare ogni giorno lo stupore dell’inizio, senza perdere la curiosità e il desiderio di un’avventura sempre nuova che ogni mattina comincia in classe. Nel preparare le lezioni mi muove il desiderio di non lasciare nulla d’intentato per incontrare il volto d’ognuno e trasmettere questo messaggio: “Sono contenta perché tu esisti! Grazie perché sei diventato compagno del mio cammino!”». Sr. Marina Motta (altro…)
Mar 7, 2012 | Cultura
“La politica – diceva Chiara Lubich nel suo messaggio al Convegno Latinoamericano di Sindaci, effettuato a Rosario, Argentina, nel 2005 – è lo sfondo che dà parola, possibilità e armonia a tutti, in modo particolare a quelli che non hanno voce”. Tenendo presenti queste parole, che ancora risuonano come appena scritte, si è riunita la Commissione Nazionale del Movimento Politico per l’Unità (MPPU) argentino con rappresentanti delle varie regioni del Paese per approfondire le linee di azione che si propongono per l’anno che sta iniziando. Un gruppo di 30 persone, alcuni impegnati della prima ora del MPPU, altri che si sono coinvolti in alcune attività, o anche – come nel caso dei più giovani – che sono arrivati avendo partecipato alle Scuole di Politica che il Movimento sostiene e promuove in varie città dell’Argentina. A nessuno manca l’entusiasmo, la grinta, la dedicazione, anche se tutti sono coscienti che, nonostante i suoi 10 anni di vita ed una profusa attività, il MPPU sta dando i suoi primi passi. E la Mariapoli Lia è uno spazio specialmente adatto di incontro e di lavoro per l’occasione.
Tre giorni, dal 26 al 28 febbraio scorso, durante i quali hanno approfondito 3 aspetti che si sono proposti come programma di azione: 1. Rafforzamento della vocazione politica: accompagnamento, forum tematici e dialogo di politici; 2. Formazione dei giovani per l’interpretazione politica in tutti gli ambiti della cittadinanza; 3. Spazi di incontro e dialogo ed iniziative varie.
“Nelle province – dice Cecilia Dilascio, presidente del MPPU argentino – ci sono dei politici coi quali stiamo iniziando o portando avanti spazi di dialogo che dovrebbero avviarsi sempre di più verso l’approfondimento della proposta e dei temi di agenda politica come: mezzo ambiente, democratizzazione dei partiti politici, riforma costituzionale, difesa della vita ed anche uno spazio per condividere le esperienze e difficoltà della gestione”. Juan José, un giovane che ha completato la Scuola di formazione politica, aggiunge: “dobbiamo accompagnare i giovani che finiscono la Scuola e che stanno occupando cariche pubbliche, per fare in modo che la voragine dell’attività quotidiana nella funzione pubblica non spenga in loro l’esperienza di fraternità che abbiamo fatto e che può contagiare altri”.
Guardando in avanti, e di questo si tratta, rimane l’obbiettivo principale, come lo esprimeva Chiara Lubich nel suo messaggio sopra citato, di “un passaggio – come sintetizza il Dott. Angel Villagra, di Córdoba – dalla fraternità in politica a politiche di fraternità”. (altro…)
Mar 7, 2012 | Cultura
Il senso del dolore, l’unione con Dio e la preghiera, l’impegno a testimoniare la fede, il rapporto con la Chiesa, la libertà. Sono solo alcuni dei temi che in occasione delle più varie manifestazioni giovanili, Chiara Lubich ha approfondito in un dialogo “a tu per tu”, personale e profondo con i giovani per i quali ha sempre mostrato una particolare predilezione. Nelle risposte l’invito potente a vivere con radicalità la vita indicando in Gesù la strada per una piena realizzazione umana e spirituale. (altro…)
Mar 6, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Nel momento in cui anche le università sono toccate da questa crisi culturale economica e sociale, cosa vi ha spinto ad iniziare questo progetto, e qual è la novità di Sophia?» chiede Giorgia, italiana, rappresentante degli studenti, al Preside dello IUS, il teologo Piero Coda. Dà voce alla domanda dei numerosi studenti, giovani interessati e future matricole, presenti a Loppiano o in collegamento via internet dai quattro angoli del globo, per il primo “IUS Open Day”, lo scorso 1° marzo. Una novità, quale? Coniugare una rigorosa formazione scientifica con la Sapienza – da qui il nome Sophia – intesa come sguardo transdisciplinare che attinge alle radici della rivelazione cristiana. È questa la novità e la “mission” di questo Istituto Universitario (IUS) che ha l’obiettivo di formare uomini e donne capaci di riscoprire il destino dell’umanità, come evidenziato dal preside, Piero Coda, nella video intervista trasmessa in diretta. Ad oggi sono circa 150 gli studenti che hanno frequentato e seguono i corsi dello IUS, di cui una trentina i laureati. «L’esperienza di Sophia è iniziata anni fa con le “summer school” – ricorda il prof. Coda – e l’obiettivo era mettere in rapporto discipline diverse alla luce del carisma di Chiara Lubich per superare la frammentazione che si avvertiva tra esse. Oggi l’Istituto è giunto al suo quarto anno di vita e propone un percorso formativo che punta a superare la “schizofrenia” che si sperimenta tra la formazione accademica e le sfide sociali, politiche ed economiche del mondo d’oggi».
Diverse le novità nel percorso formativo, presentate dai professori Judith Povilus, vice-preside dello IUS, Antonio Maria Baggio, docente di Filosofia politica, Alessandro Clemezia, teologo e Giuseppe Argiolas, economista. A partire dal settembre prossimo la laurea magistrale in “Fondamenti e prospettive di una cultura dell’unità” si articolerà in quattro aree di specializzazione: studi politici, ontologia trinitaria, economia e management e , infine,“cultura dell’unità”. Quest’ultima è diretta a studenti provenienti da qualsiasi area di specializzazione, aperti alla costruzione di un mondo nuovo e che privilegino la dimensione relazionale. È seguita la voce di alcuni degli studenti di Sophia che provengono da diversi Paesi dei cinque continenti: Metta, tailandese di religione buddista, alle prese con lo studio in un ambiente d’ispirazione cristiana: “Per me lo studio qui è principalmente una relazione di fraternità e questi rapporti sono il linguaggio che ci accomuna tutti, studenti e docenti, pur nella nostra diversità, una dimensione che ritrovo anche nella mia religione”. Marco, italiano laureato in Scienze Motorie, frequenta il primo anno allo IUS: “Per quanto riguarda le prospettive future, la mia scelta di frequentare Sophia è nata dal desiderio non tanto di approfondire una disciplina specifica ma dall’esigenza di ricevere una formazione che mi permetta il più possibile di ampliare i miei orizzonti culturali e conoscitivi per affrontare meglio un mondo del lavoro che ora non mi offre certezze e che per questo richiede che io prenda l’iniziativa”. (altro…)