Mar 21, 2012 | Cultura
L’attuale crisi economica e finanziaria ha messo in evidenza in tutta la sua drammaticità i limiti dell’economia di mercato tanto da aver generato un dibattito profondo sulla natura dell’impresa, delle banche, del profitto, del mercato che è arrivato in alcuni casi a giudizi di totale condanna del capitalismo. Ma, che cos’è il mercato? Quali le sue tipiche virtù? Chi è l’imprenditore? E’ vero che ciò che lo muove è la ricerca esclusiva del profitto? Esiste un rapporto tra il lavoro e il dono? Ha la ricerca della felicità qualcosa da dire al mondo dell’economia? Come cambia il discorso economico quando entriamo nel campo dei beni comuni? Sulla base di queste domande l’Autore intende offrire un contributo alla riflessione in corso partendo da una visione che non demonizza l’economia di mercato e raccontare una storia del mercato abitando le sue contraddizioni e ambiguità. L’AUTORE Luigino Bruni insegna Economia politica presso l’Università di Milano-Bicocca e l’Istituto Universitario Sophia. Per Città Nuova, tra l’altro, è autore di L’economia, la felicità e gli altri, un’indagine su beni e benessere (20093), Il prezzo della gratuità (20082), e ha curato con Stefano Zamagni il Dizionario di economia civile (2009). E’ coordinatore internazionale del progetto Economia di Comunione. (altro…)
Mar 19, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Pomeriggio soleggiato alla fine dell’estate australe. Nella Mariapoli Lia c’è un sereno clima di festa. Si stanno celebrando i 4 anni della nascita al Cielo di Chiara Lubich e nel programma, proprio quest’anno, si vuole porre l’attenzione sulla particolare relazione della fondatrice del Movimento dei focolari con i giovani. Quale migliore opportunità per realizzare l’Atto Accademico di inizio del “Corso base della cultura dell’unità” per i giovani gen che sono arrivati da 17 diverse nazioni per partecipare nel 2012 a questa originalissima scuola! Sono 80 di tutte le nazioni del continente americano e alcuni dall’Europa che, per un anno, hanno interrotto i loro studi e sono venuti in questa cittadella immersa nella pampa argentina, a formarsi, per divenire costruttori di fraternità negli ambienti dove in seguito andranno a vivere.
“Tutta la vita, tutti i momenti del giorno, dal lavoro nei diversi laboratori allo sport, dal tempo dedicato alle lezioni alla liturgia, così come all’attenzione e accompagnamento degli ospiti che vengono a visitare la Cittadella, tutto è considerato formativo”, ci spiega Adriana Otero, specialista in microbiologia e ambiente, responsabile della scuola delle gen. “In effetti – aggiunge Omar Diaz, laureato in educazione, responsabile a sua volta della scuola dei gen – come aveva già suggerito Chiara, la vita di questa scuola deve girare intorno a 4 “comunioni” quotidiane: l’Eucaristia, la Parola vissuta in tutti i momenti e in tutte le situazioni, il fratello e Gesù in mezzo alla comunità, una presenza che si rende palpabile quando c’è la reciprocità dell’amore”.
La maggior parte dei giovani ha appena terminato la scuola superiore e vive qui la sua prima esperienza di lavoro. Abitano in gruppi da 7 e 10 giovani, con tutto ciò che comporta la convivenza: farsi da mangiare, mantenere l’ordine e l’armonia della casa, stare attenti alle necessità degli altri… il tutto, naturalmente, condito dal sapore tipico che solo l’internazionalità può dare!
“È bello poi constatare come ogni anno arrivano degli adolescenti mentre, al momento di ritornare alle loro città di origine, partono delle persone adulte, con l’anima e la mente dilatate su tutta l’umanità” spiega Silvana Verdún, psico-pedagoga boliviana, docente della scuola.
Quali le attese di questi giovani? 
Luce – 17 anni, dell’Argentina – si propone di crescere come persona e pensa che convivere con ragazze di diversi luoghi sia una ricca opportunità. Andrés – 19 anni, del Venezuela – spera di imparare e crescere integralmente. Thomas – 21 anni, della Slovacchia – vuole approfondire la sua relazione con Dio e con i fratelli.
C’è un anno tutto da vivere. Un cammino nel quale incontreranno strade dritte, curve, salite e precipizi. Un percorso che, seppur ben definito, potrà presentare anche delle sorprese inattese!
Una meta che si raggiungerà con l’impegno di ciascuno a tradurre in vita, in fatti concreti, tutto quanto andrà scoprendo giorno dopo giorno.
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Mar 17, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

I membri della redazione di focolare.org con il Presidente di WeCa, Giovanni Silvestri (a destra)
Il portale internazionale del Movimento dei focolari ha ricevuto una menzione speciale nella categoria dei siti istituzionali, perché “ricco di informazioni e spazio di unità, secondo il carisma di Chiara Lubich, pubblicato in 7 lingue (cinese incluso)”, come recita la motivazione. La cerimonia si è svolta nell’ambito del Laboratorio ‘Giovani, web ed educazione alla fede’ promosso dal Servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Conferenza Episcopale Italiana, insieme all’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani. “Una spazio dove chiunque possa sentirsi accolto, a casa”; “far conoscere la vita nata dal carisma dell’unità e diffusa in tutto il mondo”; “evidenziare, attraverso i vari dialoghi con le religioni e le culture il cammino verso l’unità della famiglia umana”. Ecco alcuni spunti ben presenti all’origine della costruzione della nuova versione di focolare.org. Da qui la nostra gradita sorpresa delle motivazioni del riconoscimento, avvenuto ad un anno dalla messa online del nuovo sito, che sono di stimolo per andare avanti nella fedeltà ai valori fondanti del Movimento dei focolari. Sono circa 15.000 i siti cattolici italiani e WeCa, riconosciuta nel “Direttorio delle Comunicazioni Sociali” della CEI, “è la prima iniziativa europea del suo genere – come loro stessi evidenziano – che intende unire, in una comunità viva e in continua sinergia, le conoscenze e le esperienze dei Webmaster Cattolici”. Leggi: “Premiati i migliori siti cattolici italiani 2012” (altro…)
Mar 16, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
In questi giorni è in corso una petizione on line per sottoscrivere un appello a favore della riforma della legge elettorale. Già in alcune città italiane è stato sottoposto all’attenzione dei cittadini un documento a firma del Movimento Umanità Nuova e del Movimento Politico per l’unità dei Focolari, elaborato con l’apporto di molte persone di diverse culture politiche. Il 22 marzo a Palazzo Montecitorio, insieme ai deputati e senatori di schieramenti diversi, si terrà un’iniziativa sulla riforma elettorale dal titolo “Ri-costruire la rappresentanza… per ri-costruire la politica”, durante il quale verrà rilanciato il tema delle riforma e in particolare quella della riforma elettorale, che sia veramente rappresentativa della volontà popolare. L’iniziativa verrà trasmessa in diretta anche sulla webtv della Camera (www.camera.it), a partire dalle 14.30. Per informazioni: tel. 06/945407210 – fax 06/9412080 – info@mppu.org.
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Mar 8, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Margarita Ramirez de Moreno è una volontaria del Movimento dei focolari, artigiana e imprenditrice, la prima diplomata uscita dalla scuola Aurora di Santa Maria di Catamarca, in Argentina. Questa scuola, dopo 35 anni di attività, è stata riconosciuta e finanziata dal Governo argentino per il grande contributo educativo che offre nello studio e nel recupero delle tecniche e dei simboli della cultura “quechua”.

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«Sono nata a Santa Maria, in una regione ai piedi delle Ande, ricca di cultura aborigena ma molto povera. Sono una discendente degli aborigeni “calchaquies”, sposata e madre di 7 figli. Per 12 anni mi sono formata alla Scuola Aurora. Lì, oltre a leggere, a scrivere e alla tessitura, ho imparato a vivere la spiritualità dell’unità.
Nel 2003, di fronte alla disoccupazione dilagante, ho avviato una filanda per rifornire il laboratorio di tessitura della scuola. Non è stato facile convincere le donne della mia terra, da sempre discriminate, a riprendere il lavoro di filatura, dato che per arrivare alla filanda occorreva attraversare fiumi e fare ogni giorno molti chilometri.
Non avevamo mezzi. A poco a poco ognuna ha messo a disposizione ciò che aveva: un fuso, dei chili di lana o la propria abilità in questa arte tradizionale. Rimaneva il problema dei costosi macchinari. Un giorno sono costretta a chiedere un passaggio e confido al conducente la mia preoccupazione. Egli mi dice che lui sapeva fare macchine per filare. “Ce le puoi fare?” gli domando. E lui: “Sì, mi pagherai quando potrai”. Non mancano altri ostacoli: perdiamo il locale in cui lavoriamo e la più esperta si licenzia. “Con tutto quel che ci succede non sarà che ci dobbiamo arrendere?” si domanda una ragazza, che esprime il dubbio di noi tutte. Durante il trasloco troviamo un’ immagine della Madonna. Mi sembra molto significativo e propongo alle altre di fare un patto: lavorare ogni giorno nell’amore le une verso le altre. Poco dopo riceviamo una donazione con la quale possiamo acquistare un immobile e delle attrezzature.
Così è nato l’atelier “ TINKU KAMAYU” che significa “ Riunite per lavorare”. All’inizio eravamo 8 e oggi , dopo due anni, l’organico dell’azienda è salito a 18 artigiane con una produzione crescente.
Oggi sento di essere parte di un grande progetto che mi coinvolge con tante altre persone calchaquies. Abbiamo ritrovato la nostra identità e, con quella, la speranza, la crescita culturale, la possibilità di lavoro per noi e per altri, e tutta la ricchezza delle origini del nostro popolo. Ora ci sentiamo persone utili non più umiliate, ma valorizzate e capaci di esprimere il proprio pensiero». Testimonianza raccontata al Volontarifest, Budapest 2006 (altro…)
Mar 7, 2012 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo
«Sono arrivata in una scuola alberghiera come supplente ad anno iniziato catapultata in interminabili consigli di classe, senza avere alcun elemento che potesse aiutarmi a distinguere nomi, volti e situazioni. Mi si presentava un quadro poco incoraggiante, con la difficoltà espressa dai colleghi di motivare e “scolarizzare” gli allievi, soprattutto delle prime classi. Ed io avevo sei classi di prima! Dovevo dimenticare l’esperienza ricca e coinvolgente fatta l’anno precedente con i ragazzi del liceo e cambiare atteggiamento e metodo. E così è iniziata un’avventura entusiasmante che mi ha costretta a mettermi subito in gioco.
Sono una religiosa. Questo suscita nei miei alunni, oltre allo stupore, una miriade di domande. Non mi fermo di fronte alle provocazioni, alle battute. Mi ritrovo così a condividere qualcosa della mia vita, della mia vocazione, del motivo che mi spinge ad insegnare. È il primo passo per entrare in relazione, per iniziare un cammino. Pian piano si gioca sempre più a carte scoperte ed io incalzo i ragazzi con le domande. Non parto da ragioni filosofiche, ma dalla realtà quotidiana che invoca una risposta alla domanda di senso. Perché devo alzarmi al mattino, perché devo studiare, vivere il reale, amare, soffrire…
Abbiamo coscienza di cosa stiamo vivendo? Questa domanda cade sui ragazzi come un fulmine e suscita una smorfia tra il sorriso e il dolore. Aperta una breccia sulla loro apatia, insisto: il valore della persona, la responsabilità dell’io, la ricerca di Dio nell’uomo e nella storia. Qualcuno è sorpreso perché la classe ascolta e ironizza sul fatto che “Qualcuno s’è messo a pensare!”. Con una collega, tuttavia, nasce una stima reciproca e si cerca un percorso comune a partire dalle rispettive discipline. Ci si trova così a scegliere brani di letteratura o di poesia che parlano del desiderio di una felicità vera…
E i ragazzi rispondono, si sentono presi sul serio, diventando loro stessi i primi attori della lezione. Per spiegare il senso religioso, propongo brani musicali che esprimano l’atteggiamento dell’uomo rispetto alla domanda di senso. Seguendo i testi, i ragazzi s’imbattono con la “la risposta sospesa” di Bob Dylan, con lo “scetticismo” espresso da Guccini, con la “domanda e la ricerca” di Bono degli U2 e chiedo loro: “Voi dove vi ritrovate?”. Uno alza la mano: “Scrivo poesie, volete sentirne una?”. Un compagno gli fa da sottofondo e lui comincia mediante lo stile rap a raccontare l’esperienza dolorosa della morte di un amico di scuola. È un grido: qual è la risposta umana al dolore, al limite, alla morte? Ricordando Giovanni Paolo II, propongo la riflessione durante il giubileo degli artisti. Egli rispondendo proprio a Bob Dylan aveva detto che la risposta non soffia nel vento. Uno ha detto di essere la risposta: Gesù Cristo. E da qui ho iniziato il percorso cristologico.
Faccio continuamente l’esperienza che non è vero che i giovani siano indifferenti alla bellezza, alla verità. Molti vivono sulla loro pelle situazioni difficili, e forse proprio per questo sono più sensibili alla ricerca del vero, del giusto, del bene, ad uno sguardo d’amore per il loro destino. Questo l’ho imparato dalle persone che mi hanno testimoniato la passione educativa, tra le quali il mio Fondatore, Nicola Barrè: che si educa nella misura in cui ci si lascia educare dall’altro. Ma sento che occorre conservare ogni giorno lo stupore dell’inizio, senza perdere la curiosità e il desiderio di un’avventura sempre nuova che ogni mattina comincia in classe. Nel preparare le lezioni mi muove il desiderio di non lasciare nulla d’intentato per incontrare il volto d’ognuno e trasmettere questo messaggio: “Sono contenta perché tu esisti! Grazie perché sei diventato compagno del mio cammino!”». Sr. Marina Motta (altro…)