Movimento dei Focolari
Arte e città: giovani artisti in tour per l’Europa

I laboratori di LoppianoLab: per imparare ad essere “rete”

Al centro del dibattito il bene comune del Paese, “Obiettivo per cui urge la costruzione di una rete che parta dai cittadini – spiega Alberto Frassineti, consulente di direzione e organizzazione aziendale – che agisca in maniera trasversale e in sinergia, condividendo valori, missione e visione”. Ma per realizzare questa rete fra persone, ma anche fra organizzazioni e popoli “Occorre un metodo – incalza il teologo Piero Coda – che metta al centro ascolto profondo, tolleranza, superamento del proprio punto di vista e degli interessi e idee”. Anche il meeting del Gruppo editoriale Città Nuova ha riunito prima in plenaria poi in gruppi di lavoro regionali, giornalisti e agenti, lettori e collaboratori a vario titolo della rivista “Città Nuova”, tutti protagonisti ed impegnati a potenziare la rete nazionale che promuove la cultura dell’unità. La serata è proseguita all’Auditorium con un dialogo tra teologia, filosofia e arte a partire dal volume del teologo Coda “La Trinità una Via della vita?”. “Un libro – così dichiara l’autore – frutto delle ricerche e lezioni d’impianto interdisciplinare già effettuate all’Istituto Sophia e vuol essere un contributo al dialogo tra le discipline scientifiche e le culture, in questo passaggio epocale in cui l’esperienza cristiana, in ascolto dei segni dei tempi, ha riscoperto la forma trinitaria del proprio vissuto, sin nei suoi risvolti pratici e sociali”. Tra gli ospiti il filosofo Massimo Donà, il sociologo Bennie Callebaut. Attesa per la seconda Convention di Economia di Comunione “20 anni di EdC: imprese, progetti, futuro” che si svolgerà a partire dalle 9.30 di oggi, al Polo Lionello Bonfanti. Tra gli interventi, nel pomeriggio, gli economisti Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Pier Luigi Porta, Stefano Bartolini oltre a numerosi imprenditori. Per approfondimenti: Area Stampa Foto – Flickr Photostream Agenzia Stampa ASCA – Speciale LoppianoLab (altro…)

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Vivere il carisma: unità e mezzi di comunicazione

Un aspetto caratteristico del Movimento dei focolari è la comunione, l’unità. È la conseguenza della Parola vissuta e comunicata. Scriveva Chiara: «Il Movimento prima non c’era, poi c’è stato. E l’ha fatto nascere, lo sappiamo, lo Spirito Santo, che ha agito in un modo ben preciso. Ha messo le prime focolarine in condizione di prendere in grande, vorrei dire in unico rilievo, il Vangelo; ha illuminato loro le sue Parole e ha dato loro la spinta per viverle». «L’effetto? – si chiedeva ancora Chiara –. Lo sappiamo, impensato e meraviglioso: per la Parola vissuta radicalmente, per la Parola presa sul serio, è nata una comunità ben presto numerosa, ben presto diffusa in più di cento paesetti del Trentino: era il Movimento dei focolari. Gente che prima si ignorava è diventata famiglia; cristiani, prima indifferenti l’uno all’altro, si sono compaginati in uno. Dunque la Parola di Dio fa questo miracolo, può fare questo miracolo: dare origine ad una comunità visibile». “Unità” è la parola che più contraddistingue il Movimento dei focolari. Unità che è in sé comunione e comunicazione. Unità che ha bisogno di una continua comunicazione per rendersi ogni giorno attuale. Anche i mezzi di comunicazione sociale sono così al servizio dell’unità. Le 38 edizioni della rivista Città Nuova, in 24 lingue, assieme ad altre riviste, come Gen’s per il mondo sacerdotale e Unità e carismi per i religiosi, sono realizzazioni finalizzate all’unità. Così come i “Centri Santa Chiara” audiovisivi. Disse Chiara Lubich nel 2000, rivolgendosi ad un’assemblea di comunicatori e offrendo loro quattro “principi” della comunicazione mediatica: «Per essi il comunicare è essenziale. Il tendere a vivere nel quotidiano il Vangelo, l’esperienza stessa della Parola di vita, è sempre stata ed è unita indissolubilmente al comunicarla, al raccontarne i passi ed i frutti, dato che è legge amare l’altro come sé. Si pensa che ciò che non si comunica vada perduto. Così sul vissuto si accende la luce, per chi racconta e per chi ascolta, e l’esperienza pare fissarsi nell’eterno. Si ha quasi una vocazione al comunicare». Secondo principio: «Per comunicare, sentiamo di dover “farci uno” – come noi diciamo – con chi ascolta. Anche quando si parla o si svolge un tema, non ci si limita ad esporre il contenuto del nostro pensiero. Prima sentiamo l’esigenza di sapere chi abbiamo dinanzi, conoscere l’ascoltatore o il pubblico, le sue esigenze, i desideri, i problemi. Così pure farci conoscere, spiegare perché si desidera fare quel discorso, che cosa ci ha spinti, quali gli effetti di esso su noi stessi e creare con ciò una certa reciprocità. In tal modo il messaggio viene non solo intellettualmente recepito, ma anche partecipato e condiviso». Ancora: «Sottolineare il positivo. È sempre stato nel nostro stile mettere in luce ciò che è buono, convinti che sia infinitamente più costruttivo evidenziare il bene, insistere sulle cose buone e sulle prospettive positive, che non fermarsi al negativo, anche se la denuncia opportuna di errori, limiti e colpe, è doverosa per chi ha responsabilità». Infine: «Importa l’uomo, non il media, che è un semplice strumento. Per portare l’unità, occorre anzitutto quel mezzo imprescindibile che è l’uomo, un uomo nuovo per dirla con san Paolo, che ha accolto cioè il mandato di Cristo ad essere lievito, sale, luce del mondo». (altro…)

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La fuerza de una pasión

Lía Brunet fue una de las primeras compañeras de Chiara Lubich, quien dio inicio al Movimiento de los focolares. Pionera en la difusión del Movimiento en América Latina, vive una real aventura personal y colectiva a la vez, en la senda del amor recíproco que construye la unidad en la multiplicidad, con sus consecuencias de encarnación y transformación de la realidad. Desde su irrefrenable pasión hace suyo el sueño de Jesús: “Que todos sean uno”.

Datos del autor:
Los autores cuyos testimonios dan vida a este libro, de distintas proveniencias, religiones, generaciones y vocaciones, “miran” a Lía Brunet desde el vínculo que entretejieron con ella. Lo hacen con un estilo desprovisto de formalidad, pero sí cargado de afecto, reconocimiento y análisis de su larga y prodigiosa vida al servicio de la unidad. En efecto, en Latinoamérica Lía hizo suyo el compromiso con los grandes desafíos religiosos, sociales y culturales de la región. Con enorme visión esta mujer intuyó y fomentó el despliegue del potencial de estos pueblos hermanos. Marilyn Barrio (Presentación) Monseñor Estanislao Karlic (Prólogo) Maria Voce (Prólogo) María Nieves Tapia Josefina Trebucq de Clariá Silvina Jereb, Jorge Perrin, Raúl Di Lascio Inés Blanco Francesco Ballarini Marilyn Barrio, Benedetto Teresano Ignacio Salzberg, Jaime Kopec, Mario Burman, Boris y Clara Kalnicki, Eduardo Gruz, Berta Goldsztein, Mario y Marta Hendler Carlos Martínez Marta (Marvi) Yofre Gustavo Clariá José María Poirier Elena López Ruf, Magdalena Barrientos Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires