Set 20, 2011 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Sono i giovani artisti che partecipano al progetto “Arts & Culture – Reshaping Urban life” (Arti e cultura, rimodellando la vita urbana), organizzato da vari partner dal mondo dell’arte, della cultura e della formazione e finanziato dal programma di cultura dell’Unione Europea EACEA. Fra loro anche l’associazione “Starkmacher”, conosciuta fra l’altro per il progetto Forti senza violenza, realizzato insieme al Gen Rosso in varie scuole d’Europa e del mondo. Il gruppo di artisti urbani è da poco tornato da Udine, dove dal 24 agosto al 4 settembre, hanno lavorato insieme per 10 giorni nel “Parco di cemento”, ridonando alla città le loro impressioni in quadri, opere acustiche, sculture, come per esempio il modello in filigrana della torre dell’acqua della città. Udine è la terza tappa del progetto itinerante, che prevede lo svolgimento di un laboratorio in ognuna delle cinque diverse città dei tre stati europei coinvolti nell’iniziativa (Udine e Venezia per l’Italia, Schwerte e Dortmund per la Germania e Šternberk per la Repubblica Ceca). “L’atmosfera tra di noi è molto particolare – racconta una studentessa di Monaco di Baviera – è come se ci conoscessimo da tanto e riusciamo addirittura a lavorare insieme in un’unica opera con vari artisti. E le persone che ci accolgono, indovinano al volo ogni nostro desiderio o necessità! È un modo di lavorare eccezionale!” Durante l’appuntamento di febbraio, a Schwerte in Germania, i partecipanti hanno approfondito con esperti le basi teoriche e culturali del loro lavoro. L’argomento centrale infatti è la reciproca influenza tra lo sviluppo urbanistico e l’espressione artistica nella società e nelle città di oggi. Esiste un legame diretto tra arte e città, e i giovani hanno una sensibilità particolare per il luogo in cui vivono. Le loro opere rispecchiano quasi sempre anche l’ambiente in cui sono nati.
Seconda tappa in Cechia, dal 2 al 10 luglio, dove un vecchio monastero abbandonato a Sternbeck è stato luogo di ispirazione e suggestioni. Ognuno ha potuto scegliere un proprio “atelier” in cui lavorare, la sera ci si è ritrovati per conoscersi meglio, cantare e ballare insieme. Ogni seminario si conclude con una esposizione pubblica delle opere nate nei giorni precedenti, ma anche di qualche quadro o scultura portata dal proprio laboratorio a casa. È in corso in questi giorni il 4° appuntamento, a Udine, questa volta per dei workshop con il Gen Rosso, fino al 23 settembre. Prossime tappe: un seminario interdisciplinare con il Gen Rosso a Dortmund in Germania e infine il congresso conclusivo a Venezia il 23 febbraio 2012. (altro…)
Set 19, 2011 | Cultura, Focolari nel Mondo
Al convegno conclusivo del 18 settembre il sociologo Mauro Magatti, Adriano Fabris, filosofo, il governatore della Toscana Enrico Rossi, l’economista Luigino Bruni e la politologa Daniela Ropelato. Un laboratorio non chiude, semmai rilancia. Tanto più se il suo scopo è mettere in atto soluzioni concrete per generare speranza e far ripartire l’Italia, oggi. Non hanno messo la parola fine gli organizzatori, a conclusione della seconda edizione di LoppianoLab, il laboratorio nazionale che ha visto in campo per quattro giorni economia, cultura, formazione, arte e comunicazione in rete per l’Italia, in un dialogo serrato, alla ricerca, non di futuro per il Paese, ma di un presente ripensato e condiviso.
Il bilancio è positivo per il multi-evento che ha confermato la propria vocazione di punto di snodo e spazio nazionale di incontro tra mondo del lavoro, agenzie culturali, cittadini ed istituzioni. Quest’anno l’appuntamento ha chiamato a raccolta nel centro internazionale di Loppiano (FI) circa 3.000 presenze e 70 aziende italiane. 56 gli avvenimenti tra tavole rotonde, convegni, caffè letterari e performance artistiche e specialità gastronomiche multiculturali. Il laboratorio conclusivo “Sperare con l’Italia. In rete per il Bene comune nel 150° dell’Unità” ha messo in luce i risultati raggiunti nei vari ambiti indicando piste praticabili per il proseguimento della riflessione e della sperimentazione. Una formula, questa, che ha suscitato l’interesse di media e istituzioni, come dimostrano i patrocini delle regioni Campania, Lazio, Sardegna e Toscana e i saluti dei governatori di Piemonte, Liguria, Veneto e Puglia. Quattro proposte per far ri-sperare l’Italia I quattro promotori di LoppianoLab – Il Polo Lionello Bonfanti, l’Istituto universitario Sophia (IUS), il Gruppo editoriale Città Nuova e la cittadella di Loppiano – hanno rilanciato le proposte emerse nei laboratori di questi giorni. Eva Gullo, presidente del Polo Bonfanti delle aziende di Economia di Comunione, sottolinea come le Expo delle imprese hanno incoraggiato gli imprenditori, creato sinergie e dato sostegno all’imprenditorialità giovanile con una particolare attenzione al Sud. Grande fermento e voglia di cambiamento, nei laboratori promossi dal Gruppo Città Nuova. Michele Zanzucchi, direttore della rivista Città Nuova ha riportato le tante idee emerse, fra le quali la necessaria apertura ad altre reti, organizzazioni e istituzioni; una necessaria azione di miglior uso del linguaggio nel campo dell’informazione sull’immigrazione; la realizzazione di luoghi che avvicinino le diverse componenti sociali; la creazione di una giornata delle good news in cui inviare ai mezzi d’informazione buone notizie.
“LoppianoLab ci ha permesso di mettere a fuoco le nostre finalità – ha incalzato Piero Coda, preside dello IUS – ovvero intensificare le sinergie esistenti. Attiveremo tre nuovi master che, pur nella loro specificità, metteranno al centro la cultura della relazione; inoltre prenderanno il via nuove Summer School in Argentina e Cile. Vita Zanolini, cittadina di Loppiano, ha ricordato come la cittadella sia di fatto un laboratorio permanente con il suo bagaglio di oltre 40 anni di vita e con la presenza attuale di 900 abitanti da oltre 60 Paesi. Quale il suo contributo all’Italia? Mostrare che nelle nostre città l’unità è possibile anche nel quotidiano. La parola è poi passata ai cinque esperti. Per Mauro Magatti, sociologo, LoppianoLab dimostra come l’unità e la ricomposizione sociale siano la direzione verso cui occorra puntare oggi, “imparando” a decifrare questo nostro tempo. “Occorre per questo un cambio di mentalità – incalza il filosofo Adriano Fabris – ed imparare a ‘comunicare relazioni’, creando spazi di dialogo che costruiscono il tessuto sociale del Paese”. Enrico Rossi, governatore della Toscana, lancia la proposta di un neo-umanesimo il cui orizzonte sia l’Europa e riunifichi culture diverse. “Occorre che in questo la politica dia il proprio contributo, mettendo al centro la persona e i suoi diritti”. L’economista Luigino Bruni sottolinea che occorre fare di più per “far rete”. “Realtà come il Polo Bonfanti o l’Istituto universitario Sophia sono le ‘esperienze del lunedì mattina’: testimoniano concretamente che è possibile vivere questo nuovo umanesimo in modo ordinario e quotidiano. La forza di LoppianoLab è questa: costruire insieme istituzioni nuove e partecipate da tutti i cittadini”. Infine anche per la politologa Daniela Ropelato LoppianoLab sta indicando quale sia la direzione che il Paese deve intraprendere: quella della relazione fra cittadini, in una convivenza costituita dalla ricchezza della società civile. “Occorre alimentare la sfera pubblica dove si ricompongono continuamente i beni comuni e dove ciascuno è chiamato ad essere protagonista. Le reti che ho visto a LoppianoLab mostrano le potenzialità di questo tessuto comunitario di cui la democrazia oggi ha estremo bisogno”. Foto – Flickr Photostream Tutto su Loppiano Lab 2011, da Città Nuova online
- LoppianoLab. La parola agli esperti
Verso una nuova libertà Ridare un’anima alla sfera pubblica Recuperare la fatica della relazione
Le cinque C di Loppiano Lab Le idee e le pratiche Un laboratorio e un protagonista
Zamagni: l’Edc supera i modelli del welfare Percorsi di uscita dalla crisi Oltre il welfare, la distribuzione A scuola di EdC
Vivere in prima persona le scelte del Paese Nuova Umanità, l’ispirazione che si rinnova Da Madrid a Loppiano con YouCat Sophia. Un patrimonio da donare al mondo Unità e Carismi: la spiritualità di comunione
Imprese. Expo di comunione Scoprirsi imprenditori con la reciprocità Economia ed ecologia, una radice comune Parte la scommessa di LoppianoLab
La credibilità delle aziende di comunione Crescere non è una cosa da piccoli
- Città Nuova a LoppianoLab
Protagonista nella storia del nostro tempo Dialogo, metodo per dare nuova linfa all’Italia Obiettivo, due reti in una La rete si riannoda Gli appuntamenti con Città Nuova (altro…)
Set 17, 2011 | Cultura
Al centro del dibattito il bene comune del Paese, “Obiettivo per cui urge la costruzione di una rete che parta dai cittadini – spiega Alberto Frassineti, consulente di direzione e organizzazione aziendale – che agisca in maniera trasversale e in sinergia, condividendo valori, missione e visione”. Ma per realizzare questa rete fra persone, ma anche fra organizzazioni e popoli “Occorre un metodo – incalza il teologo Piero Coda – che metta al centro ascolto profondo, tolleranza, superamento del proprio punto di vista e degli interessi e idee”. Anche il meeting del Gruppo editoriale Città Nuova ha riunito prima in plenaria poi in gruppi di lavoro regionali, giornalisti e agenti, lettori e collaboratori a vario titolo della rivista “Città Nuova”, tutti protagonisti ed impegnati a potenziare la rete nazionale che promuove la cultura dell’unità. La serata è proseguita all’Auditorium con un dialogo tra teologia, filosofia e arte a partire dal volume del teologo Coda “La Trinità una Via della vita?”. “Un libro – così dichiara l’autore – frutto delle ricerche e lezioni d’impianto interdisciplinare già effettuate all’Istituto Sophia e vuol essere un contributo al dialogo tra le discipline scientifiche e le culture, in questo passaggio epocale in cui l’esperienza cristiana, in ascolto dei segni dei tempi, ha riscoperto la forma trinitaria del proprio vissuto, sin nei suoi risvolti pratici e sociali”. Tra gli ospiti il filosofo Massimo Donà, il sociologo Bennie Callebaut. Attesa per la seconda Convention di Economia di Comunione “20 anni di EdC: imprese, progetti, futuro” che si svolgerà a partire dalle 9.30 di oggi, al Polo Lionello Bonfanti. Tra gli interventi, nel pomeriggio, gli economisti Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Pier Luigi Porta, Stefano Bartolini oltre a numerosi imprenditori. Per approfondimenti: Area Stampa Foto – Flickr Photostream Agenzia Stampa ASCA – Speciale LoppianoLab (altro…)
Set 10, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La “primavera araba” e il complesso scenario di relazioni politiche e giuridiche del quadrante medio-orientale, sono stati al centro del Seminario di studio che si è recentemente concluso nel Trentino (27-30 agosto 2011), promosso dall’Istituto Universitario Sophia, in collaborazione con Mppu/Movimento politico per l’unità e Ced/Comunione e Diritto. L’iniziativa, che ha usufruito del contributo della Provincia di Trento e della collaborazione delle amministrazioni locali della Valle del Primiero, rappresenta la prima edizione di un più articolato progetto pluriennale di ricerca rivolto a giovani universitari, per incrementare, all’interno dei loro percorsi formativi, accademici e professionali, una “cultura della fraternità universale” tra popoli e culture. Caratteristica dell’esperienza è stata la possibilità di mettere in comunicazione competenze e linguaggi disciplinari diversi per approfondire un tema multidimensionale, in una stretta interazione tra docenti e studenti di area giuridica e politologica, gran parte dei quali già collegati tra loro per la partecipazione a precedenti iniziative (come i seminari estivi promossi da CeD/Comunione e Diritto, e le “Scuole di partecipazione” del Mppu/Movimento politico per l’unità). E tale approccio inter-disciplinare, caratteristico dell’esperienza formativa dello IUS, ha interessato e coinvolto, confermandosi uno strumento imprescindibile sia per una seria analisi e comprensione degli eventi, sia per intervenire su di essi. Il programma ha chiesto concentrazione e impegno personale a ciascuno dei partecipanti – complessivamente cinquanta persone, di cui 38 giovani – offrendo allo stesso tempo, per la straordinaria bellezza dell’ambiente naturalistico in cui si è svolto, le Dolomiti del Primiero, tempi adeguati anche per la conoscenza reciproca e lo svago. Ma a portare su quelle montagne la Summer School non è stato solo lo splendido paesaggio e la temperatura mite. Ad agire da catalizzatore è stato anzitutto il riferimento all’esperienza di Chiara Lubich e del primo gruppo del nascente Movimento dei focolari che, in questa stessa vallata, lungo gli anni ’50, si trovò a vivere alcune tappe che hanno segnato in modo indelebile il suo sviluppo. Fu allora che si intuì con maggiore chiarezza la forza carismatica dell’idea dell’unità e della sua traduzione in un diverso modello di socialità umana, illuminato dalla fraternità universale. Un principio che, anche in questi giorni, ha saputo offrire chiavi inedite di lettura e di azione, andando oltre la frammentarietà di risposte dettate dall’emergenza, con la forza di un pensiero nuovo. Come dare continuità all’iniziativa? In chiusura, all’entusiasmo dei giovani si è aggiunta la concretezza e la capacità di progetto del presidente della Comunità di Valle, del sindaco di Tonadico e di altri amministratori del territorio, con i quali si sono già tracciate alcune piste. Ciò che si intravede è la possibilità che il Primiero ospiti annualmente una settimana di studi internazionali, proposta dal team di Sophia in collaborazione con altre reti di esperti, mettendo a fuoco ogni anno un tema specifico trattato in modo interdisciplinare. Fonte: http://www.mppu.org/ – 6 settembre 2011 (altro…)
Set 4, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità
Un aspetto caratteristico del Movimento dei focolari è la comunione, l’unità. È la conseguenza della Parola vissuta e comunicata. Scriveva Chiara: «Il Movimento prima non c’era, poi c’è stato. E l’ha fatto nascere, lo sappiamo, lo Spirito Santo, che ha agito in un modo ben preciso. Ha messo le prime focolarine in condizione di prendere in grande, vorrei dire in unico rilievo, il Vangelo; ha illuminato loro le sue Parole e ha dato loro la spinta per viverle». «L’effetto? – si chiedeva ancora Chiara –. Lo sappiamo, impensato e meraviglioso: per la Parola vissuta radicalmente, per la Parola presa sul serio, è nata una comunità ben presto numerosa, ben presto diffusa in più di cento paesetti del Trentino: era il Movimento dei focolari. Gente che prima si ignorava è diventata famiglia; cristiani, prima indifferenti l’uno all’altro, si sono compaginati in uno. Dunque la Parola di Dio fa questo miracolo, può fare questo miracolo: dare origine ad una comunità visibile». “Unità” è la parola che più contraddistingue il Movimento dei focolari. Unità che è in sé comunione e comunicazione. Unità che ha bisogno di una continua comunicazione per rendersi ogni giorno attuale. Anche i mezzi di comunicazione sociale sono così al servizio dell’unità. Le 38 edizioni della rivista Città Nuova, in 24 lingue, assieme ad altre riviste, come Gen’s per il mondo sacerdotale e Unità e carismi per i religiosi, sono realizzazioni finalizzate all’unità. Così come i “Centri Santa Chiara” audiovisivi. Disse Chiara Lubich nel 2000, rivolgendosi ad un’assemblea di comunicatori e offrendo loro quattro “principi” della comunicazione mediatica: «Per essi il comunicare è essenziale. Il tendere a vivere nel quotidiano il Vangelo, l’esperienza stessa della Parola di vita, è sempre stata ed è unita indissolubilmente al comunicarla, al raccontarne i passi ed i frutti, dato che è legge amare l’altro come sé. Si pensa che ciò che non si comunica vada perduto. Così sul vissuto si accende la luce, per chi racconta e per chi ascolta, e l’esperienza pare fissarsi nell’eterno. Si ha quasi una vocazione al comunicare». Secondo principio: «Per comunicare, sentiamo di dover “farci uno” – come noi diciamo – con chi ascolta. Anche quando si parla o si svolge un tema, non ci si limita ad esporre il contenuto del nostro pensiero. Prima sentiamo l’esigenza di sapere chi abbiamo dinanzi, conoscere l’ascoltatore o il pubblico, le sue esigenze, i desideri, i problemi. Così pure farci conoscere, spiegare perché si desidera fare quel discorso, che cosa ci ha spinti, quali gli effetti di esso su noi stessi e creare con ciò una certa reciprocità. In tal modo il messaggio viene non solo intellettualmente recepito, ma anche partecipato e condiviso». Ancora: «Sottolineare il positivo. È sempre stato nel nostro stile mettere in luce ciò che è buono, convinti che sia infinitamente più costruttivo evidenziare il bene, insistere sulle cose buone e sulle prospettive positive, che non fermarsi al negativo, anche se la denuncia opportuna di errori, limiti e colpe, è doverosa per chi ha responsabilità». Infine: «Importa l’uomo, non il media, che è un semplice strumento. Per portare l’unità, occorre anzitutto quel mezzo imprescindibile che è l’uomo, un uomo nuovo per dirla con san Paolo, che ha accolto cioè il mandato di Cristo ad essere lievito, sale, luce del mondo». (altro…)
Set 3, 2011 | Cultura
Lía Brunet fue una de las primeras compañeras de Chiara Lubich, quien dio inicio al Movimiento de los focolares. Pionera en la difusión del Movimiento en América Latina, vive una real aventura personal y colectiva a la vez, en la senda del amor recíproco que construye la unidad en la multiplicidad, con sus consecuencias de encarnación y transformación de la realidad. Desde su irrefrenable pasión hace suyo el sueño de Jesús: “Que todos sean uno”.
Datos del autor:
Los autores cuyos testimonios dan vida a este libro, de distintas proveniencias, religiones, generaciones y vocaciones, “miran” a Lía Brunet desde el vínculo que entretejieron con ella. Lo hacen con un estilo desprovisto de formalidad, pero sí cargado de afecto, reconocimiento y análisis de su larga y prodigiosa vida al servicio de la unidad. En efecto, en Latinoamérica Lía hizo suyo el compromiso con los grandes desafíos religiosos, sociales y culturales de la región. Con enorme visión esta mujer intuyó y fomentó el despliegue del potencial de estos pueblos hermanos. Marilyn Barrio (Presentación) Monseñor Estanislao Karlic (Prólogo) Maria Voce (Prólogo) María Nieves Tapia Josefina Trebucq de Clariá Silvina Jereb, Jorge Perrin, Raúl Di Lascio Inés Blanco Francesco Ballarini Marilyn Barrio, Benedetto Teresano Ignacio Salzberg, Jaime Kopec, Mario Burman, Boris y Clara Kalnicki, Eduardo Gruz, Berta Goldsztein, Mario y Marta Hendler Carlos Martínez Marta (Marvi) Yofre Gustavo Clariá José María Poirier Elena López Ruf, Magdalena Barrientos
Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires