Set 3, 2011 | Cultura
¿Puede la divina voluntad hacernos felices o, al menos, dar cuenta de una futura y perenne felicidad? ¿Pueden sus inescrutables designios otorgarle un sentido a la existencia? Chiara Lubich afirma que sí. Ella estaba convencida de que sí. Lo prueba su propia y sufrida experiencia personal en muchas y diferentes ocasiones. Habla de lo que tuvo que vivir, de lo que comprendió en las lecciones místicas de su iluminación, del dolor profundo y del “abandono” que le tocó experimentar yendo tras los pasos de su divino Maestro. Con lenguaje que cada lector deberá contextualizar según los años y los destinatarios, Chiara siempre transmite su “amor enamorado del Amor” que muchas veces llega a lo más hondo del corazón. Cada uno de estos textos puede ser la oportunidad de entablar un diálogo, de afrontar una meditación y de proponernos comenzar o retomar la aventura de la vida cristiana.
Datos del autor:
Chiara Lubich (Trento, 1920 – Roma, 2008), fundadora del Movimiento de los Focolares y una de las personalidades más relevantes de la Iglesia Católica a partir del Concilio Vaticano II. Ha llevado adelante una intensa y fructífera actividad en el campo ecuménico y del diálogo interreligioso
Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Set 1, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Appartengo alla generazione dei “ribelli”, educato alla fede cattolica, ma senza capirla né viverla coerentemente. Sin da giovane mi ponevo tante domande. Soprattutto facevo un grande sforzo per andare a Messa ogni domenica. Trovai la soluzione: smisi di credere, continuando ad avere, però, come riferimento il messaggio d’amore di Gesù. Conobbi M. Angels, mia moglie, e cominciò una lunga e benefica trasformazione di entrambi. Lei credente e del Movimento dei focolari. In realtà, con il passare del tempo, scoprii che mi ero sposato con una “attivista” del Movimento. Ci dovemmo confrontare subito sulla decisione da prendere per il rito matrimoniale. Ci sposammo in Chiesa. Nonostante ciò, da parte mia non rinunciai a nulla. Non solo accettai il rito religioso, ma volli partecipare con il massimo interesse e rispetto. L’altra decisione importante fu l’educazione che avremmo dovuto dare ai nostri figli. Nuovamente applicammo un semplice principio che, per queste questioni difficili, ha funzionato molto bene: “la formazione nella fede cattolica sarà un plus per i nostri figli , che li farà più sensibili, più completi, più felici ”. Dicevo a mia moglie: “Tu hai la fede, io il vuoto”. Non è stato tutto facile come può sembrare. Infatti, non capivo l’entusiasmo di mia moglie nel partecipare agli incontri dei Focolari. Era forse una setta? Ammetto che ero un po’ geloso. Poco a poco, sforzandoci entrambi, arrivammo ad un pieno equilibrio. Avevo una certa curiosità per il Movimento e lei discretamente me lo faceva conoscere. Un evento significativo accadde quando partecipai ad un incontro. Ricordo l’accoglienza che ricevetti e l’aria che si respirava. Cominciai a conoscere la spiritualità di Chiara Lubich che cercavo di far combaciare con le mie convinzioni personali. Un aspetto significativo è l’aver compreso in una nuova luce il significato della parola amore che oggigiorno ha perso la sua rilevanza. Avevo trovato una spiritualità che metteva al centro il messaggio di Gesù, in una maniera radicale e manifesta, che si concretizzava quotidianamente e nelle piccole cose. Il mio interesse per questa spiritualità crebbe, cosi come il desiderio di viverla, con gli amici, gli sconosciuti, i colleghi di lavoro, e il più difficile, in famiglia. C’era solo un ostacolo. Mi sembrava che il Movimento fosse riservato alle persone credenti cristiane. Fui sorpreso quando seppi che era aperto anche a persone di convinzioni non religiose e, non solo, che mi invitava a partecipare in un modo attivo. Ho imparato a vedere l’altro come un fratello, a pensare e agire di conseguenza, e che non è necessario essere un eroe; ho sperimentato che è necessario un esercizio costante, ma in questo si è aiutati da una spiritualità che ha un’alta componente comunitaria. Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di poter dirigere un gruppo musicale di giovani. E’ una fortuna, perché stando con loro ho potuto partecipare alla loro crescita, non solamente musicale ma anche spirituale. Questo ha richiesto grandi dosi di lavoro e molta pazienza per adattarmi alle loro richieste, conoscenze, età e alla loro voglia di giocare e di vivere. Ora rivedo la mia vita come una traiettoria che mi ha permesso di crescere nel terreno spirituale, riempire quel vuoto che mi sembrava di avere, rispetto alla pienezza della fede di mia moglie. Una evoluzione che richiede che io passi da spettatore ad attore. Jordi Illa (altro…)
Ago 28, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
In una lettera degli anni Quaranta, Chiara Lubich scriveva una frase folgorante: «Vedi, io sono un’anima che passa per questo mondo. Ho visto tante cose belle e buone e sono sempre stata attratta solo da quelle. Un giorno (indefinito giorno) ho visto una luce. Mi parve più bella delle altre cose belle e la seguii. Mi accorsi che era la Verità». La sua aspirazione, appena diplomata come maestra, era di frequentare l’università cattolica di Milano. Pensava: «È cattolica, parleranno di Dio, mi insegneranno tante cose di Dio». Un concorso permetteva a 33 candidati di accedervi gratuitamente. Chiara risultò trentaquattresima. Le sembrò di aver perso una grande occasione. Tra le lacrime, una voce però si fece largo nel turbinio del suo cuore: «Sarò io il tuo maestro!». L’aspetto dello studio ha in questa risposta interiore il suo riferimento. Più avanti, nel 1980, spiegava ancora: «Già nel ‘44 Gesù ha chiesto a me di lasciare lo studio e di mettere i libri in soffitta (…). Affamata di verità, avevo visto l’assurdo di cercarla attraverso lo studio della filosofia quando la potevo trovare in Gesù, verità incarnata. E ho lasciato di studiare per seguire Gesù. (…) Lì, in quell’episodio, c’è un preludio di quello che sarebbe fiorito col tempo nel Movimento. Avremmo visto splendere una luce, ma essa sarebbe stata l’anima di una vita. (…) Dopo quella rinuncia o meglio, dopo quella scelta che Dio ha chiesto a me, la luce è venuta veramente abbondante. Essa ci ha illuminati sulla spiritualità che Dio voleva da noi, essa ha plasmato giorno dopo giorno l’Opera che si andava sviluppando. Noi abbiamo chiamato questa luce ‘sapienza’. (…) Ed abbiamo capito che la sapienza era fondamentalmente il nostro nuovo studio, lo studio di tutti i membri dell’Opera di Maria (…). Pur avendo lasciato già nel ‘43-‘44 gli studi, nel 1950 sentii la necessità di riprendere i libri in mano e di studiare teologia. Sentivo il bisogno di poggiare le tante intuizioni di quel periodo su una base sicura». Numerosi sono i luoghi in cui si realizza la cultura dell’unità, ad esempio, la cosiddetta “Scuola Abbà”, che cura la dottrina che sgorga dal carisma dell’unità, che è alla sorgente di numerose iniziative che permeano i vari campi del pensiero e della vita. L’Università Popolare Mariana, finalizzata a fornire una formazione teologica di base ai membri del Movimento. Altre scuole e corsi orientati agli scopi specifici del Movimento. Nel campo editoriale l’editrice Città Nuova, con numerose pubblicazioni in varie lingue, e la rivista di cultura Nuova Umanità. Infine, dal 2008, l’Istituto Universitario Sophia con sede a Loppiano (Incisa V. – Firenze). (altro…)
Ago 24, 2011 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
“Conocí gente que quiere un Mundo Unido… vení a conocerla vos también”. Con este título se convocaron 180 adolescentes y jóvenes de toda la República Argentina y algunos representantes de Latinoamérica, Europa y Jerusalén. La jornada se desarrolló en el marco de la XV Jornada de la Paz. Esta propuesta nace como un fruto de la misma, siendo organizada en conjunto por Chicos por un mundo unido del Movimiento de los focolares y el Centro Ana Frank de Argentina. El Centro Ana Frank desarrolla actividades de sensibilización, manteniendo vivo el testimonio de Ana Frank, contribuyendo a la construcción de una sociedad más libre y pluralista, donde se garantice la igualdad y el respeto por los derechos humanos, y en el que la discriminación y la intolerancia no sean aceptadas. Esta organización eligió la Mariápolis Lía
para plantar un retoño, del árbol de castaño de la casa original de Ana Frank en Holanda, como reconocimiento a la ciudadela por ser un espacio de encuentro y de formación en una nueva cultura del diálogo. Alegría, confianza, respeto, libertad, sueños de un mundo unido; estas son algunas de las palabras que pueden describir lo vivido. Los chicos decían “No siempre puedo hablar con la libertad y la confianza que pude hacerlo acá”. “Me gustó mucho, porque aunque teníamos opiniones distintas, todos nos respetamos“. “Me sentí escuchada, a veces los adultos no saben escuchar, es muy bueno aprender a dialogar”.
Los adolescentes y jóvenes de ambas instituciones participaron activamente en la construcción de esta jornada: una experiencia real, una maqueta de la riqueza de la multiculturalidad de la Argentina. Con juegos, talleres, paneles de intercambio; se fueron trabajando tres ejes: la integración en la diversidad (cultural, social, política y religiosa), el respeto por el otro (y todo lo que implique) y el abordaje de problemáticas juveniles que hacen a todo tipo de violencia, discriminación y/o exclusión. Estos ejes se trabajaron en actividades como un Juicio a Facebook, una muestra sobre la vida de Ana Frank y diálogos sobre temas relevantes para los chicos de hoy. Todos volvieron a sus casas convencidos de que es posible construir otro tipo de sociedad, basada en valores sustentados en la fraternidad y en la solidaridad.
Ago 21, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«
Da noi ogni oggetto deve avere un perché», ripeteva Marilen Holzhauser, una tra le primissime focolarine. La sobrietà, l’essenzialità furono, per le prime compagne d’avventura di Chiara Lubich, stile di vivere, di arredare, di vestire. Il bello svela così il mistero di un fiore che consuma soltanto ciò di cui ha bisogno e mostra in tal modo tutta la sua reale bellezza. Il bello diventa così splendore del vero. L’armonia dell’essenzialità fa scoprire «la bellezza che salverà il mondo» e quale mondo salverà la bellezza. Nella Lettera a Diogneto, a proposito dei primi cristiani si legge: «Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale». Tutto ciò ha dei riflessi nella vita concreta di coloro che aderiscono allo “spirito dell’unità”. Ad esempio, i “Centri Mariapoli”, che accolgono congressi e corsi di formazione, e le Cittadelle di vita comune, 22 nel mondo, sono concretizzazioni che puntano a restaurare nella loro integrità umana i rapporti sociali. Così le produzioni dei centri Ave e Azur, e gli appuntamenti di “Art’è”, così come le opere d’arte di pittori, musicisti, pianisti, ballerini… vogliono esprimere la continua novità di Dio, sorgente di bellezza e armonia.

Dina Figueiredo, 'Eucarestia' - Ospedale S.Chiara, Trento 2004
Scriveva Chiara Lubich: «L’artista vero è un grande: tutti lo dicono anche se pochi sono i critici d’arte, ma in tutti v’è l’ammirazione ed il fascino del “bello”. L’artista s’avvicina in certo modo al Creatore. Il vero artista possiede la sua tecnica quasi inconsciamente e si serve dei colori, delle note, della pietra, come noi ci serviamo delle gambe per camminare. Il punto di concentramento dell’artista è nella sua anima, dove contempla un’impressione, un’idea, che egli vuole esprimere fuori di sé. Per cui, negli infiniti limiti della sua piccolezza di uomo a confronto di Dio, e quindi nella infinita diversità delle due cose “create” (passi la parola), l’artista è in certo modo uno che ricrea, crea nuovamente: e una vera “ricreazione” per l’uomo potrebbero essere i capolavori d’arte che altri uomini hanno prodotto. Purtroppo, per mancanza di veri artisti, l’uomo si ricrea per lo più in fantasticherie vuote di cinema, teatri, varietà, dove l’arte ha spesso poco posto. «L’artista vero – continua Chiara – ci dà in certo modo con i suoi capolavori, che sono giocattoli di fronte alla natura, capolavoro di Dio, il senso di chi è Dio e ci fa rilevare nella natura l’orma trinitaria del Creatore: la materia, la legge che la informa, quasi vangelo della natura, la vita, quasi conseguenza dell’unità delle prime due. L’insieme poi è qualcosa che continuando a ”vivere” offre l’immagine dell’unità di Dio, del Dio dei viventi. Le opere dei grandi artisti non muoiono e qui è il termometro della loro grandezza, perché l’idea dell’artista s’è espressa in certo modo perfettamente sulla tela o sulla pietra componendo alcunché di vivo». (altro…)
Ago 19, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
All’interno del vasto programma culturale predisposto per questa Giornata Mondiale della Gioventù, un evento che, secondo alcuni mezzi di comunicazione, è “essenziale”: il musical “Life, love, light” sulla vita della Beata Chiara Luce Badano. 50 giovani dei Focolari si sono proposti un obiettivo molto ambizioso: offrire questo musical – che era stato presentato solo nella Sala Paolo VI in coincidenza con la beatificazione della giovane italiana – come risposta alle parole di Papa Benedetto XVI: “Vi invito a conoscerla : la sua vita è stata breve, ma il messaggio è grande… Diciannove anni pieni di vita, d’amore, di fede. I suoi ultimi due anni, pieni di dolore, ma sempre con amore e luce, una luce che irradiava attorno a lei, nata dal suo intimo: dal suo cuore pieno di Dio!” Mesi di preparazione, impegno, insieme ad una forte, profonda, esperienza di Dio… e quello che sembrava una sfida raggiungibile solo con un “miracolo” ieri sera, presso l’Auditorium “Pilar García Peña” (Madrid), era una splendida realtà. Dilettanti fino a pochi mesi fa, ieri sera sul palco sono stati dei veri professionisti. Prima dello spettacolo una gen del gruppo della coreografia si è espressa in questi termini: “Vogliamo comunicare che tutti noi possiamo fare il suo stesso cammino. Era una di noi”. L’auditorium, con una capienza di 5000 persone, era completamente pieno e molte persone hanno seguito il musical seduti sul pavimento o in piedi. “Life, love, light“ presenta, con un agile intreccio di coreografie, canzoni e testi, le tappe principali della vita di Chiara Badano: l’infanzia con i genitori, i suoi rapporti con gli amici e con la fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich, le speranze, le conquiste ed i fallimenti di questa ragazza, fino al momento cruciale della malattia. “Perché, Gesù?” Si domanda davanti a questo dolore immenso e la risposta: “Se lo vuoi Tu, lo voglio anch’io” Un momento speciale, profondo ed emotivo, la testimonianza dal vivo di Maria Teresa e Ruggero Badano, genitori di Chiara e poi Chicca Coriasco, la sua migliore amica. Inoltre, la parola è stata data anche a dei giovani presenti che hanno condiviso le loro esperienze, il loro impegno nel vivere ogni giorno il Vangelo, come Chiara Luce. Il pubblico ha avuto una forte commozione quando si sono letti dei brani di sue lettere rivolte a Chiara Lubich: “Ho scoperto che Gesù abbandonato è la chiave per l’unità con Dio, l’ho scelto come mio primo Sposo e voglio prepararmi per quando arriva. Preferirlo”. Molti hanno sottolineato la bellezza del musical, la magnifica messa in scena, il linguaggio coinvolgente, attuale e moderno. Alcuni giovani presenti che si sono dichiarati non credenti, si sono detti d’accordo con il messaggio “d’amore e di unità” che si voleva trasmettere. “Non posso correre più, e vorrei passarvi la torcia, come alle Olimpiadi … Perché abbiamo una vita sola, e vale la pena spenderla bene.” Queste sono alcune delle ultime frasi di Chiara Luce che rispecchiano quanto vissuto durante la serata di ieri sera: adesso tocca ad ognuno di noi portare questa torcia. Video Clip su YouTube [nggallery id=61] (altro…)