Ott 26, 2010 | Cultura, Focolari nel Mondo
«Da 35 anni mi occupo professionalmente di comunicazione in vari campi, ma posso dire di essere “nata” alla vera comunicazione solo nel marzo 1995, quando alla conferenza stampa del Premio UELCI a Milano, per il migliore scrittore cattolico dell’anno, ho conosciuto Chiara Lubich e non l’ho più abbandonata». Con queste parole Alma Pizzi ha esordito nel giugno 2010, all’ultimo seminario di NetOne, per presentarsi. Lei, giornalista affermata, consulente stampa, docente di giornalismo e autrice, originaria della Lombardia, Presidente dell’UCID (Unione Cristiani Imprenditori Dirigenti), è stata anche una grande sostenitrice della rete internazionale di operatori della comunicazione NetOne ispirata al carisma dell’unità.
Lo scorso giugno, raccontava ancora di sé: «Ho avuto una seconda “nascita”, ancor più decisa, nel giugno 2000 qui a Castelgandolfo, al primo raduno internazionale di NetOne, che nasceva in quella occasione: da allora considero NetOne la mia casa e non sono mancata mai. Ho soprattutto scoperto un nuovo modo di essere giornalista, rivoluzionario rispetto a quello che conoscevo prima: ho iniziato a mettere al primo posto il rapporto con gli altri e non il prodotto del mio lavoro». (L’intervento completo è disponibile anche in video sul sito di NetOne) «Mi ha colpito e commosso leggere i suoi ultimi pezzi – scrive una giornalista che l’ha conosciuta e lavorato con lei – “vari sono sulla santità: da quello su Chiara Luce Badano all’ultimo su Carlo I d’Austria, beato “attraverso” e non “nonostante” la politica, uscito il 24 ottobre 2010 (il giorno prima della sua morte) sul sito del giornale on line che curava. Tra l’altro riporta dal diario di Carlo I queste parole: “Tutta la mia aspirazione è sempre di conoscere il più chiaramente possibile in tutte le mie cose la volontà di Dio e di eseguirla, e precisamente nella maniera più perfetta”». Collaboratrice di Città Nuova, aveva scritto per la rivista dei Focolari a proposito del giornalista Giuseppe De Carli, recentemente scomparso, chiudendo così l’articolo: “Non avevamo saputo nulla del suo male e ora lo pensiamo arrivato alla mèta, dove vorremmo arrivare anche noi con la stessa consapevolezza del lavoro coscienziosamente compiuto”. La ricordiamo attraverso queste sue ultime parole, rimandando all’articolo su Città Nuova per conoscere qualcosa in più di lei. Altri link:
Rmf on line, è la squadra che fa notizia. L’ultima intervista pubblicata (altro…)
Ott 21, 2010 | Cultura
A Loppiano lo scorso 18 ottobre si è inaugurato l’anno accademico 2010-2011 dell’Istituto Universitario Sophia (IUS), l’originale istituzione accademica ispirata alla spiritualità di Chiara Lubich che coniuga formazione e ricerca, con un percorso di vita coerente con l’ideale dell’unità nella diversità. La cerimonia ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo culturale, politico ed ecclesiale italiano. Mons. Betori, Gran Cancelliere dello IUS, nel suo intervento afferma che: “oggi più che mai è necessario ricercare con passione la verità, la quale, per essere accolta e comunicata non necessita solo di onestà intellettuale, bensì esige un coinvolgimento di tutta quanta la persona.” Le parole del preside Piero Coda sottolineano come a Loppiano le intenzioni sono seguite dai fatti, i 54 studenti che frequentano la Laurea Magistrale e i 7 iscritti al ciclo dottorale, provengono da ben 26 paesi diversi. Confermando l’apertura interculturale e interreligiosa, oltre che interdisciplinare, da quest’anno tra gli studenti ci saranno anche una studentessa della Chiesa Ortodossa Bulgara e un’altra di religione buddista.
Numerosi accordi con altri atenei, in Italia e all’estero, sono stati siglati lo scorso anno. Inoltre, hanno terminato la loro formazione i primi studenti con il titolo di Laurea Magistrale in “Fondamenti e prospettive di una cultura dell’unità” nei due rispettivi indirizzi: filosofico-teologico e politico-economico. La presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce , nel felicitarsi con i neolaureati, evidenziava
come loro si fossero “impegnati, personalmente e insieme, a penetrare i fondamenti e a delineare le prospettive di una cultura dell’unità declinata nella molteplicità dei saperi”. Con le sue parole metteva in risalto un’altra caratteristica dello IUS: tutti, docenti, studenti e l’intero personale, in un intenso clima di dialogo, concorrono al progetto formativo di Sophia, pur nel rispetto delle rispettive competenze e responsabilità. Nel corso dell’inaugurazione è stata presentata la fondazione “Per Sophia” nata con lo scopo di sostenere la crescita e lo sviluppo dell’istituto, questo avverrà anche con la concessione di premi, borse di studio e di finanziamenti per i progetti culturali e didattici. L’Istituto Universitario Sophia sta poi progettando di ampliare la propria offerta formativa includendo percorsi nell’ambito della pedagogia e della musicologia. Infine, un’ulteriore sfida riguarda l’attività editoriale dello IUS, da quest’anno alla collana “Universitas” e alla rivista “Sophia” si accompagnano le collane “Per-corsi” e “Biblioteca di Sophia”, quest’ultima dedicata alla pubblicazione dei classici della cultura dell’unità. (altro…)
Ott 20, 2010 | Cultura
Il 14 ottobre 2010 la sala conferenze della Corte d’appello di Roma ha accolto il convegno organizzato da Comunione e Diritto dal titolo “Sistema europeo e nord americano a confronto: rapporto tra avvocato e cliente”. L’iniziativa, inserita tra gli eventi di formazione deontologica, ha avuto il riconoscimento del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Roma. Erano circa 150 gli operatori del diritto, avvocati, qualche magistrato, studenti che hanno seguito con interesse le tre ore di convegno condotte dall’avv. Carlo Fusco che ha anche presentato la mission di Comunione e diritto.
Focus della giornata è stato il raffronto tra i sistemi giuridici italiano e nord-americano. L’ avv. Mauro Vaglio ha delineato i procedimenti disciplinari davanti al consiglio dell’ordine forense con valutazioni processuali ed etiche, mentre l’esperienza del sistema giuridico nord americano è stata offerta dalla relazione presentata dalla prof.ssa Amy Uelmen, della Fordham University di New York. “Partecipando da qualche anno alle discussioni sul ruolo della coscienza e delle fedi personali nella vita professionale, – ha affermato la prof.ssa Uelmen – ho l’impressione che il seguire la propria coscienza, ed esprimere sinceramente la propria opinione abbia reso gli avvocati più, e non meno, sensibili alle complesse ed intrinseche questioni di identità, di dinamiche di potere e del contesto sociale”. Significativo il titolo del suo intervento: “Rapporto tra avvocato e cliente nella fase di consulenza. L’esempio nord americano: la coscienza del legale e la miglior difesa della parte”. Apprezzato il tema su “Mediation” e” mediazione civile” dell’avv. Giuseppe Sbardella, che ha mostrato la Mediation come uno strumento di superamento della cultura del conflitto ravvisando in essa un fattore di coesione sociale. Nella relazione finale l’avv. Maria Giovanna Rigatelli, della Commissione centrale di Comunione e Diritto, ha presentato l’esperienza in corso ormai da anni di una rete internazionale di giuristi per la formazione degli operatori del diritto. L’avv. Rigatelli ha dato voce a esperienze di operatori del diritto di diverse parti del mondo, primi passi accompagnati da approfondimenti teorici, che dicono come dal mettere in pratica ” la fraternità” anche nel campo giuridico, possa cominciare a delinearsi una nuova cultura giuridica.
Ott 20, 2010 | Cultura
“Educazione: un atto d’amore”: è questo il titolo dell’Incontro Pedagogico Internazionale che si è tenuto a Trento il 9 e 10 ottobre scorsi. I partecipanti sono stati 420, provenienti da tutta Europa, con rappresentanze anche dall’India e dall’Argentina, Brasile, Cuba, Zimbabwe e Burundi: una due giorni promossa da EdU (Educazione-Unità), col Patrocinio della Provincia di Trento e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. EdU è una rete formata da professionisti del mondo dell’educazione e della formazione, che promuove una riflessione e un lavoro di ricerca, volti a delineare una teoria dell’educazione che emerge dal carisma dell’unità di Chiara Lubich. Ne fanno parte professori universitari e insegnanti dei vari livelli scolastici, studenti, amministratori, che si sono confrontati sul ruolo della persona al centro della sfida educativa, per sperimentare come la formazione e l’educazione non siano solo “emergenze”, ma reali opportunità per tendere a quella fraternità universale che rende la persona realizzata. Ne è prova l’impressione di Serena, studentessa al primo anno di scienze dell’educazione: “Ho trovato molto interessanti gli interventi dei relatori e le testimonianze. (…) E’ stato un momento di condivisione, collaborazione, conoscenza e, soprattutto, una sensazione di tranquillità e pace con tutto e tutti. Questo convegno ci rimarrà nel cuore!”. Un entusiasmo condiviso anche da Wiletov, polacco, con qualche anno in più: “Sono un pedagogista ormai di 70 anni, ma dopo questo convegno mi sento come quel sole, che finché non tramonta può dare calore”. Si è partiti dall’ arte d’amare, proposta da Chiara Lubich in una videoregistrazione. Da lì, in un connubio fra metodologia e vita, si sono susseguiti momenti di lavoro con approfondimenti di metodi e strumenti, e forti testimonianze che hanno mostrato la forza pedagogica dell’amore autentico, dando coraggio e forza a ognuno di proporre gli stessi metodi educativi nei propri ambienti. Con rinnovata fiducia nel difficile mestiere di educare, a giudicare dalle considerazioni finali di alcuni degli educatori presenti: “Grazie, perché questo convegno mi ha permesso di indirizzare la bussola”. “Per me è stato come un esame di coscienza: Chi sono io? Perché educo?…” “L’educatore è il primo destinatario dell’educazione stessa”, “Sono arrivato con un gran peso nel cuore: di non riuscire più a insegnare. Ora posso ricominciare”. Leggi anche, su Città Nuova Online, l’articolo di Francesco Châtel |
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Ott 14, 2010 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
un ambiente rilassato. L’evento, dall’11 al 12 settembre, ha radunato oltre 150 partecipanti del Paraguay, Argentina e del Paese ospitante. Imprenditori, studenti, lavoratori, economisti interessati ad approfondire le linee portanti del progetto dell’EdC. Dopo l’illustrazione dell’Economia di Comunione, della sua storia quasi ventennale, toccando gli aspetti imprenditoriali, sociali, accademici, i Poli con le aziende e le sfide attuali, è seguita una carrellata di esperienze dei protagonisti con la presentazione di alcune aziende che aderiscono all’EdC. María Elena González del Paraguay, alla guida di “Todo Brillo” (Tutto pulito), esordisce: “Non vi parlerò della nostra azienda, ma di quella di un Altro”, in allusione a quel già noto “Socio nascosto” che accompagna gli imprenditori dell’Economia di Comunione, e cioè l’aiuto di Dio. Con semplicità disarmante racconta delle umili origini della sua azienda di pulizie, della loro fedeltà – anche nei tempi più duri della crisi -, ai valori a cui si rifà l’EdC, di come sono venuti fuori con lo sforzo di tutti. La sua azienda, oggi, fornisce lavoro a 420 impiegati che, per il Paraguay, non è poco. Commoventi le esperienze, alle volte eroiche in un mercato competitivo e talvolta crudele, di due imprese uruguaiane: “Sempre più su”, di produzione di indumenti sportivi, e “Domus Aurea”, impresa edile che raccontano come distribuiscono gli utili in funzione dei bisogni reali dei lavoratori, e di come cercano di vivere la “cultura del dare” pur in mezzo alle ristrettezze. Arriva il turno di 4 aziende argentine: “La Sagrada” (La Sacra), azienda agricola di Buenos Aires che si dedica alla produzione e commercializzazione di prodotti lattei di qualità; dalla città di Mendoza, ai piedi delle Andi, una cooperativa metallurgica e l’azienda di Elettrodomestici Breccia; e, infine, la Dimaco, azienda di cui parlano i 10 impiegati presenti al convegno. In teleconferenza, da Indianapolis (USA), John Mundell, presidente e fondatore di Mundell & Associati, presenta la sua azienda specializzata nella consulenza ambientale. Racconta come cercano di mettere in pratica i punti forti dell’EdC, come fanno la valutazione del impegno degli impiegati in base a questi propositi, del loro rapporto positivo con la concorrenza, la correzione reciproca, vissuta anche con gli impiegati, l’importanza di condividere le esperienze lavorative all’interno dell’azienda come un mezzo per trasmettere i valori dell’EdC e altro. Con grande convinzione, l’imprenditore statunitense afferma: “Le aziende dell’EdC hanno successo, vanno avanti, per i valori che mettono in pratica, e no nonostante quei valori” che richiedono sacrificio, muoversi nella legalità, andare contro corrente prendendo alle volte decisioni anti economiche, pur di restare fedeli ai valori cristiani. A conclusione del Seminario, uno sguardo alle “nuove sfide che si presentano alle aziende di Economia di Comunione, per incoraggiarci a proseguire la strada intrapresa, per non perdere l’appuntamento con la storia”, come dicono. Paraguay, non è poco.
Ott 13, 2010 | Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità
E quale è lo scopo dei mass-media? La loro vocazione collettiva è palese: sono fatti anch’essi per far vivere gli uomini insieme. Ma non è soltanto lo scopo, per cui il Movimento lavora, che rende i mass-media tanto vicini alla nostra vita. C’è una seconda affinità ed è relativa al metodo: la spiritualità dell’unità, che è tipica del Movimento, non si vive soltanto in una dimensione personale, ma comunitaria, collettiva. Nello sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa possiamo rilevare un nuovo passo, anche lì, nel disegno evolutivo dell’umanità. Tale sviluppo immette, per così dire, in essa una tensione inarrestabile che va dalla complessità all’uno, dalla frammentarietà alla ricerca dell’unità, in tempo reale. Se prendiamo in esame la nostra spiritualità, ci accorgiamo che, proprio perché essa è via all’unità, è una via di comunione. In un mondo pervaso di individualismo, in una Chiesa che coltivava e proponeva antiche, ma sempre ammirevoli spiritualità individuali, lo Spirito Santo ha spinto il nostro Movimento, vent’anni prima del Concilio, a fare questa solenne sterzata verso gli uomini. Non è questo il momento per una analisi approfondita dei vari cardini su cui poggia la nostra spiritualità, ma possiamo affermare che in ognuno di essi c’è una spiccata intonazione comunitaria. E’ dunque una via collettiva. Si va a Dio attraverso l’uomo. Si va a Dio insieme con l’uomo, insieme con i fratelli che amiamo. E perché questo amore è reciproco, ecco la possibilità di vivere sul modello della Trinità, divenendo uno come Dio è uno, senza essere mai soli come Dio che è trino. E Cristo è in mezzo a noi, come ha promesso: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Questa spiritualità si è rivelata poi nel tempo una spiritualità di popolo. E’ l’anima di una rivoluzione d’amore evangelico capace di diffondersi velocemente in tutto il mondo. E non solo tra cattolici, ma anche fra cristiani di altre Chiese, tra fedeli di altre religioni, tra uomini di buona volontà che aspirano ad un mondo unito. E’ un fenomeno di fraternità universale tra milioni di persone, presenti ora in 184 nazioni e animate da una profonda esigenza: sentirsi “una cosa sola ” tra tutti. Questa sete di sentirsi uniti è stata da sempre una nostra caratteristica, fin dai primissimi tempi, quando una fitta rete di lettere metteva in comunione tra di noi il lavoro che Dio iniziava a fare nelle nostre persone, un lavoro che cresceva quanto più veniva partecipato. (…) Il Movimento ha un sito ufficiale nella rete Internet, dove viene proposta una presentazione dei contenuti ideali, della storia, della diffusione dei Focolari, con collegamenti a siti analoghi di altre nazioni e pagine di notizie aggiornate. (…) Come ho detto, i nostri “mass-media” sono nati da concrete esigenze, da piccole occasioni, come il desiderio di mantenersi in contatto o la necessità di aggiornare quelli che non erano presenti ad avvenimenti da noi ritenuti importanti, o dal dovere di sostenere spiritualmente quelli in difficoltà. Per molti anni non abbiamo dato pubblicità al Movimento e alla sua entusiasmante diffusione, e tuttora quella che c’è non è tanto opera del Movimento, ma viene spontanea. A noi importa soprattutto che ogni cosa continui a fiorire dalla vita, pur essendo sempre più convinti che i mass-media sono, per così dire, fatti apposta per noi, data la loro vocazione all’unità dei popoli. Del resto ricordiamo che i primi cristiani non avevano i media. Avevano il cuore che traboccava del messaggio di Cristo e passava di bocca in bocca a tal punto che, come disse Tertulliano, pur essendo nati ieri, avevano già invaso il mondo. E Gesù ha usato la sua bocca e non ha scritto niente, salvo sulla sabbia. Se diamo ora un rapido sguardo all’oggi dei mezzi di comunicazione, non possiamo nasconderci che, insieme ad un incalzante sviluppo che li rende ogni giorno più utili e affascinanti, essi presentino una serie di nuovi e grandi problemi per la società, per le famiglie, per i singoli. E’ quindi un panorama fatto di luci certamente e di ombre. Per citare solo alcune di queste: la globalizzazione che omogenizza le culture soffocandone le ricchezze; il relativismo etico che mescola messaggi autorevoli con altri superficiali o faziosi; la spettacolarizzazione dell’esistenza, che strumentalizza la sofferenza e il privato; l’eccessivo clima di competitività dentro le strutture produttive dei mezzi di comunicazione; l’invadenza eccessiva sul pubblico… Come usare i media senza esserne usati? Luci ed ombre, dicevo… I mass-media oggi sono o accolti acriticamente o biasimati per l’amoralità, la violenza, la superficialità che a volte propongono o sopravvalutati come infallibili strumenti di potere, quasi nuovi idoli di una umanità senza altre certezze. Noi sappiamo che sono semplici mezzi, ma intendiamo apprezzarne tutto “l’enorme potenziale assopito” secondo una felice espressione del Papa, vogliamo ed invitiamo tutti a farne un uso buono, fedele al messaggio profetico che contengono. Questo messaggio dice: “unità”. E qui vorrei elevare un grande grazie a Dio per come Egli non è assente nemmeno dalle moderne scoperte e dalle nuove tecniche, per come Egli conduce la storia. Ecco, infatti, che proprio ora in cui l’umanità sembra vagare nel buio dopo il crollo di forti ideologie e l’offuscamento di tanti valori, e d’altra parte proprio ora in cui si anela ad un mondo più unito, si reclama la fraternità universale, proprio ora ci troviamo tra le mani questi potenti mezzi di comunicazione, un segno dei tempi che dice “unità”. E non vi è, forse, in tutto ciò il dito di Dio?