Gen 18, 2012 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Tanti saluti dalla Bulgaria!! Vogliamo raccontarvi come va la nostra preparazione per il Genfest. Quando abbiamo saputo il titolo “Let’s bridge” ci siamo chiesti come possiamo noi, qui a Sofia, costruire dei ponti. Ci sono venuti in mente i rifugiati che arrivano soprattutto dal mondo arabo. Per la maggior parte sono musulmani, qualcuno è da poco tempo qui, qualcuno già da anni. Purtroppo, però, tanti di loro non hanno molti contatti al di fuori del loro gruppo.
Una nostra amica, anche lei rifugiata dell’Iraq, che lavora nel comitato per le donne rifugiate, ci ha detto che loro hanno desiderio di conoscere di più la nostra cultura e anche di conoscere meglio la tradizione bulgara della “festa dell’albero”. Così, il 10 dicembre c’è stato un momento di incontro. Eravamo in 30: 10 Giovani per un mondo unito insieme ai rifugiati, soprattutto dall’Iraq, ma anche dal Libano, dalla Libia e dall’Afghanistan. Il programma consisteva nel presentare le tradizioni natalizie dei nostri Paesi, anche a livello gastronomico. Abbiamo cominciato con un gioco per conoscerci: un gomitolo di lana passava di mano in mano, così ognuno diceva qualcosa di sé: il nome, la provenienza… sufficiente per rompere il ghiaccio ed iniziare a creare un rapporto fra tutti.
Poi, ci sono stati momenti meditativi, una favola per i più piccoli, illustrazione delle abitudini dei vari popoli in questo periodo dell’anno. I rifugiati si sono sentiti amati, erano commossi di tutto quello che era stato preparato per loro e non finivano di ringraziarci.
Al termine della giornata, una ragazza cristiana ha scritto: “Nonostante in Iraq dipingano le uova per l’Anno nuovo e noi in Bulgaria per Pasqua, nonostante le altre differenze nei costumi e nelle feste, noi tutti abbiamo sentito che c’è qualcosa che dappertutto nel mondo opera con la stessa forza e la stessa luce: l’amore. Il nostro amore verso l’altro, verso quella persona che conosci da anni con tutti i suoi difetti o verso chi incontri per la prima volta, che non conosci ancora, ma negli occhi della quale, nonostante tutto, puoi vedere Gesù”. L’incontro si è concluso con invitanti pietanze da tutto il mondo, con racconti vari, sorrisi e gratitudine. Speriamo di essere riusciti a far sentire a queste care persone che sono benvenute e che possono sentirsi a casa». A cura dei Giovani per un Mondo Unito della Bulgaria (altro…)
Dic 27, 2011 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Riportiamo la testimonianza di Hanaa Keisar, raccontata in occasione del Conferimento del Premio Madre Teresa di Calcutta in memoria di Chiara Lubich, il 10 dicembre 2011
«In Egitto come sapete quest’anno si è segnata una tappa speciale e inaspettata: il crollo del regime dittatoriale. A quasi un anno dal primo vento di speranza e di libertà, ci troviamo in una fase delicata dove regnano l’insicurezza, lo scoraggiamento, la grande crisi economica e la grande paura del futuro. Nonostante questo scenario, abbiamo costatato con meraviglia come Dio ci sta aiutando a creare una tela nascosta, intessuta di rapporti veri e fraterni. Mentre vi arrivavano le notizie sui giornali e la TV di attacchi sanguinosi a chiese in vari posti del paese o di atti di violenza contro le folle dei manifestanti pacifici nella piazza Tahrir, in uno dei quartieri del grande Cairo, abbiamo lavorato insieme, cristiani e musulmani – tutti animati dall’ideale di unità che ci ha trasmesso Chiara -, ad un progetto, piccolo se si vuole, ma simbolo di unità: il progetto ‘Appartengo’.
Di fronte alla sfiducia, al disinteresse e all’indifferenza in cui si trovavano tanti egiziani, il progetto ha lo scopo di ridare il senso di appartenenza al proprio Paese spingendo le persone a scoprire le sue ricchezze culturali e abbellire angoli tralasciati e sporchi. È nata così – promossa dall’artista egiziano Helhamy Naguib – l’iniziativa di dipingere murali che esprimano la fraternità, la pace, l’armonia e che responsabilizzino all’impegno civico. Ci siamo lanciati per 2 giorni, con 40 giovani e adulti, a colorare il muro di una scuola in un quartiere popolare e povero col tema “Abbiamo il diritto di sognare!”. Eravamo a 8 mesi dalla rivoluzione del 25 gennaio. Anche se tutto era in regola, la mattina dopo ci arriva la notizia del comune di cancellare il disegno, senza nessuna spiegazione. Era una piccola fiammella che si spegneva.
Ed oggi, nel dopo rivoluzione, ci chiama il responsabile di un quartiere proprio a fare un murale e addirittura nei giorni dei nuovi disordini in Piazza Tahrir. Armati dalla convinzione che la fratellanza è possibile fra tutti, abbiamo iniziato il lavoro coinvolgendo piano piano tutti gli abitanti del quartiere: bambini, giovani e anziani, avvocati e operai, musulmani e cristiani.
Il murale, previsto solo per 60 m, si allungava man mano che i passanti, meravigliati, si fermavano per dipingere con noi, felici di poter dare il loro contributo al segno di uguaglianza e di fraternità. Non era tanto il murale, anche se importante, ma la testimonianza che si dava nel farlo insieme. “La vostra iniziativa è la campagna più riuscita per ridare vita e bellezza alla nostra città”, esclama un signore. Uno dei candidati al nuovo parlamento, tornando dalla piazza Tahrir, ci ha sfidato dicendo: “Voi pensate che con questo bel quadro cambierete l’Egitto?”. È stata la gente del posto a rispondergli: “Questo è ciò che noi possiamo fare. Il cambiamento dell’Egitto lo iniziamo da qua!”.
Si cerca di operare un cambiamento di mentalità, come sta avvenendo con un altro dei nostri progetti rivolto ai minorenni lavoratori, per restituire loro l’infanzia perduta e la loro dignità di persone. Abbiamo assistito a un vero cambiamento nel loro comportamento: da indisciplinati e aggressivi, a ragazzi capaci di rispettare e amare anche il diverso da loro. Tutti sono musulmani e senza parlare di come deve essere il rapporto tra cristiani e musulmani, fra tutti si vive la cosiddetta regola d’oro: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”». (H. K. – Egitto ) (altro…)
Dic 12, 2011 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Lonavla, località famosa per il suo clima piacevole sull’altipiano del Deccan, a circa due ore di auto da Mumbai. 60 studiosi sono lì per il IV Simposio indù-cristiano, un’iniziativa che ebbe luogo per la prima volta nel 2002 a Castelgandolfo, un anno dopo la visita di Chiara Lubich in India ed i suoi incontri nell’ambito accademico e gandhiano dell’immensa nazione asiatica. Si trattò di una prima assoluta. Il Movimento dei focolari, già allora attivo da decenni nel campo interreligioso, non aveva mai avuto modo di affrontare l’aspetto accademico e teologico fra seguaci di religioni e tradizioni diverse. Dal 2002 si sono susseguite, poi, iniziative accademiche con buddhisti, ebrei e musulmani, a Roma ed in diverse parti del mondo. La scoperta e la valorizzazione dell’ambito accademico nel settore del dialogo fra seguaci di fedi diverse, sebbene non debba diventare né prioritario né esclusivo, ha, tuttavia, acquisito sempre più un ruolo centrale per una vera conoscenza della spiritualità, della ritualità e dell’etica dell’altro. Il titolo dell’evento – Leggere, interpretare e vivere le Scritture per realizzare la pace e la fratellanza universale – offre spunti vitali, che, tuttavia, verranno approfonditi anche intellettualmente. Fra i cristiani, oltre a rappresentanti del Movimento dei focolari dell’India, saranno presenti membri della Scuola Abbà – il centro studi – e del Centro del Dialogo interreligioso dei Focolari. Da parte indù, i partecipanti saranno gandhiani, impegnati su una linea sociale e pratica, come pure professori universitari affiliati a diverse prestigiose università. (altro…)
Dic 2, 2011 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Orano, la seconda città dell’Algeria, si affaccia sul Mediterraneo. È uno dei maggiori centri commerciali e culturali dell’Africa del Nord. Un gruppo di persone, per lo più musulmane, impegnate a vivere secondo i valori della fraternità proposti dai Focolari, porta avanti un’esperienza con persone non vedenti. Scheherazad ne fa parte dal 1990: “Nel 1997, attraverso una mia sorella più giovane che lavora in una clinica oculistica – racconta –, conosco una suora cattolica che cercava una persona che insegnasse il francese ad un gruppo di non vedenti della città; non mi sento preparata, sono una casalinga e mi sembra che questo impegno superi le mie capacità; eppure, d’accordo con mio marito, decido di accettare, cosciente che in quella proposta si può nascondere un preciso piano di Dio”.
E’ l’inizio di una meravigliosa avventura che, nel tempo, coinvolge la città. Al di là dell’insegnamento, per Sheherazad è la scoperta di un nuovo mondo che conquista il suo cuore e quello di Fouzia, un’amica che condivide l’ideale della fraternità e che in breve tempo si aggiunge come insegnante. Il mondo dei non vedenti si rivela speciale, soprattutto perché la maggioranza di essi è poverissima e socialmente emarginata. “Con il passare del tempo ci rendiamo conto che il nostro atteggiamento di apertura verso l’altro dà all’insegnamento un carattere particolare: diventa un’occasione per sostenere queste persone. C’è chi ha bisogno di trovare un’occupazione, chi di un semplice sostegno o di una parola di conforto”. Nel frattempo, per comprendere meglio le necessità degli alunni, Fouzia e Scheherazad imparano il la scrittura braille. La cosa non passa inosservata: “Un nostro amico, vedendoci dare il nostro tempo senza aspettarci niente in cambio, decide di aiutarci e di unirsi a questa impresa”. Cercano di aiutare i giovani nell’inserimento lavorativo. Una ragazza, ad esempio, cerca un lavoro come centralinista. Si trova un’azienda: “Notiamo la disponibilità del direttore ad aiutarci a trovare una soluzione: è colpito dal nostro impegno e decide di assumere la ragazza a tempo indeterminato”. Tutta la comunità di Orano è partecipe dei progetti e degli obiettivi raggiunti. Si organizzano giornate aperte per far conoscere la vita e le ricchezze di questo mondo.“Il tema di queste manifestazioni è sempre centrato su “l’altro” e alla fine non c’è più il vedente e il non vedente, il musulmano o il cristiano: siamo tutti fratelli e sorelle a condividere la stessa situazione”. La stampa nazionale si interessa a questi appuntamenti, riconoscendo il diritto dei non vedenti a vivere come tutti gli altri. E’ un’opera di sensibilizzazione che porta molte persone a unirsi agli sforzi di Sheherazad e di Fouzia. Superando le difficoltà amministrative e legali si costituisce un’associazione per l’integrazione professionale dei non vedenti che è molto attiva e lavora per la costruzione di una scuola. Anche le istituzioni della città vengono coinvolte e il progetto di formazione viene riconosciuto dal dipartimento per la formazione professionale di Orano. “Manca ancora tanto da fare – conclude Sheherazad – ma fare le cose per gli altri, nonostante tutti i nostri limiti, è bellissimo, entusiasmante! Dà a tutti quella forza per andare avanti che spalanca le porte a nuove sorprese”. A cura della Comunità di Orano – Algeria (altro…)
Nov 26, 2011 | Dialogo Interreligioso, Spiritualità
“Questo simposio ci ha fatto vedere che è possibile incontrarci e condividere le nostre esperienze di fede. È un ponte storico. Ci fa ricordare che la città di Katowice è multiculturale sin dalle sue origini. Oggi, il fatto che i rappresentanti di tre grandi religioni hanno parlato sui valori universali, come la verità, la pace, la giustizia, ci ha arricchiti reciprocamente.” Così si è espresso il vescovo della Chiesa Evangelica-Luterana, Taddeusz Szurman, alla conclusione del Simposio interreligioso, svoltosi alla vigilia di quello di Assisi, presso la Facoltà Teologica dell’Università a Katowice (Polonia) dal titolo “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”. Promosso dall’Arcidiocesi, insieme alle autorità civili e all’Università di Katowice, il Simposio ha visto la partecipazione di 230 persone. Significativa la presenza degli ebrei, con Michael Schudrich, Rabbino principale della Polonia; dei musulmani, con l’Imam Nedal Abu Tabaq, Mufti della Lega Musulmana in Polonia; dei cristiani, rappresentati dall’Arcivescovo cattolico di Katowice Damian Zimon, dal Vescovo della Chiesa Evangelica-Luterana Taddeusz Szurman e dal responsabile per la Chiesa Ortodossa in Slesia Sergiusz Dziewiatowski; e di persone di convinzioni non religiose. C’erano anche alcune autorità civili, a cominciare dal Presidente di Katowice Piotr Uszok e rettori di varie università, oltre a rappresentanti di alcuni movimenti e comunità ecclesiali.
Il Movimento dei focolari, a Katowice, che ha lavorato in vari ambiti della preparazione, non è nuovo al dialogo interreligioso. Infatti, mantiene rapporti con gruppi di musulmani con i quali, insieme alla Arcidiocesi e il Centro dei Musulmani, organizza la “Giornata dell’Islam nella Chiesa cattolica polacca” (promossa dalla Conferenza Episcopale Polacca da oltre 10 anni). Inoltre, si svolgono incontri con gruppi di ebrei e, quasi ogni mese, con dei musulmani nella sede del Movimento. Prima del Simposio, in focolare, i responsabili delle tre religioni monoteiste hanno stretto tra loro un patto di unità. Questa atmosfera di fraternità poggiata su relazioni profonde e di stima reciproca è stata, poi, sottolineata da molti dei partecipanti. Gli interventi hanno approfondito i concetti di pace e verità – nelle tradizioni cristiana, ebrea e musulmana. Il Mufti della Lega Musulmana ha sottolineato l’importanza di non avere paura gli uni degli altri, di scoprire le differenze come doni che arricchiscono. Il Rabino ha ricordato con affetto la figura di Giovanni Paolo II, il quale gli aveva mostrato la bellezza dell’essere aperti agli altri. Ciascuno ha espresso il desiderio di cercare ciò che unisce e di cooperare per il bene di Katowice e del mondo.
“Sono molto grato a tutti gli organizzatori per aver reso questo simposio così fraterno– ha detto l’Arcivescovo di Katowice –. Ho visto una presenza notevole dei membri del Movimento dei Focolari, questo è stato molto importante, fondamentale per creare l’atmosfera di fraternità”. Come segno visibile è stato piantato un faggio nella piazza davanti alla Cattedrale di Katowice. “Ci sono tanti alberi a Katowice – ha detto il Rabino di Slesia Alta –. Questo, però, ha un significato particolare: simboleggia la fraternità vissuta da noi ebrei, cristiani e musulmani”. Il simposio si è concluso con la proclamazione di un Appello per la Pace – letto in tre lingue: polacca, ebraica ed araba. C’è scritto, fra l’altro: “Tutti vogliono contribuire affinché l’umanità diventi un’unica famiglia”. (altro…)
Ott 25, 2011 | Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Un’ispirazione – afferma la presidente dei Focolari Maria Voce sull’Osservatore Romano – che imprimerà di certo una nuova accelerazione e profondità nel vivere le proprie convinzioni religiose a servizio della pace. Urgente proprio oggi, quando, per assurdo, si diffonde la paura della religione, per sua natura fonte vitale di pace, imputandole la causa prima di molti conflitti, tensioni, fobie, intolleranze e persecuzioni a sfondo religioso che pullulano nel mondo». Le delegazioni, numerose e di alto profilo, partiranno da Roma, in treno, la mattina stessa del 27 ottobre, insieme con il Papa. Sul treno Frecciargento insieme ai leader di tutte le principali religioni del mondo, sarà presente anche Maria Voce, in rappresentanza di un Movimento che – fondato sul carisma dell’unità di Chiara Lubich – si è fin dalle orgini fortemente e naturalmente impegnato nel dialogo. Il Movimento conta al suo interno membri cristiani di 350 Chiese e comunità ecclesiali. Per la sua espansione universale, il dialogo è oggi aperto con tutte le principali religioni del mondo, non solo con singoli seguaci o leader religiosi, ma anche con leader e seguaci di vasti movimenti: come il movimento buddista della Rissho Kosei-kai che conta sei milioni di aderenti (Giappone), con il movimento dei musulmani afro-americani (USA) e con vari movimenti di ispirazione gandhiana del sud dell’India. Sono migliaia i seguaci di altre religioni che vivono, per quanto possibile, lo spirito del Movimento e si impegnano collaborando ai suoi scopi. Il dialogo si è anche aperto verso persone senza una fede religiosa come agnostici, indifferenti e atei. Questo dialogo nasce dall’incontro tra persone credenti e persone senza un riferimento ad una fede religiosa, accomunate però dal desiderio di collaborare per concorrere a comporre nella fraternità la famiglia umana. Emblematico, da questo punto di vista il fatto che ad Assisi Benedetto XVI ha voluto anche un gruppo di non credenti che “pur non professandosi religiosi, si sentono sulla strada della ricerca della verità e avvertono la comune responsabilità per la causa della giustizia e della pace in questo nostro mondo“. Quattro gli invitati che hanno accettato l’invito di Benedetto XVI. Sono filosofi, storici, professori di vari paesi del mondo. Tra loro c’è anche Walter Baier: economista austriaco, Coordinatore della Rete “Transform!”, un foro di ricerca europeo che raggruppa riviste e “think tanks” di sinistra. È membro del Partito Comunista Austriaco nonchè collaboratore del “Centro internazionale per il dialogo con persone di convinzioni non religiose” del Movimento dei focolari. “Una città-mondo senza mura si profila di fatto all’orizzonte, carica di speranza“. Si prefigura così l’evento di Assisi 2011. “Oggi – afferma ancora Maria Voce – il dialogo tra le religioni non può limitarsi ai leader, a studiosi e specialisti. Deve diventare un dialogo di popolo, un dialogo della vita, che si rivela sempre più indispensabile per la pacifica convivenza nelle nostre città e Paesi, trovandoci a vivere gomito a gomito con musulmani e buddisti, indù e sikh. È una cronaca da scoprire e forse da inventare, senza lasciarsi sgomentare dal rumore di fatti di intolleranza e violenza. È la testimonianza quotidiana che apre le strade”. “Seguiamo e preghiamo fin d’ora per il grande appuntamento ad Assisi nel prossimo ottobre. In attesa delle nuove sorprese che ci riserverà lo Spirito Santo”. (altro…)