18 Feb 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Per il testo completo, in italiano, rimandiamo a Città Nuova online. 16 febbraio 2011: all’Università ebraica di Gerusalemme, nella sede dell’Istituto Truman per la pace, Maria Voce tiene una conferenza dal titolo: “Il ruolo del dialogo nel promuovere la pace”.
La presenza di un’ottantina di uditori scelti – tra cui il nunzio mons. Antonio Franco, il vescovo ausiliare di Israele mons. Giacinto Marcuzzo, il rabbino David Rosen, la sig.ra Debbie Weissmann, presidente del ICCJ, rabbini ed accademici ebrei, rappresentanti palestinesi, responsabili di comunità e congregazioni cristiane –, manifesta l’interesse, in particolare di personalità del mondo ebraico, nei confronti del Movimento dei focolari, dopo decenni di presenza in Terra Santa. Una presenza fatta di numerosi e duraturi contatti instauratisi con singoli cristiani, ebrei e musulmani, ma anche con istituzioni e associazioni impegnate nel dialogo interreligioso.
Maria Voce avvia il suo intervento riportando una citazione di Chiara Lubich, del 1969, a un gruppo di giovani: «Girando per il mondo mi sono resa conto che ci sono dei grandi mali. Ho visto l’umanità come un grande Adamo piagato. Ho visto la lotta fra popoli e quindi la minaccia continua di guerra. Ho visto i problemi sociali da risolvere. Ricordo Gerusalemme come una città divisa. E in tutta la zona del Medio Oriente ci sono focolai di guerra, per cui la pace è sempre in pericolo. E allora ho detto: cosa possiamo fare noi, che portiamo l’ideale dell’unità? Dobbiamo fare che questi fratelli si amino, questo corpo deve risanarsi. Qui ci deve essere la salute dell’umanità». Continua allargando il discorso, Maria Voce, presentando il “dialogo della vita” tipico dei Focolari, «che non mette in opposizione gli uomini, ma fa incontrare persone anche di fedi diverse e le rende capaci di aprirsi reciprocamente, di trovare punti in comune e di viverli insieme». Precisando che il dialogo «noi non lo facciamo con le fedi o tra le fedi, ma con le persone, a qualsiasi fede appartengano». Un dialogo presentato come un “segno dei tempi” più che mai attuale, nella “notte culturale” che attraversa gran parte dell’umanità: «Potremmo dire allora che dalla notte culturale, che appare anche come notte del dialogo, può emergere una nuova cultura che parte dalla riscoperta della natura dialogica della persona umana».
Dialogo che ha una dimensione ontologica ed una etica, a cui Chiara Lubich ha dato uno spessore tutto particolare: «Nel dialogo interreligioso puntiamo a vivere anzitutto, dall’una e dall’altra parte, la cosiddetta “regola d’oro” – “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” –, che significa amare gli altri. Secondo il Talmud, Hillel la esprimeva in questi termini: “Non fare al prossimo ciò che non vorresti fosse fatto a te: questa è tutta la Torà; il resto è commento. Và e studia”. È una norma, lo sappiamo, presente, con diverse sfumature, nelle nostre tradizioni monoteiste nate in questa parte di mondo. Ma lo è anche nelle altre grandi tradizioni confuciana, buddhista e indù. Tutti, quindi, uomini e donne di buona volontà possiamo viverla nella nostra esistenza quotidiana». Aggiunge Maria Voce: «La pratica della “regola d’oro”, diventata reciproca, ha messo in moto una vera metodologia del dialogo che può essere definita come una “arte di amare”», proposta da Chiara stessa. E conclude: «Questo percorso, non possiamo nascondercelo, è difficile e richiede un grande impegno per superare l’ostacolo, per vincere la tentazione dell’egoismo, del ripiegamento su di sé. È il prezzo per trasformare la ferita in benedizione, la morte in vita, per fare dell’incontro con l’altro il luogo dove fiorisce la pace e la fraternità». E cita ancora Chiara Lubich: «La fraternità non è solo un valore, è un paradigma globale di sviluppo politico, perché motore di processi positivi. Dopo millenni di storia in cui si sono sperimentati i frutti della violenza e dell’odio, abbiamo tutto il diritto oggi di chiedere che l’umanità cominci a sperimentare quali potranno essere i frutti dell’amore». Al termine della conversazione inizia un lungo e profondo dialogo con il pubblico: sul dialogo con persone che non hanno una fede religiosa; sulla serietà di un dialogo che non si riduca a semplice cortesia; sul riconoscimento dell’altro; sulla “regola d’oro” non sempre facilmente applicabile in contesti difficili. «Il messaggio portato da Maria Voce, quello di Chiara Lubich, mette in luce la presenza di Dio nell’altro», commenta in conclusione Rabbi David Rosen. E Rabbi Emile Moatti: «Il dialogo deve penetrare nelle pieghe della storia dei conflitti, per farsi esso stesso storia». di Michele Zanzucchi Fonte: www.cittanuova.it (altro…)
18 Feb 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo
«A Gerusalemme le case, le scuole, i mezzi di trasporto, i luoghi di divertimento, i quartieri dove abitiamo sono tutti separati: per gli arabi o per gli ebrei. E’ davvero difficile vivere in un ambiente del genere». «Sono una ragazza dall’aspetto europeo. Dalle mie gonne si capisce subito che sono ebrea ortodossa. Nella nostra città questo non è sempre visto positivamente. Non so neanche una frase in lingua araba e sono stata educata a scappare da situazioni in cui potrei trovarmi in mezzo ad un gruppo di palestinesi». Queste parole di N. e J., due giovani gerosolimitane, araba cristiana la prima ed ebrea la seconda, descrivono i mondi di Gerusalemme. Vivono uno accanto all’altro, si sfiorano, si toccano in questa città ‘santa’ per tutti, ma carica di una tensione che si respira e che ci si sente addosso. Sono due delle partecipanti all’incontro che si è svolto il 16 febbraio in una sala della Castra Gallery, un centro commerciale alla periferia sud di Haifa: un centinaio di persone per un incontro modesto, semplice. Sono arrivati ebrei, cristiani e musulmani da Haifa, , Tel Aviv, Gerusalemme, Nazareth ed altre località della Galilea. Hanno intitolato l’incontro con Maria Voce: «Quanto è buono e soave che i fratelli vivano insieme» (Salmo 133). Tanti gli interventi, che hanno presentato un quadro ricco e variegato al quale tutti stanno lavorando. Ad Haifa, da alcuni anni, ebrei e cristiani hanno un appuntamento mensile per approfondire la Sacra Scrittura nelle rispettive tradizioni. Basta l’ascolto, cercare di comprendere la visione dell’altro. Senza sincretismi. E questo porta «ad un’amicizia vera e sincera, sempre più solida», al punto che un mese tra un incontro e l’altro sembra troppo lungo!
Una ragazza araba racconta di un progetto per intessere rapporti di amicizia fra studenti delle tre religioni. «I momenti più belli li abbiamo vissuti quando abbiamo visitato i luoghi sacri delle rispettive fedi: il Muro del Pianto, il Santo Sepolcro e la Moschea. Un’esperienza che ha cambiato la mia vita.» Altre testimonianze riguardano la crisi di Gaza, tre anni fa, quando ebrei, cristiani e musulmani si riunirono per pregare per la pace. Un caso unico in tutto Israele. Gli accenti sono commossi, perché certamente il grande coraggio manifestato in quell’occasione andava assolutamente controcorrente rispetto al pensiero che si sviluppava attorno. Fatti di vita quotidiana, di ascolto, di scoperta del diverso-da-sé. Persone che hanno scommesso sulla pace, come dice una giovane ebrea: «Sta scritto nella Mishna che Dio non trova nessuno strumento che contenga la sua benedizione se non la Pace. Solo con la pace vera otterremo tutte le benedizioni che il Padre in Cielo vuol dare ai suoi figli.»
Maria Voce si commuove nel ringraziare coloro che hanno parlato. Appare vero che «nulla è piccolo di quello che è fatto per amore», come diceva Chiara Lubich. Anzi, è grandissimo, perché qui si tratta di spostare le montagne del pregiudizio. È questo il piccolo-grande miracolo della serata di Haifa. La Presidente dei Focolari sottolinea la dimensione profetica di quanto vissuto da loro durante la crisi di Gaza: «E’ un’esperienza basata su Dio e sul suo volere, e sulla sofferenza condivisa: la cosa più preziosa agli occhi di Dio. Essa porterà frutti duraturi, ne sono certa». E sottolinea come sia stata un contributo importante alla Storia: «Testimonianze piccole ma necessarie perché il quadro della pace sia completo». Racconta poi, come in quei giorni abbia incontrato gente di tutte le religioni, veri fratelli e sorelle. E cita la Scrittura: «Beato il popolo che ha Dio come Signore». La serata si conclude con una cena. Tutti hanno portato qualcosa, piatti arabi e piatti kosher. Non si distinguono più arabi ed ebrei, cristiani e musulmani. E’ vero quanto detto da una ragazza musulmana: «Ora guardo all’altra persona al di là della sua fede. Siamo ancora un piccolo gruppo, ma impegnati a coinvolgere molti altri amici». di Roberto Catalano (altro…)
17 Feb 2011 | Dialogo Interreligioso, Spiritualità
“La molteplicità è un dono di Dio“, ha affermato Mokrani alla giornata interreligiosa, il 13 febbraio 2011, a Baar dove in 70 fra musulmani e cristiani, provenienti dalle diverse regioni linguistiche della Svizzera, hanno sperimentato questo dono. Per la quarta volta ormai ha avuto luogo presso il Centro di incontro e di formazione Eckstein una giornata di dialogo islamo-cristiano. Le relazioni principali sono state tenute da musulmani. Infatti sono venuti da Roma due teologi musulmani, Adnane Mokrani, tunisino sunnita, e Sharhzad Houshmand, iraniana sciita, che, insieme a Paul Lemarié, cristiano specialista dell’islam, hanno dato un contributo fondamentale alla giornata che portava il titolo: “Un sole – tanti raggi. La volontà di Dio nel cristianesimo e nell’islam”.
Unità dinamica. “Consideriamo la molteplicità come un dono di Dio che ci aiuta a completarci”, ha dichiarato Mokrani. “Si tratta di un’unità dinamica che non annulla le differenze, ma che le mostra come una ricchezza. Questa unità fa parte del piano di Dio per noi uomini“, ha sottolineato il teologo musulmano. E spiegava Houshmand che secondo il Corano le parole di Dio sono indinite. Dunque si può dedurre che ciascuno di noi è una parola di Dio, creato da Dio quale dono per gli altri. La regola d’oro. Dopo le relazioni, si è dato spazio al dialogo in piccoli gruppi. “Ascoltando il messaggio proveniente dalle due religioni, in uno scambio reciproco, sono venuti in luce in modo positivo sia quanto abbiamo in comune che le differenze”, ha commentato Ornella Carù, membro del gruppo preparatorio della giornata. A base di questo dialogo vivo e arricchente sta il principio della Regola d’oro che si trova espressa in modi simili in quasi tutte le religioni: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Gli imam presenti e i responsabili di varie comunità erano ben impressionati da questo dialogo che ha rafforzato in ciascuno il desiderio di lavorare insieme per rispondere alle sfide della nostra società. Al momento di congedarsi, un signore musulmano che partecipava per la prima volta ad un incontro di questo genere, ha esclamato: “Sono venuto pensando di essere ‘ricco’, qui invece mi sono reso conto di quanto ero ‘povero’ ed ora mi ritrovo arricchito e libero!”. (altro…)
17 Feb 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Da ieri mi trovo a Gerusalemme con Maria Voce. Nella sua fittissima agenda ci sono anche vari appuntamenti con persone di tradizione ebraica e musulmana. Sono incontri che desiderano ribadire l’impegno al dialogo a tutti i livelli. Oggi si è svolto il primo di questi incontri con il rabbino Ron Kronish, fondatore e direttore dell’Interreligious Coordinating Council of Israel (ICCI). Alle ore 15 ci troviamo con il Rabbino Ron Kronish. Si tratta di un vecchio amico del Focolare, come lui stesso si definisce. L’ufficio dell’ICCI si trova in un quartiere non lontano dal centro di Gerusalemme, sulla vecchia strada di Betlemme, ancora molto trafficata e piena di vita. L’ICCI è un’organizzazione fondata nel 1991, la sera prima dello scoppio della prima guerra del Golfo. Era il 16 gennaio e tutti in Israele avevano le maschere anti-gas, un clima di paura per la guerra prossima. A Ratisbonne, proprio il centro che ho visitato questa mattina, in uno scantinato si incontrarono alcuni uomini di dialogo che, nonostante la guerra, decisero che il mondo ha bisogno della pace. Il centro lavora a diversi livelli, ma soprattutto per i giovani e le donne. Il suo scopo, infatti, è la formazione alla pace. Si tratta di creare una mentalità alla base proprio per essere coscienti che ci sono conflitti – in particolare qui Kronish si riferisce a quello fra Israeliani e palestinesi – e che non si possono risolvere facilmente, ma che, tuttavia, si può lavorare per la pace di domani. Lo slogan non è tanto Peace now!, ma Peace later! Per questo soprattutto le giovani generazioni devono essere ingaggiate a riconoscere l’altro, ad ascoltarlo e scoprirlo e, alla fine, vederlo non come un nemico ma come un prossimo da accettare nella sua diversità. Le esperienze di questi vent’anni di corsi tenuti all’interno di Israele con ragazzi e giovani musulmani, ebrei e cristiani sono ricchissime. Solo il 5% abbandona questi corsi, gli altri arrivano alla fine, segno dell’interesse e dell’impegno, ma anche fonte di speranza perché ormai sono migliaia ad aver beneficiato di questa nuova visione. Nel parlare con Maria Voce Ron Kronish non nasconde che il mondo è cambiato dal 1991. Allora la pace era vicina, sembrava ormai possibile poterla realizzare. Oggi è molto più lontana. Dobbiamo esserne coscienti, ma non perdere la speranza. Anche Maria Voce ha raccontato dell’impegno dei Focolari in campo formativo e della consonanza di idee e di metodologia con l’ICCI. Kronish ha chiesto di continuare la collaborazione e, soprattutto, di farlo coi giovani e teen-agers. (di Roberto Catalano, tratto da Città Nuova online – www.cittanuova.it ) (altro…)
16 Feb 2011 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Spiritualità
Benedetto XVI, nell’udienza del 9 febbraio li ha salutati con gioia: “Sono lieto di questa opportunità che vi è offerta per confrontare esperienze ecclesiali di diverse zone del mondo, ed auguro che queste giornate di preghiera e di riflessione possano portare frutti abbondanti per le vostre comunità”. Le loro riflessioni si sono svolte “sulla scia del carisma di Chiara Lubich – come ha detto in apertura il card. Miloslav Vlk, moderatore del convegno – che è in profonda sintonia con il carisma del vescovo” e continuava: “Si tratta di saper accogliere l’Amore di Dio che vuole il bene dell’umanità facendosi vicino ad ogni uomo”.
“La spiritualità di comunione, eco del Concilio Vaticano II che è tutto incentrato sulla Chiesa mistero di comunione…, è portata avanti dal Movimento dei focolari in modo carismatico”, ha sottolineato il card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi. Di fronte alle sfide che si presentano alla Chiesa oggi, in particolare nei Paesi di antica tradizione cristiana, ma anche in molte altre parti del globo, i vescovi hanno voluto dar voce a nuove risposte che lo Spirito Santo ha suscitato negli ultimi anni, come la comunione e la collaborazione tra nuovi e antichi carismi, il dialogo ecumenico e interreligioso, il dialogo con la cosiddetta cultura laica. Il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ha evidenziato il passaggio da una società multiculturale a quella interculturale che sa integrare le diverse culture e fedi, come dimostra l’esperienza appena avviata col “Cortile dei Gentili”, espressione coniata da Benedetto XVI in riferimento al dialogo fra fede e cultura. La tavola rotonda che ha preceduto il suo intervento, rispecchiando questa interculturalità, ha messo in relazione le varie dinamiche presenti nelle nostre società, guardate dal punto di vista dell’economia (prof. Stefano Zamagni), della mistica (P.Fabio Ciardi), dei rapporti sociali (prof. Vera Araújo) e internazionali (prof. Vincenzo Buonomo). In linea col tema del convegno, Maria Voce, presidente del Movimento dei focolari, ha centrato il suo intervento su I disegni di Dio nel pensiero e nella vita di Chiara Lubich. A chiusura del convegno 25 vescovi si sono recati, sabato 12 e domenica 13 febbraio, alla cittadella internazionale dei Focolari, Loppiano (nei pressi di Firenze), che con i suoi 900 abitanti testimonia che una società guidata dal Vangelo è possibile. Tra i diversi appuntamenti, l’incontro con l’Istituto Universitario “Sophia”, ormai al suo terzo anno di corsi interdisciplinari. (altro…)
7 Feb 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
[:it]Un’anima all’ecumenismo – Il 3 febbraio il presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, card. Kurt Koch, ha incontrato la presidente Maria Voce e il copresidente Giancarlo Faletti, accompagnati da Joan Patricia Back e Severin Schmid, responsabili del Centro per il dialogo ecumenico.
Un’occasione per aggiornare il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, sulla vita ecumenica dei Focolari e sulle sue iniziative. Il cardinale ha mostrato grande interesse, stima e riconoscenza per quanto Chiara Lubich ha operato in questo campo e per come il Movimento lo porta avanti. Nell’appuntamento si è parlato dell’incontro di Maria Voce con il Patriarca Bartolomeo, avuto il 27 dicembre scorso al Fanar, sede del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
Al presidente del dicastero vaticano, Maria Voce ha delineato lo specifico in campo ecumenico dei Focolari i cui membri si impegnano nel mondo e a vari livelli nel “dialogo della vita”. Questo anche il titolo di un libro dato al cardinale con i discorsi di Chiara Lubich a Ginevra nel 2002. Durante l’incontro si è parlato del 3° anniversario della morte di Chiara e del 50° della fondazione del Centro Uno che sarà celebrato dall’11 al 16 marzo a Cadine (Trento) con una settimana di incontro ecumenico internazionale. Si è parlato inoltre delle focolarine e i focolarini di altre Chiese e del loro incontro a gennaio con il card. Rylko, del Pontificio Consiglio dei laici, a Castel Gandolfo. Il card. Koch ha commentato: “Ogni vocazione viene dallo Spirito Santo”. Si è quindi presentata l’iniziativa “Insieme per l’Europa”, raccontandone la storia e gli sviluppi fino al prossimo incontro del 2012 a Bruxelles e si è parlato delll’incontro annuale ecumenico dei vescovi.
Maria Voce ha detto al cardinale che la ragione principale dell’incontro era per assicurargli il sostegno e le preghiere di tutto il Movimento per il suo lavoro. Il cardinale ha poi chiesto alla presidente il significato del suo nome “Emmaus”, e lei lo ha spiegato ricordando il punto cardine della spiritualità dell’unità, che riguarda proprio la presenza spirituale di Gesù fra i suoi, “Gesù in mezzo” (Mt, 18-20). E il cardinale ha commentato: “senza la presenza mistica di Gesù non si arriva all’unità, gli uomini non sono in grado… è Gesù”.[:en]A soul for ecumenism – On the 3rd February the President of the Pontifical Council for Promoting Christian Unity, Cardinal Kurt Koch, met Maria Voce (President of the Focolare Movement) and Co-President Giancarlo Faletti, accompanied by Joan Patricia Back and Severin Schmid who are jointly responsible for “Centro Uno”, the Focolare Centre for Ecumenical Dialogue.
It was an opportunity to update Cardinal Kurt Koch, President of the Pontifical Council for Promoting Christian Unity, about the ecumenical life and initiatives of the Focolare. The Cardinal showed great interest, respect and recognition of how much Chiara Lubich worked in this field and how the Movement continues to this day take the work ahead. Maria Voce (Emmaus) also told the Cardinal about her meeting on 27th December 2010 at the Fanar, the seat of the Ecumenical Patriarch of Constantinople in Istanbul.
For the President of the Vatican department, Maria Voce sketched out the aims of ecumenical work by members of the Movement throughout the world at various levels especially in the ‘dialogue of life’. This is also the title of a book given to the Cardinal containing talks Chiara gave in Geneva in 2002. During the meeting they also talked about the 3rd anniversary of Chiara’s death and the 50th anniversary of the foundation of “Centro Uno” which will be celebrated on 12th March in Trent, Northern Italy, during an international ecumenical week (11th-16th March) at Cadine, Trent. Emmaus spoke to the Cardinal about the focolarini men and women who belong to churches other than the Roman Catholic Church, and of their meeting with Cardinal Rylko, President of the Pontifical Council for the Laity, at Castel Gandolfo (Rome). Cardinal Koch commented: “Every vocation comes from the Holy Spirit”. Then there was an explanation of the initiative ‘Together for Europe’, its history and the latest developments for the next meeting in May 2012 in Brussels , they also talked about the annual ecumenical meeting of bishops from different Churches.
Maria Voce told the Cardinal that the principal reason for the meeting was to assure him of the support and prayers of the whole Movement for his work. The Cardinal asked Maria Voce the meaning of her other name “Emmaus”, and she explained it recalling the main point of the spirituality of unity, which is centred on the presence of Jesus united in his name, ‘Jesus in the Midst’ (Mt 18:20). The Cardinal commented: “Without the mystical presence of Jesus, unity cannot be reached, people are incapable… it’s Jesus”.[:de]Der Kardinal hat großes Interesse an der ökumenischen Arbeit der Fokolar-Bewegung gezeigt. Maria Voce hatte um diese Begegnung gebeten, um den Kardinal über ihren Besuch beim Ökumenischen Patriarchen von Konstantinopel Bartholomäus I zu unterrichten.
In wenigen Strichen beschrieb Maria Voce den „Dialog des Lebens“, den die Mitglieder der Fokolar-Bewegung auf allen Ebenen zu führen suchen. Es ging auch um den dritten Todestag Chiara Lubichs, den die Bewegung vom 11.-16. März in Trient begehen möchte, gleichzeitig mit dem 50jährigen Bestehen des Centro Uno. Als Kardinal Koch auch die Fokolare und Fokolarinnen aus anderen Kirchen vorgestellt wurden, kommentierte er: „Jede Berufung kommt vom Heiligen Geist“. Weitere Themen der Begegnung waren „Miteinander für Europa“ und das Ökumenische Bischofstreffen der Bewegung.[:es]Un alma al ecumenismo – El 3 de febrero el Presidente del Consejo Pontificio para la unidad de los cristianos, el Card. Kurt Koch, se encontró con la Presidente María Voce y el Co-presidente Giancarlo Faletti, acompañados por Joan Patricia Back y Severin Schmid, responsables del Centro para el diálogo ecuménico.
Una ocasión para poner al día al Cardenal Kurt Koch, Presidente del Consejo Pontificio para la unidad de los cristianos, sobre la vida ecuménica de los Focolares y sobre sus iniciativas. El Cardenal demostró mucho interés, estima y reconocimiento por cuanto Chiara Lubich ha hecho en este campo y por la forma como el Movimiento lo lleva adelante. La cita la había solicitado María Voce (Emmaus) para referir al Cardenal del encuentro con el Patriarca Bartolomé, realizado el 27 de diciembre pasado en el Fanar, sede del Patriarcado ecuménico de Constantinpla.
María Voce delineó al Presidente del dicasterio vaticano las características específicas de los Focolares en el campo ecuménico en donde sus miembros están comprometidos, en distintos niveles, en el “diálogo de la vida”. Llevaba este título también un libro que le dieron al Cardenal con los discursos de Chiara Lubich en Ginebra en el 2002. Durante el encuentro se habló del 3º aniversario de la muerte de Chiara y del 50º de la fundación del Centro Uno que se celebrará del 11 al 16 de marzo en Cadine (Trento) con un encuentro ecuménico internacional de una semana. Después presentaron al Cardenal las focolarinas y los focolarinos de otras Iglesias y también se habló de su encuentro en enero con el Card. Rylko, del Consejo Pontificio para los laicos, en Castelgandolfo. El Card. Koch comentó: “Toda vocación viene del Espíritu Santo”. Seguidamente presentaron la iniciativa “Juntos por Europa”, contándole la historia y su desarrollo hasta el próximo encuentro del 2012 en Bruselas y se habló del encuentro anual ecuménico de los obispos.
María Voce dijo al Cardenal que la razón principal del encuentro era asegurarle el apoyo y las oraciones de todo el Movimiento por su trabajo. Y el Cardenal preguntó a la Presidente el significado de su nombre “Emmaus”, y ella se lo explicó recordando un punto fundamental de la espiritualidad de la unidad, que se refiere precisamente a la presencia espiritual de Jesús entre los suyos, “Jesús en medio” (Mt. 18,20). Y el Cardenal comentó: “sin la presencia mística de Jesús no se llega a la unidad, los hombres no pueden… sólo Jesús”.[:fr]Donner une âme à l’œcuménisme – Le 3 février, le président du Conseil pontifical pour l’unité des chrétiens, le cardinal Kurt Koch, a rencontré la présidente Maria Voce et le coprésident Giancarlo Faletti, qui étaient accompagnés de Joan Patricia Back et de Severin Schmid, responsables du Centre pour le dialogue œcuménique.
L’occasion de mettre le cardinal Kurt Koch, président du Conseil pontifical pour l’unité des chrétiens, au courant de la vie œcuménique des Focolari et des initiatives que celle-ci suscite. Le cardinal a manifesté beaucoup d’intérêt, d’estime et de reconnaissance pour tout ce que Chiara Lubich a accompli dans ce domaine, mais aussi pour la façon dont le mouvement le fait avancer. Ce rendez-vous a eu lieu à la demande de Maria Voce (Emmaüs), qui souhaitait rendre compte au cardinal de sa rencontre avec le patriarche Bartholomée, le 27 décembre dernier, à Fanar, le siège du patriarcat œcuménique de Constantinople.
Maria Voce a expliqué au président du dicastère du Vatican la spécificité, sur le plan œcuménique, des Focolari, dont les membres s’engagent à l’échelle du monde et à divers niveaux dans le « dialogue de la vie ». Cette expression est également le titre d’un livre offert au cardinal et qui contient les discours prononcés par Chiara Lubich à Genève en 2002. Lors de la rencontre, il a été question du 3ème anniversaire de la mort de Chiara et du 50ème anniversaire de la fondation du centre Uno, qui sera célébré du 11 au 16 mars à Cadine, près de Trente, par une semaine de rencontres œcuméniques internationales. Puis les focolarines et focolarini appartenant à d’autres Églises ont été présentés au cardinal et lui ont parlé de leur rencontre avec le cardinal Rylko, du Conseil pontifical pour les laïcs, à Castel Gandolfo, en janvier. Le cardinal Koch a commenté : « Toute vocation est inspirée par l’Esprit Saint. » Il y a donc eu la présentation de l’initiative « Ensemble pour l’Europe », avec une évocation de son histoire et de ses évolutions jusqu’à la prochaine rencontre à Bruxelles, en 2012, et la rencontre œcuménique annuelle des évêques a elle aussi été abordée.
Maria Voce a dit au cardinal qu’elle avait voulu le rencontrer avant tout pour l’assurer du soutien et des prières de tout le mouvement pour son travail. Et le cardinal a ensuite demandé à la présidente le sens de son nom, « Emmaüs ». Elle le lui a expliqué en rappelant le point central de la spiritualité de l’unité, qui concerne justement la présence spirituelle de Jésus parmi les siens, « Jésus au milieu » (Mt, 18-20). Le cardinal a alors fait ce commentaire : « Sans la présence mystique de Jésus, on n’arrive pas à l’unité. Les hommes n’en sont pas capables… seul Jésus le peut. »[:pt]Uma alma para o ecumenismo – No dia 3 de fevereiro o presidente do Pontifício Conselho para a unidade dos cristãos, card. Koch, recebeu a presidente Maria Voce e o copresidente Giacarlo Faletti, acompanhados por Joan Patricia Back e Severin Schmid, responsáveis pelo Centro para o diálogo ecumênico.
Uma ocasião para dar ao cardeal Kurt Koch notícias sobre a vida ecumênica do Movimento e sobre as suas iniciativas. O cardeal demonstrou grande interesse, estima e reconhecimento por tudo o que Chiara Lubich realizou neste campo e pelo modo como o Movimento dá continuidade ao seu trabalho. A visita tinha sido solicitada por Maria Voce (Emmaus) a fim de referir ao cardeal sobre o encontro com o Patriarca Bartolomeu, em 27 de dezembro passado, no Fanar, sede do Patriarcado ecumênico de Constantinopla.
Falando ao presidente deste Conselho romano, Maria Voce delineou a ação específica dos membros do Movimento no campo ecumênico, que no mundo inteiro e em vários níveis, buscam atuar o “diálogo da vida”. É este, inclusive, o título de um livro que presenteou ao cardeal, com os discursos de Chiara Lubich em Genebra, em 2002. Durante o encontro falou-se ainda do 3º aniversário de morte de Chiara Lubich e do cinquentenário da fundação do Centro Uno, que será celebrado de 11 a 16 de março em Cadine (Trento), com uma semana de encontro ecumênico internacional.
Foram apresentados ao cardeal as focolarinas e os focolarinos de outras Igrejas, e falou-se do encontro que eles tiveram em janeiro com o cardeal Rylko, do Pontifício Conselho para os leigos, em Castelgandolfo. O card. Koch comentou: “Toda vocação vem do Espírito Santo”. Enfim apresentou-se a iniciativa “Juntos pela Europa”, narrando o seu percurso e desenvolvimentos, até o próximo encontro de 2012, em Bruxelas, e comentou-se sobre o encontro anual ecumênicos dos bispos.
Maria Voce disse ao cardeal que a razão principal da visita era assegurar-lhe o apoio e as orações de todo o Movimento pelas suas atividades. Perguntou-lhe, depois, o significado do seu nome, “Emmaus”, e a presidente o explicou, recordando o aspecto fundamental da espiritualidade da unidade que diz respeito justamente à presença de Jesus entre os seus, “Jesus no meio” (Mt 18,20). “Sem a presença mística de Jesus não se chega à unidade, os homens não podem fazê-lo… é Jesus”, foram as palavras do cardeal.[:zh]
致力大公合一運動的同一心志:普世博愛運動會長傅瑪利(Maria Voce)、協同會長方樂德(Giancarlo Faletti)在大公合一運動中心的負責人芭克(Joan Patricia Back)與舒密迪(Severin Schmid)的陪同下,拜會教廷促進基督徒合一委員會主席科赫樞機(card. Kurt Koch)。
藉此機會給教廷促進基督徒合一委員會主席科赫樞機匯報普世博愛運動在大公合一運動上的生活與各項舉措。科赫樞機深感興趣,對盧嘉勒在這方面的建樹表示欽慕與感激,並讚賞運動繼續往前發展所付出的努力。
傅瑪利會長要求拜會科樞機,旨在向他報告去年12月27日在君士坦丁堡法納爾(Fanar)東正教宗主教的府邸與巴爾多祿茂一世(il Patriarca Bartolomeo)的會面。
傅瑪利又給梵蒂岡大公合一運動委員會主席科赫樞機概括地介紹普世博愛運動在大公合一運動上的特有使命。全球的成員在不同層次上致力展開『生活的對話』。會長又向科赫樞機呈贈一本書,內容是盧嘉勒於2002年在日內瓦對其他基督教派的講話。其後又談到今年是盧嘉勒去世三周年紀念,也適逢普世博愛運動屬下合一中心成立50周年,爲此從3月11日至16日,將在意大利特倫托卡甸尼(Cadine)瑪利亞之城中心舉行為期一周的國際性大公合一運動會議。隨後,給科赫樞機介紹一些其他基督宗派的普世博愛運動男女核心成員。大家又談到一月份,教廷平信徒委員會主席韋高樞機(card. Rylko)到岡道福堡探訪,他們有幸與韋高樞機會晤。科赫樞機表示:「每個聖召都是來自天主聖神。」會長又向科赫樞機介紹『共建歐洲』倡議計劃,並談到這個舉措的開始和發展經過,以及將於2012年在布魯塞爾舉行下一屆『共建歐洲』會議。最後他們還談及不同基督宗派的主教的周年聚會。
傅瑪利向科赫樞機表示,這次拜會的主要目的,是為向他保證整個運動所有成員的支持,並為他的工作而祈禱。科赫樞機談到謀求基督徒合一的努力時表示:「在這方面,合一的靈修精神是必須的,否則徒然是一個沒有靈魂的機構或建築。」之後,科赫樞機又問及傅瑪利別名Emmaus(厄瑪烏)的意義。她解釋這是合一靈修的其中一個要點,恰恰有關耶穌精神上臨在祂的門徒中,即耶穌在中間(瑪18-20)。科赫樞機指出:「缺乏耶穌奧妙性的臨在便無法達成合一。人沒有這種能力……,唯獨耶穌。」
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