Movimento dei Focolari
Percorsi comuni per la fraternità

Percorsi comuni per la fraternità

Una giornata nazionale promossa da Movimento dei Focolari e Comunità Islamiche d’Italia “per mostrare la possibile convivenza e integrazione, in risposta all’intolleranza e difesa radicalizzata delle identità, che percorrono le nostre città.” 600 musulmani e cristiani provenienti da tutta la Penisola. Una cinquantina le personalità presenti delle due religioni, tra cui una ventina di rappresentanti e Imam di altrettante comunità islamiche sparse in tutta Italia. Numerosi i giovani, e i bambini che hanno avuto un programma per loro. “Mamma, siamo già morti? – aveva chiesto un bimbo in un incontro simile alcuni anni fa a New York -. “Perché mi fai questa domanda?”, aveva chiesto la mamma. E lui: “Perché mi pare di essere già in Paradiso”. E per chi era a Loppiano, non sarà sembrata infantile la domanda, per l’aria di fraternità, “di un altro mondo” che vi si respirava. Eppure si sono affrontati i problemi scottanti che pervadono la nostra società. “L’obiettivo della giornata – hanno spiegato Luisa Gennaro e Mario Ciabattini dei Focolari -, ha lo scopo di fare un ulteriore passo nel cammino percorso fino ad oggi, quello di sentirci un’unica famiglia, perché fratelli si nasce, ma ora sappiamo che lo si può anche diventare”. Immediata la risposta dell’ Imam Kamel Layachi (Comunità islamiche del Veneto): “L’amore è la base dell’unione dei cuori, questo è un punto di arrivo e di partenza.” Shahrzad Houshmand, teologa iraniana e moderatrice della tavola rotonda “Le sfide del dialogo”, ha esordito: “E’ da anni che sogniamo questo giorno in cui noi, musulmani e cristiani in Italia, potessimo incontrarci per costruire insieme il futuro del Paese.” Quindi,  i contributi dei vari interventi: Paul Le Marié dei Focolari, “Dio ci ama immensamente, così è iniziata l’esperienza dei focolari”. Izzidin Elzir, Imam di Firenze e Toscana: “Il dialogo con i Focolari è iniziato 20 anni fa nel loro Centro Internazionale La Pira, e oggi vediamo i risultati qui”. Judith Povilus, vice presidente dell’Istituto Sophia: “Il dialogo è una dimensione profondamente antropologica, così come la dimensione trascendentale”. Adnane Mokrani, teologo musulmano, docente alla Pontificia Università Gregoriana: “E’ legato all’essenza dell’essere musulmano, il dialogo. Credere che Dio è Uno, la sua unicità, significa credere al genere umano unico.” Roberto Catalano, del Centro per il Dialogo Interreligioso dei Focolari: “Io non posso più essere italiano senza ognuno di voi. Per noi focolarini è importante la fraternità, ma quella universale, aperta proprio a tutti e in tutto il mondo”. E racconta come è iniziato il dialogo dei focolari in Algeria negli anni ’60, poi in Libano dove è sorta una scuola in un villaggio che ha accolto, in tempi di guerra, sia musulmani che cristiani. “E’ nata una fraternità così contagiosa che durante il conflitto del 2006, ha dato ospitalità a migliaia di profughi delle due religioni che hanno convissuto per un lungo tempo insieme.” Sono emerse alcune risposte costruttive: Corresponsabilità sociale, cittadinanza attiva e lavoro in rete, come antidoti alla “paura del diverso”; il dialogo interreligioso non come “optional” ma come necessità primaria. Molto concrete le testimonianze del dialogo nella vita quotidiana: “Nel triveneto, dove abitiamo, ma non solo, si vive un cammino di amicizia verso una vera fraternità.  Il dialogo della vita è entrato nelle nostre case, dai nostri figli… Oggi mettiamo una pietra miliare in questo cammino.” Numerosi i messaggi arrivati: da Maria Voce, presidente dei Focolari, “affidiamo a Dio questo nostro cammino insieme, che sia un dono per il nostro Paese”; dal vescovo Mansueto Bianchi, incaricato della CEI per questo dialogo, “le nostre parole e testimonianza devono concordarsi in difesa della vita umana e apertura alla trascendenza”; dai sindaci di Firenze,  Padova e da quello, presente in sala, di Rocca di Papa, tra altri. Le parole di Chiara Lubich, pronunciate il 12 novembre 2000 a Washington, davanti a 6.000 persone, e riascoltate dai 600 di Loppiano, hanno una forte accoglienza in quel clima: “Se viviamo i nostri insegnamenti nascerà fra noi una comunione in Dio. Qui oggi siamo tutti ‘noi’, una cosa sola. Dobbiamo portare insieme questa rivoluzione pacifica in beneficio della fraternità universale.” comunicato stampa finale (altro…)

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Assisi e lo Spirito

Chi è passato da Assisi di certo non è rimasto immune alla spiritualità che trasuda dai suoi muri. Oltre ai milioni di pellegrini che ogni anno vi arrivano per nutrire l’anima, pure gli eventi nel segno dello spirito si susseguono senza sosta. Come quello che si è appena svolto dal 28 al 31 ottobre presso il Teatro delle Stuoie: la XIV Conferenza internazionale della Catholic Fraternity (C.F.)*, nel  ventennio della sua fondazione. Tema scelto per quest’edizione, “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (cfr Eb 13,8). Presenti 400 rappresentanti, circa, di varie associazioni espressioni di altrettanti carismi dello Spirito, provenienti da tutto il mondo. Giorni vissuti nella gioia contagiosa dei canti e nell’armonia delle diverse lingue e culture. Il programma si è snodato in momenti di preghiera, riflessioni e testimonianze. La S. Messa inaugurale, celebrata dal Card. Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.  A fare gli onori di casa Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi. Di grande interesse la tavola rotonda della giornata centrale sul tema: “Comunione e Missione dei Movimenti ecclesiali nel Terzo Millennio”. Sono intervenuti: Maria Voce e Michelle Moran, presidenti del Movimento dei Focolari e dell’ICCRS, rispettivamente, e Adriano Roccucci, vice presidente della Comunità di Sant’Egidio. In qualità di moderatore, Guzman Carriquiry, sotto-segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ricordato il sostegno degli ultimi papi ai nuovi carismi. Presentando i testimoni, si è soffermato su Maria Voce “che ha l’impegnativo compito di portare avanti il Carisma di Chiara Lubich, che ha già prodotto un primo frutto di santità: la giovane Chiara Luce Badano, recentemente beatificata da Papa Ratzinger”. Maria Voce, ha ricordato “con emozione” il primo raduno dei movimenti e nuove comunità attorno a Giovanni Paolo II, giorno in cui “è salito spontaneo dal cuore un inno di lode allo Spirito Santo che, quasi irrompendo nella Chiesa del nostro tempo, ha suscitato in essa i più vari carismi per rispondere, con autenticità e radicalità evangeliche, ai tanti bisogni dell’umanità di oggi: una sorprendente fioritura che ha fatto pensare ad una nuova primavera della Chiesa”. Quindi la presidente dei Focolari, si è domandata verso “quali orizzonti ci sospinge lo Spirito Santo perché la comunione fra le varie realtà ecclesiali si accresca e si dilati sulla misura del disegno di Dio e delle attese del mondo? Mi sembra – ha proseguito – che la risposta possa racchiudersi in queste parole: vivere con intensità crescente per l’unità.” E dopo un accenno al cuore della spiritualità dell’unità, “l’Abbandonato, nel cui grido si raccoglie il grido dell’umanità di ogni tempo…”, ha concluso con l’augurio di  “far sì che ogni giorno di più si avvicini per l’umanità l’ora dell’unità”. Michelle Moran, ha evidenziato il lavoro di amicizia e comunione tra i movimenti portato avanti da più di dieci anni. E in riferimento al Rinnovamento Carismatico (ICCS): “… tutto è nato dallo Spirito Santo, una corrente di grazia per tutta la Chiesa, come un grande fiume, con tanti affluenti…”. Adriano Roccucci, di Sant’Egidio, ha invitato tutti a diventare “costruttori di amicizia e comunione. Nella comunione – ha aggiunto – si realizza l’universalità, perché l’amicizia apre all’altro, a Dio e all’uomo.“ La conclusione, aperta alle “Sfide che attendono la Catholic Fraternity”, è stata a carico del Card. Paul Josef Cordes, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, e di Matteo Calisi, attuale Presidente della C.F.

Nota: La C.F. è una federazione di comunità e associazioni che ragruppa comunità carismatiche cattoliche ed incoraggia le comunità membro a rimanere fedeli ai propri carismi. E’ stata riconosciuta dalla Santa Sede il 30/11/90 come Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships, e riunisce comunità e associazioni presenti in diversi paesi dell’Asia, Europa, America e Oceania.

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Musulmani e Cristiani in Italia

Incontro con gli amici musulmani a Castegandolfo, Ottobre 2008

L’incontro promosso dai Focolari e dalle Comunità islamiche d’Italia mira a riunire cristiani e musulmani che negli ultimi anni si sono incontrati in diverse parti d’Italia grazie all’esperienza di dialogo, ispirata dalla spiritualità di comunione di Chiara Lubich. In varie parti della Penisola – a Trento, Verona, Treviso, Padova, Trieste, Rovigo, Torino, Milano, Genova, Parma, Reggio Emilia, Firenze, Roma, Teramo per citare le principali – sono iniziate collaborazioni importanti sul territorio. Ispirate dal desiderio di andare incontro all’altro, come la Regola d’oro propone,  spesso si sono sviluppate in azioni e collaborazioni che offrono modelli di integrazione sul territorio. La giornata del 31 ottobre si pone in sintonia con la giornata dell’amicizia islamo-cristiana che si celebra in tutta Italia il 27 ottobre e vuole essere anche un momento di riflessione sull’esperienza vissuta finora. Il programma, preparato da un comitato promotore composto da cristiani e musulmani, prevede momenti di approfondimento sia del Corano che del Vangelo, esperienze di vita vissuta, una tavola rotonda sulle sfide del dialogo, intercalati da momenti artistici proposti da gruppi musulmani e cristiani ed una presentazione della cittadella ospitante di Loppiano. Si prevede la partecipazione di autorità sia religiose che civili. (altro…)

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Primo Vescovo vietnamita verso la santità

Tanti hanno conosciuto la vicenda umana del cardinale vietnamita François-Xavier Nguyên Van Thuân, vissuto in carcere per più di tredici anni. Tanti si sono sentiti incoraggiati dalla sua testimonianza eroica di fede e hanno sperimentato personalmente la carità, forgiata nel crogiuolo della prova, di questa grande personalità contemporanea. A soli 8 anni dalla sua scomparsa, il 22 ottobre si è aperto per lui il Processo di Beatificazione con la ceremonia ufficiale a San Giovanni in Laterano. Nato nel 1928, nel Vietnam, in seno ad una famiglia di antica tradizione cristiana, venne ordinato sacerdote nel 1953, e già nel 1964 divenne rettore del seminario di Hue. Il 13 aprile 1967, Paolo VI lo nominò primo vescovo vietnamita di Nha Trang. Scelse come motto Gaudium et Spes poiché desiderava essere un apostolo di gioia e di pace.Uomo di ricca e profonda spiritualità, trovò grande ispirazione per la sua vita personale e la sua missione pastorale nell’incontro, nel 1974, con Chiara Lubich e la sua spiritualità dell’unità.Nel 1975 venne arrestato dal governo comunista ed imprigionato. Non fu mai processato e condannato. Trascorse in carcere ben oltre tredici anni, di cui nove in isolamento. La sua scelta di Gesù Crocifisso ed Abbandonato, cardine della spiritualità dell’unità, come Colui da amare ed imitare, gli diede la forza per essere un testimone eroico della speranza e della carità, sempre, ed in modo indescrivibile durante i lunghi anni bui di prigionia. Anni dopo, nel luglio 2001 davanti a 1.300 sacerdoti convenuti a Castelgandolfo, affermerà che “l’aver conosciuto Chiara Lubich ed il suo carisma dell’unità, mi ha salvato in quei lunghi anni”. I suoi molti scritti contengono dei veri gioielli di autentica spiritualità evangelica, illustrati dalle innumerevoli sue esperienze che risplendono come via di santità per chiunque incontri questo grande testimone del nostro tempo. Eccone uno:“Una notte, in carcere, dal più profondo del mio cuore, udii una voce che mi chiedeva: ‘Perche mai ti tormenti? Devi saper discernere fra Dio e le opere di Dio. Tutto ciò che hai fatto e che ancora desidereresti di fare: visite pastorali, formazione dei seminaristi, delle suore e dei membri di ordini religiosi, costruire scuole, evangelizzare i non cristiani. Tutto ciò è ottimo lavoro, è lavoro di Dio, ma non è Dio! Se Egli ti chiede di lasciare tutto e di affidare ogni cosa nelle Sue mani, fallo e fidati di Lui. Dio farà infinitamente meglio di te: affiderà il lavoro ad altri più capaci di te. Non hai che da scegliere Dio e non i suoi lavori!’. Fu una luce che mutò totalmente il mio modo di pensare. Allorché i comunisti mi fecero scendere nella stiva di una nave, la Hai-Phong, stipato insieme ad altri 1.500 prigionieri per trasportarci al Nord, mi dissi: ‘Questa è la mia cattedrale, questo è il popolo che Dio mi affida perché io me ne curi, ecco la mia missione: assicurare la presenza di Dio fra questa gente, fra questi miserabili, disperati fratelli miei. E’ la Sua volontà che io sia qui. Accetto la Sua volontà. Da quel momento in poi una nuova pace mi ha riempito il cuore e mai mi ha più abbandonato in tutti quei tredici anni.” Autore di numerosi libri, instancabile predicatore, testimone di una fede eroica e di una sconfinata carità, Van Thuân sarà ricordato anche per il suo grande impegno nel redigere il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa e per gli ultimi anni della sua vita spesi intensamente alla guida del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Città Nuova ha pubblicato:

François Xavier Nguyên Van Thuân, Il cammino della speranza. Testimoniare l’appartenenza a Cristo, 2008.
François Xavier Nguyên Van Thuân, Testimoni della speranza. esercizi spirituali tenuti alla presenza di Giovanni Paolo II, 2008
Lucia Velardi (ed.), Spera in Dio! 100 pagine di F. X. Nguyên Van Thuân, 2008

Per la cerimonia dell’apertura della fase diocesana del Processo di Beatificazione erano presenti membri della famiglia e amici da tutto il mondo. (altro…)

Carismi in comunione ad Assisi

«Auguro alla Famiglia francescana di realizzare l’Ideale di S. Francesco e di S. Chiara, cioè l’Unità (sorretta dalla povertà), fra loro, con tutte le famiglie religiose del mondo, vecchie e nuove, nella profonda unità con la Chiesa istituzionale per far felice Gesù, essendo altre Maria!», così Chiara Lubich si esprimeva nell’album del visitatore del sacro convento il 26 ottobre 2000 al termine dell’incontro fra la grande Famiglia francescana e il Movimento dei Focolari avvenuto nella basilica di San Francesco in Assisi. Un evento che fu fortemente voluto dalle famiglie e dagli ordini religiosi dopo l’esperienza della Pentecoste del 1998, quando – convocati da Giovanni Paolo II – i movimenti e le nuove comunità si trovarono in piazza San Pietro per condividere, per la prima volta tutti insieme, un momento di forte comunione. Il prossimo 23 ottobre 2010, sempre nelle basiliche di S. Francesco e S. Chiara, un nuovo appuntamento, dal titolo Carismi in comunione. I movimenti ecclesiali e le famiglie religiose si incontrano, che si prefigge di vivere un’ulteriore esperienza di comunione tra i Carismi, condividendo e approfondendo il cammino intrapreso negli ultimi anni. Nulla a che fare con una commemorazione, quest’appuntamento che questa volta vede coinvolti altri movimenti, aggregazioni ecclesiali, altri ordini e istituti religiosi, è piuttosto una nuova opportunità di mostrare la bellezza del profilo carismatico «coessenziale al profilo istituzionale della Chiesa» secondo un’espressione di Giovanni Paolo II. Promotori dell’evento sono la diocesi di Assisi, le Famiglie francescane dell’Umbria, l’USMI e la CISM dell’Umbria e il Movimento dei Focolari. Carismi in comunione, è allora l’occasione per mostrare al mondo, che anche oggi la Chiesa è, come disse Chiara Lubich: «sempre più una, più attraente, più calda, più familiare, più dinamica, più mariana, più carismatica». Un albero in fiore – come rappresentato dal logo – che sempre può arricchirsi di una varietà maggiore di fiori, espressione di carismi suscitati anch’essi dallo Spirito lungo i secoli. comunicato stampa programma (altro…)